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Verona, 23 novembre: Convegno “Dalla Flotilla alla tregua. Quale futuro per la Palestina?”
DOMENICA, 23 NOVEMBRE, ORE 17:00 SALA CONFERENZE CENTRO TOMMASOLI, VIA L. PERINI, 7, VERONA L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università organizza a Verona un evento pubblico sulla drammatica situazione della Palestina dal titolo: Dalla Global Sumud Flotilla alla “tregua”. Quale futuro per la Palestina? L’iniziativa avrà luogo domenica 23 novembre, alle ore 17:00, presso la Sala Conferenze Centro Tommasoli, via L. Perini 7. L’incontro vuol essere un’occasione di confronto sulla grave situazione della Palestina e sulla drammatica congiuntura storica nella quale il diritto internazionale e quello umanitario si stanno rivelando gravemente insufficienti di fronte alle palesi violazioni perpetrate contro la popolazione palestinese. È fondamentale continuare a parlare della Palestina: non possiamo permettere che le sue sofferenze siano dimenticate. Durante l’incontro interverranno: Miria Pericolosi (Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università – Verona) Roberta Leoni (Presidente Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università) Donia Raafat (scienziata politica e attivista per i diritti umani) Antonio Mazzeo (giornalista e scrittore impegnato nei temi della pace e del disarmo, dell’ambiente e della lotta alle criminalità mafiose) Simone Zambrin (attivista della Global Sumud Flotilla) Triestino Mariniello (docente di Diritto penale internazionale alla John Moores University di Liverpool, già nel team legale delle vittime di Gaza di fronte alla Corte penale internazionale) Greta Thunberg (attivista della Global Sumud Flotilla) Moni Ovadia (attore, regista, co-sceneggiatore, musicista) Modera Patrizia Buffa. L’evento è libero e aperto a tutte le persone interessate.
La flotilla dei bambini del mondo – lettere di pace dalle scuole
Riceviamo e pubblichiamo da Carla Fedele e Roberto Lovattini- Gruppo Nazionale Educazione alla Pace e alla Nonviolenza del Movimento di Cooperazione Educativa Nella mattinata di venerdì 14 novembre una delegazione del Movimento di Cooperazione Educativa, promotore dell’iniziativa “La flotilla dei bambini del mondo – lettere di pace dalle scuole” è stata ricevuta da sua Eminenza il Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della CEI. Dapprima si è presentata l’associazione e i suoi riferimenti pedagogici e ideali ricordando l’esperienza del maestro Lodi che già nel 1972-73 con la sua classe aveva scritto lettere di pace contro la guerra nel Vietnam. È stato sottolineato che l’iniziativa ha una dimensione internazionale ed è sostenuta dalla Federazione Internazionale di Scuola Moderna (Fimem) e tante lettere stanno per essere inviate da diverse nazioni del mondo. Con estrema attenzione il cardinale è stato in ascolto e ha lodato l’iniziativa sottolineando che nella situazione attuale è necessaria. Le scuole devono fare in modo che i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze possano esprimere e condividere collettivamente ansie, paure e preoccupazioni, ma anche avanzare proposte. Monsignor Zuppi ci ha incoraggiati a parlare anche della violenza diffusa nella società e tra i giovani che a lui viene raccontata quando volentieri va nelle scuole ad incontrare le nuove generazioni. Ci ha pure ricordato l’importanza del nostro lavoro di educatori ed educatrici perché fare “educazione è pace”. Uno dei diritti che vengono ricordati il 20 novembre, nella giornata dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, è il diritto ad esprimersi su tutte le questioni che li riguardano. La pace li riguarda direttamente ed è giusto chiedere loro cosa ne pensano, per questo invitarli a scrivere lettere collettive di pace di classe con le proprie proposte risponde a questo diritto. E’ ancora possibile aderire a questa proposta scrivendo ad educationpaix@mce-fimem.it con il nome della classe e della scuola, il nome e la mail dell’insegnante. Da tutta l’Italia, oltre che dalle altre nazioni, diverse classi stanno per inviare lettere a personaggi politici ed Organismi vicini e lontani. Ricordiamo l’Onu ; il Parlamento Europeo; il Papa; Il presidente Usa, della Russia, di Israele, dell’Italia e ogni classe può scegliere anche politici/ amministratori locali. Redazione Bologna
Il desiderio di movimento contro i Re e le loro Guerre
(articolo de Il Manifesto del 01 novembre 2025) In Italia, per la prima volta dopo anni, un movimento ampio e popolare ha scosso la politica e le istituzioni fino alle fondamenta, incrinando la rassegnazione. Con la Flotilla si è sentita Continua a leggere L'articolo Il desiderio di movimento contro i Re e le loro Guerre proviene da ATTAC Italia.
