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Palermo, ‘musica contro il silenzio’ sul Popolo palestinese: corteo nel centro storico
Il governo italiano continua a fornire armi, supporto e connivenza a Netanyahu nel portare avanti il progetto sionista di pulizia etnica del popolo palestinese, ma prosegue anche nell’affermazione dei piani di riarmo imposti dagli USA. Una scelta riconfermata dal rinnovo del memorandum militare Italia-Israele, nonché dai diktat della NATO di portare gli investimenti bellici fino al 5% del PIL, che si tradurranno in ingenti tagli alla spesa pubblica e al welfare nei prossimi 10 anni per acquistare e produrre armi. L’Italia sarà così l’unico grande Paese europeo a spendere più in armi che in istruzione, secondo i dati Eurostat_   Dopo il corteo del 30 giugno, la scorsa domenica pomeriggio s’è replicata la manifestazione STOP ACCORDI con Israele. Poco meno della precedente – ma ancora una volta costituita prevalentemente da giovani, molti dei quali dei collettivi universitari  – si sono ritrovati di nuovo in piazza a Palermo, per chiedere alle istituzioni siciliane (dall’Università alla Regione) l’interruzione degli accordi con la stato d’Israele (così come hanno fatto diverse amministrazioni comunali) in segno di una solidarietà incondizionata con il popolo palestinese. « Basta silenzi, basta complicità! – dicono  gli organizzatori – Il nostro compito è dire NO all’utilizzo della Sicilia come ingranaggio della guerra imperialista che oggi più che mai si esprime in tutto il Medio Oriente con il suo dispositivo coloniale fatto di morte distruzione e dominio ».  Contro questa fabbrica di morte, « disertare la guerra che ci viene propinata come motore di rilancio economico » – scrivono nei loro volantini – è una scelta necessaria per stare « accanto a tutt3 coloro i quali, lavoratrici e lavoratori, si oppongono al traffico di armi e ai progetti di ricerca volti al genocidio e all’industria militare». In questi mesi, unitamente alla comunità palestinese Voci nel Silenzio, una serie di soggettività palermitane e dell’isola hanno intrapreso un percorso comune, culminante nella presentazione a Palazzo dei Normanni, sededell’ARS, di un documento di  rivendicazione dei diritti fondamentali della popolazione palestinese: « Il documento è stato trasformato in una mozione, che durante la discussione in aula è stata profondamente modificata e svuotata. Rendendola – scrivono le realtà di movimento propal – una mozione ipocrita e mortificante che dimostra appieno la distanza delle istituzioni dalla volontà popolare ». Questo sentimento diffuso nella società isolano si è percepito anche nella manifestazione che ha percorso il Cassaro l’asse viaria principale del centro storico panormita. Ecco perché simbolicamente il corteo dell’altro ieri è stata chiuso proprio a Piazza del Parlamento dove si è tenuto un presidio in forma di concerto dal titolo paradigmatico: La musica contro il silenzio. La finalità dell’iniziativa evidentemente era quella di « denunciare il vuoto politico delle istituzioni e riaffermare la voce della solidarietà », nel tentativo di sensibilizzare governo e assemblea legislativa della regione « a prendere le distanze da tutto questo e interrompere le collaborazioni con Israele ». Insomma ci è sembra sempre più palpabile la vocazione pacifista delle moltitudini siciliane, un sentimento comune che ha unito, sia nelle strade delle città metropolitane delle ultime iniziative isolane sia nel corteo di domenica a Palermo, manifestanti e la cittadinanza. Pertanto ferma si è sollevata la voce per chiedere che le basi NATO di Sigonella e del MUOS vanno smilitarizzate. Stop agli accordi, fermiamo il genocidio! Redazione Palermo
Librerie indipendenti unite per la Palestina
Una delle forme più subdole del conflitto israelo- palestinese è l’attacco sistematico alla memoria, all’identità e alla cultura palestinese che rientra nella strategia coloniale israeliana. Questo processo può considerarsi una forma di “genocidio culturale”, che si affianca alle violenze fisiche e militari e mira a cancellare la lingua, la storia e le tradizioni del popolo palestinese e a distruggerne luoghi di memoria come archivi, scuole, biblioteche, musei, librerie e monumenti religiosi al fine di impedire la trasmissione culturale, operando anche attraverso la censura, il controllo scolastico e la soppressione dell’insegnamento. Per contrastare questo processo ed essere solidali con chi questa pressione lo subisce ai primi di luglio l’Associazione Mediweaves ha costruito un interessantissimo percorso