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PORTOVESME: GLI OPERAI EUROALLUMINA SOSPENDONO LA PROTESTA DEL SILOS, IN ATTESA DEL 10 DICEMBRE
Hanno deciso di interrompere la protesta a 40 metri di altezza, che andava avanti dalla mattina di lunedì 17 novembre, e scendere dal silos i quattro operai dell’Eurallumina di Portovesme dopo che ieri hanno ricevuto la visita della Ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone. La decisione è stata presa questa mattina durante l’assemblea di lavoratori e sindacati proprio per fare il punto delle azioni di lotta all’indomani dell’incontro con la Ministra, che aveva dato rassicurazioni in vista del tavolo convocato per il 10 dicembre a Roma. Il commento di Franco Bardi, segretario generale della CGIL Sardegna Sud Occidentale. Ascolta o scarica
Daspo, multe e denunce a Extinction Rebellion per la protesta delle acque verdi
Dopo aver colorato le acque di verde, azione le cui foto sono finite sui giornali di tutto il mondo, Extinction Rebellion denuncia abusi in tutta Italia. A Venezia, Daspo e denunce – come quelli che avrebbero coinvolto Greta Thunberg – sono state comunicate solo a mezzo stampa e mai notificati. A Trieste, Bologna e Roma sono invece stati registrati pedinamenti, fermi, denunce e sanzioni. La protesta, del tutto pacifica e lanciata per richiamare l’emergenza climatica, apre un nuovo fronte sul diritto a manifestare in Italia. Con la conclusione della COP30 in Brasile, l’Italia ha vissuto uno dei weekend più accesi degli ultimi mesi sul fronte delle proteste climatiche. Sabato 22 novembre, Extinction Rebellion ha infatti colorato di verde le acque di 11 città italiane utilizzando fluoresceina, un tracciante innocuo comunemente usato dagli idrogeologi. Un’azione dimostrativa che nei giorni successivi ha avuto molta risonanza in Italia e all’estero, finendo sulle pagine di The Independent, The Telegraph, ABC News, Le Figaro, Le Parisien e di molte altre testate internazionali. Il clamore mediatico ha fatto eco alle pesanti reazioni politiche, in cui non sono mancati gli attacchi pubblici nei confronti del movimento e di Greta Thunberg da parte di diversi esponenti di Lega e Fratelli d’Italia, tra cui l’ex presidente del Veneto Luca Zaia, violando  il silenzio elettorale, e il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini. È stata proprio Venezia a diventare epicentro delle polemiche: 37 persone – tra cui proprio Greta Thunberg – sarebbero state denunciate, multate e colpite da un Daspo urbano, senza però che nessuna notifica ufficiale sia mai stata consegnata agli interessati. “Scopriamo a mezzo stampa che 37 persone sarebbero state denunciate e allontanate da Venezia per un reato che non è mai stato commesso” spiega Aleandro del gruppo veneziano di Extinction Rebellion. “Siamo al paradosso: la Questura che esegue ordini dal governo e diventa strumento di propaganda politica, rilasciando comunicati stampa sulle conseguenze legali di privati cittadini, come nel caso di Greta, senza nemmeno informare i diretti interessati”. Gli abusi riportati da Extinction Rebellion, tuttavia, erano iniziati già durante l’azione: “La polizia quel giorno ha letteralmente rubato striscioni, bandiere e tamburi pochi minuti dopo l’inizio, senza nemmeno rilasciare un verbale, violando quindi i più elementari diritti costituzionali” aggiunge Paola, sempre da Venezia. “Sono dovuta andare io stessa in Questura per riceverlo e non ci hanno notificato alcuna denuncia. La notizia che sta girando sulle pagine di tutti i giornali è il frutto di una precisa strategia di propaganda politica e polarizzazione dell’opinione pubblica. Le acque del Canal Grande sono già tornate come prima, a differenza dei danni ambientali causati dalle politiche della Regione Veneto, come le opere costruite per le Olimpiadi o l’inquinamento della raffineria di Marghera.” Sabato stesso il movimento aveva riportato provvedimenti arbitrari e illegittimi in diverse città. A Trieste, 8 persone erano state portate in Questura, trattenute per diverse ore e denunciate per “manifestazione non preavvisata”, nonostante – sottolinea XR – avessero fornito regolarmente i documenti come previsto dalla legge. A Bologna, invece, nonostante solo 3 persone avessero materialmente versato la fluoresceina nel canale delle Moline, 16 persone si sono viste recapitare