ALEPPO: GLI JIHADISTI (ORA AL POTERE A DAMASCO) ASSEDIANO I QUARTIERI A MAGGIORANZA CURDA DI SHAYKH MAQSOOD E ASHRAFIYE
Calma tesa nel nord della Siria stamattina, martedì 7 ottobre, dopo una serata
di scontri tra forze governative – gli ex jihadisti ora riciclatisi al potere a
Damasco assieme ad Al Jolani – e forze militari rivoluzionarie (in particolare
YPG) che fanno riferimento al confederalismo democratico, curdo ma non solo, ad
Aleppo. Gli scontri armati hanno causato un numero ancora non precisato di
vittime e feriti. Nel mirino i quartieri di Shaykh Maqsood e Ashrafiye, a forte
maggioranza curda, dopo vivono secondo i dettami del confederalismo democratico
circa 500mila persone, di fatto in stato di assedio permanente.
Dopo 2 giorni di chiusura da parte dei governativi dei due quartieri, ieri sera
migliaia di persone sono scese in strada per manifestare, represse da
lacrimogeni e spari. Le truppe già jihadiste e ora cosiddette “governative”
hanno provato ad assaltare con i blindati i quartieri, respinti però dalle forze
democratiche curdosiriane Ora ad Aleppo regna però una calma tesa, con un
dispiegamento significativo di milizie jihadiste, che hanno chiuso le principali
vie d’accesso alle aree curde.
Scontri armati e colpi d’artiglieria incrociati pure a est di Aleppo, a Deir
Hafer, mentre l’inviato speciale Usa, Thomas Barrack, e il comandante Centcom,
l’ammiraglio Brad Cooper, hanno incontrato il comandante Fds, Mazlum Abdi, per
fare ripartire il processo dell’accordo di integrazione siglato a marzo tra le
autorità del Rojava e quelle, traballanti, al potere a Damasco, dove oggi – a
sorpresa – gli stessi Usa hanno messo attorno a un tavolo lo stesso Abdi e Al
Jolani, ora “presidente Sharaa”.
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L’aggiornamento su Radio Onda d’Urto con Tiziano Saccucci, Uiki Onlus. Ascolta
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L’Amministrazione Autonoma Democratica della Siria Settentrionale e Orientale
(Rojava) ha intanto rilasciato una dichiarazione scritta in merito agli attacchi
sferrati dalle forze affiliate al Governo provvisorio siriano nei quartieri di
Sheikh Maqsood e Ashrafiyah ad Aleppo.
L’Amministrazione ha descritto gli assalti come “una continuazione delle
politiche di oppressione e tirannia. In qualità di Amministrazione Autonoma
Democratica della Siria Settentrionale e Orientale, condanniamo gli attacchi
sferrati da gruppi affiliati al Governo Provvisorio Siriano contro i quartieri
di Sheikh Maqsoud e Ashrafiyeh. Questi attacchi costituiscono una palese
violazione dei diritti della popolazione di Afrin, che è stata costretta ad
abbandonare le proprie case e ora è soggetta a una severa repressione da parte
dei gruppi sotto il controllo del Governo Provvisorio”.
La dichiarazione aggiungeva: “Gli attacchi a Sheikh Maqsoud e Ashrafiyeh sono la
continuazione delle azioni razziste e delle politiche divisive perseguite dal
governo provvisorio. È chiaro che non hanno imparato nulla da ciò che è accaduto
lungo la regione costiera o a Sweida. Le stesse forze e la stessa mentalità
stanno trascinando la Siria verso una catastrofe e una rovina irreversibili.
Chiediamo quindi a tutti i siriani amanti della libertà e patriottici di essere
solidali con la nostra gente nei quartieri di Sheikh Maqsoud e Ashrafiyeh.
Esortiamo inoltre le forze democratiche siriane, le organizzazioni
internazionali e la comunità internazionale a porre fine alle politiche
perseguite dal governo provvisorio siriano.
Ciò che sta accadendo oggi conferma che non vi è alcun serio sforzo per trovare
una soluzione globale alle questioni nazionali irrisolte, ed è chiaro che alcune
parti continuano a fare affidamento sul linguaggio delle armi e del conflitto
interno invece che sul dialogo costruttivo e sugli sforzi congiunti per
costruire una Siria democratica e pluralistica per tutti”.
La dichiarazione continua: “Come Amministrazione Autonoma Democratica,
condanniamo fermamente questi attacchi e riteniamo gli aggressori responsabili
dei disastri umanitari e politici che ne derivano. Chiediamo al popolo della
Siria settentrionale e orientale di prendere una posizione nazionale e morale,
di stare al fianco dei nostri fratelli e sorelle di Sheikh Maqsoud e Ashrafiyeh
e di sostenere la loro legittima resistenza contro questi attacchi”.
L’Amministrazione Autonoma ha invitato “i popoli della Siria, in tutte le loro
componenti, a opporsi a chiunque cerchi di seminare discordia tra i popoli del
Paese e a garantire che le tragedie del passato non si ripetano mai più.
L’unica via per porre fine alla crisi siriana è la pace e una soluzione
democratica. Prendere di mira i civili e le zone sicure non porterà altro che
ulteriore distruzione”.