
La «bella» legge di Trump e i sacrifici bipartisan
Jacobin Italia - Wednesday, July 9, 2025
Circondato dai membri Repubblicani del Congresso, Donald Trump ha celebrato il 4 luglio firmando una legge per tagliare l’assistenza sanitaria e i sussidi alimentari a milioni di americani per finanziare i tagli alle tasse aziendali. I Democratici hanno risposto con indignazione morale, messaggi perbene e palese opportunismo politico.
Dopo che il leader della minoranza alla Camera Hakeem Jeffries si è espresso per oltre otto ore contro il disegno di legge, il Comitato per la Campagna congressuale Democratica ha risposto non contrapponendo una diversa morale, ma condividendo una lusinghiera foto di Jeffries con la didascalia: «Hakeem Jeffries è il leader che l’America merita». E poco dopo l’approvazione della legge, leader e opinionisti liberal hanno iniziato a incanalare l’indignazione pubblica nella strategia della loro campagna. La capogruppo Democratica alla Camera Katherine Clark ha dichiarato: «Il Progetto 2026 inizia oggi».
Jen Psaki, ex addetta stampa di Biden ora conduttrice della Msnbc, ha osservato che il disegno di legge «ricorda molto le elezioni di medio termine dell’ultima volta che Trump era presidente», ricordando come i Democratici abbiano guadagnato terreno nei distretti Repubblicani cavalcando l’ondata di reazioni negative alle politiche di Trump.
È così che spesso funziona oggi la politica Democratica: non come una forza che si oppone alla crudeltà, ma come una macchina per gestirla. Il partito tratta la sofferenza di massa non come una risorsa per il cambiamento, ma come carburante per le prossime elezioni. Mentre i Repubblicani hanno firmato questa specifica legge, la scomoda verità per i Democratici è che anche loro hanno contribuito a preparare il terreno per questa crudeltà attraverso decenni di logica di mercato bipartisan che ha smantellato la rete di sicurezza sociale.
Nessun equivoco: è innegabile che i Repubblicani siano i principali colpevoli. Come partito, da tempo considerano la povertà non un problema da risolvere, ma un fallimento morale da punire. Questo disegno di legge ribadisce questa logica, introducendo rigidi requisiti lavorativi per i servizi sociali di base, che stigmatizzano i poveri e limitano gli aiuti ai più disperati.
Si prevede che il risultato, approvato attraverso i ranghi del partito, eliminerà la copertura Medicaid per quasi 12 milioni di persone e taglierà drasticamente gli aiuti alimentari, in un momento in cui inflazione, precarietà abitativa e debito sanitario affliggono già le famiglie della working class in tutto il paese. È una dichiarazione che i poveri sono sacrificabili, che l’austerità è patriottica e che nell’America di Trump, la crudeltà è la parola d’ordine.
Trump avrebbe dovuto segnare la fine del consenso neoliberista. Aveva promesso di essere l’outsider dirompente che avrebbe distrutto l’ortodossia dell’establishment. Ma questa legge è una continuazione, seppur più spietata, dello stesso progetto che lui stesso aveva dichiarato di respingere. Per decenni, radicati nella Reaganomics, entrambi i partiti hanno sostenuto un modello di governo che tratta la povertà come un fallimento personale, i servizi pubblici come passività e la crescita del mercato come il bene supremo.
Eliminare quel poco che resta di quella rete di sicurezza per finanziare agevolazioni fiscali per i ricchi non è una deviazione dallo status quo bipartisan, ne è la logica conclusione. Mentre i ricchi e l’élite aziendale raccolgono miliardi di dollari in sussidi, le famiglie in difficoltà si troveranno ad affrontare dispense vuote, farmaci scaduti e scelte impossibili. È un ritorno alla logica più spietata della governance di mercato: affamare il pubblico per sfamare il privato.
E così facendo, svela qualcosa di più profondo: non solo un fallimento della politica, ma il fallimento di una classe politica che non crede più in nulla che vada oltre la sopravvivenza.
La rete di sicurezza sociale statunitense
Ciò che colpisce non è solo la crudeltà del disegno di legge; è che questo risultato è stato reso possibile da decenni di consenso bipartisan. Per anni, entrambi i partiti hanno trattato l’assistenza sanitaria non come un diritto, ma come una merce – qualcosa da gestire dal mercato, con il governo che agisce come partner delle assicurazioni private piuttosto che come garante dell’assistenza.
Invece di affrontare un modello basato sul profitto, i Democratici si sono uniti ai Repubblicani nel concentrarsi su soluzioni basate sul mercato che preservino il primato dell’assicurazione sanitaria privata. L’Affordable Care Act, spesso acclamato come il risultato più significativo del Presidente Barack Obama, ne è un esempio lampante. Presentato come un’importante espansione dell’assistenza sanitaria, in realtà si è trattato di un accordo pubblico-privato elaborato in consultazione con il settore assicurativo.
