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La Palestina come bandiera universale contro i soprusi sulle nostre vite
di Dario Salvetti (Collettivo di fabbrica ex Gkn) Cosa c’entra la lotta che da quattro anni e mezzo portiamo avanti all’ex Gkn con le mobilitazioni contro il genocidio a Gaza? A dire la verità, la Palestina è presente in tutte Continua a leggere L'articolo La Palestina come bandiera universale contro i soprusi sulle nostre vite proviene da ATTAC Italia.
Futuro e pace: le chiavi di lettura del nuovo Movimento
di Barbara Tibaldi (Segreteria nazionale Fiom-Cgil) Futuro e pace: questo è ciò che ha saldato e fatto scendere in piazza realtà sociali, giovani e lavoratori insieme. Le prime assemblee nelle aziende metalmeccaniche le abbiamo fatte di fronte a lavoratori che Continua a leggere L'articolo Futuro e pace: le chiavi di lettura del nuovo Movimento proviene da ATTAC Italia.
LAVORO: SCIOPERO GENERALE IL 28 NOVEMBRE CONTRO LA FINANZIARIA DI GUERRA. MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA IL 29 NOVEMBRE
L’Esecutivo Nazionale Confederale dell’USB indica il 28 novembre come data per lo sciopero generale di tutte le categorie contro la finanziaria di guerra, con mobilitazioni in tutte le città e manifestazione nazionale a Roma il giorno 29 novembre. “Al centro dello sciopero c’è la questione del salario” scrive in un comunicato il sindacato di base, aggiungendo che “Tutti i contratti nazionali devono assicurare almeno 2mila euro come livello minimo di partenza e in paga base, somma che rappresenta la linea invalicabile per garantire una retribuzione dignitosa e consentire il recupero delle fortissime perdite accumulate dai salari negli ultimi trent’anni”. Sulla finanziaria di guerra il Usb dice: “invece di comprare e costruire nuove armi è ora di tornare a costruire case popolari e di affrontare l’emergenza della sanità pubblica, investendo in personale e strutture sanitare”. La data sarà sottoposta all’approvazione dell’assemblea nazionale dei delegati e delle delegate in programma a Roma per sabato 1° novembre. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto l’intervendo di Marcello Sergio, del consiglio nazionale dell’USB – Unione Sindacato di Base. Ascolta o scarica. Sul 28 novembre, anche Cub, Cobas, Clap, Sial e Adl Cobas hanno lanciato lo sciopero generale. lLe CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario fanno anche un appello per uno sciopero generale unitario, come il 3 ottobre. Secondo le CLAP il quadro politico attuale “impone la necessità di una mobilitazione inclusiva che tenga conto di tutte le sensibilità sociali, sindacali e politiche che si sono espresse nelle ultime settimane, allo scopo di favorire la più ampia convergenza contro l’economia di guerra e l’economia del genocidio in Palestina, che ora si prepara a fatturare miliardi con la ricostruzione”. Di questo ci parla Tiziano, delle CLAP.  Ascolta o scarica.
Una prospettiva politica per l’alterità sociale
Grande è stata la soddisfazione per queste giornate di lotta in solidarietà del popolo palestinese e contro il governo complice del piano genocida di Israele. Tanti interventi hanno già colto la possibilità che una nuova fase si apra dopo anni di stagnazione e di apparente rassegnazione. Senza nulla aggiungere a […] L'articolo Una prospettiva politica per l’alterità sociale su Contropiano.