Orientamento con la Marina Militare? Noi abbiamo la Flotilla
Come ogni anno la Marina Militare si affaccia nelle nostre scuole promettendo mirabolanti carriere lavorative ai nostri studenti e alle nostre studentesse. È dello scorso 8 ottobre l’invito arrivato a tutte le scuole per le attività di orientamento per l’anno 2025/26 “al fine di far conoscere ai/alle giovani i propri valori, la propria etica e la propria missione”. Conosciamo ormai benissimo questo tipo di attività: l’esercito, in tutte le sue varie articolazioni, si presenta nelle nostre scuole e, mentre fa indottrinamento sui valori militari, fa intravedere ai nostri ragazze e alle nostre ragazze la possibilità di avere un futuro lavorativo stabile e ben remunerato sfruttando il futuro di precarietà feroce che intanto il nostro paese presenta loro. Ma noi, cari signori e care signore della guerra, abbiamo capito come si sta sul mare: sul mare si sta con le nostre Flotillas, si sta con chi rifiuta il futuro di morte e di guerra che ci state apparecchiando. Il movimento imponente che si è manifestato in Italia e che ha visto protagonisti studenti, studentesse e docenti saprà espellere dalle nostre scuole i vostri “valori” e la vostra presenza. Invitiamo tutti i nostri colleghi, colleghe, gli studenti, le studentesse e i genitori ad avvalersi degli strumenti contenuti nel nostro Vademecum ed agire concretamente per fermare la militarizzazione delle nostre scuole e della società tutta. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università continua a lavorare nelle nostre scuole non per costruire soldati, ma marinai per tutte le Flotillas che ancora continueremo ad organizzare e che metteremo in mare per mettere la guerra fuori dalla storia. Serena Tusini, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Il Presidente della Repubblica riceva gli attivisti delle Flotilla
Al Signor Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella La reazione del governo israeliano – conseguente all’attacco crudele e feroce di Hamas del 7 ottobre 2023 – è un crimine di guerra contro i civili, che ha trasformato in macerie Gaza, affamato e ucciso la popolazione. Un GENOCIDIO di fronte a cui i Governi, compreso il nostro, sono rimasti a guardare, inerti. La decisione di tante e tanti, persone comuni e Parlamentari, anche europei, che non hanno più potuto restare solo a guardare in tempo reale l’uccisione di un intero popolo e la devastazione di una Terra intera – come ha detto Lei, Presidente – è un atto di coraggio e di dignità che possiede un autentico valore. L’aggressione armata dell’1 e del 2 ottobre 2025, contro navi civili della Global Sumud Flotilla che trasportavano cittadine e cittadini italiani, pacifici, in missione umanitaria e di pace, che navigano in acque internazionali è un atto inaccettabile. Così come è inaccettabile l’ultimo sequestro di questa notte 8 ottobre della nuova Flotillia: 145 persone a bordo tra giornalisti, infermieri e medici che trasportavano medicinali, dispositivi respiratori e generi alimentari destinati agli ospedali di Gaza. Questi fatti sono di una gravità estrema: sono attentati all’incolumità e alla sicurezza di quante e quanti si sono imbarcati per ridare rappresentanza e dignità a tutte e tutti noi e giustizia all’umanità che non è perduta. La maniera degradante, umiliante e violenta con cui sono stati trattati donne, uomini, ragazze e ragazze della Flotilla dal momento del loro arresto è inaccettabile e richiede tutte le azioni legali conseguenti. La reazione di milioni di persone scese nelle piazze testimonia che il Paese di cui lei è Presidente ha un grande cuore, pulsante. Le chiediamo Presidente il suo impegno perché i nuovi sequestrati siano rilasciati al più presto e non subiscano violenze e umiliazioni. Le chiediamo Presidente di adoperarsi nei confronti dei suoi omologhi degli altri Stati delle altre delegazioni della Flotillia perché si impegnino a far rientrare nei propri Paesi tutte e tutti, nel più breve tempo possibile, considerato anche le condizioni degradanti e umilianti