
Anche due attivisti di UG con la Sumud Flottilla
Pressenza - Sunday, August 31, 2025
Quella della Global Sumud Flotilla sarà una grande azione nonviolenta, alla quale parteciperanno anche due aderenti di Ultima Generazione. Ma la resistenza non si ferma in mare: mentre alcuni affrontano il blocco navale, tutti noi possiamo agire subito mettendo pressione economica. Il boicottaggio è uno strumento concreto e potente di resistenza civile: rifiutando i prodotti e le catene della grande distribuzione complici, colpiamo direttamente gli interessi che sostengono l’occupazione israeliana. Siamo già in 40.000, unisciti anche tu: https://vai.ug/boicottaggio
Una delle persone di Ultima Generazione che farà parte alla missione ha rilasciato una testimonianza sul perché ha deciso di partecipare: “Noi vogliamo costringere il governo israliano alla decisione più giusta, a riporre le armi e aiutare il popolo palestinese stremato da due anni di genocidio. La Global Sumud Flotilla ha tantissime anime al suo interno; una è quella dell’attivismo ambientale e ci sono tantissimi punti in contatto con le istanze ambientaliste. Le tematiche si stanno unendo perché abbiamo capito ormai che questo modello socioeconomica ci sta portando a schiantarci e di questo modello Israele, che toglie acqua terra e diritti ai palestinesi, ne è l’esempio vivente”
BOICOTTIAMO PER COLPIRE GLI INTERESSI ECONOMICI
Rompiamo il sistema colpendolo al cuore: boicottiamo i supermercati complici. Siamo già quarantamila ad aver scelto questa forma di resistenza attiva, unendoci in una mobilitazione che non si limita a fornire aiuti e assistenza – pur necessari ma insufficienti di fronte all’immensità della tragedia palestinese – bensì mira a compiere un atto politico concreto di opposizione al genocidio in corso.
L’obiettivo è duplice: da un lato tentare di forzare il blocco navale imposto da Israele, costringendo la marina israeliana a un maggiore sforzo logistico; dall’altro incidere direttamente sugli interessi economici che alimentano e legittimano l’occupazione. Gli Stati europei hanno scelto la via dell’ipocrisia, incapaci o non disposti a fermare Israele, legati a interessi che spaziano dal commercio di armi e tecnologia militare fino all’energia e alle forniture strategiche.
Di fronte a questa inazione politica, spetta a noi cittadini assumere la responsabilità di agire: se non tutti possono affrontare a viso aperto la macchina dell’occupazione, ciascuno di noi può colpirla da casa propria attraverso il boicottaggio. Come ricorda Francesca Albanese in Quando il mondo dorme: “Il sistema che reprime i Palestinesi è lo stesso a cui apparteniamo noi”.
Questo sistema passa anche attraverso i supermercati, che stringono accordi con compagnie israeliane, immettendo sugli scaffali prodotti coltivati con l’acqua e sulle terre sottratte ai palestinesi, mentre in Italia gli stessi colossi schiacciano i piccoli agricoltori costretti a vendere al ribasso, trasformando la spesa quotidiana in un lusso per molte famiglie. Per queste ragioni UG rilancia con forza il suo appello: boicottare è resistere, boicottare è scegliere da che parte stare. Siamo già in quarantamila. Unisciti anche tu: https://vai.ug/boicottaggio?f=cs