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La coscienza collettiva dei movimenti dal basso oltre la memoria selettiva dall’alto
Avendo partecipato l’altro ieri – presso l’Istituto Gramsci di Palermo – alla presentazione del libro di Donatella della Porta “Guerra all’antisemitismo? Il panico morale come strumento di repressione politica”, di cui ci ha parlato Daniela Musumeci nel suo articolo, ritengo opportuno tornare su alcune questioni poste sia dal volume che dalla discussione scaturita dall’incontro con l’autrice. La ricerca condotta dalla sociologa della Normale di Pisa dimostra che in Germania, come anche in altri Paesi occidentali, i cosiddetti imprenditori del panico morale, categoria introdotta in sociologia agli inizi degli anni ‘70, hanno messo in atto già da anni, con l’ausilio degli apparati burocratici e dei media, azioni repressive nei confronti di tutti coloro che criticano la politica colonialista di Israele, usando lo stigma dell’antisemitismo. A farne le spese sono stati e sono in primo luogo intellettuali e artisti, tra questi anche ebrei dissenzienti, a cui viene negata la possibilità di esprimere le proprie idee in convegni o manifestazioni con strumenti indiretti, come la minaccia di sospendere i finanziamenti agli enti organizzatori, o diretti come negare il visto di ingresso nel Paese dove si svolge l’evento.  Queste forme di repressione si fondano su una prospettiva rovesciata che ha ridefinito il concetto di antisemitismo, mirando a farvi rientrare qualunque critica nei confronti dello Stato di Israele, ed è il frutto del senso di colpa vissuto dalla Germania per le responsabilità connaturate con la tragedia dell’Olocausto; non va dimenticato, peraltro, che anche altri Paesi europei condividono le pesanti responsabilità che hanno condotto alla Shoah, motivo per cui questa sorta di ridefinizione semantica dell’antisemitismo ha un’ampia diffusione in Europa e non solo.  Da un dato momento storico in poi, che possiamo individuare negli eventi che dopo la caduta del muro di Berlino hanno portato all’unificazione della Germania, la colpa originaria è stata fatta ricadere sui nuovi capri espiatori del terzo millennio, i migranti, che, essendo prevalentemente arabi e musulmani, vengono tacciati dal mainstream imposto dall’alto di essere i portatori del nuovo antisemitismo. Ecco, quindi, il dato caratteristico di questa prospettiva rovesciata: i colpevoli diventano innocenti e gli innocenti colpevoli, secondo un leitmotiv cavalcato dall’internazionale di destra che oggi governa o avanza in gran parte dei Paesi occidentali e che trova purtroppo anche sponda in formazioni della sinistra storica, come Spd e Verdi in Germania, e che si rafforza ulteriormente con il fermo ed ininterrotto sostegno degli USA alle politiche aggressive di Israele, condiviso sia dai presidenti repubblicani che da quelli democratici (Biden prima ancora di Trump, tanto per citarne uno). La memoria selettiva imposta dall’alto, così come ci ricorda della Porta, rende impossibile la realizzazione di una memoria che faccia risaltare gli elementi universalistici che andrebbero attribuiti a un evento tragico come l’Olocausto (“Se questo è un uomo” di Levi ci riconduce proprio a quel carattere); esso viene, invece, inquadrato come un evento unico e distinto dalle altre forme di razzismo che hanno caratterizzato le politiche coloniali dei Paesi occidentali e, soprattutto, non può mai essere associato alle azioni compiute da Israele. È di tutta evidenza l’incapacità civile di riconoscere il razzismo che c’è dietro questa impostazione, e anche la sinistra in Germania è parte di questa assimilazione: le azioni di boicottaggio portate avanti dal movimento Bds, anche se non sono illegali, vengono stigmatizzate come antisemite.  