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Avanza la campagna per il ritiro dei prodotti israeliani dagli scaffali della grande distribuzione
È di questi giorni il comunicato stampa di Coop Alleanza 3.0 che annuncia la decisione di sospendere il commercio dei prodotti israeliani nei propri negozi e di proporre alla vendita la Gaza Cola, fornita da una casa produttrice palestinese, il cui ricavato andrà a finanziare la ricostruzione dell’ospedale Al Karama di Gaza. Alleanza 3.0 è stata la prima Coop ad ufficializzare la presa di posizione a mezzo stampa, una decisione che era già stata anticipata a voce nelle assemblee di bilancio separate 2025. Nelle analoghe assemblee di bilancio 2025, separate e generali, anche i dirigenti di UniCoop Firenze e UniCoop Tirreno avevano annunciato la cessazione dei rapporti con le aziende israeliane, con il plauso delle centinaia di socie e soci presenti, resa nota a mezzo stampa dai soci stessi. Come RETE “No ai prodotti israeliani nella Grande Distribuzione” esprimiamo soddisfazione per questa decisione, che risponde alle richieste di soci/e COOP portate avanti per un anno intero con lettere alla direzione delle tre COOP, raccolta firme, comunicati stampa. La richiesta era che, di fronte al genocidio in Palestina, tutte le COOP ritirassero i prodotti israeliani per coerenza con il loro Codice Etico, che esige dai fornitori il rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale e della sostenibilità ambientale. L’Italia non è sola in questa azione, infatti Il 24 giugno anche Co-op UK ha annunciato la decisione di “interrompere i rapporti di approvvigionamento con i Paesi in cui si verificano abusi dei diritti umani a livello comunitario riconosciuti a livello internazionale e violazioni del diritto internazionale”, dando seguito alle risoluzione dell’ Assemblea dei Soci dello scorso maggio che raccomandava di togliere i prodotti israeliani dagli scaffali. La scelta etica di COOP Alleanza 3.0 di rendere nota la sua decisione ha sollevato molti consensi ma naturalmente anche reazioni critiche, con motivazioni che ripetono un modello ormai stantio, a cominciare dalle accuse di antisemitismo da parte ad esempio della comunità ebraica di Milano. C’è stata anche una sconcertante presa di posizione interna allo stesso mondo COOP, e in particolare dell’ANCC (organo politico-istituzionale), che ripete una motivazione che era stata data a soci e socie già molte volte: la COOP non boicotta. In risposta a queste due prese di posizione, riteniamo necessario ribadire che la critica a uno Stato che commette genocidio non può essere definita antisemitismo: Israele è responsabile di genocidio per quello che fa, non per l’origine di una parte dei suoi abitanti. Per quanto riguarda il boicottaggio, in nessuna parte del comunicato di COOP Alleanza 3.0 si parla di boicottaggio, si parla di scelta etica, in linea con un Codice Etico che rappresenta i valori fondativi del sistema cooperativo. E questa era stata anche la richiesta di soci e socie: il boicottaggio è azione dei consumatori e delle consumatrici, la scelta dei fornitori su base etica è responsabilità dell’impresa. Nel suo ultimo rapporto, del primo luglio 2025, la Relatrice Speciale per i Diritti Umani nei territori palestinesi occupati Francesca Albanese, dopo aver analizzato le responsabilità di tutto il sistema produttivo, esorta “i sindacati, gli avvocati, la società civile e i cittadini comuni a fare pressione per boicottare, disinvestire, imporre sanzioni, per ottenere giustizia per la Palestina e per far valere le proprie responsabilità a livello internazionale e nazionale; insieme possiamo porre fine a questi crimini indicibili”. Riteniamo che la decisione di Coop Alleanza 3.0, così come la nostra richiesta, risponda in pieno a quest’appello, perché si assume la responsabilità di una scelta etica. E in questo momento storico una scelta etica e responsabile è assolutamente necessaria: ricordiamo che già a gennaio 2024 la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja aveva dichiarato plausibile l’accusa di