di formazione on line a cui hanno aderito circa una trentina di realtà culturali e in prevalenza librerie. Mediweaves è una cooperazione tra nove librerie indipendenti e storiche dell’area mediterranea: Italia, Turchia, Grecia, Palestina, Israele, Marocco, Spagna e Francia. Coordinata dalla libreria siciliana Casa del Libro Rosario Mascali di Siracusa, insieme a due biblioteche di Istanbul (Franksteayn Kitabevi e Homer Kitabevi) ha lo scopo di rafforzare il ruolo delle librerie indipendenti come presidi culturali e civici, soprattutto nel Mediterraneo, promuovendo dialogo, pace e scambio tra culture diverse e dimostrare la capacità delle librerie di operare a livello internazionale, superando barriere geografiche, politiche e linguistiche. L’incontro formativo è stato tenuto da Mahmoud Muna libraio della libreria Book Educational di Gerusalemme Est: gestita da Mahmoud insieme ai fratelli, conta almeno tre sedi – in Salah Eddin Street (due punti: arabo, inglese) e una al American Colony Hotel – diventando un punto di riferimento per lettori in arabo e in inglese e per studi approfonditi sul conflitto. La libreria è anche un caffè letterario e dunque un luogo di ritrovo che ospita eventi letterari, presentazioni, proiezioni e dibattiti, divenendo centro culturale nevralgico e un luogo di confronto. È infatti un luogo di incontro tra culture che consente un contributo attivo al dialogo su narrazione e identità palestinese: “tenere viva la memoria” è il suo obiettivo dichiarato. Il 9 febbraio 2025, la polizia israeliana ha effettuato un blitz in entrambe le sedi, arrestando Mahmoud e suo nipote Ahmad con le accuse iniziali di “incitamento e sostegno al terrorismo”, poi modificate in “disturbo dell’ordine pubblico. Sono stati sequestrati centinaia di libri – inclusi titoli di Chomsky, Pappé, l’albo da colorare “From the River to the Sea” e libri con bandiere palestinesi. Gli arrestati rilasciati dopo due notti in carcere sono poi stati posti agli arresti domiciliari per 5 giorni con il divieto d’accesso alle librerie per 20 giorni. Mahmoud Muna ha dichiarato che è stato usato Google Translate per decidere cosa sequestrare, spesso limitandosi alla copertina o ai simboli (bandiere, kefiah) ha definito queste azioni “Orwelliane”. La libreria può considerarsi un baluardo dell’identità palestinese, un punto di riferimento culturale e un’infrastruttura di resistenza intellettuale. A questa resistenza si uniscono in coro i librai di altre librerie italiane: conoscere meglio la letteratura palestinese e importare questa conoscenza nel proprio lavoro di ciascuno e nella propria libreria al fine di preservare la memoria è un dovere etico e culturale per ogni libreria aderente. Sostenere librerie come la Educational Bookshop e colleghi come Mahmoud Muna rappresenta un impegno che non riguarda solo la solidarietà verso una singola libreria sotto attacco, ma si inserisce in una più ampia difesa della libertà di espressione, della cultura come resistenza e del diritto dei popoli a narrare la propria storia. Ogni libreria è anche uno spazio politico e culturale. Curare un catalogo, proporre libri, ospitare eventi è un atto di scelta politica. Difendere una libreria attaccata per il suo contenuto significa difendere il ruolo di tutte le librerie come custodi della memoria e della molteplicità culturale. Redazione Sicilia
Costruiamo insieme Resistenza
Compagn* uniamoci per la Palestina! Stiamo organizzando una mostra dedicata alla lotta e alla resistenza del popolo palestinese: un’esplosione di arte, riflessioni e solidarietà per urlare contro l’oppressione. L’evento si terrà al Corto Circuito ma senza di voi non decolla! Cerchiamo volenteros* compagn* per montare stand e allestire spazi: un lavoro collettivo per creare uno spazio di denuncia e speranza. Non serve essere espert*, basta la voglia di sporcarsi le mani per una causa giusta. La mostra sarà un grido di libertà, un megafono per le voci della Palestina e un pugno alzato per la nostra comunità. Unitevi al montaggio, portate energia, idee e rabbia! La solidarietà si costruisce insieme: ogni mano in più è un mattone per la libertà. Durante il montaggio ci sarà anche un Contest di Street Art – “Muri di Resistenza”: invitiamo gli street artist a sfidarsi a colpi di spray per creare opere dedicate alla Palestina. I murales resteranno come testimonianza permanente al CSOA. Portate bombolette e idee! Palestina libera! Uniamoci per la giustizia e la libertà! Musica e Pub aperti tutto il giorno The post Costruiamo insieme Resistenza first appeared on CSOA CORTO CIRCUITO.
