
Avanza la campagna per il ritiro dei prodotti israeliani dagli scaffali della grande distribuzione
Pressenza - Tuesday, July 8, 2025È di questi giorni il comunicato stampa di Coop Alleanza 3.0 che annuncia la decisione di sospendere il commercio dei prodotti israeliani nei propri negozi e di proporre alla vendita la Gaza Cola, fornita da una casa produttrice palestinese, il cui ricavato andrà a finanziare la ricostruzione dell’ospedale Al Karama di Gaza. Alleanza 3.0 è stata la prima Coop ad ufficializzare la presa di posizione a mezzo stampa, una decisione che era già stata anticipata a voce nelle assemblee di bilancio separate 2025. Nelle analoghe assemblee di bilancio 2025, separate e generali, anche i dirigenti di UniCoop Firenze e UniCoop Tirreno avevano annunciato la cessazione dei rapporti con le aziende israeliane, con il plauso delle centinaia di socie e soci presenti, resa nota a mezzo stampa dai soci stessi.
Come RETE “No ai prodotti israeliani nella Grande Distribuzione” esprimiamo soddisfazione per questa decisione, che risponde alle richieste di soci/e COOP portate avanti per un anno intero con lettere alla direzione delle tre COOP, raccolta firme, comunicati stampa. La richiesta era che, di fronte al genocidio in Palestina, tutte le COOP ritirassero i prodotti israeliani per coerenza con il loro Codice Etico, che esige dai fornitori il rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale e della sostenibilità ambientale.
L’Italia non è sola in questa azione, infatti Il 24 giugno anche Co-op UK ha annunciato la decisione di “interrompere i rapporti di approvvigionamento con i Paesi in cui si verificano abusi dei diritti umani a livello comunitario riconosciuti a livello internazionale e violazioni del diritto internazionale”, dando seguito alle risoluzione dell’ Assemblea dei Soci dello scorso maggio che raccomandava di togliere i prodotti israeliani dagli scaffali.
La scelta etica di COOP Alleanza 3.0 di rendere nota la sua decisione ha sollevato molti consensi ma naturalmente anche reazioni critiche, con motivazioni che ripetono un modello ormai stantio, a cominciare dalle accuse di antisemitismo da parte ad esempio della comunità ebraica di Milano. C’è stata anche una sconcertante presa di posizione interna allo stesso mondo COOP, e in particolare dell’ANCC (organo politico-istituzionale), che ripete una motivazione che era stata data a soci e socie già molte volte: la COOP non boicotta.
In risposta a queste due prese di posizione, riteniamo necessario ribadire che la critica a uno Stato che commette genocidio non può essere definita antisemitismo: Israele è responsabile di genocidio per quello che fa, non per l’origine di una parte dei suoi abitanti.
Per quanto riguarda il boicottaggio, in nessuna parte del comunicato di COOP Alleanza 3.0 si parla di boicottaggio, si parla di scelta etica, in linea con un Codice Etico che rappresenta i valori fondativi del sistema cooperativo.
E questa era stata anche la richiesta di soci e socie: il boicottaggio è azione dei consumatori e delle consumatrici, la scelta dei fornitori su base etica è responsabilità dell’impresa.
Nel suo ultimo rapporto, del primo luglio 2025, la Relatrice Speciale per i Diritti Umani nei territori palestinesi occupati Francesca Albanese, dopo aver analizzato le responsabilità di tutto il sistema produttivo, esorta “i sindacati, gli avvocati, la società civile e i cittadini comuni a fare pressione per boicottare, disinvestire, imporre sanzioni, per ottenere giustizia per la Palestina e per far valere le proprie responsabilità a livello internazionale e nazionale; insieme possiamo porre fine a questi crimini indicibili”.
Riteniamo che la decisione di Coop Alleanza 3.0, così come la nostra richiesta, risponda in pieno a quest’appello, perché si assume la responsabilità di una scelta etica.
E in questo momento storico una scelta etica e responsabile è assolutamente necessaria: ricordiamo che già a gennaio 2024 la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja aveva dichiarato plausibile l’accusa di genocidio mossa dallo Stato del Sudafrica, imponendo a Israele di prendere misure di prevenzione, in particolare garantendo l’accesso al cibo, all’acqua, alle medicine. Da allora abbiamo visto invece la distruzione totale di Gaza, l’assassinio mirato di bambini, giornalisti, personale sanitario e di soccorso. Da mesi Israele ha posto un blocco agli aiuti, portando la popolazione a soffrire la fame e la sete: tutti crimini atroci e violazioni del diritto internazionale. Adesso vediamo che ogni giorno vengono uccise dall’esercito israeliano decine di persone che vengono a cercare cibo nelle trappole omicide chiamate luoghi di distribuzione degli aiuti. Un recente rapporto del quotidiano israeliano Haaretz conferma l’intenzionalità di queste stragi, citando soldati israeliani che confermano di aver ricevuto l’ordine di sparare contro folle di richiedenti aiuto disarmati. “È un campo di sterminio”, ha detto un soldato.
A COOP Alleanza 3.0 che ha comunicato pubblicamente la sua decisione, rispettosa del Codice Etico, va il nostro ringraziamento e il nostro pieno sostegno. Chiediamo anche a UniCoop Firenze e UniCoop Tirreno di ufficializzare con un comunicato la loro posizione, già concretizzata con l’eliminazione dei prodotti Israeliani dai loro negozi e, da parte di Unicoop Firenze, anche con iniziative a sostegno dei rifugiati palestinesi in Toscana.
Invitiamo tutte le altre COOP a imitare l’esempio di Coop Alleanza 3.0, Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno: sappiamo che i loro soci e socie lo stanno chiedendo, e invitiamo tutte e tutti a sostenere questa richiesta.
Chiediamo anche a tutto il mondo intellettuale, culturale e politico di sostenere questa scelta etica: è il momento per tutte e tutti di fare scelte etiche e coraggiose. Chiediamo a tutte le istituzioni (Regioni, Comuni, Università) di interrompere tutti i rapporti commerciali di cooperazione di ogni tipo con lo stato genocida di Israele.
Invitiamo anche consumatori e consumatrici a esigere da tutta la Grande Distribuzione una presa di posizione chiara e rispettosa dei diritti umani e dei diritti dei popoli, firmando la nostra petizione diretta a tutte le imprese: c’è ancora molto lavoro da fare.
Petizione · DICIAMO NO AI PRODOTTI ISRAELIANI NEI NOSTRI SUPERMERCATI. FERMIAMO IL
GENOCIDIO! – Italia · Change.org
contatti: retecampagnaGD@gmail.com