Priolo: basta promesse, serve giustizia ambientale anche per il futuro delle giovani generazioni
Riceviamo e diffondiamo una proposta del CNDDU per l’uso della IA nel
risanamento di Priolo (SR)
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU)
lancia un grido d’allarme e una campagna nazionale di sensibilizzazione sulla
drammatica situazione del Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) di Priolo
Gargallo (SR), una delle aree più compromesse d’Italia per inquinamento
ambientale, dove da oltre 25 anni si attendono bonifiche efficaci e una reale
riconversione industriale.
I numeri parlano chiaro: più del 90% delle aree contaminate – sia terrestri che
marine – rimane ancora privo di interventi concreti. Nonostante l’area interessi
oltre 178.000 cittadini, che vivono in zone classificate a rischio sanitario
elevato, lo Stato continua a mostrare un inquietante immobilismo. Secondo i dati
più recenti dell’ISPRA e dell’ISS (2023), la concentrazione di agenti
cancerogeni nell’aria e nell’acqua resta allarmante, con incidenze di patologie
tumorali e respiratorie superiori alla media nazionale.
Priolo, Augusta e Melilli costituiscono un triangolo tossico in cui il tempo si
è fermato: progetti di bonifica promessi, ma mai avviati; fondi destinati ma non
spesi; decisioni rimandate all’infinito. Questo quadro delinea l’ennesima storia
italiana di promesse disattese, burocrazia lenta e politiche ambientali
inefficaci, che oggi non è più tollerabile. Non si può continuare a sacrificare
intere generazioni sull’altare dell’interesse economico e dell’inerzia
istituzionale.
Il CNDDU chiede con fermezza che le istituzioni locali, nazionali ed europee
pongano al centro dell’agenda ambientale ed etica il caso Priolo, indicando
quattro priorità non più rinviabili:
– avvio immediato delle bonifiche su terra e mare, con un cronoprogramma
pubblico e vincolante;
– riconversione ecologica e sostenibile dell’area industriale, con piani
occupazionali per i lavoratori;
– sorveglianza sanitaria continua e trasparente, con coinvolgimento delle
comunità e dei medici del territorio;
– educazione ambientale nelle scuole, per formare cittadini consapevoli e
attivi.
Il caso Priolo richiama direttamente la storica sentenza della Corte europea dei
diritti umani sulla “Terra dei fuochi”: lo Stato italiano è stato condannato per
non avere tutelato il diritto alla vita e alla salute dei suoi cittadini. Non
possiamo permettere che ciò si ripeta, ancora una volta, nel silenzio.
Per questo, il CNDDU lancia la campagna nazionale di sensibilizzazione
“RespiriAMO Diritti – Bonifica è Giustizia”, rivolta in particolare:
1) Nelle scuole: educare al futuro con l’AI
• Laboratori didattici con strumenti di AI: gli studenti imparano a usare
intelligenza artificiale e open data per analizzare mappe ambientali, creare
simulazioni predittive e chatbot in-formativi.
• Progetti “IA per la Terra”: creazione di micro-app scolastiche per il
monitoraggio ambientale del territorio tramite foto, rilevazioni e modelli AI.
• Simulazioni immersive in realtà aumentata (AR): giochi di ruolo civici dove
gli studenti impersonano decisori, attivisti e scienziati per affrontare una
crisi ambientale e proporre soluzioni collaborative.
2) Con i giovani: comunicazione digitale e creativa
• Challenge social con #RespiriAMODiritti: su TikTok, Instagram e YouTube, i
giovani sono chiamati a raccontare la crisi di Priolo in 60 secondi, con
linguaggio visivo e impatto emotivo.
• Storytelling immersivo e podcasting civico: realizzati da studenti, attivisti
e docenti, per dare voce alle storie invisibili delle famiglie colpite
dall’inquinamento.
• Piattaforma “S.I.N. Lab – Generazione Bonifica”: uno spazio digitale dove
caricare video, analisi, progetti grafici, campagne creative e attività svolte
nelle scuole, aperto alla consultazione e interazione pubblica.
3) Nella società civile: attivazione e monitoraggio 4.0
• App civica partecipativa basata su AI e geolocalizzazione: per raccogliere
segnalazioni, foto e dati da parte dei cittadini su fonti di inquinamento
visibili, odori anomali, sversamenti o siti degradati.
• Rete “Scuole Sentinella”: gruppi scolastici che, supportati da esperti, creano
report periodici ambientali e sanitari delle proprie aree, condivisi con enti
locali.
• Campagne online coordinate con creator, ambientalisti e giornalisti digitali
per aumentare l’engagement e portare il caso Priolo fuori dalla marginalità
mediatica.
Invitiamo tutte le istituzioni scolastiche, le associazioni e i cittadini a
partecipare attivamente, perché l’ambiente non è solo un tema scientifico: è una
questione di diritti, di salute, di dignità. I giovani devono diventare
protagonisti del cambiamento, non vittime dell’indifferenza.
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU
Redazione Italia