L’opzione pubblica, inizialmente sostenuta da Obama e da molti Democratici, è stata abbandonata dopo la feroce opposizione di stakeholder aziendali come l’American Medical Association, un potente gruppo di pressione dei medici. Al contrario, le compagnie assicurative hanno ottenuto nuovi clienti, i loro profitti sono stati protetti e il potere strutturale del settore privato è rimasto sostanzialmente incontestato.
E nonostante le insistenti richieste di adottare una versione di assistenza sanitaria universale, Joe Biden ha reso inequivocabile la sua posizione sul Medicare for All durante la sua campagna presidenziale del 2020. «Se riuscissero a far passare [Medicare for All] per miracolo… allora bisognerebbe considerare i costi – ha detto – Voglio sapere, come hanno trovato 35 miliardi di dollari? Cosa stanno facendo? Aumenteranno significativamente le tasse sulla classe media?». Ha proseguito: «Porrei il veto su qualsiasi cosa che ritardi la fornitura della sicurezza e della certezza di un’assistenza sanitaria disponibile ora». In un paese in cui il debito sanitario è la principale causa di bancarotta, Biden non ha messo in discussione il costo del sistema attuale; lo ha difeso.
In base a questa visione del mondo, l’assicurazione basata sul mercato è la norma per la maggior parte degli americani, mentre Medicaid è riservato a chi vive in condizioni di povertà estrema. Il Big Beautiful Bill di Trump è particolarmente crudele non perché rappresenti un’eccezione, ma perché è il risultato di un consenso bipartisan che si rifiuta di trattare l’assistenza sanitaria e altri beni di prima necessità per una vita dignitosa come servizi pubblici.
Questo disegno di legge taglia il Medicaid e il Programma di assistenza nutrizionale supplementare (Snap) imponendo requisiti lavorativi più severi, nonostante decenni di prove dimostrino che queste norme contribuiscono poco a migliorare l’occupazione e danneggiano in modo sproporzionato le persone con disabilità, i caregiver e chi ha un lavoro precario. Queste stesse misure punitive erano state promosse durante l’era Clinton.
E anziché mettere in discussione l’idea che l’assistenza sanitaria debba essere guadagnata con il lavoro, il disegno di legge la rafforza, riecheggiando la verifica dei mezzi e la logica di mercato dell’Affordable Care Act. Entrambi i partiti hanno accettato un quadro normativo in cui solo i più poveri meritano assistenza, e anche in quel caso, solo sotto sorveglianza. La crudeltà di Trump è certamente peggiore, ma l’architettura è stata costruita molto prima del suo insediamento.
Ciò che raramente viene menzionato dai leader politici è quanto sia diventata difficile la vita per la working class. Per un adulto single che vive nella settima contea più povera degli Stati uniti – la contea di Holmes, Mississippi – l’Economic Policy Institute stima un reddito minimo di circa 42.440 dollari all’anno. Al contrario, il reddito familiare mediano è di soli 28.818 dollari.
L’Affordable Care Act imponeva agli Stati di estendere l’ammissibilità a Medicaid per gli adulti con un reddito fino al 138% della soglia federale di povertà, ovvero circa 20.780 dollari a persona o 35.630 dollari per una famiglia di tre persone. La legge è solo leggermente più generosa per donne incinte, bambini, anziani e disabili. Queste condizioni – soggette a verifica dei mezzi, complesse e specifiche per ogni Stato – sono la silenziosa realtà della rete di sicurezza sociale americana: un sistema frammentato che costringe le persone a dimostrare di essere abbastanza povere da meritare assistenza, lasciando milioni di persone appena al di sopra della soglia a cavarsela da sole in un mercato predatorio.
Eppure questa crudeltà strutturale raramente entra nel dibattito politico mainstream. I Democratici continuano invece a difendere un sistema che hanno contribuito a progettare, trattando modeste espansioni come vittorie morali ed evitando di fare i conti con il loro costo umano. Abbiamo già visto cosa può fare un approccio più espansivo alla rete di sicurezza sociale. Durante la pandemia, l’American Rescue Plan dell’amministrazione Biden ha rafforzato l’accesso all’assistenza sanitaria, all’assistenza alimentare e ad altri supporti finanziari come il Child Tax Credit. Di conseguenza, la povertà infantile è diminuita del 30%.