una sanzione di 50 euro ciascuno per “sversamento illecito di rifiuti”. “Getto di rifiuti?” racconta Veronica da Bologna “La fluoresceina è un sale regolarmente usato per tracciare corsi d’acqua. Quindi o la fluoresceina è considerata un rifiuto e a quel punto sanzioniamo tutti i subacquei e speleologi d’Italia, o la Questura di Bologna sta nuovamente eseguendo degli ordini e abusando del proprio potere”. Secondo il movimento, la situazione più grave si sarebbe verificata però a Roma, dove 8 persone riferiscono di essere state pedinate, fermate, perquisite e 2 di loro poi portate in Questura e denunciate, pur non avendo realizzato alcuna azione. “Nessuna di noi è sottoposta alla sorveglianza speciale, eppure continuiamo a essere pedinati, portati in Questura e trattenuti per ore, senza che sia stato commesso alcun reato” commenta Tommaso da Roma. La protesta di Extinction Rebellion ha riacceso il dibattito sul diritto di manifestare in Italia. Da un lato, diversi esponenti politici che non hanno esitato ad attaccare pubblicamente il movimento e Greta Thunberg, ricorrendo a espressioni come “gretini”, “vandali” e “criminali”. Dall’altro, un movimento nonviolento che rivendica di aver utilizzato un tracciante svanito nel giro di poche ore e privo di qualunque impatto ambientale, riportando invece una preoccupante gestione pubblica del dissenso. Mentre in Brasile la COP30 si chiude senza un accordo per l’uscita dai combustibili fossili, in Italia si riapre il dibattito sulle garanzie democratiche e sul ruolo delle forze dell’ordine nella gestione delle proteste ambientali. Un tema su cui Extinction Rebellion continua a battersi, denunciando Questure, sostenendo ricorsi e difendendosi in tribunale. “Le acque di tutta Italia sono tornate come prima, inquinate e contaminate. Chi ci governa può continuare a promuovere progetti che deturpano il paesaggio irreversibilmente senza che questo generi preoccupazione.” conclude Extinction Rebellion. Fonti: * Extinction Rebellion: http://extinctionrebellion.it/press/2025/11/22/acque-verdi-cop30/ * The Independent: https://www.independent.co.uk/news/world/europe/greta-thunberg-banned-venice-grand-canal-protest-b2871264.html * The Telegraph: https://www.telegraph.co.uk/world-news/2025/11/24/greta-thunberg-banned-from-venice-after-dyeing-canal-green/ * ABC News: https://abcnews.go.com/International/climate-activist-greta-thunberg-banned-venice-after-grand/story?id=127862310 * Le Figaro: https://www.lefigaro.fr/international/cop30-greta-thunberg-bannie-temporairement-de-venise-apres-une-action-coup-de-poing-dans-le-grand-canal-20251125 * Le Parisien: https://www.leparisien.fr/international/italie/greta-thunberg-bannie-de-venise-apres-avoir-colore-le-grand-canal-en-vert-en-marge-de-la-cop30-24-11-2025-JBEFZ3E3UZBVVOMFRES3M635KY.php * Post di Luca Zaia: https://www.facebook.com/zaiaufficiale/posts/pfbid02wzc8qyMjfADnS25KvNZajSkk5Gc9KDns27wNMJ5EX6fdGEKs3qKX7iumw8abW5Jul * Post di Matteo Salvini: https://www.facebook.com/salviniofficial/posts/pfbid02eAVj4umnvYEefVwM9wgYuzqBR4MXgXXyzK4xbTDuvQRiPSCw9gfYvCBeio1Rksbpl * Rai News: https://www.rainews.it/tgr/veneto/articoli/2025/11/venezia-daspo-urbano-48-ore-per-greta-thunberg-e-36-attivisti-di-extinction-rebellion-per-manifestazione-non-autorizzata-6783a731-9cc6-4886-a929-b2b4f120132f.html * L’Indipendente: https://www.lindipendente.online/2025/11/23/cop30-nessun-accordo-sulle-fossili-le-richiede-del-sud-globale-rimangono-inascoltate/ Extinction Rebellion
Rifondazione in piazza per due scioperi che potevano essere unificati
Rifondazione Comunista sostiene e invita ad aderire agli scioperi generali contro la manovra del governo Meloni indetti da Usb e altri sindacati di base per il 28 novembre e dalla Cgil per il 12 dicembre. Al di là delle valutazioni di merito sulle scelte fatte dai sindacati di base e poi dalla stessa CGIL, per chi come noi si è sempre battuto per la convergenza e l’ unità nelle lotte si tratta di un passo indietro. Un passo indietro che limita la forza, la capacità di incidere realmente delle mobilitazioni contro la manovra finanziaria del governo Meloni. Naturalmente noi partecipiamo e sosteniamo entrambe le scadenze ma, non rinunciamo a ribadire la necessità di costruire un fronte il più largo possibile di opposizione ad una finanziaria che, da un lato ribadisce le politiche di