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Israele sequestra la Freedom Flotilla, i portuali italiani bloccano l’accesso di navi destinate a Israele
Venerdi notte le forze armate israeliane hanno sequestrato in acque internazionali l’equipaggio e la nave Handala della Freedom Flotilla diretta con aiuti umanitari a Gaza. Gli attivisti a bordo sono stati fermati ed espulsi. Ma l’arroganza israeliana sta incontrando nel mondo – e anche in Italia – pane per i […] L'articolo Israele sequestra la Freedom Flotilla, i portuali italiani bloccano l’accesso di navi destinate a Israele su Contropiano.
Non lavoriamo per la guerra: il 5 agosto i portuali di Genova scioperano!
Genova si prepara a una giornata di sciopero contro la logistica di guerra. L’Unione Sindacale di Base Porto di Genova ha proclamato 24 ore di astensione dal lavoro per martedì 5 agosto 2025 al terminal PSA-GP, dopo aver ricevuto segnalazioni sul trasporto di materiale bellico all’interno di tre container della […] L'articolo Non lavoriamo per la guerra: il 5 agosto i portuali di Genova scioperano! su Contropiano.
Il lavoro ripudia la guerra: manifesto sottoscritto da associazioni, costituzionalisti, giuristi, avvocati del lavoro, sindacalisti ed esponenti di movimenti
USB e CEING (CENTRO STUDI INIZIATIVA GIURIDICA) lanciano il “Manifesto per un diritto del lavoro della pace” sottoscritto da associazioni, costituzionalisti, giuristi, avvocati del lavoro, sindacalisti ed esponenti di movimenti. Oggi l’uso della forza armata sembra costituire l’unico mezzo per la risoluzione dei conflitti; il piano di riarmo deciso dall’UE e l’aumento delle spese militari della NATO sono destinati a sottrarre risorse ai beni pubblici essenziali e costituiscono una condanna al precariato e allo sfruttamento per lavoratrici e lavoratori. Sta crescendo nel nostro Paese la volontà di tanti lavoratori e lavoratrici di non collaborare con il piano di riarmo e con l’economia di guerra. Questa non collaborazione si manifesta con l’esercizio del diritto di sciopero o con la volontà di dichiararsi obiettori di coscienza rifiutando di effettuare la propria prestazione lavorativa in ambiti coinvolti con la guerra e gli armamenti. Il Manifesto pertanto non è uno dei tanti appelli contro la guerra, ma costituisce un supporto giuridico fondato su principi costituzionali e sul diritto internazionale a chi concretamente rifiuta di collaborare con l’economia e la cultura della guerra. Il movimento sindacale, con il sostegno delle forze della società civile che hanno a cuore la pace e il disarmo, ha il dovere di dare una risposta all’altezza dei tempi: con il libero esercizio del diritto di sciopero e di ogni azione collettiva di lotta svincolate dai limiti imposti dalla legge 46/90, perché il trasporto e la movimentazione di armi non possono certo essere definiti “servizi pubblici essenziali”. Deve essere garantito il diritto di lavoratori e lavoratrici a dichiararsi obiettori di coscienza per convincimenti morali, filosofici o religiosi, rifiutando di effettuare la propria prestazione lavorativa se questa è connessa direttamente o indirettamente con le armi e la guerra. Lo sciopero, la disobbedienza, l’azione collettiva e il rifiuto individuale da parte dei lavoratori e delle lavoratrici sono la più efficace forma di lotta nonviolenta e possono fermare guerra e riarmo, consentendo alla Repubblica fondata sul lavoro di ripudiare la guerra e bandirla dalla storia. Il Manifesto è pubblico su www.usb.it con la lista dei sottoscrittori completa. Per aderire: illavororipudialaguerra@gmail.com Firmatari: Alessandra Algostino (costituzionalista – Università Torino)- Michela Arricale (avv. Co-Presidente CRED) – Olivia Bonardi ( giuslavorista, Università di Milano) – Silvia Borelli (giuslavorista Università di Ferrara) -Marina Boscaino (Portavoce dei Comitati contro ogni Autonomia differenziata) – Piera Campanella (giuslavorista, Università di Urbino) – Giulio Centamore (giuslavorista Università di Bologna) – Chiara Colasurdo (avv. CEING) – Andrea Danilo Conte (avv. CEING) – Antonello Ciervo (costituzionalista) – Giorgio Cremaschi (sindacalista) – Claudio De Fiores (Presidente Centro Riforma dello Stato, costituzionalista) – Aurora D’Agostino (copresidente Associazione Giuristi Democratici) – Beniamino Deidda (magistrato, ex Procuratore generale Firenze) – Antonio Di Stasi (giuslavorista Università Politecnica delle Marche) – Riccardo Faranda (avv. CEING) – Cristiano Fiorentini (Es. Naz. USB) – Domenico Gallo (magistrato, già Consigliere Corte