In Italia, le azioni di panico morale sono meno strutturate e istituzionalizzate, tanto è vero che prendono campo tante forme di mobilitazione, a partire dalle università e dai movimenti di base, finalizzate ad azioni di boicottaggio e ad esprimere piena solidarietà al popolo palestinese. C’è voluto, tuttavia, un po’ di tempo prima che partiti e organizzazioni della sinistra storica si esprimessero esplicitamente contro il genocidio e avviassero azioni di mobilitazione più incisive: Donatella della Porta ci ha ricordato l’importanza della crescente azione dal basso, portata avanti soprattutto dal sindacalismo di base e dai movimenti più radicali (si pensi alla mobilitazione dei portuali di Genova a sostegno della missione di Global Sumud Flotilla), auspicando al contempo che si ricrei una concezione di sinistra della solidarietà simile a quella attuata negli anni ‘70 con i profughi cileni scampati al golpe sanguinario di Pinochet. Da tutto ciò nasce la necessità di una riflessione attenta sul che fare, per superare la difficoltà evocata da Baris, docente dell’Università di Palermo, ad immaginare interventi concreti di contrasto a questa immane tragedia, e che vadano oltre le azioni di boicottaggio la cui importanza è stata in ogni caso sottolineata sia da della Porta che da  Amal Khayal, attivista del CISS che ha partecipato al dibattito in collegamento con un appassionato intervento.  Condivido quanto sostenuto da Giuseppe Lipari, Phd presso la Normale e attivista nei movimenti giovanili, in merito ai cambiamenti determinati dalle iniziative assunte dai movimenti dal basso che sono riuscite ad affermare una nuova coscienza collettiva ed a modificare le modalità di azione degli altri attori sociali della sinistra. Il sostegno diffuso a Sumud Flotilla è il segno tangibile di come in questo caso non si sia creata una situazione di panico morale così come era successo per altre iniziative umanitarie ferocemente stigmatizzate dal mainstream della destra. Il libro della professoressa della Porta è stato scritto un anno fa e da allora ad oggi pare che qualcosa sia cambiato, e anche se la docente della Normale rimane scettica sulla situazione in Germania: la solidarietà concreta nei confronti del popolo palestinese è cresciuta ed assume proporzioni sempre più vaste non solo nel mondo intellettuale ma anche in ampi strati sociali; di fronte all’escalation portata alle estreme conseguenze da Israele con quella che ormai appare a tutti gli effetti come la soluzione finale, le posizioni dei governi iniziano a segnare una certa distanza, almeno nelle dichiarazioni, dopo aver a lungo offerto un sostegno incondizionato. A margine, mi preme sottolineare che queste forme di criminalizzazione del dissenso attuate dagli imprenditori del panico morale ormai hanno come obiettivo tutti i grandi temi che sono al centro del dibattito politico e sociale, dai processi migratori ai cambiamenti climatici, dalle lotte per l’uguaglianza sociale e politica ai movimenti contro le discriminazioni sessuali. L’omicidio di Kirk negli USA e la conseguente reazione scomposta del mondo MAGA che attribuisce alla sinistra la matrice della violenza, trova sponda in Italia grazie a Meloni e a tutto il centrodestra, evocando a sproposito la stagione del terrorismo. Ci vuole una sinistra organizzata e strutturata che sappia mettere in atto azioni di contrasto legale all’offensiva della destra internazionale, responsabile di condurci sul baratro di un nuovo conflitto mondiale e delle forme repressive nei confronti di ogni dissenso anche grazie all’utilizzo martellante dei mass media omologati al sistema di potere. Il solidarismo internazionalistico degli anni ‘70, che ci ha ricordato della