austerità europee, e dall’ altro apre la strada al riarmo e all’economia di guerra, reitera politiche fiscali regressive, i tagli al Welfare e la salvaguardia di rendite e profitti aumentando ulteriormente le disuguaglianze sociali. È questo per noi il punto fondamentale. Certo ci sono delle differenze nelle piattaforme ma non tali, a nostro avviso, da impedire almeno l’ indizione dello sciopero nella stessa data. Dietro la potenza moltitudinaria dello sciopero del 3 ottobre e della manifestazione del 4 c’è stata, oltre alle fermissima volontà di opporsi al genocidio, ed ha agito come lievito alla partecipazione alle giornate di lotta, l’unità che si è realizzata. Mentre il governo irride alle mobilitazioni di massa e si prepara a nuovi interventi per regolamentare il diritto di sciopero, si prepara a varare una finanziaria che apre il percorso al riarmo e ridisegna l’ economia e le stesse attività produttive a questo scopo, la risposta deve essere all’ altezza della sfida che ci viene proposta. Gli scioperi devono essere realmente generali. Bisogna veramente bloccare tutto! Maurizio Acerbo, segretario nazionale Paolo Benvegnu responsabile Lavoro, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea Rifondazione Comunista - Sinistra Europea
Il Fatto Quotidiano: “Non coerente con la formazione professionale”: il ministero boicotta il convegno anti riarmo dei prof. La protesta: “Limitata la nostra libertà”
DI ALEX CORLAZZOLI SU IL FATTO QUOTIDIANO DEL 2 NOVEMBRE 2025 Ospitiamo sul nostro sito l’articolo scritto da Alex Corlazzoli pubblicato su Il Fatto Quotidiano il 2 novembre 2025 in cui viene commentato l’annullamento del corso di formazione e aggiornamento “La scuola non si arruola” organizzato dal CESTES in collaborazione con l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. «L’evento online era previsto per il 4 novembre: era stato organizzato dal Cestes (Centro studi trasformazioni economiche sociali, accreditato da viale Trastevere) in collaborazione con l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Più di mille insegnanti si erano già iscritti…continua a leggere su www.ilfattoquotidiano.it.
Scuole in movimento contro la guerra
La Global Sumud Flotilla è stata una miccia che ha scatenato energie a lungo represse, una voglia irrefrenabile di protestare contro le violenze sistemiche di un modello che distrugge scuola e sanità per riversare risorse in armi e distruzione  per poi, paradossalmente ricostruire tutto come a Gaza, ma secondo le regole dei carnefici: USA e la sua colonia sionista in Medio Oriente. La cosiddetta generazione “Z” di cui Fabio,  dell’IIS Santorre di Santarosa di Torino è espressione, rappresenta in Italia, come in tante altre parti del mondo, una fascia di età culturalmente preparata, con aspirazioni analoghe e frustrate da un futuro lavorativo e climatico deprimente. Tuttavia è abbastanza consapevole da non restare con le mani in mano, contrariamente allo stereotipo che li vuole invece inebetiti davanti a un cellulare. In questo servizio di Radio Onda d’Urto si raccolgono le voci sia del Santorre di Santarosa che del noto liceo Galileo Ferraris, anch’esso entrato in agitazione come tante altre scuole in quasi tutte le città italiane. Tra queste c’è nuovamente il prestigioso liceo scientifico Augusto Righi di Roma, dove gli studenti sono in protesta e occupano la scuola dopo lo stop inspiegabile a un dibattito cui doveva partecipare anche il noto storico dissidente israeliano, Ilan Pappé. Una voce dissidente soprattutto verso il cosiddetto modello dei due popoli due Stati, da anni acerrimo accusatore del governo israeliano autore, per 80 anni, di un regime di apartheid e di un colonialismo di insediamento arrivato fino al livello di genocidio per farsi largo tra le macerie, dove sono seppellite senza dignità alcuna un numero imprecisato di vittime in gran parte civili, donne e bambini. Stefano Bertoldi
No Kings Day: 7 milioni di persone partecipano alle manifestazioni anti-Trump in tutti gli Stati Uniti
