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Military mobility: l’iniziativa UE che in Italia coinvolge RFI e Leonardo
Che cosa sia la military mobility lo spiega il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane nel comunicato congiunto, diffuso della Rete Ferroviaria Italiana insieme alla Leonardo S.p.A., diramato il 14 aprile 2024 e oggi messo in risalto da PEACE LINK sul canale sociale.network (Mastodon): > LEONARDO E RETE FERROVIARIA ITALIANA SOTTOSCRIVONO UN ACCORDO SULLA MILITARY > MOBILITY > > Leonardo e Rete Ferroviaria Italiana (RFI) hanno sottoscritto un accordo di > collaborazione per realizzare un progetto condiviso nell’ambito della Military > Mobility, un’iniziativa UE finalizzata ad aumentare le capacità > infrastrutturali e digitali esistenti, per assicurare la movimentazione di > risorse militari, all’interno e all’esterno dell’Europa, anche con breve > preavviso e su larga scala, garantendo capacità di trasporto sicure, > sostenibili e resilienti. > > Leonardo e RFI si propongono di identificare l’architettura e le funzionalità > della piattaforma digitale integrata di gestione della circolazione dedicata > alla Military Mobility, in situazioni ordinarie e straordinarie per il > trasporto di materiale militare attraverso infrastrutture dual-use. > > Saranno parte integrante della piattaforma soluzioni innovative per l’accesso > a fonti eterogenee di dati e per la valorizzazione degli stessi con processi > automatizzati. > > Nell’ambito della collaborazione, Leonardo esprimerà le proprie competenze in > termini di Global Security e Global Monitoring con il supporto di tecniche > avanzate di A.I. su più fronti: censimento e monitoraggio delle infrastrutture > dual-use, modellazione di infrastrutture e servizi articolati, simulazione e > ottimizzazione di reti complesse. > > Inoltre, al fine di garantire alti standard di protezione dei dati, si prevede > di utilizzare il Global Security Operation Center (SOC) di Leonardo con > soluzioni proprietarie di Threat Intelligence (per caratterizzare e analizzare > potenziali minacce cyber attraverso raccolta ed analisi da fonti aperte) e di > Live Endpoint Security (per la gestione e sicurezza di dispositivi connessi > alla rete IT e OT). > > Prestazioni di calcolo elevate nella gestione di significative moli di dati > saranno soddisfatte dall’HPC (High Performance Computing) davinci-1, uno dei > super-computer più potenti nel settore aerospazio, difesa e sicurezza. La > piattaforma integrerà, inoltre, funzionalità evolute basate su servizi > satellitari (compresi quelli di COSMO–SkyMed) e utilizzerà un’infrastruttura > di comunicazione sicura e interoperabile con le diverse tipologie di reti > (TETRA, LTE, 4G/5G), per garantire elevati livelli di servizio e di sicurezza. > > L’accordo prevede tra l’altro l’utilizzo del know how specifico nel mondo > della sicurezza e della circolazione ferroviaria integrando nel progetto le > componenti applicative di gestione della circolazione di RFI con le altre > piattaforme di mobilità aeree e terrestri necessarie a generare un contesto di > interoperabilità tecnologica basato su principi di sicurezza estremamente > robusti. Nel testo elaborato per i media dagli uffici stampa aziendali sono fornite anche informazioni sulle due società: * Leonardo è una delle principali aziende industriali dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza (AD&S) a livello globale. Con 51mila dipendenti nel mondo, è attiva nel settore degli Elicotteri, Elettronica, Velivoli, Cyber & Security e Spazio, ed è partner dei più importanti programmi internazionali del settore come Eurofighter, NH-90, FREMM, GCAP e Eurodrone. Leonardo dispone di rilevanti capacità produttive in Italia, Regno Unito, Polonia e USA, operando attraverso società controllate, joint venture e partecipazioni, tra cui Leonardo DRS (72,3%), MBDA (25%), ATR (50%), Hensoldt (22,8%), Telespazio (67%), Thales Alenia Space (33%) e Avio (29,6%). Quotata alla Borsa di Milano (LDO), nel 2022 Leonardo ha registrato nuovi ordini per 17,3 miliardi di euro, con un portafoglio ordini di 37,5 miliardi di euro e ricavi consolidati per 14,7 miliardi di euro. Inclusa nell’indice MIB ESG, l’azienda fa parte dal 2010 dei Dow Jones Sustainability Indices (DJSI). * Rete Ferroviaria Italiana SpA è stata fondata il 1° luglio 2001 in risposta all’esigenza di separare il gestore della rete dal fornitore di servizi di trasporto. RFI ha la responsabilità di mantenere in piena efficienza l’infrastruttura ferroviaria, consentendo a oltre 9000 treni passeggeri e tonnellate di merci di percorrerla ogni giorno in piena sicurezza. Dal 2022 RFI è la capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane, che