I sindacati continuano a perdere terreno in tutti i Paesi OCSE
I sindacati sono organizzazioni volontarie di lavoratori presenti in tutti i Paesi OCSE. Nei paesi OCSE, nel 1985 il 30% dei lavoratori (in media) era iscritto a un sindacato, percentuale scesa al 19% nel 2005 e oggi addirittura al 15%. Si tratta comunque di medie che mascherano enormi variazioni tra i paesi: solo il 4,7% dei lavoratori è sindacalizzato in Colombia, il 5,6% in Estonia, il 7,4% in Ungheria, mentre oltre il 60% è iscritto a un sindacato in Svezia e Danimarca e il 90% in Islanda. Sono alcuni dei OCSE sull’adesione dei lavoratori ai sindacati e sulla copertura dei contratti collettivi nazionali nei Paesi più industrializzati. Il calo della sindacalizzazione è quindi comune alla maggior parte dei paesi OCSE, solo Islanda, Cile e Spagna hanno registrato un aumento della densità sindacale dal 1985. Nei paesi dell’Europa centrale e orientale, il calo della densità sindacale è stato piuttosto drammatico, a causa del crollo del tasso di affiliazione sindacale dopo la caduta della pianificazione centrale (stabilizzato al 10% negli ultimi anni). Nel 2024, il tasso di adesione ai sindacati era superiore o vicino al 50% solo nei Paesi in cui i sussidi di disoccupazione sono amministrati da istituzioni affiliate ai sindacati (a volte chiamato “sistema di Gand”, come in Danimarca, Finlandia, Islanda, Svezia e, in parte, poiché anche il governo svolge un ruolo significativo, in Belgio) e in Norvegia. Tuttavia, come osservato dall’OCSE, anche il sistema di Gand è stato sempre più messo in discussione ed eroso dallo sviluppo di fondi assicurativi privati che offrono un’assicurazione contro la disoccupazione senza richiedere l’iscrizione ai sindacati, portando a una diminuzione della densità sindacale. Le differenze tra donne e uomini sono minime: in media nell’OCSE, il 14,2% delle donne occupate era sindacalizzato nel 2024, contro il 14,9% degli uomini. Al contrario, la sindacalizzazione è molto più forte nel settore pubblico, con il 41,3% dei dipendenti iscritti nel 2024, rispetto al 10,1% del settore privato. Il report dell’OCSE evidenzia anche come sempre meno lavoratori siano coperti da contratti collettivi. La quota di dipendenti coperti da contratti collettivi è diminuita infatti significativamente negli ultimi 30 anni. Questo indicatore è fondamentale per confrontare la forza relativa della contrattazione collettiva tra i Paesi, poiché mette in luce la misura in cui le condizioni di lavoro dei lavoratori sono effettivamente influenzate dalla contrattazione collettiva. In media, nei Paesi OCSE, si è ridotta di quasi un terzo, dal 47% del 1985 al 33,5% del 2023/24. “Come per la densità sindacale, sottolinea l’OCSE, il calo è stato più marcato nei Paesi dell’Europa centrale e orientale. Forti cali sono stati osservati anche in Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito, dove negli anni ’80 sono state attuate riforme volte a limitare il ruolo della contrattazione settoriale (in Australia, recenti modifiche legislative, tra cui il Secure Jobs, Better Pay Act del 2022, sono state concepite per aumentare il numero e la portata dei contratti collettivi). La copertura è rimasta relativamente stabile nella maggior parte degli altri Paesi europei, ad eccezione di Germania, Grecia e Paesi Bassi. Solo 10 dei 27 Paesi dell’UE superano la soglia dell’80% stabilita dalla direttiva UE sui salari minimi adeguati (direttiva (UE) 2022/2041), che impone agli stati membri dell’UE l’obbligo di prevedere un quadro di condizioni abilitanti per la contrattazione collettiva e di stabilire un piano d’azione per promuovere la contrattazione collettiva al fine di aumentare progressivamente il tasso di copertura della contrattazione collettiva“. Per quanto riguarda l’Italia, l’OCSE ci pone ai primi posti sia per densità sindacale, diminuita di poco negli ultimi trent’anni, sia per i livelli di copertura della contrattazione collettiva. Tuttavia, come è stato osservato da più parti, si tratta di dati che potrebbero godere di qualche sovrastima, poiché, come è noto, sono gli stessi sindacati ad autocertificarsi le iscrizioni. E anche in merito alla copertura della contrattazione collettiva, l’elevato livello di copertura contrattuale (quasi il 100%) non significa necessariamente un sistema di contrattazione solido, in quanto potrebbe occultare un sistema frammentato, un limitato potere contrattuale sindacale o un numero significativo di accordi scaduti i cui termini sono ancora formalmente validi. In definitiva, la contrattazione collettiva, seppur formalmente con una copertura alta, mostra da tempo tutti i segni di inefficacia, scontando innanzitutto una proliferazione dei contratti pirata e, soprattutto, l’incapacità dei CCNL di tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori negli anni dell’inflazione. Qui per approfondire Redazione Italia
Figli della stessa rabbia
Una festa ma anche una proposta, un progetto, una scommessa. Il 5 e il 6 settembre al parco Concetto Marchesi, nel cuore di Tiburtino III, ci saranno Il Muro del Canto e gli Assalti Frontali, ci sarà da bere e da mangiare, stand, artisti e dibattiti. Insomma una festa in […] L'articolo Figli della stessa rabbia su Contropiano.