Circa 7 milioni di persone hanno partecipato sabato 18 ottobre al No Kings Day contro l’autoritarismo del presidente Trump. Secondo gli organizzatori, le manifestazioni si sono svolte in circa 2.600 località in tutti i 50 Stati, in quella che è stata una delle più grandi giornate di protesta nella storia degli Stati Uniti, superando il primo No Kings Day di giugno. A Chicago la protesta si è estesa per due miglia, con circa 250.000 persone scese in strada. Il sindaco Brandon Johnson si è rivolto alla folla e ha chiesto uno sciopero generale. Si stima che 200.000 persone abbiano manifestato a Washington, D.C., dove il senatore Bernie Sanders ha denunciato: “Questo momento non riguarda solo l’avidità di un uomo, la corruzione di un uomo o il disprezzo di un uomo per la Costituzione. Riguarda una manciata di persone tra le più ricche della Terra, che nella loro insaziabile avidità si sono appropriati della nostra economia e del nostro sistema politico per arricchirsi a spese delle famiglie lavoratrici di tutto il Paese.” Ad Atlanta è intervenuta tra gli altri l’ex candidata governatrice e attivista per il diritto di voto Stacey Abrams. “Viviamo in un momento in cui gli etnofascisti sono al comando del governo, in cui i nazionalisti cristiani stanno definendo la politica economica, in cui una polizia segreta ci dice chi siamo. La loro destinazione è la divisione. La loro destinazione è la distruzione. E la loro destinazione è negata. Non torneremo indietro e non gli permetteremo di farci cambiare idea“ ha dichiarato.  Il presidente Trump ha risposto alle proteste pubblicando un video generato dall’intelligenza artificiale che lo mostra con indosso una corona mentre pilota un jet con la scritta ”King Trump” e versa quello che sembra essere liquame sulla testa dei manifestanti. Trump ha anche ripetuto la sua minaccia di indagare sul filantropo miliardario George Soros, che accusa di aver contribuito a finanziare la protesta. Il No Kings Day ha attirato folle enormi nonostante i tentativi del presidente della Camera Mike Johnson e di altri repubblicani di etichettarlo come una manifestazione di “odio verso l’America”.       Democracy Now!
Roma, sit-in contro il rinnovo del Memorandum Italia-Libia
Si è tenuto oggi pomeriggio a Roma, nella centralissima Piazza Vidoni, nei pressi del Senato, un sit-in per protestare contro il rinnovo del Memorandum Italia-Libia, firmato nel 2017, che ormai avviene senza più passare da un voto della Camera e del Senato, come invece succedeva nei primi anni della sua stipula. Promotori della manifestazione sono stati i migranti del collettivo auto organizzato Refugees in Libya, insieme a numerose organizzazione per la difesa dei diritti umani, tra cui Mediterranea, Amnesty International, Emergency, Medici senza Frontiere e Mani Rosse Antirazziste. Per una volta i protagonisti sul palco erano i migranti stessi, che hanno portato le loro drammatiche testimonianze e hanno denunciato per crimini contro l’umanità la Presidente del Consiglio il Ministro degli Interni e quello della Giustizia. La violenza europea demandata alla Libia in mare e in terra, con i respingimenti illegali dei migranti e la loro detenzione nei famigerati lager finanziati dall’Italia e dall’Europa è oggi l’eco dal Mediterraneo centrale di quella esercitata contro i palestinesi e della repressione dell’azione solidale della Global Sumud Flotilla. Chi vuole rompere il blocco illegale di Gaza e chi vuole rompere il blocco dei confini esterni della Fortezza Europa appartiene alla stessa flotta. Sul palco hanno chiuso gli interventi un gruppetto di bambine e di bambini figli dei migranti e della nuova Europa, sventolando la bandiera azzurra di Refugees in Libya e gridando alternativamente “No memorandum!” e  “Free free Palestine!”. Foto di Francesca Cerocchi Mauro Carlo Zanella
Cinisello non dimentica: no alla proposta di intitolare il Palazzetto dello Sport a Giorgio Armani
A Cinisello Balsamo, il Palazzetto dello Sport fu intitolato subito dopo il golpe cileno e l’assassinio del presidente democraticamente eletto Salvador Allende. In quei giorni in Italia fortissima fu la partecipazione emotiva per quello che stava avvenendo in Cile dopo il colpo di stato portato a termine da Augusto Pinochet e l’uccisione del presidente Salvador Allende. Migliaia di persone scomparivano, venivano rinchiuse negli stadi, torturate e uccise. Molti esuli cileni trovarono ospitalità in Italia e tanti di loro a Cinisello Balsamo, dove il Centro culturale valdese Lombardini fu per loro un punto di riferimento. Molti di loro raccontarono la drammatica esperienza vissuta, a molti fu data ospitalità e un lavoro, come successe a uno