Porta, insieme alla capacità di ritrovare i caratteri universalistici delle lotte per l’uguaglianza, la libertà e la giustizia sociale devono tornare ad essere la cifra della sinistra. L’atroce esperienza della vicenda palestinese, pur nel suo drammatico e attuale epilogo, ci dimostra che il potere dei media di regime, delle istituzioni e delle burocrazie non sempre riesce a condizionare le coscienze; anzi, tanto maggiore è il livello aggressivo delle elités istituzionali nell’affermare le proprie visioni del mondo, tanto più forte potrà essere la presa di coscienza collettiva capace di dare vita a movimenti di lotta in tutto il mondo. Redazione Palermo
La verità è più forte della denigrazione
Ancora una volta (e non sarà certo l’ultima) vengono utilizzate parole a sproposito, in un’accezione ingannevole, contrarie ad una corretta esposizione. Ciò è avvenuto, nello stesso giorno, domenica 7 settembre 2025, sul quotidiano triestino Il Piccolo e nell’edizione radiofonica del TGR del Friuli Venezia Giulia. Si è trattato dell’uso di due termini: no vax e antisemita. Il primo è stato utilizzato nel Giornale Radio del mattino di domenica 7 quando, rifacendo la cronaca della manifestazione del giorno precedente, a favore della Global Sumud Flottilla, è stato riferito che “è stato esposto uno striscione,poi contestato da alcuni, da parte dei no vax”. Lo striscione contestato era stato esposto, firmato , dal Coordinamento No Greenpass e Oltre. No vax è definito chi si oppone al metodo della vaccinazione in assoluto; no green pass è chi ha ravvisato nell’obbligo di vaccinazione anti Covid19, una prevaricazione alla libertà di scelta della cura , in quel frangente. No green pass non significa no vax anche se , si comprende, si fa prima a dire no vax e , senza andare troppo per il sottile, si fa passare una deformazione concettuale, rinnovando equivoci già sorti e causa di denigrazioni sconfitte anche da sentenze giudiziarie. Sarebbe, inoltre, il caso che giornalisti abbiano il buon senso di denominare i gruppi di attivisti che scendono in piazza con il loro nome. Se il Coordinamento No Green Pass e Oltre ha questa denominazione, è irriguardoso definirlo genericamente come “no vax”. Più grave, a nostro avviso, è il secondo “equivoco” linguistico, rintracciabile a pagina 6 del quotidiano Il Piccolo, di domenica 7 settembre, ove si riportano le dichiarazioni di Mauro Gialuz, del Comitato organizzatore delle manifestazione del 27 maggio e 29 luglio per Gaza: “il Comitato si dissocia e condanna striscioni, parole e slogan antisemiti pur nella più ferma condanna della criminale politica israeliana”. L’antisemitismo è l’odio e la discriminazione verso gli ebrei, basato su pregiudizi razziali e culturali, antisionismo è l’opposizione al sionismo, movimento nazionalista a carattere colonialista, nato alla fine dell’800, promuovendo l’instaurazione di uno “Stato ebraico” in Palestina. In ciò rafforzato dalla cosiddetta Dichiarazione di Balfour, del 1917, che rafforza il colonialismo britannico sulla Palestina prevedendo un “focolare ebraico”. Cosa abbia prodotto il sionismo, sopratutto dal 1948, a seguito della fondazione del regime di Israele, è davanti agli occhi di tutti e oggi mostra il suo apice: pulizia etnica, apartheid e genocidio. È chiaro, perciò, che quando ci si oppone al sionismo, ci si oppone ad un movimento politico colonialista, che nega il popolo palestinese in quanto popolo. Essere antisionisti non è essere antisemiti: non dimentichiamo che nei popoli semiti è compreso il popolo palestinese e che sabato 6 settembre abbiamo manifestato a favore del popolo palestinese e gran parte degli interventi hanno attaccato proprio il sionismo. Da parte nostra, continueremo a mobilitarci al fianco del popolo palestinese nonostante gli attacchi a mezzo stampa che riceviamo. Approfittiamo quindi, anche di queste dovute riaffermazioni di verità per rilanciare la partecipazione al corteo del 15 Settembre contro la militarizzazione del porto di Trieste, che il governo Meloni, attraverso l’Imec, vuole legare direttamente al porto sionista di Haifa. Coordinamento No Green Pass e Oltre, 10 settembre 2025 Redazione Friuli Venezia Giulia
