Fermiamo la guerra e la logistica di guerra

Pressenza - Sunday, June 29, 2025

Nel pomeriggio di venerdì 27 giugno in piazza Bottini, davanti alla Stazione di Lambrate a Milano, si è svolta la terza “Tenda contro la guerra e la logistica di guerra” promossa da alcune delle realtà, gruppi, comitati e partiti che sono attivi a Milano e in particolar modo nella zona 3. Abbiamo scelto di fare il presidio a Lambrate perché è uno snodo ferroviario e punto di passaggio di centinaia di pendolari (lavoratori e studenti) tra fermata della metropolitana e mezzi di superficie. 

Siamo partiti da due dati di fatto per organizzare questa Tenda contro la guerra.

Il primo è l’accordo siglato fra Leonardo e Rete Ferroviaria Italiana nel 2024 per la Mobilità Militare, accordo con il quale le due aziende si sono impegnate ad adeguare il trasporto ferroviario al transito di armamenti. Il secondo è l’evoluzione di quell’accordo e la mobilitazione dei lavoratori del settore ferroviario, portuale e aeroportuale che non vogliono essere complici della guerra e del genocidio del popolo palestinese, mobilitazione che nel mese di giugno si è espressa in una serie di importanti vittorie. La sottomissione a USA e NATO si esprime nell’impegno che il governo Meloni ha sottoscritto di impegnare il 5% del Pil mentre per ospedali, scuole, sicurezza sui posti di lavoro, manutenzione stradale e ambientale ecc. i soldi non ci sono mai. Tutto questo in violazione, di fatto, della Costituzione del 1948.

Il bilancio è molto positivo: la contrarietà alla guerra e alle sue conseguenze devastanti è un sentimento condiviso dalle masse popolari del nostro paese, lo dimostra la partecipazione di chi ha sfidato il caldo torrido di questi giorni a Milano. Tanti i passanti, i pendolari, lavoratori di FS e ATM, studenti, frequentatori della piazza anche stranieri che si sono fermati ad ascoltare gli interventi e a solidarizzare con l’iniziativa. 

Tanti gli interventi che hanno messo al centro la necessità di sviluppare anche su Milano la lotta contro la logistica bellica, per far vedere che la guerra non è qualcosa di lontano ma incide nella quotidianità, che la guerra non solo è “in casa nostra”  ma parte da casa nostra e da Milano: dalle aziende di armi come la Cabi Cattaneo in via Gallarate, agli accordi di ricerca con Israele nelle università meneghine, alle scuole e Università, fino agli aumenti dei beni di consumo, alla propaganda di un genocidio in diretta mondiale, perpetuato da Israele da più di 70 anni, con tutti gli altri conflitti nazionali cui l’Italia partecipa in qualità di stato membro della NATO. 

Solo organizzandoci possiamo vincere e scardinare il meccanismo bellico nel nostro paese! 

Milano è sempre più un centro amministrativo e anche operativo dei traffici di guerra, che si estendono alla provincia e a tutta la regione Lombardia. 

Con questo presidio abbiamo voluto esprimere solidarietà a tutti quei lavoratori che si oppongono alle operazioni belliche, denunciano e bloccano il traffico di armi nei porti, aeroporti e ferrovie civili, facendo anche appello a tutti i lavoratori che in ogni ambito possono e devono essere protagonisti del blocco della macchina bellica e della sua propaganda. Quando si muovono i lavoratori, che sono il motore di questo paese, il meccanismo dell’economia di guerra si inceppa. Dobbiamo contribuire a rendere inapplicabili le misure repressive contro il diritto al dissenso e contro chi si organizza per contrastare la militarizzazione della società.

Riportiamo alcuni esempi solo di quest’ultimo periodo.

I primi di giugno grazie a un’azione coordinata dei portuali del Mediterraneo, da Marsiglia a Genova, è stato impedito il carico di armi destinate all’esercito israeliano.

Il 25 giugno grazie alla mobilitazione di 150 fra lavoratrici, lavoratori e solidali è stato impedito l’utilizzo dell’aeroporto civile di Montichiari (BS) per il transito di un carico di missili diretto in Qatar.

Ferrovieri contro la guerra, grazie anche alla segnalazione di alcuni utenti, hanno denunciato l’interruzione della linea Pisa-Livorno a scapito dell’utenza civile per adeguamento degli impianti ai fini dei trasporti bellici e hanno promosso una mobilitazione.

Casoretto per la Palestina ha parlato poi della mozione presentata in Municipio 3 perché prenda posizione contro il genocidio a Gaza e contro tutte quelle misure di censura dell’informazione e delle manifestazioni di solidarietà al popolo palestinese che proprio nella nostra città vengono vergognosamente messe in atto, ad esempio con il licenziamento della maschera della scala perché ha gridato “Palestina Libera!”. Questo serve a valorizzare tutti quegli amministratori locali che prendono posizione affinché attuino le misure conseguenti.

Questo il contenuto degli interventi e delle testimonianze che sono state portate dalle varie realtà e singoli tra cui Casoretto per la Palestina, Milano per la Palestina, Lega Obiettori di Coscienza, AVS, Miracolo a Milano, BDS Milano, P.CARC e altri singoli. 

La Tenda voleva anche, dal punto di vista “interno” al movimento contro la guerra, promuovere e praticare concretamente l’unità e il coordinamento tra realtà, ognuna con i suoi contenuti. 

Partire dai punti comuni e discutere le eventuali divergenze rafforza il generale movimento per fermare la terza guerra mondiale! 

Coordinati e decisi si può! Possiamo già da subito attuare misure concrete mettendo al centro l’organizzazione popolare a cominciare dai nostri quartieri, luoghi di lavoro, scuole, e dai nostri Municipi.

Sul banchetto c’erano molte informazioni tra cui una lista delle aziende belliche a Milano e Hinterland (che fa parte di un lavoro in corso di mappatura che diventerà un dossier), e altre sulle basi NATO e presidi bellici in tutto il paese, approfondimenti sulle mobilitazioni operaie nei porti, Dichiarazione programmatica Coordinamento Nazionale No NATO, opuscoli della Cabi Cattaneo, materiale di BDS, un cartello di Casoretto per la Palestina per la raccolta firme da portare in Municipio 3 e volantini della organizzazioni promotrici. 

A questa esperienza, nata in continuità con simili presidi promossi a Milano Sud e con la mozione presentata al Municipio 5, vogliamo dare continuità, perché diventi un appuntamento fisso che sia un punto di incontro per tutte quelle realtà che quotidianamente si impegnano per contrastare la guerra e per costruire solidarietà popolare, creare spazi di confronto, informazione e organizzazione tra le masse popolari e tra i lavoratori e le lavoratrici che la guerra non la vogliono ma spesso non sanno come fare, alimentare quel movimento di massa necessario per dare alla paura, alla rabbia e al senso di impotenza uno sbocco politico unitario. 

Redazione Milano