genocidio mossa dallo Stato del Sudafrica, imponendo a Israele di prendere misure di prevenzione, in particolare garantendo l’accesso al cibo, all’acqua, alle medicine. Da allora abbiamo visto invece la distruzione totale di Gaza, l’assassinio mirato di bambini, giornalisti, personale sanitario e di soccorso. Da mesi Israele ha posto un blocco agli aiuti, portando la popolazione a soffrire la fame e la sete: tutti crimini atroci e violazioni del diritto internazionale. Adesso vediamo che ogni giorno vengono uccise dall’esercito israeliano decine di persone che vengono a cercare cibo nelle trappole omicide chiamate luoghi di distribuzione degli aiuti. Un recente rapporto del quotidiano israeliano Haaretz conferma l’intenzionalità di queste stragi, citando soldati israeliani che confermano di aver ricevuto l’ordine di sparare contro folle di richiedenti aiuto disarmati. “È un campo di sterminio”, ha detto un soldato. A COOP Alleanza 3.0 che ha comunicato pubblicamente la sua decisione, rispettosa del Codice Etico, va il nostro ringraziamento e il nostro pieno sostegno. Chiediamo anche a UniCoop Firenze e UniCoop Tirreno di ufficializzare con un comunicato la loro posizione, già concretizzata con l’eliminazione dei prodotti Israeliani dai loro negozi e, da parte di Unicoop Firenze, anche con iniziative a sostegno dei rifugiati palestinesi in Toscana. Invitiamo tutte le altre COOP a imitare l’esempio di Coop Alleanza 3.0, Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno: sappiamo che i loro soci e socie lo stanno chiedendo, e invitiamo tutte e tutti a sostenere questa richiesta. Chiediamo anche a tutto il mondo intellettuale, culturale e politico di sostenere questa scelta etica: è il momento per tutte e tutti di fare scelte etiche e coraggiose. Chiediamo a tutte le istituzioni (Regioni, Comuni, Università) di interrompere tutti i rapporti commerciali di cooperazione di ogni tipo con lo stato genocida di Israele. Invitiamo anche consumatori e consumatrici a esigere da tutta la Grande Distribuzione una presa di posizione chiara e rispettosa dei diritti umani e dei diritti dei popoli, firmando la nostra petizione diretta a tutte le imprese: c’è ancora molto lavoro da fare. Petizione · DICIAMO NO AI PRODOTTI ISRAELIANI NEI NOSTRI SUPERMERCATI. FERMIAMO IL GENOCIDIO! – Italia · Change.org contatti: retecampagnaGD@gmail.com Redazione Italia
Soci Coop soddisfatti per il ritiro dei prodotti israeliani dai suoi scaffali
Accogliamo con soddisfazione la decisione di Coop Alleanza 3.0 di ritirare i prodotti israeliani, in coerenza con il proprio Codice Etico e il rispetto dei diritti umani. Tale scelta risponde alle gravi violazioni compiute da Israele a Gaza, documentate da organizzazioni internazionali. Ringraziamo i soci e le socie che hanno firmato la lettera online alla Presidenza Coop e la petizione alla Grande Distribuzione su Change.org*, contribuendo a questo risultato con il loro intervento nelle assemblee Coop. Invitiamo ora tutta la Grande Distribuzione a seguire lo stesso esempio. Come attivist* dell’iniziativa “Soci/e Coop per la Palestina” e della Rete Interregionale  “No ai prodotti israeliani nei nostri supermercati”, esprimiamo la nostra soddisfazione per la decisione di COOP Alleanza 3.0 di ritirare i prodotti israeliani dai suoi scaffali, in linea con le scelte di Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno. Coop Alleanza 3.0 dimostra così coerenza con il proprio Codice Etico e rispetto dei valori fondativi del movimento cooperativo: la spesa etica non può essere infatti compito solo dei consumatori, che sono liberi di boicottare, ma anche responsabilità dell’impresa, che deve garantire il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale nella scelta dei fornitori dei prodotti che mette in vendita sui propri scaffali. Accogliamo quindi con favore la scelta di ritirare non solo i prodotti alimentari, ma anche quelli di Sodastream, multinazionale israeliana più volte segnalata dalle organizzazioni umanitarie per violazioni dei diritti umani. Le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale da parte di Israele sono oggi evidenti: la distruzione completa delle condizioni di vita del popolo di Gaza, gli attacchi mirati a ospedali, scuole, infrastrutture vitali, l’uccisione mirata di bambini/e, giornalisti/e, personale sanitario e di soccorso. E in questi giorni stiamo assistendo al blocco degli aiuti umanitari che mira ad affamare la popolazione intera di Gaza. Ogni giorno sono uccise decine di persone affamate, mentre vanno a cercare per sé e le proprie famiglie quel poco cibo che viene distribuito in punti lontanissimi dalle loro tende. Alla scelta etica di COOP Alleanza 3.0 hanno sicuramente contribuito numerosi/e  soci/e – attiviste/i che hanno firmato la lettera online alla Presidenza COOP e la petizione alla Grande Distribuzione su Change.org e che hanno partecipato a molte Assemblee Separate di Bilancio nel 2024 e 2025: un’azione che ha consentito non solo di informare i/le soci/e, ma anche di sensibilizzare la Dirigenza di COOP Alleanza 3.0. Un ringraziamento sentito a tutte le persone che si sono attivate in quest’ultimo anno in diverse regioni per far sentire la propria voce. Respingiamo anche ogni accusa di seminare odio e diffondere antisemitismo: un’accusa assolutamente priva di fondamento sia per quanto riguarda COOP Alleanza 3.0 che nei confronti dell’iniziativa Soci/e Coop per la Palestina. In questo momento così drammatico per il popolo di Gaza e di fronte a fatti così atroci, prendere posizione e rifiutare ogni forma di complicità è un dovere etico fondamentale, come cittadine e cittadini, come istituzioni, come imprese e come esseri umani a prescindere da ogni appartenenza. Invitiamo ora consumatori e consumatrici a esigere da tutta la Grande Distribuzione una presa di posizione chiara e rispettosa dei diritti umani e dei diritti dei popoli, firmando la nostra petizione diretta a tutte le imprese: c’è ancora molto lavoro da fare. Soci/e Coop per la Palestina Rete Interregionale  “No ai prodotti israeliani nei nostri supermercati” https://www.change.org/p/diciamo-no-ai-prodotti-israeliani-nei-nostri-supermercati-fermiamo-il-genocidio Redazione Italia
Le farmacie comunali a Sesto Fiorentino smetteranno di vendere prodotti israeliani
Riportiamo il post pubblicato su Facebook da Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino, con l’augurio che altre amministrazioni seguano il suo esempio. Viviamo in un tempo terribile in cui spesso ci sentiamo persi, disarmati ma con la voglia di prendere posizione, di fare sentire la nostra voce. Ma allora da dove ripartire? Come far sentire il nostro peso, seppur piccolo, rispetto alle vicende tragiche che vive il mondo? Io ho la mia opinione: conta tutto quello che facciamo come individui, ma soprattutto come comunità. E se il nostro governo, l’Europa e parte della comunità internazionale non isolano il governo di Netanyahu, allora tocca a noi fare la nostra parte, anche attraverso scelte quotidiane. Il boicottaggio, la pressione economica sul governo israeliano è lo strumento pacifico più potente che abbiamo contro il genocidio a Gaza e come Comune di Sesto Fiorentino abbiamo deciso di utilizzarlo per far sentire il nostro grido di dolore. Per questo le farmacie comunali a Sesto Fiorentino smetteranno di vendere prodotti che provengono o sono legati ad Israele, come forma di pressione economica che si unisce a tante altre campagne di boicottaggio simili in Italia e nel mondo, fino a che il rispetto del diritto internazionale non verrà ripristinato. Goccia a goccia si scava la pietra.     Redazione Toscana
Unicoop Firenze rinuncia ai prodotti israeliani. La campagna portata avanti da socie e soci Coop, ha vinto
“Questo genocidio viene commesso a causa della terra, per la terra. Israele vuole la terra senza i palestinesi. E per i palestinesi rimanere sulla terra fa parte di ciò che sono come popolo. Ecco perché lo chiamo genocidio di … Leggi tutto L'articolo Unicoop Firenze rinuncia ai prodotti israeliani. La campagna portata avanti da socie e soci Coop, ha vinto sembra essere il primo su La Città invisibile | perUnaltracittà | Firenze.