con le quali sono detenuti. Le chiediamo Presidente di incontrare la delegazione italiana della  Global Sumud Flotillia, ufficialmente,  al Quirinale, e di accoglierli come donne e uomini  che hanno dato lustro al nostro Paese, alle nostre coscienze, alla nostra umanità. Quel che hanno fatto vale il suo riconoscimento e una sua stretta di mano che è il riconoscimento e l’abbraccio di tutte le italiane e di tutti gli italiani che non ne possono proprio più. Firma la petizione su change.org   PRIME FIRMATARIE e PRIMI FIRMATARI Graziella Silipo – CGIL Piemonte Enrico Peyretti – Nonviolento – Centro Studi Sereno Regis Torino Paolo Candelari – Mir Movimento Internazionale della Riconciliazione Giorgio Ardito – Partito Democratico Torino Fausto Cristofari – PRC -Partito della i Comunista Torino Enrica Anselmi – Casa delle donne Torino – SPI CGIL Sindacato Pensionati Torino Patrizia Celotto – Casa delle donne Torino Anna Valente – Donne in nero Torino Lino Brunetti – Un Ponte Per Giovanni De Blasi Cesare Manachino – Radio Poderosa Torino Carlo Saccani – CDB Comunità di base Torino Francesco Stillitano – PRC Torino Piercarlo Racca – Mir Movimento Internazionale della Riconciliazione Maria Grapsa – Donne in nero – Casa delle donne Torino Dario Dughera Elena Camino – Centro Studi Sereno Regis Torino Michele Boato Elvira Giampaolo Chie Wada – ToMo Amici Ponte tra Giappone e Italia Giorgo Mancuso – Casa Umanista Torino Enzo Ferrara – Centro Studi Sereno Regis Torino Paola Merlo Collettivo Azione Pace odv Angela Dogliotti – Centro Studi Sereno Regis Torino Daniela Bezzi – giornalista Pressenza Silvano Rigotti  – Un Ponte Per – Comitato locale di Torino Cristina Gamba  – Un Ponte Per – Comitato locale di Torino Daniela Alfonzi – già Senatrice – Spi CGIL – Sindacato Pensionati Torino Isabella Cellerino Christian Pescara Gabriella Biasin – #digiunogaza digiuno g@z@ Annalisa Anzivino – Spi CGIL Torino Lega3 Maria Savino – PRC Torino Francesco Gallo – CGIL Medici e dirigenti sanitari Maurizio Marino – Federconsumatori Torino – AVS – SE Alleanza Verdi-Sinistra – Spi CGIL Torino Marco Dalmasso – Federconsumatori Torino – Spi CGIL Torino Pierangelo Monti – Mir Movimento Internazionale della Riconciliazione Redazione Torino
Barcellona: Stop al genocidio. La mistica della moltitudine
Migliaia di persone sono scese in piazza il 4 ottobre in numerose città spagnole per denunciare e chiedere ancora una volta la fine del genocidio di Israele contro il popolo palestinese. A Barcellona, dove si è registrata una delle manifestazioni più numerose, le strade traboccavano di rabbia contro l’ingiustizia e di pace contro la barbarie. La folla alimentava la convinzione che non si possa più tornare indietro: il popolo è pronto a tutto. Le richieste si ripetono ancora una volta: si chiede la fine del genocidio in Palestina, l’embargo totale sulle armi, la rottura delle relazioni con Israele e la sospensione dell’accordo di associazione tra l’Unione Europea e lo Stato israeliano, nonché la liberazione degli ostaggi della Flotilla rapiti. Come il latte che bolle in una pentola, man mano che il fuoco si fa più caldo, lo stato di ebollizione diventa più intenso. Niente è più sopportabile. Il dolore si diffonde in tutte le menti, attraversa tutti i corpi. Bisogna uscire, protestare, gridare, porre fine a tanta violenza. Quando la società si alza unita per difendere il diritto alla vita, quando si lotta per l’umanità stessa, qualcosa si accende nelle coscienze che va oltre il fermare una serie di atrocità. Riunirsi in massa non è solo una somma di corpi: è la creazione di una coscienza collettiva che trasforma emozioni, percezioni e comportamenti. Possiamo gridare slogan, denunciare le violazioni dei diritti umani, indignarci per il business delle aziende produttrici di armi, ma il profondo rifiuto non è solo un’analisi razionale: è un’esperienza condivisa dal punto di vista emotivo, viscerale. È la comunione in cui tutti ci riconosciamo come un’unica voce e un unico scopo. È qui che ha inizio una mistica sociale. Oggi, in