di Cassazione) – Andrea Guazzarotti (costituzionalista Università Ferrara) -Carlo Guglielmi (avv. CEING) – Roberto Lamacchia (copresidente Associazione Giuristi Democratici) – Antonio Loffredo (giuslavorista Università di Siena) – Guido Lutrario (Es. Naz. USB) – ⁹Fabio Marcelli (giurista internazionalista Co-Presidente CRED) – Federico Martelloni (giuslavorista Università Bologna) – Roberto Musacchio (già parlamentare europeo) – Valeria Nuzzo (giuslavorista Università Campania) – Giovanni Orlandini (giuslavorista Università Siena) – Francesco Pallante (costituzionalista Università Torino) – Paola Palmieri (Cons. Cnel per USB) – Alberto Piccinini (Presidente Comma 2) – Giancarlo Piccinni (Presidente Fondazione Don Tonino Bello) – Franco Russo (già parlamentare, CEING) – Giovanni Russo Spena (già parlamentare) – Arturo Salerni (avv. CEING) – Jacobo Sanchez (avv. CEING), Simone Siliani (Direttore Fondazione Finanza Etica) – Carlo Sorgi (magistrato, già Presidente Tribunale Lavoro Bologna) – Francesco Staccioli (Es. Naz. USB) – Anna Luisa Terzi (magistrato, già Consigliere Corte appello Trento) – Anna Fasano (presidente Banca Etica) – Tano D’amico (Fotografo) – Associazione Comma 2 – Associazione Giuristi Democratici – Pax Christi Italia Link al comunicato per condivisione: Il lavoro ripudia la guerra: il manifesto per un diritto del lavoro della pace lanciato da USB e Ceing Unione Sindacale di Base
Portuali di Genova: “Noi non lavoriamo per la guerra!”
Porti liguri chiusi alla filiera bellica e al genocidio: 25 luglio presidio al Comune di Genova, USB pronta allo sciopero per operazioni di carico e scarico. Dopo aver assistito al blocco da parte dei portuali del sindacato Enedep/Pame del Pireo allo scarico di acciaio destinato all’uso di guerra dalla nave Cosco Pisces diretta in Israele, abbiamo appreso che la stessa nave è diretta ai porti de La Spezia prima, dove è prevista arrivare il 25 luglio prossimo, e successivamente a Genova, per poi continuare il suo viaggio in altri porti del Mediterraneo. Sulla base di queste informazioni disponibili, che oramai si appoggiano su una rete di solidarietà tra portuali sempre più attiva in tutto il Mediterraneo, stiamo monitorando costantemente le possibili attività della nave. Al momento in cui scriviamo, non risultano attività di scarico previste dei container incriminati, né altre attività di carico di altro materiale bellico nei due porti liguri, ma seguiremo con la massima attenzione l’evoluzione delle operazioni. Nel caso la situazione dovesse cambiare e risultasse il coinvolgimento di portuali nelle operazioni di carico e scarico di questo materiale, USB Mare e Porti è pronto a dichiarare immediato sciopero rispetto a queste attività, chiamando alle mobilitazioni lavoratori e cittadini coerentemente con i principi del manifesto “Il lavoro ripudia la guerra”, preparato insieme a Ceing e sottoscritto in queste ore da molte associazioni, costituzionalisti, giuristi, avvocati ed esponenti di movimenti per la pace. La mattina del 25 luglio saremo comunque in presidio davanti alla sede del Comune di Genova: il nostro porto deve essere dichiarato off limits per le navi dirette o provenienti da Israele, affiancandoci in questa battaglia di pace e di civiltà contro il genocidio in Palestina, così come per qualsiasi altro luogo di guerra. Nel pomeriggio invece è convocata un’assemblea cittadina per denunciare il progetto di trasformare la diga foranea in un’enorme infrastruttura di guerra grazie ai soldi stanziati per il riarmo e sottratti ai servizi essenziali. Oramai il ruolo dei porti nel nuovo contesto internazionale di folle riarmo e di guerra assume un rilievo sempre maggiore: per questo USB, affiliato al WFTU/FSM, ha lanciato per il 25 settembre prossimo a Genova l’assemblea internazionale delle sigle sindacali dei portuali europei che vogliono schierarsi contro la guerra. L’obiettivo è di consolidare la rete di solidarietà e lanciare la prima giornata di iniziativa internazionale dei portuali europei contro la guerra. Noi non lavoriamo per la guerra! USB Porto di Genova Unione Sindacale di Base
Militarizzazione dei lavoratori e fascismo aziendale
“Lei è già stato più volte punito per aver parlato in pubblico e alla stampa dei carichi di armi all’Aeroporto Montichiari di Brescia…lei ha rivendicato il diritto dei lavoratori di non essere addetti al carico e scarico delle armi… lei è venuto meno ai suoi doveri di fedeltà all’azienda.. lei […] L'articolo Militarizzazione dei lavoratori e fascismo aziendale su Contropiano.