[2025-09-12] Assemblea Pubblica in seguito all'attacco al CSOA La Strada @ CSOA La Strada
ASSEMBLEA PUBBLICA IN SEGUITO ALL'ATTACCO AL CSOA LA STRADA CSOA La Strada - Via Passino, 24 (venerdì, 12 settembre 17:00) Un altro attacco contro il CSOA La Strada Stanotte, alle 4:08, un’esplosione ha scosso la Garbatella. Un ordigno è stato fatto esplodere davanti all’ingresso del CSOA La Strada in via degli Armatori. Accanto, uno striscione con scritto: “Di Battista puttXXna di H4m4s”. Nonostante la violenza dell’attacco, non sono riusciti ad entrare nel locale. È l’ennesimo episodio: da ottobre 2023 il nostro spazio e la nostra comunità sono bersaglio di decine di aggressioni. Minacce, imbrattamenti, danneggiamenti, fino a veri e propri ordigni. L’ultimo attacco esplosivo appena il 15 maggio scorso. Tutti denunciati pubblicamente in ogni sede possibile. La matrice è chiara: ambienti filo-israeliani che vogliono colpire chi, come noi, si batte per la fine del genocidio a Gaza, per la libertà del popolo palestinese e contro le politiche criminali del governo Netanyahu. La nostra è una lotta limpida: contro la guerra e le logiche di oppressione, per la libertà dei popoli, mai contro il popolo ebraico. Continueremo le nostre battaglie alla luce del sole: le bombe notturne appartengono da sempre alla vigliaccheria degli squadristi. Roma sta vivendo un’escalation inquietante. Non solo La Strada: pensiamo, da ultimo, alla contestazione al Fatto Quotidiano al Circo Massimo pochi giorni fa. È un clima d’odio costruito con menzogne semplificazioni brutali e attribuzioni confuse: si vogliono criminalizzare voci diverse, accomunando persone e movimenti che hanno in comune soltanto la richiesta di fermare il genocidio a Gaza. È ora di dire basta. Non permetteremo che la guerra e l’odio vengano importati nelle nostre strade. Non lo permetteremo qui, a Garbatella. Le autorità tutte, la politica, i media, gli organismi di rappresentanza delle diverse confessioni hanno la responsabilità di denunciare e fermare questo clima. Prima che questa escalation violenta attecchisca in città e sia davvero troppo tardi. Per questo oggi alle 17:00 convochiamo un’assemblea pubblica al CSOA La Strada.
[2025-09-14] Stop al Genocidio - Assemblea Nazionale @ Nuovo Cinema Aquila
STOP AL GENOCIDIO - ASSEMBLEA NAZIONALE Nuovo Cinema Aquila - via l'Aquila 66/74 (domenica, 14 settembre 10:00) Come organizzazioni palestinesi in Italia convochiamo un’assemblea pubblica domenica 14 settembre alle ore 10:00 presso il Nuovo Cinema Aquila a Roma, in preparazione del grande corteo nazionale del 4 ottobre. Con la manifestazione del 4 ottobre vogliamo costruire un anno politico unitario sotto la bandiera palestinese, al fianco della resistenza del nostro popolo, per la fine del colonialismo sionista – pericolo non solo per la Palestina, ma per il mondo intero – per la liberazione e per il diritto al ritorno del nostro popolo. Invitiamo tutte le realtà, organizzazioni e associazioni ad aderire alla manifestazione scrivendo a manifestazionepalestina@gmail.com Palestina Libera Stop al Genocidio Fermiamo il Sionismo con la Resistenza
La legge truffa sull’antisemitismo