comprende anche Anas, Italferr e Ferrovie Sud Est. Il Polo gestisce 180 miliardi di euro di investimenti da oggi al 2031 (di cui 125 miliardi per le ferrovie e 55 miliardi per le strade), 16.800 chilometri di linee ferroviarie (con oltre 1.600 gallerie, 23.000 ponti e viadotti e 2.200 stazioni) e 32.000 chilometri di strade (con oltre 2.000 gallerie, 18.000 ponti e viadotti e 1.200 sedi stradali). L’obiettivo è quello di aggiornare e integrare le infrastrutture ferroviarie e stradali, rendendole entrambe più moderne, resilienti, interconnesse e accessibili a tutti. Questa sinergia deve essere presente fin dalla fase di progettazione dell’opera, definendo e specializzando i ruoli delle varie infrastrutture, ma anche in quelli di progettazione, sviluppo tecnologico e manutenzione. Nel sito di RFI inoltre c’è una sezione dedicata alle opere strategiche in cui sono elencati i cantieri aperti e i progetti in attuazione che permette di individuare le opere commissariate e realizzate con i fondi PNRR. UN COINVOLGIMENTO, DIRETTO E INDIRETTO, NEL ‘MECCANISMO’ DELL’INDUSTRIA BELLICA Il ruolo di Leonardo come produttore di tecnologie militari e civili impiegate nelle operazioni condotte a Gaza dalle forze armate israeliane, denunciato anche nel Rapporto DALL’ECONOMIA DELL’ OCCUPAZIONE ALL’ECONOMIA DEL GENOCIDIO presentato dalla Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, Francesca Albanese, all’incontro sulla Situazione dei diritti umani in Palestina e negli altri territori arabi occupati svolto il 3 luglio scorso alla 59ª Sessione del Consiglio per i Diritti Umani riunito a Ginevra dal 16 giugno fino al 9 luglio, è messo in risalto da numerose iniziative recentemente svolte in varie città italiane: 5/7/2025 – Attivisti e attiviste di Stop Riarmo entrano dentro la fabbrica della Leonardo presso l’aeroporto di Caselle (Torino) 20/6/2025 – Presidio di fronte alla sede della Leonardo a Roma 1° MAGGIO 2025 – Extinction Rebellion ha occupato anche la sede della Leonardo Le attività di military mobility svolte dal Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane sono monitorate da una rete che aggrega associazioni e gruppi milanesi a manifestare allestendo la Tenda contro la guerra e la logistica di guerra davanti alle stazioni ferroviarie del capoluogo lombardo, dove inoltre ha sede una divisione di Leonardo, e dall’USB, che nel giugno scorso ha segnalato l’interruzione della linea Pisa-Livorno funzionale a collegare la base NATO Camp Darby al Canale dei Navicelli per realizzare un’opera attuativa degli “accordi tra RFI e Leonardo per la cosiddetta military mobility” e avviato la campagna nazionale contro il carico, scarico e trasporto di armamenti e materiale bellico. Maddalena Brunasti
Fermiamo la guerra e la logistica di guerra
Nel pomeriggio di venerdì 27 giugno in piazza Bottini, davanti alla Stazione di Lambrate a Milano, si è svolta la terza “Tenda contro la guerra e la logistica di guerra” promossa da alcune delle realtà, gruppi, comitati e partiti che sono attivi a Milano e in particolar modo nella zona 3. Abbiamo scelto di fare il presidio a Lambrate perché è uno snodo ferroviario e punto di passaggio di centinaia di pendolari (lavoratori e studenti) tra fermata della metropolitana e mezzi di superficie.  Siamo partiti da due dati di fatto per organizzare questa Tenda contro la guerra. Il primo è l’accordo siglato fra Leonardo e Rete Ferroviaria Italiana nel 2024 per la Mobilità Militare, accordo con il quale le due aziende si sono impegnate ad adeguare il trasporto ferroviario al transito di armamenti. Il secondo è l’evoluzione di quell’accordo e la mobilitazione dei lavoratori del settore ferroviario, portuale e aeroportuale che non vogliono essere complici della guerra e del genocidio del popolo palestinese, mobilitazione che nel mese di giugno si è espressa in una serie di importanti vittorie. La sottomissione a USA e NATO si esprime nell’impegno che il governo Meloni ha sottoscritto di impegnare il 5% del Pil mentre per ospedali, scuole, sicurezza sui posti di lavoro, manutenzione stradale e ambientale ecc. i soldi non ci sono mai. Tutto questo in violazione, di fatto, della Costituzione del 1948. Il bilancio è molto positivo: la contrarietà alla guerra e alle sue conseguenze devastanti è un sentimento condiviso dalle masse popolari del nostro paese, lo dimostra la partecipazione di chi ha sfidato il caldo torrido di questi giorni a Milano. Tanti i passanti, i pendolari, lavoratori di FS e ATM, studenti, frequentatori della piazza anche stranieri che si sono fermati ad ascoltare gli interventi e a solidarizzare con l’iniziativa.  