di loro che divenne il custode di Villa Ghirlanda. Si organizzarono eventi culturali, concerti, eccetera. È su questa scia emotiva che fu deciso dal sindaco di allora, Enea Cerquetti e dall’amministrazione comunale, di procedere con l’intitolazione, che fu organizzata in occasione di un concerto del Teatro alla Scala con i maestri Claudio Abbado e Maurizio Pollini, che presenziarono allo scoprimento. In onore di questo legame, in ricordo di quei fatti, invitiamo tutti i cinisellesi a venire in Consiglio Comunale il prossimo lunedì 20 ottobre alle ore 20.45 presso l’aula consiliare, dove verrà discussa e messa ai voti la proposta di intitolare il Palazzetto dello Sport a Giorgio Armani, sostituendo la dedica a Salvador Allende. La storia non si cancella, Cinisello Balsamo non dimentica, la memoria della nostra città non può essere eliminata con un colpo di stile, anzi di stilista. Gaetano Petronio, portavoce AVS Cinisello Balsamo Redazione Milano
Roma si mobilita contro Cybertech: no alla complicità con il genocidio a Gaza
Il 21 e 22 ottobre, presso il Centro Congressi “La Nuvola” all’EUR, si terrà Cybertech Europe, una delle principali fiere internazionali dedicate alla sicurezza informatica, alle tecnologie di difesa e all’intelligence digitale. Nato in Israele, l’evento riunisce imprese, governi e istituzioni del settore della sicurezza cibernetica, con l’obiettivo dichiarato di promuovere cooperazioni e investimenti nel campo della difesa digitale e militare. Dietro la retorica dell’innovazione tecnologica, Cybertech è in realtà uno spazio di promozione dell’industria bellica e dei dispositivi di sorveglianza che alimentano guerre, occupazioni e repressioni in tutto il mondo. Tra gli sponsor figura Cisco che, attraverso la sua lunga collaborazione con l’esercito israeliano, fornisce l’infrastruttura tecnologica per automatizzare l’apartheid nei Territori Palestinesi Occupati mediante sistemi avanzati di sorveglianza. Tra le varie start-up israeliane sarà presente anche Check Point Software Technologies Ltd, strettamente legata all’apparato militare e di sicurezza israeliano, che collabora con imprese belliche come Israel Aerospace Industries (IAI), produttrice di droni impiegati nei bombardamenti su Gaza. La decisione di ospitare Cybertech presso La Nuvola – struttura di proprietà di Eur S.p.A., società controllata per il 90% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e per il 10% dal Comune di Roma –costituisce un atto politico grave, che legittima e normalizza la complicità nel genocidio in corso a Gaza, offrendo spazio e visibilità ad aziende che traggono profitto dal colonialismo d’insediamento, dall’apartheid e dalle violenze  dello  Stato israeliano. Tale decisione si colloca all’interno di un sistema di militarizzazione globale caratterizzato dalla proliferazione delle armi e da reti di lobbying influenzate dal potere e dagli interessi economici e militari. Di fronte a questa complicità istituzionale e industriale, le realtà solidali con il popolo palestinese chiamano a una grande mobilitazione per martedì 21 ottobre alle ore 18.00 per contestare la presenza a Roma di un evento che legittima imprese coinvolte nel genocidio e nell’occupazione illegale, per denunciare la corresponsabilità e complicità di chi le ospita. Se le istituzioni non interromperanno i rapporti economici, politici e militari con chi trae profitto dal genocidio, saranno le persone a farlo dal basso. Martedì 21 ottobre alle ore 18.00 -fermata metro Eur Palasport- Roma si mobilita contro Cybertech e La Nuvola. Scendiamo in piazza, blocchiamo tutto. Dal basso, contro il genocidio, le guerre e contro chi le alimenta. Roma non sarà complice. Assopace Palestina Bds Roma Ex 51 Extinction Rebellion Lab Puzzle Libere Cittadine per la Palestina Giovani Palestinesi Global Movement to Gaza Movimento Studenti Palestinesi Yallafest Redazione Roma
Elezioni presidenziali in Camerun: la protesta nei seggi di Roma contro il rischio di brogli
Le elezioni presidenziali in Camerun vedono il presidente Paul Biya – in carica dal 1982 – favorito. Se dovesse vincere anche queste elezioni, sarebbe il suo ottavo mandato. Negli anni la repressione del governo Biya contro le opposizioni è stata gradualmente acuita e la libertà di stampa drasticamente limitata. Il governo autoritario, sostenuto dalla Francia, […]