La proposta di legge della Lega tendente a rendere l’antisemitismo reato perseguibile è talmente strumentale nel suo palese intento di criminalizzare qualunque intervento a sostegno della Palestina contro il genocidio in atto, da non meritare alcun tipo di commento che vada oltre un sentimento di repulsa. Malgrado ciò, approfittiamo della circostanza per fare un paio di riflessioni di natura generale inerenti a questo tipo di interventi legislativi. La prima questione riguarda il fatto che, se proprio si vuole creare un reato che condanna “le manifestazioni di odio” religioso, ma anche etnico razziale o di altro genere, (cosa tutt’altro che semplice, come vedremo di seguito), è innanzitutto necessario avere una prospettiva di ordine generale, evitando di fare leggi ad hoc con riferimenti a situazioni parziali. Detto in soldoni: non ha nessun senso fare una legge particolare contro l’antisemitismo invece di un provvedimento che comprenda pure la lotta all’islamofobia, o anche l’incitamento all’odio nei confronti di qualunque altra fede religiosa, compreso il cristianesimo, le religioni orientali ecc. Evidentemente si continua a giocare sporco strumentalizzando il senso di colpa per l’Olocausto degli ebrei che è ormai da tempo parte del nostro comune sentire di cittadini dell’Occidente. La seconda questione è forse ancora più delicata. Se è giusto condannare le espressioni di odio, specialmente quando queste appaiono come possibili presupposti per atti di violenza fisica, o anche solo simbolica, bisogna tuttavia stare attenti a preservare il principio del diritto di critica e di libera espressione del pensiero, che non deve riguardare necessariamente solo le scelte contingenti, ma che in linea di principio può rivolgersi anche ai contenuti “dogmatici” di ogni singola professione di fede. In sostanza, e giusto per capirci, la Bibbia e il Corano non sono testi sacri per tutti, e i loro contenuti dottrinali non possono essere ritenuti al di sopra del giudizio critico di chi in essi non si riconosce, soprattutto in ragione delle molteplici e spesso contrastanti interpretazioni che ne danno gli stessi “credenti”. Chiarisco subito che, pur essendo il sottoscritto ateo e “razionalista”, certe polemiche di natura “dottrinale”, per quanto legittime, non mi sembrano sempre appropriate, se non spesso addirittura controproducenti. Penso piuttosto che sia molto più utile, in nome del necessario incontro tra popoli e culture diverse, mettere in risalto quegli aspetti storicamente positivi che indubbiamente tutte le religioni hanno avuto, limitandosi, sul piano dei contenuti, a condannare, (possibilmente insieme credenti e non credenti), le interpretazioni “integraliste” tendenti allo scontro e all’esclusione dell’altro e del diverso. In pratica: no al sionismo genocidario; no alla jihad islamica (nella sua interpretazione di “guerra santa”); no alle sette evangeliche cristiane più estreme. Non credo di stare dicendo nient’altro che cose di puro buonsenso. Purtroppo però a confondere le acque fanno gioco provvedimenti volutamente ambigui come, per l’appunto, il progetto leghista che confonde antisemitismo e antisionismo, e che, in fin dei conti, usa la legge e il diritto come armi per limitare le libertà (la libertà di opinione innanzitutto) e per imporre dominio politico in un modo che è tipico dei regimi autoritari. Antonio Minaldi
La Conferenza Ebraica Antisionista di Vienna chiede l’espulsione di Israele dalle Nazioni Unite
Un incontro di oltre 1.000 antisionisti ebrei e non ebrei a Vienna, in Austria, ha rivolto un fermo appello a tutti gli Stati e le comunità ad adempiere ai loro obblighi ai sensi della Convenzione sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio e ad adottare tutte le misure […] L'articolo La Conferenza Ebraica Antisionista di Vienna chiede l’espulsione di Israele dalle Nazioni Unite su Contropiano.