MILANO: CHIUDE SENZA PREAVVISO STORICA AZIENDA ZAF, LASCIATI A CASA 50 OPERAI. PRESIDIO E SCIOPERO DELLA FIOM
La Zaf, storica azienda milanese di Zibido San Giacomo da 70 anni di proprietà della famiglia Zentile, ha avviato ieri, senza alcun preavviso, una procedura di cassa integrazione straordinaria per cessazione d’attività. La fabbrica, che occupa 50 dipendenti, produce scaffalature metalliche per grandi magazzini. Negli ultimi anni ha visto un calo degli ordinativi e il susseguirsi di amministratori “mentre quello di cui non c’è stata traccia sono stati gli investimenti indispensabili per la continuità produttiva”, denuncia la Fiom. All’annuncio dei licenziamenti e della chiusura del sito i lavoratori sono scesi in sciopero con la Fiom Cgil e hanno organizzato un presidio. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto Emanuela Morosi, Fiom Milano. Ascolta o scarica.
LAVORO: LA POLIZIA CARICA GLI OPERAI DI GRUPPO 8 (FO) IN SCIOPERO. TRE LAVORATORI IN OSPEDALE, MA LA RESISTENZA CONTINUA
Violente cariche di polizia ai cancelli della Gruppo 8 di Forlì, dove i lavoratori sono in sciopero e picchetto supportati dal sindacato di base Sudd Cobas. Da undici giorni lavoratori e sindacalisti presidiano i cancelli della fabbrica del Gruppo 8, azienda che produce divani di lusso che vengono venduti anche a 100mila euro l’uno. Difendono il loro posto e contratto di lavoro, “conquistato dopo anni di lotte”, sottolineano dal sindacato. Fino a dicembre, infatti, i lavoratori di questa azienda erano costretti a vivere dentro il capannone, dove cucinavano anche, con le bombole del gas e i cavi elettrici scoperti. Grazie alla lotta, hanno ottenuto condizioni di lavoro almeno dignitose. Per questo i padroni della multinazionale HTL, con sede a Singapore, ora vogliono chiudere lo stabilimento e delocalizzare la produzione in Cina, licenziando quindi gli operai. Oggi, lunedì 14 luglio 2025, la polizia ha attaccato il presidio permanente degli operai ai cancelli di Gruppo 8 con l’obiettivo di consentire all’azienda lo svuotamento del magazzino: un’operazione impedita finora dal blocco operaio. Il bilancio, al momento, è di almeno tre lavoratori feriti e portati in ospedale. Nonostante la violenza e le cariche, il picchetto continua a resistere. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto l’intervento di Arturo del sindacato di base Sudd Cobas. Ascolta o scarica.
Minaccia di licenziamento per chi si oppone al traffico di armi
Un delegato dell’USB dell’aeroporto di Montichiari, vicino Brescia, è stato raggiunto da una contestazione disciplinare da parte dell’azienda presso la quale lavora da più di vent’anni, per aver divulgato la notizia di aereo con a bordo missili previsto per lo scorso 25 giugno. La diffusione della notizia aveva portato ad […] L'articolo Minaccia di licenziamento per chi si oppone al traffico di armi su Contropiano.
Sciopero ferrovie: il sistema è nudo ma non diteglielo
Si è appena concluso lo sciopero del personale viaggiante delle imprese delle attività ferroviarie indetto da assemblea PdM/PdB e CUB trasporti, al quale USB non ha potuto aderire per meri motivi procedurali, e di quello del personale della manutenzione infrastrutture del gruppo FSI indetto dalla nostra sigla, il dato di […] L'articolo Sciopero ferrovie: il sistema è nudo ma non diteglielo su Contropiano.
LAVORO: ALTA ADESIONE ALLO SCIOPERO NEL SETTORE FERROVIARIO CONTRO IL NUOVO CONTRATTO NAZIONALE
Prosegue lo sciopero del settore ferroviario iniziato nella serata di lunedì 7 luglio alle ore 21, che proseguirà fino alle ore 18 di oggi, martedì 8 luglio. A fermarsi sono i lavoratori aderenti ai sindacati di base CUB Trasporti, USB, SGB e Assemblea Nazionale del Personale di Macchina e di Bordo, in protesta contro il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) firmato a maggio dalle sigle confederali. Nella mattinata dell’8 luglio decine i treni che sono stati cancellati o hanno subito forti ritardi, soprattutto nelle principali città come Milano, Roma e Napoli. Alla base dello sciopero c’è il mancato accordo con i sindacati autonomi, che contestano l’intesa sottoscritta da Filt-Cgil, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Fast-Confsal e Orsa Ferrovie. Nonostante il 68% dei votanti si sia espresso a favore dell’accordo, l’affluenza si è fermata al 53%, alimentando il malcontento tra una parte significativa del personale. I sindacati di base chiedono una revisione dell’accordo, sottolineando la necessità di maggiore rappresentanza e coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni che li riguardano direttamente. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, l’intervento di David Leoni, ferroviere della CUB Trasporti. Ascolta o scarica,