molte città, questa mistica si è fatta sentire di nuovo. Forse questo apre la speranza di credere in qualcosa di nuovo che sta per arrivare e che si risveglia nei momenti di vero bisogno tra la gente. Oggi è stato uno di quei giorni in cui le molteplici crisi che viviamo quotidianamente potrebbero invertire la tendenza, in cui forse il valore principale su cui poter contare era nelle persone stesse, che lontane dalle istituzioni logore potevano gettare nuovi ponti verso nuove strade. Confidiamo che questa forza umana collettiva superi l’antiumanesimo che si sta diffondendo sempre più. Speriamo che il rifiuto della violenza sia l’inizio di una vera trasformazione in cui la dignità dei popoli prevalga sulla barbarie. Barcelona-Palestina Libre Barcelona-Palestina Libre Barcelona-Palestina Libre Barcelona-Palestina Libre Barcelona-Palestina Libre Barcelona-Palestina Libre Barcelona-Palestina Libre Raquel Paricio
Sciopero generale per Gaza in tutta Italia, milioni in piazza: le foto
Si è svolto oggi in tutta Italia lo sciopero generale per Gaza indetto da USB, CUB, COBAS e CGIL. Numerose le manifestazioni a Cagliari, Firenze, Milano, Roma, Sassari, Trieste, Bologna, Bergamo, Varese, Salerno, Napoli, Catanzaro, Verona… Di seguito una rassegna di foto in continuo aggiornamento: Alessandria   Bergamo   Bologna Piazza Maggiore Verso l'aeroporto... Catanzaro   Firenze   Cagliari Genova stazione Porta Principe   Lecce Piazza Sant'Oronzo   Milano Piazza Leonardo da Vinci Gli Ottoni a Scoppio Viale Romagna Occupazione tangenziale Monterotondo   Napoli   Novara   Palermo Indiani Metropolitani Rimini   Roma Scuola Cesare Battisti Garbatella   Salerno   Sassari   Trieste Trieste centro   Il porto   Varese   Verona Redazione Italia
Un movimento globale per la Palestina
È due anni che il mondo si muove per la Palestina, a fasi alterne e con movimenti carsici. Dai campus statunitensi ai movimenti indigeni latino americani, dalle grandi manifestazioni in rosso dell’Aja alle oceaniche manifestazione nelle piazze del mondo arabo fino al Sud Africa. La Palestina parla ai popoli colonizzati e alle loro ferite, parla della svolta reazionaria del mondo, e ci pone davanti – a noi che scriviamo dall’Europa – alle nostre responsabilità storiche. La Palestina ci chiede di affrontare le ipocrisie profonde del nostro sistema di diritto e del nostro sistema politico-economico. Dopo l’inizio della fase finale, i tank a Gaza city, la distruzione silente ma continua della Cisgiordania, l’iniziativa della Global Sumud Flotilla è diventata un collante per la mobilitazione internazionale. Ieri al blocco delle navi della Flotilla, ci sono state manifestazioni in tutta Europa, nel Maghreb, in Turchia, e poi a seguire in tutto il Latino-America, negli Stati Uniti, e oltre. Le manifestazioni chiedono, certo, il rilascio di tutte le persone che sono state arrestate sulle navi, ma a gran voce richiedono la fine del genocidio, la fine di ogni relazione commerciale e diplomatica con Israele, sanzioni chiare nei confronti di Israele, e l’autodeterminazione del popolo palestinese. Oggi la mobilitazione continua, ed è una mobilitazione globale, determinata, e che sventola la bandiera palestinese come una bandiera di giustizia globale. Qui una lista delle azioni tra oggi e domani previste in giro per il mondo SVEZIA Today short blockade of foreign ministry Tomorrow protest in several cities REGNO UNITO London Tomorrow, 2nd Oct – 5:30 PM Parliament Square rally (plus local actions). Edinburgh Glasgow x 2 Bristol Y Maes Caernafon Newcastle Leeds Walsall Birmingham IRLANDA Tomorrow, 2nd Oct – 5:00 PM Erskine House (rally + die-in). Cork – City Hall 2PM Dublin 12.30 The Dail Dublin UCD alla day Dublin – American Embassy 11AM Dublin – 6 pm Department of Health German Ambassadors residence 5pm Galway 8 30 am prospect hill Derry 8AM Sligo 5.30 PM GRECIA Athens – Now – In front of Ministry of Foreign Affairs. Athens – Tomorrow – Israeli Embassy. SPAIN Barcellona -Now – Opposite Israeli Consulate. Live stream Main universities Strike