I negazionisti del genocidio di Gaza non sono diversi dai negazionisti dell'Olocausto, se non per il fatto che la loro negazione favorisce il genocidio stesso.
La negazione del genocidio di Gaza ha trovato ascolto nei media mainstream e
persino alla Casa Bianca. Essa ricorda la negazione dell'Olocausto, ma la
negazione attuale ha conseguenze mortali, poiché viene utilizzata per
giustificare proprio il genocidio che i negazionisti affermano non stia
accadendo.
Mitchell Plitnick, analista politico, è il presidente di ReThinking Foreign
Policy. 28 agosto
2025, https://mondoweiss.net/2025/08/gaza-genocide-deniers-are-no-different-from-holocaust-deniers-except-that-their-denial-abets-the-genocide-itself/
Uno degli aspetti più scioccanti e spaventosi dell'Olocausto nazista è stato il
modo in cui i nazisti hanno documentato i loro crimini. I sopravvissuti,
naturalmente, spesso raccontavano le loro storie delle atrocità subite, ma, data
l’entità e la dimensione del crimine, il mondo – e i processi di Norimberga –
hanno potuto basarsi fare affidamento sulle prove raccolte dagli autori stessi
dei crimini. Nonostante questa documentazione, la negazione dell'Olocausto è
persistita nel corso degli anni ed è considerata una delle espressioni più
atroci di odio antiebraico. Sono cresciuto circondato da numerosi sopravvissuti
all'Olocausto e, nonostante molti di loro siano riusciti a ricostruirsi una
vita, quel numero tatuato sulle loro braccia e il ricordo eterno di ciò che era
accaduto a loro e ai loro cari erano indelebili. E quindi, sono doppiamente
indignato per la dilagante negazione del genocidio a Gaza, una negazione che, a
differenza della negazione dell'Olocausto, sta avendo un profondo impatto sulla
politica e viene utilizzata per accelerare lo stesso genocidio che nega. Venerdì
22 agosto, ne abbiamo visto un esempio assolutamente agghiacciante da parte del
suo principale promotore, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Dopo
che l’istituto “ Classificazione Integrata della Sicurezza Alimentare “(IPC) ha
finalmente confermato che la carestia aveva colpito la Striscia di Gaza,
Netanyahu l'ha definita una "menzogna infondata" e ha accusato l'IPC di una
"moderna calunnia del sangue", appropriandosi di una vecchia fandonia antisemita
che ai suoi tempi causò la morte di un numero incalcolabile di ebrei, per
difendere la sua volotà di impiego della fame come strumento, non di guerra, ma
di genocidio. È stata solo l'ultima di quella che è diventata una bizzarra
tendenza in Israele e tra i suoi sostenitori: dire letteralmente alla gente di
non credere ai propri occhi, come fossero ingnnevoli, quando vedono bambini
emaciati o addirittura morti, e nemmeno quando sentono funzionari israeliani
confermare di non aver mai avuto prove che Hamas abbia presumibilmente "rubato
aiuti", solo per mettere Israele in cattiva luce.
Ormai da due anni, la negazione persiste. Abbiamo assistito alla vergognosa
negazione della carestia a Gaza, una negazione che è stata presente su tutti i
media mainstream. Sia il New York Times che il cosiddetto "Free Press" (un
organo di stampa fondato dal noto razzista Bari Weiss) hanno sostenuto che i
casi di bambini affamati visti in tutto il mondo riguardavano in realtà bambini
con "patologie preesistenti", come se questi bambini non fossero i primi a
essere uccisi o devastati dalla campagna di carestia israeliana. Questa
argomentazione barbara è solo uno dei modi in cui si manifesta la negazione del
genocidio a Gaza.
Un altro è sostenere che Israele stia "cercando di ridurre al minimo le vittime
civili a Gaza", un'affermazione palesemente falsa spesso fatta da Israele e dai
suoi sostenitori. Israele cerca di rafforzare questa affermazione sostenendo che
un'alta percentuale di palestinesi uccisi dalla violenza diretta erano
"militanti". Questa è sempre stata una palese menzogna, ma è stata smascherata
come mai prima giovedì 21 agosto, quando un rapporto congiunto di +972 Magazine
e The Guardian ha rivelato che il database delle IDF mostrava che l'83% dei
decessi registrati da Israele non rientravano tra coloro che Israele stesso
aveva elencato come membri di Hamas o della Jihad Islamica, un elenco che
comprendeva 47.653 nomi. Si consideri che l'ufficio del Direttore
dell'Intelligence Nazionale degli Stati Uniti dichiarò nel febbraio 2025 che
"Hamas aveva dai 20.000 ai 30.000 combattenti prima di ottobre 2023. La stampa
israeliana stima che ne rimangano dai 16.000 ai 18.000", e che è noto che le
forze combattenti della Jihad Islamica sono molto più piccole di quelle di
Hamas, è chiaro che l'elenco israeliano riportato da The Guardian è quantomeno
quasi completo. Ben lungi dal rapporto 1:1 o talvolta 2:1 che Israele ha
dichiarato tra vittime civili e militanti, questa cifra di quasi 5 a 1 sarebbe
estremamente elevata per gli standard della guerra moderna. E questo senza
nemmeno considerare il fatto che Israele ha una definizione molto ampia di
"militante" che spesso comprende funzionari pubblici, o semplicemente uomini in
età da combattimento, oltre a persone presenti nelle sue liste con motivazioni
false o molto vaghe. Una forma più banale di negazione del genocidio è
recentemente salita in cima alla lista degli argomenti preferiti di Netanyahu.