[2025-07-30] Da Gaza a Roma @ Sede FAO
DA GAZA A ROMA Sede FAO - Viale delle Terme di Caracalla, 00153 Roma RM, Italia (mercoledì, 30 luglio 18:30) DA GAZA A ROMA: CONTRO IL GENOCIDIO, CONTRO I COMPLICI. LA FAME È UN’ARMA, NON UN’ECCEZIONE. 🗓️ Mercoledì 30 luglio – Ore 18:30 – davanti alla FAO (Roma) 🔥 Portate pentole, tamburi, fischietti, kefieh e bandiere palestinesi. Venite con auto, motorini e bici: partiremo in carovana, per far sentire la nostra rabbia in tutta la città. Non ci basta essere presenti. Vogliamo farci sentire. Vogliamo farci vedere. Vogliamo disturbare. Non per chiedere, ma per denunciare. Non per implorare, ma per accusare. ISRAELE USA LA FAME COME ARMA. L’OCCIDENTE, ITALIA COMPRESA, È COMPLICE. Ci ritroviamo davanti alla FAO perché Israele affama deliberatamente il popolo palestinese. Usa il cibo e l’acqua – bisogni primari, inviolabili – come strumenti di sottomissione, ricatto e sterminio. Lo fa con la copertura politica, diplomatica e militare degli Stati Uniti, dell’Unione Europea e anche del nostro Paese. LA FAME COME STRATEGIA DI GUERRA A Gaza non c’è crisi umanitaria. C’è un genocidio in atto. 📌 Oltre 1 milione di persone sono oggi in condizione di fame acuta (ONU). 📌 70.000 bambini sono gravemente malnutriti, centinaia già morti per fame e sete (Ministero della Sanità Palestinese). 📌 Israele impedisce l’ingresso di aiuti, colpisce forni, convogli, silos, mercati, pozzi. 📌 Questo è pianificato: è l’applicazione della dottrina Dahiya, che prevede la distruzione totale e il collasso sociale come strumento bellico. LA FARSA DELL’OCCIDENTE: “AIUTI” COME CONTROLLO E PROPAGANDA Il 27 maggio è stata annunciata la cosiddetta “Gaza Humanitarian Foundation”: una presunta iniziativa per portare aiuti. In realtà, è un progetto diretto da USA e Israele, per controllare l’accesso agli aiuti, dividere i palestinesi e usare la fame come leva politica. Gli aiuti vengono consegnati sotto la minaccia delle armi, in zone recintate, militarizzate, sorvegliate da droni e cecchini. La fame diventa spettacolo: sotto le telecamere si umilia un intero popolo, mentre la propaganda israeliana parla di “umanità”. ROMA CAPITALE: IL SILENZIO CHE UCCIDE Roma non è neutrale. È colpevole. È complice. Da anni coloriamo le strade con la bandiera palestinese. Da due anni il Campidoglio non ha detto una parola. 🔴 Il sindaco Gualtieri ignora lettere, appelli, presìdi. Nessuna condanna, nessuna presa di posizione. 🔴 ACEA, partecipata da Roma Capitale, mantiene rapporti con Mekorot, la compagnia israeliana responsabile della sottrazione dell’acqua ai palestinesi da oltre 17 anni. LE NOSTRE RICHIESTE NON SONO SIMBOLICHE. SONO POLITICHE. SONO IMPROROGABILI. ✊ Pretendiamo: • ❌ Fine immediata di ogni rapporto tra ACEA e Mekorot. • ❌ Indicazione alle farmacie comunali di cessare l’acquisto di farmaci israeliani. • ❌ Rottura di ogni legame istituzionale, culturale ed economico tra Roma Capitale e entità israeliane. • ❌ Presa di posizione pubblica e ufficiale del sindaco contro il genocidio a Gaza. • ❌ Adesione piena alla campagna BDS – Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni. COSA PUÒ FARE OGNUNO DI NOI? 💣 Boicotta aziende che finanziano l’occupazione: HP, AXA, Puma, Carrefour, Teva (farmaceutica), Sabra, SodaStream, Siemens. 📣 Partecipa a presidi, cortei, blocchi, assemblee. Le manifestazioni “per la pace” non bastano più. 💥 Pretendi che sindacati, scuole, università, teatri e musei interrompano ogni collaborazione con Israele. 🚫 Rifiuta ogni normalizzazione: niente concerti, fiere, eventi culturali o accademici con chi sostiene Israele. 📍 MERCOLEDÌ 30 LUGLIO – ORE 18:30 – FAO, ROMA Verso l’assemblea cittadina del 12 settembre per costruire una mobilitazione di massa al Campidoglio. Dopo le parole, verranno i nomi. Dopo i nomi, verranno le rotture. NESSUN GENOCIDIO AVVIENE DA SOLO. OGNI GENOCIDIO HA DEI COMPLICI. NOI LI CONOSCIAMO. E ANDREMO A PRENDERLI. Per Gaza. Per la Palestina. Fino alla liberazione.