tomorrow. Barcellona Tomorrow, 2nd Oct – 6:00 PM official protest. PORTUGAL Tomorrow, 2nd Oct – Protests in 11 cities (6–7 PM). Lisbon – Israeli Embassy. POLAND Warsaw – Tomorrow, 2nd Oct – 2:00 PM Israeli Embassy. Warsaw – Tomorrow, 2nd Oct – 5:30 PM Ministry of Foreign Affairs. PAESI BASSI (THE HAGUE) Tomorrow, 2nd Oct – 4:00 PM Ministry of Foreign Affairs. TURCHIA Ankara – Now in front of American Consulate. Gaziantep – Now protest in main square. CIPRO (NICOSIA) Tomorrow, 2nd Oct – 6:30 PM Ministry of Foreign Affairs. COLOMBIA Bogotá – NOW, in front of ANDI. Medellín – 2nd Oct, 2:00 PM in front of ANDI. Cali – 2nd Oct, 3:00 PM in front of ANDI. GIORDANIA (AMMAN) Now – Parliament building. TUNISIA Now – the French Embassy Tomorrow- US embassy at 19:00 local time USA Baltimore – NOW, civilian port action. Washington DC – Today, protest. Seattle – Tomorrow PM. New Jersey – Civilian port action coming days. Los Angeles, Portland, Boston – Actions upcoming (TBD). More updates after meeting this evening. SVIZZERA Geneva and Lausanne – 1st of October, 21h30 Geneva – 2nd of october, 18h at place lise girardin. Will be joined by people from Lausanne, Neuchâtel and Fribourg. Zurich – 2nd of October, 19h30 Basel  2nd of October,1830h Zúrich 1930h BRASILE São Paulo – 5 p.m. at FFLCH-USP- Rio de Janeiro – 4 p.m. at IFCS-UFRJ Porto Alegre – 6 p.m. at FACED-UFRGS Federal District – 1 p.m. at Itamaraty São Luís – 5 p.m. at CCH/UFMA Belo Horizonte – 11 a.m. at FAFICH-UFMG Belém – 6 p.m. at Praça do Operário Fortaleza – 5 p.m. at Bosque da Letras UFC Pelotas 5 p.m. – Largo da Bola Imperatriz 6 p.m. – UEMASUL Divinópolis 5:30 p.m. – Praça da Rua São Paulo Se ne conosci altre scrivici a: dinamozine@gmail.com Foto di copertina di Marta D’avanzo L'articolo Un movimento globale per la Palestina proviene da DINAMOpress.
L’Osservatorio contro la militarizzazione sullo sciopero e manifestazione 4 ottobre
L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell’università è impegnato, insieme a tante realtà sociali, sindacali e politiche, a sostegno della Flotilla (a bordo della quale anche Stefano Bertoldi, un nostro attivista), pertanto si dichiara disponibile allo sciopero generale se la Flotta di aiuti umanitari sarà fermata dall’esercito Israeliano e alla manifestazione nazionale del 4 ottobre a Roma. Facciamo nostra la denuncia avanzata dai Giuristi democratici che in una nota hanno dimostrato la illegittimità dell’operato di Israele e il carattere genocida della guerra intrapresa contro il popolo palestinese. Mentre scriviamo non è dato sapere quale sarà l’accoglienza di Israele alla flotta di aiuti umanitari, dalle dichiarazioni in Parlamento del Ministro Crosetto e dalla nota del Presidente della Repubblica Mattarella si evince che il nostro paese si limiterà a scortare la Flotta verso le acque palestinesi (ma impropriamente definite israeliane) dopo gli attacchi subiti da parte di droni nel corso della navigazione. Non entriamo nel merito delle dichiarazioni del Governo perché non aggiungono elementi utili, perseverando nella solita narrazione ossia della legittimità di Israele di rispondere al terrorismo internazionale criticandone gli eccessi e la sproporzione tra offesa e difesa. Non una parola sul genocidio, sull’utilizzo di armi governate dalla intelligenza artificiale, non una parola sul Piano Trump in 21 punti che prevede in sostanza l’espulsione dei palestinesi dalla striscia di Gaza, una feroce pulizia etnica che andrebbe condannata e avversata senza reticenze di sorta. L’Osservatorio sarà presente a tutte le prossime mobilitazioni e nell’occasione ricordiamo la indizione di sciopero per il 4 novembre, una data simbolica per contrastare la cultura di guerra e il militarismo imperanti nelle scuole e nell’università. Alla luce degli ultimi eventi, sciopero del 22 settembre incluso, nei prossimi giorni promuoveremo una nuova assemblea on line aperta a chiunque voglia sostenere questa data di sciopero e di mobilitazione nell’ottica di rafforzare il movimento contro la guerra nel nostro Paese.
