
Un lago che chiede aiuto
Pressenza - Friday, July 11, 2025Chi osserva il Sebino dalla riva, potrebbe restare incantato dalla sua bellezza. Ma sotto il velo d’acqua, il lago racconta un’altra verità: quella di un ecosistema fragile, minacciato e ormai in disequilibrio.
A lanciare l’allarme, da anni, è un gruppo di subacquei tecnici volontari: i North Central Divers (NCD). Ventidue membri, uniti da una passione per le immersioni ma guidati da una missione molto più ampia: proteggere e monitorare scientificamente le acque interne, a partire proprio dal Lago d’Iseo.
I rilievi trimestrali sulla salute dell’acqua si svolgono alle stazioni della Galleria del Corno di Predore, in provincia di Bergamo, e da lì parte ogni immersione sul Nautilus, la barca laboratorio. Caricano bombole, scooter subacquei, sensori ambientali e datalogger. Ma più che un’avventura sportiva, il loro è un lavoro scientifico sistematico, con una struttura metodica che ricorda quella dei ricercatori universitari.
Project Baseline: scienza nei fondali
I North Central Divers sono affiliati a Project Baseline, un programma internazionale di Global Underwater Explorers (GUE) che mira a documentare nel tempo lo stato di salute degli ambienti acquatici. Ogni immersione è una raccolta di dati: temperatura, visibilità, presenza di ossigeno disciolto, che rappresenta il vero indicatore vitale del lago.
Un esempio? A 34 metri di profondità, i sub hanno registrato 6,94 mg/l di ossigeno disciolto, contro i 9 mg/l di appena 18 metri più in alto. Un dato inquietante: il lago, in profondità, fatica a respirare. Da quasi vent’anni, inoltre, il Sebino non registra più una completa inversione termica stagionale, un processo naturale che permetteva l’ossigenazione anche degli strati profondi.
«È come se il lago si fosse fermato», raccontano i NCD. «L’acqua stagnante resta intrappolata sul fondo, con tutto il suo carico di sedimenti e inquinanti. E così la vita fatica a sopravvivere».
Oltre il monitoraggio: reti fantasma e rifiuti sommersi
Ma il lavoro dei North Central Divers non si ferma alla ricerca scientifica. L’altra loro grande missione è la rimozione dei cosiddetti “ghost gear”, le reti da pesca abbandonate che continuano a imprigionare pesci e rilasciare microplastiche per anni. Con il progetto Ghost Diving, i sub hanno recuperato 28 reti killer nei fondali del Sebino e del Garda. Nel 2025, l’impegno si è ampliato con la nascita di Ghost Diving Lombardy Lakes, un’iniziativa che estende ufficialmente le operazioni a tutti i laghi lombardi.
«Le reti fantasma non sono solo trappole invisibili per la fauna», spiega il team. «Si degradano lentamente e rilasciano micro e nanoplastiche, che entrano nella catena alimentare anche delle acque dolci. È un problema che non possiamo più ignorare».
A questa attività si affianca il progetto Fondali Puliti, che si occupa del recupero di rifiuti sommersi: copertoni, bottiglie, oggetti metallici. E anche in questo caso, l’impegno è totale: dalla bonifica dei fondali alla sensibilizzazione nelle scuole, fino alle “Giornate del Lago”, veri e propri laboratori educativi per i più giovani.
Dietro ogni immersione, una missione
Cosa spinge un gruppo di subacquei a operare in condizioni spesso difficili, in acque torbide, con visibilità ridotta e carichi di lavoro pesanti? La risposta non è l’adrenalina, ma la responsabilità scientifica e ambientale.
Dietro ogni immersione c’è un metodo rigoroso: un sub gestisce i sensori e le riprese video, un altro raccoglie campioni, un terzo garantisce la sicurezza. Tutto è documentato, tutto è misurato. Ogni dato raccolto racconta una verità scomoda sullo stato di salute del lago.
Ora i NCD guardano avanti: vogliono mappare l’ossigeno disciolto fino a 100 metri di profondità, una sfida tecnica complessa ma indispensabile per avere un quadro realistico delle condizioni del Sebino.
Un modello per l’Italia (e non solo)
In un’epoca in cui il cambiamento climatico e l’inquinamento mettono sotto pressione gli ecosistemi, il lavoro dei North Central Divers rappresenta un modello replicabile. Non solo come esempio di citizen science – scienza partecipata – ma come integrazione virtuosa tra passione sportiva, impegno civile e rigore scientifico.
Non sono eroi solitari, né ambientalisti improvvisati. Sono tecnici formati, subacquei esperti, operatori ambientali, che scelgono di spendere tempo e risorse per proteggere un bene comune. E, soprattutto, per dare voce a un lago che non può parlare, ma che ha urgente bisogno di essere ascoltato.
L’urgenza dell’invisibile
Il Lago d’Iseo è un ecosistema delicato, come tanti altri bacini alpini e prealpini italiani. La sua salute non è solo una questione ambientale: è una questione culturale, sociale ed economica. E i North Central Divers lo sanno bene.
Ogni immersione è una testimonianza. Ogni dato, un segnale d’allarme. E ogni rete recuperata o rifiuto rimosso è un passo in più verso una nuova consapevolezza collettiva: quella che ciò che non si vede, non è meno importante. Anzi, è proprio lì che spesso si gioca il destino di un intero territorio.
Per maggiori informazioni sulle attività di North Central Divers:
https://projectbaseline.org/currently-active-teams/
https://www.ncdivers.it/fondali-puliti/