[2025-06-11] Garbatella Resiste! - Contro le Provocazioni Sioniste nel Quartiere @ Stazione Metro Garbatella
GARBATELLA RESISTE! - CONTRO LE PROVOCAZIONI SIONISTE NEL QUARTIERE Stazione Metro Garbatella - Via Giacinto Pullino 101 (mercoledì, 11 giugno 18:00) CONTRO LE PROVOCAZIONI SIONISTE NEL QUARTIERE GARBATELLA RESISTE! STOP AL GENOCIDIO IN PALESTINA Da qualche settimana a questa parte stiamo assistendo a Garbatella a un susseguirsi di attacchi esplosivi ed incendiari a realtà sociali, intimidazioni a persone, danni a installazioni, scritte e murales, oltraggi alle bandiere palestinesi, frasi di minaccia ed esaltazione del genocidio in corso a Gaza. Gli autori di queste provocazioni sono delle squadracce sioniste composte, oltre che dai sostenitori nostrani delle forze di occupazione sioniste, anche da strutture neofasciste che li avevano già sostenuti nelle provocazioni orchestrate nel quartiere Monteverde e nell'attacco a manifestazioni pubbliche. Alcuni attacchi sono stati rivendicati dalla "Brigata Vitali", intitolata a Dario Vitali, un ebreo fascista con ruoli importanti nel regime mussoliniano, a testimonianza del tentativo di riscrivere anche la storia, oltre all'attualità dei massacri, operata da questi loschi figuri. Questi personaggi sono i sostenitori del genocidio che si sta perpetrando in Palestina, attraverso una guerra di sterminio fatta di decine di migliaia di vittime, morti e feriti, in particolare donne e bambini, pulizia etnica, distruzione e macerie, carestia indotta, assedio criminale della Striscia di Gaza e annessioni in Cisgiordania. Oggi, nonostante l'informazione a senso unico, che prova a legittimare i massacri compiuti, la connivenza istituzionale e le complicità militari, cresce sempre di più la consapevolezza diffusa, l'orrore ed il rifiuto per quanto sta accadendo. Provano allora a mettere a tacere il movimento di solidarietà e lotta contro il genocidio, con le intimidazioni, le minacce, le aggressioni, gli attentati. Per questo come studentesse e studenti, abitanti del quartiere, lavoratori, precari, strutture solidali, militanti politici e attivisti sociali abbiamo deciso di convocare una manifestazione a Garbatella che affermi con nettezza che non ci faremo intimidire dalle provocazioni sioniste. Garbatella resistente contro il genocidio ed il sionismo 🔥 MANIFESTAZIONE ⏱️ Mercoledì 11 Giugno 2025 - Ore 18,00 📍 Fermata Metro B Garbatella
[2025-06-21] Convegno e Formazione ISM @ CSOA Ex-Snia
CONVEGNO E FORMAZIONE ISM CSOA Ex-Snia - Via Prenestina 173 (sabato, 21 giugno 09:30) il CSOA Ex-Snia ospiterà due giornate di formazione, proiezioni e dibattiti sull'attivismo contro le politiche di apartheid del regime sionista a cura di International Solidarity Movement (ISM) Sabato 21 Giugno h. 18-20 Formazione h. 20-22:30 Cena e Convegno con attiviste palestinesi Domenica 22 Giugno h. 9:30-14 Formazione Per informazioni e iscriversi alla formazione (entro domenica 15 giugno) scrivere a: italianism@inventati.org