Tag - carcere

Da Palermo a Trento, la protesta contro le carceri sovraffollate
La mobilitazione dei Garanti territoriali dei detenuti. Sovraffollamento e morti, mancano medici, pedagogisti, educatori. di Michele Gambirasi da il manifesto Si è tenuta ieri la protesta indetta dalla Conferenza nazionale dei garanti territoriali dei detenuti in tutta Italia, per le condizioni detentive nelle carceri italiane, sempre più critiche per il sovraffollamento, che ha toccato quota […]
Carceri: Il rapporto di metà anno dell’associazione Antigone
Carceri. Antigone “Emergenza penitenziaria: sovraffollamento, caldo insopportabile e diritti calpestati. Il carcere continua a essere un’emergenza ignorata”. di Andrea Oleandri Aumentano le persone detenute, peggiorano le condizioni di vita, si moltiplicano le proteste, i suicidi e le segnalazioni di trattamenti inumani. È questa la fotografia impietosa che offre “L’emergenza è adesso”, Rapporto di metà anno […]
Carceri: il rapporto di Antigone
Carceri. Antigone “Emergenza penitenziaria: sovraffollamento, caldo insopportabile e diritti calpestati. Il carcere continua a essere un’emergenza ignorata”. Il rapporto di metà anno dell’associazione. Aumentano le persone detenute, peggiorano le condizioni di vita, si moltiplicano le proteste, i suicidi e le segnalazioni di trattamenti inumani. È questa la fotografia impietosa che offre “L’emergenza è adesso”, Rapporto di metà anno dell’Associazione Antigone (disponibile a questo link https://www.antigone.it/upload2/uploads/docs/Emergenzaadesso2025.pdf), frutto di 86 visite negli istituti penitenziari italiani effettuate negli ultimi 12 mesi dal nostro Osservatorio. Al 30 giugno 2025 le persone detenute erano 62.728, in aumento di 1.248 unità rispetto all’anno precedente. A fronte di una capienza regolamentare di 51.276 posti, e con oltre 4.500 letti indisponibili, il tasso di affollamento reale si attesta al 134,3%. In ben 62 istituti il sovraffollamento supera il 150%, e in 8 casi addirittura il 190% – come a San Vittore, Foggia, Lodi e Roma Regina Coeli. Nel 35,3% degli istituti visitati c’erano celle in cui non erano garantiti 3mq a testa di spazio calpestabile. Mentre il Governo annuncia piani irrealistici e promesse che si ripetono da vent’anni, i numeri smascherano l’assenza di strategie efficaci. Il tanto decantato piano di edilizia penitenziaria prevede 7.000 nuovi posti entro fine anno, ma nell’ultimo anno ne sono stati realizzati appena 42. Di contro, i posti effettivi disponibili sono diminuiti di 394. Nel frattempo, la custodia chiusa riguarda oltre il 60% delle persone detenute, costrette a rimanere per ore in celle sovraffollate e bollenti. In piena estate, senza ventilazione adeguata e con accessi limitati all’acqua, la vita quotidiana in carcere è disumana. e celle raggiungono i 37 gradi, con ventilatori acquistabili solo a pagamento e a numero limitato. Gravissima anche la situazione nelle carceri minorili, dove si dorme su materassi a terra, mancano le ore d’aria, e l’utilizzo di psicofarmaci è in allarmante crescita. Dopo l’entrata in vigore del Decreto Caivano, gli Istituti Penali per Minorenni hanno visto un aumento del 50% della popolazione detenuta in meno di tre anni. Oggi più del 60% dei ragazzi presenti è ancora in attesa di giudizio. Sono 91 i minorenni trasferiti in istituti per adulti solo nella prima metà del 2025. Tra i provvedimenti più recenti, il Governo ha approvato un disegno di legge che prevede la detenzione domiciliare in comunità terapeutica per le persone tossico o alcol-dipendenti con pena residua fino a 8 anni. Ma dietro l’apparente apertura si cela un’impostazione sbagliata: la nuova misura sostituisce l’affidamento in prova – già previsto per pene fino a 6 anni – con una forma comunque detentiva. In pratica, si sacrifica uno strumento più aperto e rieducativo in favore di un altro più restrittivo, escludendo tra l’altro le persone recidive con una pena superiore ai due anni, che rappresentano proprio la parte più fragile e bisognosa di supporto, in un sistema penitenziario dove il 62% dei detenuti è già stato almeno una volta in carcere. Una vera soluzione al problema può venire solo dalla depenalizzazione del consumo di sostanze, e da un rafforzamento delle misure comunitarie e socio-sanitarie. La condizione sanitaria non è migliore. Il 14,2% delle persone detenute ha una diagnosi psichiatrica grave, e il 21,7% assume stabilizzanti dell’umore, antipsicotici o antidepressivi. Ma in 29 istituti il medico non è presente di notte. Manca personale, e anche se i concorsi sono stati banditi, il sovraffollamento rende ogni sforzo insufficiente. Il disagio si manifesta con numeri allarmanti: 22,3 atti di autolesionismo e 3,2 tentati suicidi ogni 100 detenuti. I suicidi registrati da inizio anno sono 45, un dato altissimo, secondo solo al 2024, l’anno peggiore di sempre. I soggetti più fragili – giovani, persone con disagio psichico, senza fissa dimora – pagano il prezzo più alto. A fronte di tutto ciò, le misure alternative esistono ma non vengono applicate abbastanza. Al 30 giugno erano 23.970 