Tanti gli interventi che hanno messo al centro la necessità di sviluppare anche su Milano la lotta contro la logistica bellica, per far vedere che la guerra non è qualcosa di lontano ma incide nella quotidianità, che la guerra non solo è “in casa nostra”  ma parte da casa nostra e da Milano: dalle aziende di armi come la Cabi Cattaneo in via Gallarate, agli accordi di ricerca con Israele nelle università meneghine, alle scuole e Università, fino agli aumenti dei beni di consumo, alla propaganda di un genocidio in diretta mondiale, perpetuato da Israele da più di 70 anni, con tutti gli altri conflitti nazionali cui l’Italia partecipa in qualità di stato membro della NATO.  Solo organizzandoci possiamo vincere e scardinare il meccanismo bellico nel nostro paese!  Milano è sempre più un centro amministrativo e anche operativo dei traffici di guerra, che si estendono alla provincia e a tutta la regione Lombardia.  Con questo presidio abbiamo voluto esprimere solidarietà a tutti quei lavoratori che si oppongono alle operazioni belliche, denunciano e bloccano il traffico di armi nei porti, aeroporti e ferrovie civili, facendo anche appello a tutti i lavoratori che in ogni ambito possono e devono essere protagonisti del blocco della macchina bellica e della sua propaganda. Quando si muovono i lavoratori, che sono il motore di questo paese, il meccanismo dell’economia di guerra si inceppa. Dobbiamo contribuire a rendere inapplicabili le misure repressive contro il diritto al dissenso e contro chi si organizza per contrastare la militarizzazione della società. Riportiamo alcuni esempi solo di quest’ultimo periodo. I primi di giugno grazie a un’azione coordinata dei portuali del Mediterraneo, da Marsiglia a Genova, è stato impedito il carico di armi destinate all’esercito israeliano. Il 25 giugno grazie alla mobilitazione di 150 fra lavoratrici, lavoratori e solidali è stato impedito l’utilizzo dell’aeroporto civile di Montichiari (BS) per il transito di un carico di missili diretto in Qatar. Ferrovieri contro la guerra, grazie anche alla segnalazione di alcuni utenti, hanno denunciato l’interruzione della linea Pisa-Livorno a scapito dell’utenza civile per adeguamento degli impianti ai fini dei trasporti bellici e hanno promosso una mobilitazione. Casoretto per la Palestina ha parlato poi della mozione presentata in Municipio 3 perché prenda posizione contro il genocidio a Gaza e contro tutte quelle misure di censura dell’informazione e delle manifestazioni di solidarietà al popolo palestinese che proprio nella nostra città vengono vergognosamente messe in atto, ad esempio con il licenziamento della maschera della scala perché ha gridato “Palestina Libera!”. Questo serve a valorizzare tutti quegli amministratori locali che prendono posizione affinché attuino le misure conseguenti. Questo il contenuto degli interventi e delle testimonianze che sono state portate dalle varie realtà e singoli tra cui Casoretto per la Palestina, Milano per la Palestina, Lega Obiettori di Coscienza, AVS, Miracolo a Milano, BDS Milano, P.CARC e altri singoli.  La Tenda voleva anche, dal punto di vista “interno” al movimento contro la guerra, promuovere e praticare concretamente l’unità e il coordinamento tra realtà, ognuna con i suoi contenuti.  Partire dai punti comuni e discutere le eventuali divergenze rafforza il generale movimento per fermare la terza guerra mondiale!  Coordinati e decisi si può! Possiamo già da subito attuare misure concrete mettendo al centro l’organizzazione popolare a cominciare dai nostri quartieri, luoghi di lavoro, scuole, e dai nostri Municipi. Sul banchetto c’erano molte informazioni tra cui una lista delle aziende belliche a Milano e Hinterland (che fa parte di un lavoro in corso di mappatura che diventerà un dossier), e altre sulle basi NATO e presidi bellici in tutto il paese, approfondimenti sulle mobilitazioni operaie nei porti, Dichiarazione programmatica Coordinamento Nazionale No NATO, opuscoli della Cabi Cattaneo, materiale di BDS, un cartello di Casoretto per la Palestina per la raccolta firme da portare in Municipio 3 e volantini della organizzazioni promotrici.  A questa esperienza, nata in continuità con simili presidi promossi a Milano Sud e con la mozione presentata al Municipio 5, vogliamo dare continuità, perché diventi un appuntamento fisso che sia un punto di incontro per tutte quelle realtà che quotidianamente si impegnano per contrastare la guerra e per costruire solidarietà popolare, creare spazi di confronto, informazione e organizzazione tra le masse popolari e tra i lavoratori e le lavoratrici che la guerra non la vogliono ma spesso non sanno come fare, alimentare quel movimento di massa necessario per dare alla paura, alla rabbia e al senso di impotenza uno sbocco politico unitario.  Redazione Milano