Villaggio Palestina al Corto Circuito
Il Corto Circuito ospiterà dal 04 luglio al 06 luglio “Villaggio Palestina” un evento unico che invita a immergersi in un’esperienza profonda e coinvolgente, capace di avvicinare il pubblico alla realtà quotidiana del popolo palestinese. Attraverso installazioni interattive e la mostra fotografica ” “, curata con sensibilità, Villaggio Palestina offre uno sguardo intimo e umano sulle sfide, le speranze e la resilienza di una comunità che vive in un contesto complesso. L’ingresso alla mostra, pensato per stimolare riflessione, guida i visitatori in un percorso che invita a comprendere le dinamiche di vita in un territorio segnato da profonde contraddizioni. L’evento si arricchisce di un programma intenso e variegato: un’assemblea pubblica dal titolo Il progetto imperialista Occidentale in Medio Oriente aprirà un confronto aperto e approfondito sulle dinamiche geopolitiche che influenzano la regione. La presentazione del libro Fanzine – Edizione Palestina Libera offrirà spunti per esplorare narrazioni autentiche e poco raccontate. La tre giorni sarà animata da dibattiti, momenti musicali e proiezioni che intrecciano cultura, storia e attualità, creando un dialogo aperto e inclusivo. Non mancheranno esperienze culinarie uniche, con cene palestinesi preparate dagli Amici della Mezzaluna Rossa, che porteranno in tavola sapori e tradizioni di una cultura ricca e viva. Villaggio Palestina è più di una mostra: è un’occasione per riflettere, condividere e costruire ponti di solidarietà, in un’atmosfera di rispetto e scoperta. Un evento imperdibile per chi desidera avvicinarsi a una storia che merita di essere ascoltata, nel cuore di Roma. Vi aspettiamo per un viaggio che parla al cuore e alla mente. Venerdi: Ore 16:00 Apertura della mostra Villaggio Palestina Ore 18:00 Assemblea pubblica: Il progetto imperialista Occidentale in medio oriente. ore 20:30 Cena Palestinese. ore 21:00 proiezione documentario The Wanted 18 Ore 22:00 – Concerto Sabato: Ore 10:30 apertura mostra Ore 13:30 Pranzo Ore 18:30 Presentazione libro Fanzine – Edizione Palestina Libera Ore 21:00 Cena Palestinese Domenica: Ore 10:30 Apertura Mostra Salotto letterario sulla Palestina: Porta una tua poesia, un tuo scritto sulla Palestina e leggilo a tutti. 13:30 Pranzo Chiusura mostra ore 16:00 The post Villaggio Palestina al Corto Circuito first appeared on CSOA CORTO CIRCUITO.
Basta silenzi su Gaza e Cisgiordania, libertà per il popolo palestinese!