Questo avrebbe potuto essere l’inizio di qualcosa di diverso, di migliore. Ma questi progressi sono stati trattati come eccezioni di emergenza, non come una nuova base di partenza. Quando la crisi sanitaria si è placata, anche l’ambizione si è placata. Con la scadenza dell’ampliato Child Tax Credit, altri 3,7 milioni di bambini sono caduti in povertà. Lo scongelamento delle iscrizioni a Medicaid ha portato a un incubo burocratico, con la conseguente cancellazione dal programma di oltre 25 milioni di persone.
La situazione di povertà negli Usa non è mai stata considerata un’emergenza in sé, ma solo un problema da gestire quando ha minacciato la stabilità politica.
Ora, mentre i Repubblicani tagliano il Medicaid e gli aiuti alimentari, i Democratici piangono la perdita di una rete di sicurezza sociale che loro stessi si sono rifiutati di ampliare in modo significativo quando ne hanno avuto la possibilità.
Complicità mascherata da strategia
La verità è che al Partito democratico non mancano le idee: manca la volontà. Più specificamente, gli manca il coraggio politico di svincolarsi dalla sua schiacciante dipendenza dal denaro sporco di donatori aziendali che traggono enormi profitti dallo status quo.
Ad esempio, il settore assicurativo privato ricava enormi profitti da cure inaccessibili e debiti sanitari. Inoltre, rimane profondamente radicato nell’infrastruttura politica del partito. Nelle ultime due tornate elettorali presidenziali, le aziende farmaceutiche hanno erogato più fondi ai Democratici che ai Repubblicani.
A loro volta, i leader Dem continuano a difendere un sistema fondato su frammentazione, privatizzazione e precarietà. Programmi come Medicaid vengono trattati come il limite massimo della responsabilità del governo, non come il limite minimo. Il risultato è una classe politica che si rifiuta di affrontare la causa principale di enormi sofferenze.
Parte del progetto politico dei Democratici nell’era di Trump è stato quello di definirlo come l’unica fonte del male politico, piuttosto che un sintomo del marciume più profondo creato da decenni di austerità bipartisan. In questa prospettiva, Trump diventa l’aberrazione e i Democratici gli adulti responsabili presenti nella stanza.
Riforme strutturali come Medicare for All vengono liquidate come troppo divisive o irrealistiche, nonostante il 63% degli adulti statunitensi affermi che il governo ha la responsabilità di fornire copertura sanitaria a tutti. Nel frattempo, solo il 30% degli statunitensi ha attualmente un’opinione favorevole dei Democratici al Congresso.
La discrepanza non potrebbe essere più evidente: il partito insiste sulla cautela e sull’incremento graduale, anche se l’opinione pubblica chiede qualcosa di più audace e umano.
Sì, il Partito repubblicano è crudele. Questa legge ne è la prova: un atto deliberato di violenza mascherato da un marchio patriottico, approvato in una festività che celebra la libertà. Privare milioni di persone di cibo e cure mediche non è governo, è punizione. E rivela la convinzione di lunga data del Partito repubblicano che i poveri debbano essere disciplinati, non sostenuti; che la sopravvivenza debba essere guadagnata, non garantita.
Ma i Democratici hanno contribuito a costruire il sistema in cui questa crudeltà è possibile. Hanno trattato la scarsità della rete di sicurezza non come un’emergenza, ma come la norma. Agitano i bordi di un sistema in rovina, per poi mostrarsi sconvolti quando i Repubblicani ne infrangono le fondamenta. Questa non è un’opposizione significativa: è una collaborazione decennale nella gestione del declino.
Durante il fine settimana festivo, i fuochi d’artificio hanno illuminato il cielo, mentre milioni di persone si preparavano alla perdita dell’assistenza sanitaria e degli aiuti alimentari. Il Comitato per la Campagna Democratica al congresso ha risposto non con indignazione o visioni alternative, ma con grafici, evidenziando quali Repubblicani incolpare, quali seggi ribaltare, quale messaggio testare successivamente.
I Democratici ci hanno mostrato chi sono: un partito che difende la macchina del declino in modo più elegante. Preservano i termini di un consenso bipartisan che punisce i poveri e protegge i potenti. Non lottano per la trasformazione. Non offrono una visione di giustizia. Offrono una versione più silenziosa dello stesso abbandono.
Questa non è resistenza. È complicità mascherata da strategia. E nessuno dovrebbe essere incoraggiato a sostenerla.
*Evelyn Quartz ha lavorato in uno staff di Capitol Hill. Questo articolo, uscito su JacobinMag, è stato pubblicato per la prima volta da Lever, una pluripremiata redazione indipendente di giornali investigativi. La traduzione è a cura della redazione.
L'articolo La «bella» legge di Trump e i sacrifici bipartisan proviene da Jacobin Italia.