Esplode la tensione sociale in Tunisia. Assalto alla sede del sindacato
Continua a crescere la tensione sociale e politica in Tunisia. In particolare quella tra il presidente Kais Saied e l’Unione Generale Tunisina del Lavoro (Ugtt), il potente sindacato tunisino in difficoltà da tempo. La contrapposizione ha raggiunto un punto critico dopo un concentramento di persone davanti alla sede dell’Ugtt a Tunisi, in […] L'articolo Esplode la tensione sociale in Tunisia. Assalto alla sede del sindacato su Contropiano.
DOPO 225 GIORNI, OPERAI E OPERAIE STANADYNE VINCONO LA VERTENZA. C’È L’ACQUIZIONE DELL’AZIENDA BRESCIANA
Fuori dalla Stanadyne di Castenedolo (BS) operai e operaie in presidio permanente. Dentro, in conferenza stampa, i vertici di Confindustria, assessorato al Lavoro di regione Lombardia, la Fiom Cgil e il sindaco di Castenedolo. Con questo evento di annuncio acquisizione si è chiuso il cerchio della vertenza alla fabbrica Stanadyne durata 225 giorni, da quando l’azienda produttrice di iniettori per motori a inizi dicembre 2024 aveva annunciato in modo unilaterale la chiusura a 100 lavoratori e lavoratrici. C’è dunque una nuova società che si occuperà dell’acquisizione di Stanadyne: costituita da New Diesel, controllata totalmente dal gruppo tedesco Hatz, e per il 51% da un soggetto fisico di cui non è stato al momento reso noto il nome. Un primo bilancio con Barbara Basile, Fiom Cgil di Brescia.  Ascolta o scarica. Giovedì mattina, sulle frequenze di Radio Onda d’Urto, all’interno dello Spazio Approfondimenti delle ore 11 le voci di operai e operaie raccolte dalla redazione durante la conferenza stampa.   
TRANSITO DI MISSILI ALL’AEROPORTO CIVILE DI MONTICHIARI (BS), USB PROCLAMA PER DOMANI SCIOPERO E PRESIDIO
Lavoratori e lavoratrici dell’aeroporto civile di Montichiari, in provincia di Brescia, non vogliono essere complici della logistica di guerra: l’Unione Sindacale di Base (USB) ha quindi indetto uno sciopero e il presidio per la giornata di mercoledì 25 giugno, ore 11, poiché maneggiare materiale bellico non rientra nelle mansioni previste dai contratti di categoria. Il sindacato informa di essere a conoscenza di un carico di missili in arrivo domani all’aeroporto, per questo ha chiamato immediatamente alla mobilitazione, nonostante le restrizioni della legge 146/90 al diritto di sciopero per la categoria interessata: secondo USB infatti, anche se i lavoratori aeroportuali sono tenuti ad assicurare il servizio essenziale contemplato dalla legge, non dovrebbero essere tenuti a maneggiare materiale bellico – ritenuto non essenziale. L’aeroporto Gabriele D’Annunzio della Provincia di Brescia è uno scalo prettamente di carattere commerciale, dal quale transitano quotidianamente voli postali e cargo di Dhl, Poste Italiane, Amazon e altre linee addette all’intenso traffico merci. Nei mesi scorsi, però, in più occasioni i lavoratori avevano denunciato la movimentazione di materiale militare che non dovrebbe transitare in un aeroporto civile come quello in Provincia di Brescia. La protesta si inserisce in una proposta giuridica e politica più ampia, formulata da USB congiuntamente al CEING (il Centro d’Iniziativa Giuridica Abd El Salam): infatti lo sciopero contro il carico e lo scarico delle armi vuole favorire l’obiezione di coscienza non soltanto nella logistica ma anche nella ricerca, nelle scuole e nelle università. Con Guido Lutrario di USB abbiamo esplorato le ragioni dello sciopero e le richieste del sindacato. Ascolta o scarica Con l’avvocato Carlo Guglielmi abbiamo approfondito la natura dello sciopero e la sua legittimità. Ascolta o scarica