Messina- In piazza  a fianco del popolo palestinese per esprimere la solidarietà a chi assiste ogni giorno alla distruzione di un ulteriore pezzo del proprio territorio: “Lo faremo per stare vicino a chi sta subendo un vero e proprio genocidio. Siamo dalla parte di chi resiste”. Questo l’appello del  “Coordinamento Messina-Palestina”, con il quale si invita alla parteipazione del corteo cittadino di oggi pomeriggio (ore 17,30) che partira da  piazza Francesco Lo Sardo (piazza del popolo)_ Il coordinamento Messina-Palestina invita tutte le persone che sentono come importante in questo momento dare un segnale internazionalista di umanità, solidarietà e complicità con il popolo palestinese, con i popoli oppressi e in lotta contro le oppressioni che subiscono; invitiamo tutti i collettivi, universitari e non, tutte le associazioni, i partiti, i sindacati, enti e ogni forma di aggregazione sociale ad aderire a questo appello per promuovere un corteo cittadino il 28 giugno 2025 a Messina, per dire basta al genocidio del popolo palestinese. La gente palestinese subisce ininterrottamente dal 1948 un processo di pulizia etnica che ha come obiettivo l’espulsione della popolazione dalla loro terra. In questo stato di guerre a livello mondiale, l’occupazione della Palestina dura da moltissimo tempo e la preoccupazione di essere alla “soluzione finale” dà determinazione a chi ha a cuore i valori di giustizia e vuole una pace duratura, per non stare in silenzio e per far sentire la propria voce. Solidarizziamo col popolo palestinese che con una volontà indomita resiste all’occupazione israeliana con ogni mezzo possibile: 60.000 morti di cui 20.000 bambini sono cifre che dovrebbero fare inorridire i cosiddetti custodi dei valori di democrazia e libertà, invece da parte dei governi europei solo silenzio e collaborazionismo. Esigiamo dal governo italiano, tra l’altro coerentemente con i valori della costituzione italiana, l’interruzione immediatamente di qualsiasi collaborazione militare, inclusa la vendita di armi col governo israeliano: – pretendiamo che le Università italiane cessino i rapporti, appena rinnovati, con le università israeliane; – è necessario boicottare e non avere scambi commerciali con le colonie, considerate peraltro illegali anche dall’UE; – vogliamo la fine dell’occupazione e dell’ apartheid e il ritorno delle persone profughe, in attuazione delle risoluzioni ONU. Per tutte queste ragioni il Coordinamento invita alla partecipazione del corteo cittadino di stamani per dire stop al genocidio e alla deportazione del popolo palestinese. COMUNICATO  PER ADERIRE SCRIVI A: MESSINAPALESTINA@GMAIL.COM Redazione Sicilia
Bloccare l’escalation! Unire le forze unire le lotte contro la terza guerra mondiale
Pubblichiamo il comunicato social del Laboratorio Crash, con il quale è stata convocata una iniziativa per oggi pomeriggio alle 18.00 a Bologna, in piazza del Nettuno, per manifestare pubblicamente il l dissenso contro la deriva verso il baratro del conflitto nucleare_ L’attacco missilistico portato avanti durante la notte dagli Stati Uniti sul territorio iraniano si sostanzia come un pericolosissimo infittirsi dell’escalation bellica a livello planetario. Da tre anni a questa parte sentiamo costantemente nominare la parola pace per richiedere armamenti, per promuovere guerre, per giustificare massacri e genocidi, per legittimare i biechi interessi economici e di dominio di questa piuttosto che di quell’altra potenza. Non c’è più tempo da perdere: è essenziale mobilitarci dalle scuole alle università ai luoghi di lavoro di qualsiasi sorta, per inceppare questa macchina bellica infernale che altrimenti è pronta a portarci giù nel baratro con sé. Donald Trump rivendicava orgoglioso la paternità dell’operazione Midnight Hammer, dichiarando che “adesso è tempo di pace”. Sappiamo bene quanto la pace non sia un orizzonte minimamente realistico fino a quando governi come il suo rimarranno in piedi e pronti a scagliare la propria furia omicida all’interno e all’esterno dei propri confini. Sappiamo bene che la fine di questa congiuntura bellica, che l’abbattimento di questi regimi di morte e sfruttamento, che una pace diversa da pacificazione armata, sono tutti futuri che o saremo pronte a conquistare lottando o nessuno ce li regalerà. Si è appena concluso un fine settimana di sciopero generale e manifestazione nazionale che, al netto dei limiti, ha visto migliaia di metalmeccanici bloccare la tangenziale di Bologna, decine di migliaia di persone a Roma per gridare il proprio sostegno a chi resiste in Palestina e opporsi al piano di ReArm Europe. Davanti a tale ulteriore escalation non possiamo non scendere in piazza. Rilanciamo anche noi l’appuntamento per oggi pomeriggio COMUNICATO LAB. CRASH Redazione Italia
Israele attacca l’Iran. Fermiamolo!!!
