PALESTINA: SOLIDARIETÀ SENZA FRONTIERE. DELEGAZIONE ITALIANA IN PARTENZA PER IL VALICO DI RAFAH E LA STRISCIA DI GAZAMartedì 13 maggio, alle ore 13, presso la Federazione Nazionale della Stampa
Italiana in via delle Botteghe Oscure 54 a Roma, si è svolta la conferenza
stampa promossa dall’Associazione delle Organizzazioni Italiane di Cooperazione
e Solidarietà Internazionale, Arci e Assopace Palestina, per la presentazione
della delegazione italiana che partirà dal 16 al 19 maggio per il valico di
Rafah e la Striscia di Gaza.
Al convoglio umanitario parteciperanno, oltre agli operatori e alle operatrici
delle organizzazioni della società civile, anche 15 parlamentari, 2
eurodeputati, 13 giornalisti, accademici ed esperti di diritto internazionale.
Durante la conferenza stampa sono stati presentati gli obiettivi umanitari, le
finalità politiche e il programma della missione.
La trasmissione è stata realizzata con le voci di Silvia Stilli, presidente
dell’Associazione delle Organizzazioni Italiane di Cooperazione e Solidarietà
Internazionale, che ha riportato il messaggio di Issam Younis, direttore dell’Al
Mezan Center for Human Rights di Gaza, Cecilia Strada, membro del gruppo
dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, e
con gli interventi durante la conferenza stampa e le interviste realizzate dal
nostro collaboratore Stefano Bertoldi. Ascolta o scarica.
La nota stampa diffusa in seguito alla conferenza stampa:
“Roma, 13 maggio 2025 – Si è tenuta oggi a Roma la conferenza stampa di
presentazione della missione che, dal 15 al 19 maggio, vedrà una delegazione
composta da rappresentanti di AOI, ARCI, Assopace Palestina, 14 parlamentari
dell’Intergruppo per la pace tra Israele e Palestina, 3 eurodeputati, 13
giornaliste e giornalisti, accademici ed esperte di diritto internazionale,
raggiungere Rafah e la Striscia di Gaza.
A un anno dalla Carovana Solidale “Gaza oltre il confine” — la delegazione più
numerosa mai arrivata a Rafah — le organizzazioni promotrici tornano al confine
per testimoniare ancora una volta la situazione drammatica in cui versa la
popolazione palestinese.
“Già un anno fa il quadro che ci venne restituito era apocalittico. Oggi, le
previsioni più catastrofiche si sono tragicamente avverate”, ha dichiarato Alfio
Nicotra di AOI. “Dal 2 marzo la Striscia è completamente sigillata: non entra
nemmeno uno spillo. Le vittime per fame, sete e malattie aumentano ogni giorno
in modo esponenziale. Voltarsi dall’altra parte, fingere di non vedere il
genocidio in atto, è una forma di disumanità, una resa morale inaccettabile”.
La tregua annunciata il 19 gennaio 2025 non ha prodotto alcun passo avanti
concreto: né verso un cessate il fuoco permanente, né per garantire la
protezione della popolazione civile. Al contrario, dal 18 marzo la ripresa dei
bombardamenti e la nuova offensiva di terra da parte dell’esercito israeliano
hanno aggravato ulteriormente la crisi, segnando una pericolosa deriva verso un
progetto di pulizia etnica apertamente sostenuto da esponenti
dell’amministrazione Trump e da una larga parte della coalizione di governo di
Netanyahu.
“Torniamo a Rafah perchè dal marzo scorso nulla è cambiato, tutto è
drammaticamente peggiorato e non possiamo stare solo a guardare. Torniamo al
confine per far sentire la nostra voce per chi non ha più voce e speranza di
futuro. Chiediamo ancora una volta la fine dell’assedio, un cessate il fuoco
immediato e l’apertura di tutti i valichi per l’ingresso degli aiuti umanitari.
Vogliamo continuare a tenere acceso un faro su una apocalisse che sta
distruggendo un popolo, una cultura e tutta l’umanità che ci condannerà
indistintamente nella storia. ”, ha aggiunto Walter Massa, presidente di ARCI.
Le organizzazioni denunciano come Israele continui deliberatamente a colpire la
popolazione civile, utilizzando la fame, la sete, il blocco degli aiuti e
l’assenza di carburante e cure mediche come armi di guerra. “Netanyahu sta
attuando un terrorismo di Stato, con disprezzo assoluto per la vita umana e per
il diritto internazionale. Il genocidio è sotto gli occhi di tutti, ma il mondo
ha scelto di voltarsi dall’altra parte.
Insieme alle oltre 52mila vittime palestinesi, a Gaza è morta anche la moralità
dell’Occidente”, ha denunciato Stefania Ascari, deputata M5S e coordinatrice
dell’Intergruppo parlamentare. Sulla stessa linea le parole di Laura Boldrini,
deputata PD: “Come se non bastassero i bombardamenti indiscriminati e la
Striscia rasa al suolo, a Gaza si muore di fame, di sete e di malattie per un
piano preciso e dichiarato del governo Netanyahu. Un piano criminale che prevede
anche l’invasione totale della Striscia e la deportazione dei palestinesi. Nel
silenzio complice della comunità internazionale, è necessario tenere alta
l’attenzione sullo sterminio in corso, vedere con i propri occhi, raccontare e
denunciare i crimini che Netanyahu e il suo governo stanno compiendo”.
Durante la missione, la delegazione incontrerà attivisti palestinesi, operatori
umanitari, agenzie internazionali e delle Nazioni Unite, per raccogliere
testimonianze dirette dai sopravvissuti e da chi da oltre 18 mesi lavora al
fianco della popolazione civile, tanto a Gaza quanto in Cisgiordania.
“Sono appena rientrato dalla missione Occhi in Palestina in Cisgiordania, dove
l’occupazione si è fatta ancora più violenta dopo il 7 ottobre”, ha dichiarato
Marco Grimaldi, deputato di AVS. “Ora ripartiamo verso quei valichi che
rappresentano oltre 580 giorni di crimini contro l’umanità. Vogliamo entrare a
Gaza e non ci fermeranno. Il disegno di annessione e pulizia etnica è ormai
evidente, anche attraverso gli sfollamenti forzati. Speriamo che quei varchi si
aprano prima del nostro arrivo e che venga interrotto l’uso dell’ignobile arma
letale del blocco degli aiuti”.
Nette le parole di Luisa Morgantini, presidente di Assopace Palestina, che ha
lanciato un appello alle istituzioni italiane ed europee: “Basta complicità: si
agisca ora per fermare il genocidio e la pulizia etnica e ristabilire il
rispetto del diritto internazionale. Non è più il tempo delle dichiarazioni di
principio né delle condanne generiche: servono atti concreti. L’Italia e
l’Unione Europea devono sospendere immediatamente ogni fornitura militare a
Israele e adottare sanzioni economiche e diplomatiche efficaci, come previsto
dal diritto internazionale nei confronti di chi si rende responsabile di crimini
di guerra e contro l’umanità”.
A concludere la conferenza, è intervenuta l’europarlamentare Cecilia Strada,
rilanciando l’allarme sull’inerzia dell’Europa di fronte alla catastrofe
umanitaria: “Sotto le macerie di Gaza sta morendo anche l’Europa. I governi e le
istituzioni europee che non fanno nulla per fermare Netanyahu rivelano tutta la
loro ipocrisia. Così facendo, ci stanno consegnando ai libri di storia come
complici di un genocidio”.