le persone con una pena residua sotto i 3 anni: potenzialmente idonee a scontare la pena fuori dal carcere, ma in larga parte dimenticate. Nel frattempo, più di 100.000 persone stanno scontando pene in esecuzione esterna, ma il dato non basta a frenare l’aumento in carcere. “Antigone denuncia da anni come la detenzione debba essere extrema ratio, non una scorciatoia repressiva. L’attuale Governo, invece, risponde all’emergenza con l’inasprimento delle pene, l’introduzione di nuovi reati, l’illusione di soluzioni edilizie e l’inascolto delle proteste. Il risultato è un sistema penitenziario fuori controllo, che non solo viola i diritti fondamentali, ma tradisce ogni finalità costituzionale della pena, mettendo a dura prova la vita delle persone detenute e degli operatori penitenziari” dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. Serve una riforma radicale del sistema penitenziario. Antigone aveva già presentato nel 2022 una proposta per un nuovo regolamento, con interventi concreti per migliorare la vita quotidiana delle persone detenute. Chiediamo: più possibilità di contatti telefonici e video con l’esterno; un maggiore utilizzo delle tecnologie digitali; la drastica riduzione dell’isolamento come strumento disciplinare; la prevenzione degli abusi; la promozione della sorveglianza dinamica e di un sistema centrato sul rispetto della dignità umana. “La vera emergenza è adesso – conclude Gonnella – e non si affronta con nuove carceri, ma con coraggio politico, depenalizzazione, misure alternative credibili e rispetto per la dignità umana”. Associazione Antigone
Sulle carceri la politica è subalterna al populismo
Il Presidente della Repubblica, il 30 giugno, rivolgendosi al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (D.A.P.) ha espresso un richiamo forte rivolto al Governo e alla Politica in generale con cui, espressamente, ha sottolineato che le carceri non possono calpestare i diritti dei detenuti e “non devono essere una fabbrica di criminalità”. D’altronde, […] L'articolo Sulle carceri la politica è subalterna al populismo su Contropiano.
CARCERE: NORDIO PRESENTA IL PIANO CARCERI 2025-2027. IL COMMENTO DI ANTIGONE
Via libera del Consiglio dei ministri al piano carceri 2025-2027, voluto e presentato nella giornata di ieri, martedì 22 luglio, dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Le intenzioni del governo sarebbero quelle di far fronte al problema del sovraffollamento – i cui tassi medi si attestano oggi attorno al 133% – liberando circa 15mila nuovi posti. Come? Secondo quanto dichiarato da Nordio, attraverso una serie di misure (al momento non meglio precisate) che prevedrebbero, da un lato, adeguamenti e potenziamenti strutturali degli edifici già esistenti, dall’altro, snellimento delle procedure e la possibilità, per alcune tipologie di persone detenute, di ricorrere alla liberazione anticipata e/o a forme di detenzione alternativa in comunità extra carcerarie. Misure quest’ultime che, come sottolinea ai nostri microfoni Susanna Marietti, coordinatrice nazionale dell’associazione Antigone, “sono oltretutto già previste e attuate”. “L’unico modo per combattere il sovraffollamento è usare meno il carcere – aggiunge Marietti – Il carcere non può diventare l’ultima frontiera del welfare per rinchiudere tutte le forme di marginalità sociale, ma deve rivolgersi solamente a quei fatti criminosi di altro profilo che vanno a colpire realmente dei beni costituzionalmente protetti”. Niente di nuovo, insomma, ma sono già molte le criticità e i dubbi che sorgono per questo nuovo piano carceri che, mentre crescono i tassi di suicidio dietre le sbarre, nella migliore delle ipotesi non entrerà in vigore prima di due anni. Il commento a caldo di Susanna Marietti, coordinatrice nazionale dell’associazione Antigone Ascolta o scarica
Contro la violenza dell’infrastruttura coloniale
Per accompagnare l’uscita di "Anime in pena" pubblichiamo un contributo di I.B. che analizza l’intreccio tra carceralità, ingegneria degli spazi, operazioni infrastrutturali e colonialità nell’oppressione del popolo palestinese . Questa è la terza (e ultima) parte. Buona lettura! L'articolo Contro la violenza dell’infrastruttura coloniale sembra essere il primo su StorieInMovimento.org.
Piano carceri. Antigone: “Dal governo ricette che aggraveranno la crisi del sistema penitenziario”
Dal Consiglio dei ministri via libera alle misure di Nordio contro il sovraffollamento dovuto anche all’aumento dei reati voluto dalla maggioranza di Andrea Oleandri “Il piano carceri approvato oggi in Consiglio dei Ministri, come fatto tante altre volte in passato, si affida alla via edilizia per risolvere i problemi delle carceri. A fronte di un […]
Spazio, potere e controllo
Per accompagnare l’uscita di "Anime in pena" pubblichiamo un contributo di I.B. che analizza l’intreccio tra carceralità, ingegneria degli spazi, operazioni infrastrutturali e colonialità nell’oppressione del popolo palestinese . Questa è la seconda parte. Buona lettura! L'articolo Spazio, potere e controllo sembra essere il primo su StorieInMovimento.org.