L’imperialismo nazi-sionista di Israele, con l’attacco all’Iran, getta benzina sul fuoco di una guerra che strangola il Medio Oriente! Netanyahu vuole l’escalation per soffocare il grido di libertà dei palestinesi, martoriati da un genocidio senza fine a Gaza: 55.000 morti, fame, distruzione! La Striscia è un cimitero, la Cisgiordania un carcere a cielo aperto, e ora il rischio di un conflitto regionale minaccia di inghiottire i popoli oppressi. Il governo Meloni, servo dell’atlantismo e complice di questo massacro, tace di fronte ai crimini israeliani, armando Tel Aviv e sputando sul sangue palestinese! Basta con la loro ipocrisia, basta con le chiacchiere su “due Stati” mentre si sostiene l’apartheid! Tajani balbetta, Meloni si inchina al Führer Bibi: sono la vergogna di un’Italia che dovrebbe urlare contro l’ingiustizia. Compagni, la lotta è ora! Non possiamo stare zitti mentre i palestinesi muoiono e il mondo brucia! Scendiamo in piazza a Roma, uniti, per gridare “Stop al genocidio! Palestina libera!”. Partecipate alle manifestazioni pro-Palestina del 14 e 17 giugno, portate la vostra rabbia e il vostro cuore! La solidarietà è la nostra arma, la resistenza è il nostro dovere! Facciamo tremare i potenti, dalla Salaria a Valle Giulia, per un mondo senza oppressioni! Palestina vivrà, e noi saremo al suo fianco. The post Israele attacca l’Iran. Fermiamolo!!! first appeared on CSOA CORTO CIRCUITO.
Spegnere il Colosseo per rompere l’indifferenza su Gaza
Un gesto simbolico, ma dal forte impatto visivo e politico: spegnere il Colosseo per accendere la coscienza collettiva. È questa la proposta contenuta in uno dei due atti approvati ieri dal Consiglio del Municipio Roma III, su iniziativa del Movimento 5 Stelle, per esprimere solidarietà al popolo palestinese e denunciare la tragedia umanitaria in corso nella Striscia di Gaza. Il primo atto, presentato dal gruppo consiliare M5S, impegna il sindaco di Roma e la Giunta capitolina ad aderire all’appello lanciato dalla rete NoBavaglio, insieme ad altre associazioni della società civile, per spegnere simbolicamente il Colosseo. L’obiettivo è chiaro: trasformare il buio del monumento simbolo della Capitale in un messaggio di denuncia contro il silenzio che circonda la crisi in Medio Oriente. “Il buio che avvolge Gaza è fatto di dolore, morte e silenzio. Spegnere il Colosseo è per noi un modo per accendere la coscienza collettiva e rompere l’indifferenza”, dichiarano i consiglieri pentastellati Linda Meleo, Dario Quattromani e Marina Battisti. La rete NoBavaglio, da anni attiva nella difesa della libertà di stampa e dei diritti civili, è tra i promotori dell’iniziativa. Il suo appello ha trovato ascolto nel Municipio Roma III, che ha deciso di farsi portavoce di un messaggio che parte dal basso ma punta in alto: coinvolgere le istituzioni capitoline in un’azione simbolica che richiami l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale e internazionale. “Non si tratta di una presa di posizione politica – spiegano i promotori – ma di un atto di umanità e responsabilità. Il Colosseo, spento per Gaza, può diventare un faro di consapevolezza”. Il secondo atto approvato dal Consiglio municipale è stato promosso congiuntamente da Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Roma Futura e Partito Democratico. Prevede l’esposizione della bandiera palestinese sulla facciata del palazzo municipale di via Fracchia, come segno di vicinanza a una popolazione martoriata. “È un gesto corale e unitario – affermano i consiglieri – che vuole ribadire l’urgenza di un impegno concreto per la pace e la tutela dei diritti umani”. Le due mozioni sono state approvate con una larga maggioranza, nonostante alcune riserve espresse da esponenti dell’opposizione, che hanno sollevato dubbi sull’opportunità di assumere posizioni così nette su un conflitto internazionale. La maggioranza ha però difeso la scelta, sottolineando il valore simbolico e umanitario degli atti. “Il nostro Municipio – ha dichiarato Meleo – non può restare in silenzio. La politica locale ha il dovere di farsi carico anche di messaggi simbolici, che