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A margine della distinzione tra civili e combattenti, il naufragio di una accettabile condotta bellica
Per un secondo mettiamo da parte il diritto internazionale e la sacrosanta necessità di distinguere tra civili e combattenti. Vorrei che ci mettessimo per un secondo nei panni delle comunità bombardate tra Palestina e Libano, comunità che al loro interno hanno visto anche nascere e crescere persone che prima o […] L'articolo A margine della distinzione tra civili e combattenti, il naufragio di una accettabile condotta bellica su Contropiano.
Altri cento arresti nel Regno Unito tra i solidali con Palestine Action
Sabato è stata un’altra giornata di proteste nel Regno Unito, con piazze schierate a fianco della resistenza palestinese come da quasi due anni a questa parte. Ieri, però, il livello della repressione britannica ha raggiunto livelli molto preoccupanti nei confronti dei manifestanti che protestavano contro la messa al bando della […] L'articolo Altri cento arresti nel Regno Unito tra i solidali con Palestine Action su Contropiano.
Nel sobborgo di Dwel’a
LE BOMBE SU TEHERAN, L’ATTACCO ALLE BASI USA IN QATAR E I POST DI TRUMP COPRONO DI ODIOSO SILENZIO NON SOLO QUANTO ACCADE A GAZA MA ANCHE ALTRE NOTIZIE, COME L’ATTENTATO DI DOMENICA 22 GIUGNO CHE HA COLPITO LA PERIFERIA DI DAMASCO IN CUI SONO STATE UCCISE VENTI PERSONE. GIOVANNA CAVALLO HA VISITATO IN FEBBRAIO IL SOBBORGO DI DWEL’A PER LA MISSIONE “SIRIA CON GLI OCCHI DEI CIVILI” PROMOSSA DA YALLA STUDY. QUELLO DI DOMENICA, DICE, È STATO UN COLPO AL CUORE DI UNA COMUNITÀ GIÀ STREMATA DA QUINDICI ANNI DI GUERRA, SANZIONI (IMPOSTE DAGLI USA), E POVERTÀ ENDEMICA. SONO TANTI I RAGAZZINI CHE NON POSSONO PERMETTERSI DI STUDIARE E TRASCORRONO MOLTO TEMPO ROVISTANDO TRA I RIFIUTI ALLA RICERCA DI OGGETTI DA SCAMBIARE O VENDERE. “NON SI PUÒ PARLARE DI PACE E STABILITÀ IN SIRIA SENZA ASCOLTARE PRIMA DI TUTTO LA VOCE DELLE SUE COMUNITÀ PIÙ VULNERABILI…” Domenica 22 giugno un attentato ha colpito la chiesa cristiana di Sant’Elia di Dwel’a, nel cuore di una delle comunità più fragili della periferia di Damasco: una violenta esplosione ha devastato il luogo di culto, lasciando a terra almeno 20 morti e oltre 50 feriti. L’attentatore con la cintura esplosiva è stato identificato dalle autorità siriane come un affiliato all’Isis. Giovanna Cavallo ha visitato in febbraio quella chiesa per la missione “Siria con gli occhi dei civili” promossa da Yalla Study, progetto nato nel Forum nazionale “Per Cambiare l’ordine delle Cose” per favorire flussi di ingresso sicuri e garantire il diritto allo studio di giovani migranti. Quello di domenica, dice, è stato un colpo al cuore di una comunità già stremata da quindici anni di guerra, sanzioni (imposte dagli Usa), e povertà endemica. L’attentato non può essere compreso appieno senza conoscere il contesto nel quale è avvenuto. Questo racconto, scritto in febbraio, ricorda come non si può parlare di pace e stabilità in Siria senza ascoltare prima di tutto la voce delle sue comunità più vulnerabili. -------------------------------------------------------------------------------- La crisi umanitaria nel sobborgo di Dwel’a, Damasco Nel sud di Damasco, nel quartiere di Dwel’a, Sami Husmi, un parroco di periferia, lotta ogni giorno per sostenere la sua comunità a maggioranza cristiana. Con oltre 7,000 famiglie, Dwel’a è stato segnalato nei report internazionali come uno dei quartieri più poveri della capitale siriana. Le case, mal ridotte dal tempo e dalla guerra, fanno da sfondo alle espressioni di disperazione sui volti dei suoi abitanti. Ogni giorno, Padre Sami incontra persone che cercano aiuto presso la chiesa. Le loro storie sono simili: famiglie che lottano per trovare cibo e cure mediche, spaventate dall’incertezza e dall’instabilità del paese. La situazione economica devastante ha colpito tutti, e nessuno sembra essere risparmiato dalla morsa della povertà. Nella nostra chiacchierata, non è mancato il richiamo alle sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti, che secondo lui devono essere allentate. Oltre al declino economico, le misure del Caesar Act hanno peggiorato la situazione della popolazione, impedendo qualsiasi possibilità di ripresa. Le ONG siriane hanno visto chiudersi l’accesso ai conti bancari e sono state spesso impedite nelle transazioni finanziarie, con conseguenze negative anche per i siriani all’estero. Al nostro arrivo nel quartiere a bordo di un vecchio taxi, abbiamo visto diverse scene di estrema fragilità e povertà. Ciò che ci ha colpito è stato vedere bambini seduti nella spazzatura, rovistando tra i rifiuti alla ricerca di oggetti che potevano essere scambiati o venduti. Una povertà confermata dalle statistiche disponibili che indicano come, all’inizio del 2022, metà della popolazione di Damasco necessita di assistenza umanitaria, con circa 40.000 persone in estremo bisogno. Oltre tre famiglie su quattro non riescono a soddisfare le esigenze di base e il reddito medio copriva solo il 51% delle spese. Più di due terzi delle famiglie avevano aumentato i debiti dall’inizio del 2020, e un terzo dei bambini aveva abbandonato la scuola per lavorare. Segmenti della popolazione che prima non avevano bisogno di assistenza ora ne necessitano a causa della svalutazione della valuta, dei prezzi elevati e della perdita di mezzi di sussistenza. Padre Sami precisa anche che la mancanza di controllo del territorio ha aumentato la criminalità comune, spingendo le persone nella paura. Ricorda il giorno in cui un giovane della parrocchia era stato rapinato mentre tornava a casa dal lavoro. La comunità era sconvolta, ma impotente di fronte a tali eventi. La caduta del regime ha portato speranze di cambiamento, ma purtroppo quei cambiamenti concreti non si erano ancora realizzati. La chiesa, un tempo un luogo di speranza e conforto, ora è piena di sguardi persi e mani tese. Ogni domenica, durante la messa, Padre Sami ci racconta che cerca di infondere un po’ di speranza nei cuori dei suoi parrocchiani. Tuttavia, sa bene che parole di conforto non bastano a riempire gli stomaci vuoti né a curare i malati. La situazione devastante dal punto di vista economico continua a peggiorare. Le famiglie sono costrette a fare scelte difficili: comprare cibo o medicine, pagare l’affitto o mandare i figli a scuola. Sami fa del suo meglio per distribuire le risorse limitate della chiesa, ma sente che non è mai abbastanza. A Dwel’a abbiamo trovato un triste quadro rappresentativo della situazione siriana e delle conseguenze devastanti della guerra civile. La testimonianza di Padre Sami e le realtà quotidiane che abbiamo osservato offrono un quadro chiaro delle sfide immense che la Siria deve affrontare. -------------------------------------------------------------------------------- L'articolo Nel sobborgo di Dwel’a proviene da Comune-info.