Genocidio palestinese: il solco fra società e governi
Il forte e crescente sostegno popolare nei confronti dei palestinesi, vittime del genocidio in atto, attraversa le città e i villaggi di gran parte del mondo. Al contempo cresce lo sdegno ed il distanziamento internazionale verso lo Stato d’Israele ed il suo governo razzista, assieme al boicottaggio economico, attraverso la campagna e la piattaforma BDS, che fornisce strumenti pratici per evitare di acquistare prodotti da ditte israeliane connesse o conniventi con lo Stato. Questa grande mobilitazione dal basso non trova però specchio, se non in minima parte, nell’impegno reale da parte delle istituzioni su ciò che sta accadendo a Gaza. Certo, ci sono stati numerosi municipi e regioni che hanno deliberato contro il genocidio e per il riconoscimento dello stato palestinese, hanno appeso la bandiera palestinese alle loro finestre, alcune università hanno interrotto collaborazioni con quelle israeliane, numerosissimi paesi stanno riconoscendo il diritto ad uno stato palestinese indipendente. Passi importanti, ma non di sostanza, di un’importanza tuttalpiù simbolica. Mentre si consuma il massacro genocida a Gaza, si evidenzia sempre di più il distacco fra società e governi, soprattutto in molti paesi europei, dove alla tracimante protesta popolare fa da contraltare l’immobilismo delle istituzioni pubbliche. Quel che accade attorno alla Global Sumud Flotilla è la cartina di tornasole di questo solco che si va approfondendo. Basti pensare che si il governo italiano ha inviato due navi militari nella zona di mare in cui sta viaggiando la flotta civile disarmata, ma ha badato a dichiarare che non hanno fini di scorta, ma esclusivamente di salvataggio in mare di eventuali feriti e naufraghi.  I governi europei appaiono sempre meno rappresentativi della reale posizione dei loro popoli. Comunque andranno poi le cose, la Flotilla ha già vinto la prima tappa: quella dell’uscire dall’anonimato e diventare un’entità civile internazionale degna di notizia e d’interesse politico. Sta coprendo, con la giusta audacia, lo spazio lasciato vuoto dai partiti, dando risalto alla forza disarmata della società che fa, agisce, senza aspettare l’inerzia degli Stati, o quella dell’ONU, paralizzato dalle grandi potenze.   La Sardegna sembra essere in prima fila nella mobilitazione a favore dei palestinesi e in sostegno alla Flotilla. Allo sciopero generale indetto con questi obiettivi il 22 settembre dall’Unione Sindacale di Base si è registrata una partecipazione senza precedenti, ma tutto il mese di settembre ha visto cortei per Gaza affollatissimi e chiassosi, letteralmente straripanti, in particolare a Cagliari, ma anche a Sassari e Nuoro, oltre che in numerosi comuni medio-piccoli. I sardi si sentono vicini ai palestinesi, non solo a causa di una nutrita presenza nell’isola di rifugiati palestinesi, ma anche per un’atavica solidarietà verso gli altri popoli vittime del colonialismo e dell’oppressione. Perché la Sardegna del colonialismo ha esperienza millenaria e, ancor oggi lo subisce come territorio stracolmo di basi militari, con continue esercitazioni, con poche industrie ma molto inquinanti, con le speculazioni turistiche e poi eoliche e fotovoltaiche, con il peso ambientale del gasdotto Therna, senza scordare quell’avamposto di morte fra Domusnovas e Iglesias, targato RWM. Giusto per dare un’idea. Quale popolo potrebbe comprendere meglio quello palestinese, dalla sponda nord del Mediterraneo, se non quello sardo? Vedremo come lo scollamento tra società civile e istituzioni dello Stato verrà gestita nel prossimo futuro dagli attori in causa. Ma l’urgenza su quanto accade ogni giorno in Palestina, ma anche in Sudan e in Ucraina, pone la politica di riarmo dell’Unione Europea in un cono d’ombra, fuori dal quale la sola luce a risplendere è quella delle azioni dal basso. Carlo Bellisai