parlano alla coscienza collettiva e promuovono una cultura della pace”. L’iniziativa del Municipio Roma III si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazione civile che, in diverse città italiane, sta cercando di riportare l’attenzione sulla crisi in Medio Oriente. Il Colosseo, già spento in passato per commemorare vittime di attentati o per lanciare appelli umanitari, torna così al centro del dibattito pubblico come simbolo di solidarietà e impegno civile. L’appello e comunicato stampa dell’Ambasciata di Palestina in Italia: al Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, al Sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, al Consiglio Comunale di Roma Capitale Spegniamo una luce per accendere le coscienze di tutti. Rivolgiamo un appello urgente al Ministro della Cultura Alessandro Giuli, al Sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, ai Consiglieri comunali di Roma Capitale affinché le luci del Colosseo vengano spente per un’ora, in segno di lutto per le decine di migliaia di civili inermi, donne, uomini, anziani e soprattutto bambine e bambini uccisi nei raid israeliani in Palestina. Dopo una breve pausa è ripreso il genocidio a Gaza, dove la situazione umanitaria è disperata, mentre in Cisgiordania gli assalti dell’IDF e dei coloni non si sono mai fermati. Gli attacchi aerei israeliani su Gaza degli ultimi giorni hanno già causato un migliaio di vittime, tra le quali centinaia di bambini e bambine. Queste sono state le ore più letali per i più piccoli nella Striscia. Una pulizia etnica che sembra non avere fine. Le operazioni militari hanno isolato oltre centomila bambini, facendoli rimanere senza cibo, né acqua, né assistenza, esponendoli a gravi rischi sanitari e alla fame. Inoltre continuano i raid israeliani contro i presidi sanitari che forniscono cure essenziali e sono già due gli ospedali distrutti negli ultimi giorni. È una situazione di grande sofferenza e impunità, dove i più vulnerabili, come bambini e bambine, donne, persone anziane, malate e disabili, stanno pagando il prezzo più alto con la complicità degli Usa e nell’indifferenza colpevole della Ue. Ci auguriamo che questo appello venga accolto dal Ministro della Cultura e dal Sindaco del Comune di Roma Capitale per sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere le autorità politiche a tutti i livelli a intervenire per porre fine a questa tragica situazione. Spegniamo una luce per accendere le coscienze di tutti. Non dobbiamo rimanere in silenzio. Associazioni e SINGOLI CITTADINI possono sottoscrivere e rilanciare questo appello scrivendo insieme alle seguenti mail: segreteria_cg@comune.roma.it ministro.segreteria@cultura.gov.it stopstrageinnocentigaza.nobavaglio@gmail.com Riportiamo di seguito solo alcuni membri del Comitato Promotore: RETE #NOBAVAGLIO, ASSOPACEPALESTINA, LEA LABORATORIO EBRAICO ANTIRAZZISTA, AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA, EMERGENCY, ARCI NAZIONALE, RETE ITALIANA PACE DISARMO, ARTICOLO 21, PRESSENZA, PEACELINK, ANPI ROMA, GIURISTI DEMOCRATICI, UN PONTE PER, MAGISTRATURA DEMOCRATICA, MEDITERRANEA SAVING HUMANS insieme con altre decine di associazioni   Redazione Italia
“Sangue e farina”, un video sulla Nakba che si ripete
Amnesty International – Italia racconta la storia di  Amal Khayal, responsabile CISS per la Striscia di Gaza. Dalla Nakba al Genocidio in corso, “Sangue e Farina” è un viaggio doloroso e intenso nella vita di Amal, dei palestinesi, nelle vite spezzate delle persone che hanno perso tutto e che adesso, come lei, stringono forte tra la mani le chiavi della propria casa, ormai distrutta. Oggi come nel 1948. Noi tutte e tutti desideriamo dire grazie ad Amnesty International ma soprattutto ad Amal per la sua testimonianza, per quello che fa ogni giorno instancabilmente per noi e per il suo popolo che non ha mai abbandonato, per le persone che lavorano ancora con noi e si trovano all’interno della Striscia di Gaza tra fame, disperazione e morte. Parliamo di Palestina, non smettiamo mai di farlo. Ciss – Cooperazione Internazionale Sud Sud   Amnesty International