Come ha detto a un podcaster di estrema destra all'inizio di questa settimana,
"Se avessimo voluto commettere un genocidio, lo avremmo fatto in un pomeriggio".
Questa disgustosa argomentazione si basa sull'idea che Israele avrebbe potuto
scatenare una potenza di fuoco ancora maggiore sulla popolazione civile di Gaza.
Facciamo un passo indietro ed esaminiamo questa argomentazione. Riuscite a
immaginare Adolf Eichmann, al suo processo, sostenere che se i nazisti avessero
voluto uccidere tutti gli ebrei, perché ne hanno rinchiusi alcuni in campi di
concentramento e di lavoro invece di eliminarli semplicemente? Perché ci sono
voluti più di tre anni dopo la decisione di attuare la Soluzione Finale per
uccidere tutti quegli ebrei che avevano già confinato? Questo è esattamente, e
senza esagerare, l'argomento che Netanyahu sta sostenendo. Ed è tutt'altro che
l'unico. Chiunque abbia un account Twitter, o altri importanti social media ha
visto trogloditi filo-israeliani sostenere la stessa tesi. È un argomento
facilmente smentito dal fatto che nessun genocidio è mai stato dichiarato così
esplicitamente come tale dal suo autore come il genocidio israeliano a Gaza. Fin
dall'inizio delle operazioni israeliane nell'ottobre 2023, quando Yoav Gallant
dichiarò sfacciatamente: "Ho ordinato un assedio completo della Striscia di
Gaza. Non ci sarà elettricità, né cibo, né carburante, tutto è chiuso. Stiamo
combattendo contro animali umani e stiamo agendo di conseguenza", ci sono state
ripetute dichiarazioni da parte dei leader israeliani che dichiaravano il loro
intento genocida, che di solito è l'elemento più difficile da stabilire del
crimine di genocidio. Israel Katz, attuale ministro degli Esteri israeliano, ha
dichiarato: "Ho ordinato di interrompere immediatamente l'approvvigionamento
idrico da Israele a Gaza. Elettricità e carburante sono stati tagliati ieri. Ciò
che era, non sarà più". Ci sono molti altri esempi. Eppure la negazione
persiste. Nei media, nelle parole dei politici pseudo-progressisti
filo-israeliani e di estrema destra, la negazione del genocidio rimane
onnipresente. E ha effetti concreti: chiaramente, la persistenza della negazione
del genocidio a Gaza contribuisce ad alimentare il rifiuto persistente da parte
della maggior parte dei paesi che hanno una qualche influenza su Israele di
agire in qualsiasi modo che vada oltre la vuota retorica e le esibizioni che non
hanno alcun effetto sul comportamento di Israele, come la dichiarazione
d'intenti di riconoscere uno Stato palestinese. La negazione del genocidio
esaurisce anche coloro che cercano di fermarlo, dirottando parte delle nostre
energie nel sostenere che il genocidio è reale. Oltre a questi effetti, la
negazione da parte di così tanti leader mondiali e di alcune sacche di forze
popolari è un'oscenità morale che, data l'enorme documentazione in tempo reale
del genocidio, è persino peggiore del "non vedo il male, non sento il male" di
tanti tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale.
Al servizio della verità La politica, dal livello di quartiere alla scena
mondiale, non è un luogo per l'onestà. Ma la negazione di qualcosa di così
direttamente e monumentalmente orribile come il genocidio va ben oltre le
normali tattiche di dissimulazione politica e sfocia nell'abominio morale. Per
gli ebrei, soprattutto per coloro che hanno conosciuto sopravvissuti
all'Olocausto per tutta la vita, la negazione dell'Olocausto provoca rabbia,
disgusto e disperazione per la condizione umana. È senza dubbio lo stesso per i
discendenti delle vittime della tratta degli schiavi, degli armeni e di una
lista tristemente lunga di altri esempi. Per le tante persone di tutte le etnie
che hanno una coscienza e possono riconoscere la realtà di Gaza, la negazione di
questo genocidio che sta avvenendo non solo in questo momento, ma proprio
davanti ai nostri occhi è un'oscenità di altissimo livello. "Mai più" è stato
smascherato come uno slogan fasullo, non solo da usare per alcuni ma non per
altri, ma persino per giustificare e perpetuare un moderno Olocausto a Gaza. Se
vogliamo che abbia un significato reale, se vogliamo che venga applicato
universalmente e equamente, dobbiamo essere in grado di dire la verità. E la
prova definitiva della nostra capacità di farlo è parlare apertamente quando
assistiamo a crimini commessi dal nostro stesso popolo, dalla nostra stessa
nazione, persino dalla nostra stessa famiglia. Dobbiamo anche essere in grado di
contestualizzare ogni evento, soprattutto se vogliamo prevenirli in futuro. C'è
una ragione per cui ci impegniamo per un obiettivo irraggiungibile come una
giustizia veramente imparziale. Quanto meglio ci impegniamo in questo sforzo,
tanto più è probabile che orrori come quello di Gaza e il sostegno ancora
diffuso a quel genocidio possano diventare un'oscura reliquia della storia.
Traduzione a cura di Claudio Lombardi, Associazione di Amicizia Italo
Palestinese
VEDI ANCHE : COME GLI ISRAELIANI HANNO FATTO DEL NEGAZIONISMO
UN’ARTE HTTPS://ZEITUN.INFO/2025/08/24/COME-GLI-ISRAELIANI-HANNO-FATTO-DEL-NEGAZIONISMO-UNARTE/