
Il “Pellegrinaggio dei Pionieri” a Belgrado
Pressenza - Thursday, June 26, 2025Passato e presente, tradizione culturale (e patrimonio) e innovazione tecnologica (e digitale) si combinano in maniera efficace e originale nella mostra ospitata presso il Museo della Jugoslavia a Belgrado, inaugurata il 24 giugno con il titolo “Pellegrinaggio dei Pionieri”, realizzata a cura di Ana Miljački e in collaborazione con il Critical Broadcasting Lab del Massachusetts Institute of Technology – MIT.
Qual è il “Pellegrinaggio dei Pionieri” messo in mostra dal Museo? L’esposizione si basa sulla costruzione delle memorie e la ricostruzione del patrimonio storico-culturale jugoslavo a partire dalle visite didattiche delle scolaresche ai Monumenti dedicati alla lotta di liberazione dei popoli della Jugoslavia. Vale a dire alle sculture monumentali negli spazi aperti (“spomenik”, monumento) così tipiche e caratteristiche della Jugoslavia socialista, al punto da aver attirato, specie in anni più recenti, l’attenzione dei curiosi e lo studio dei ricercatori. La mostra al Museo della Jugoslavia è concepita e realizzata sotto forma di esposizione in video-arte, con un’installazione video a sei canali, accompagnata da un paesaggio sonoro documentario.
A partire da risorse dell’intelligenza artificiale, la mostra è in grado di rappresentare una sorta di “memoria sintetica” delle visite scolastiche su due registri: il primo, la rappresentazione del patrimonio memoriale jugoslavo, il secondo, il potenziale didattico dei suoi messaggi simbolici o evocativi, ideali: la “fratellanza e unità”, la solidarietà e l’amicizia tra i popoli, la giustizia sociale, la resistenza e la liberazione, l’antifascismo. Si tratta infatti di monumenti “rivoluzionari”. È ancora attuale oggi la parola, così carica di senso, «rivoluzione»?
Secondo quanto indicato dai curatori, uno degli spunti della mostra è stato quello di dare una risposta al vandalismo che nel 2022ha colpito una delle più straordinarie realizzazioni dell’arte jugoslava, la Necropoli Partigiana di Mostar. Questo spettacolare complesso monumentale fu realizzato da Bogdan Bogdanović a Mostar nel 1965 in memoria dei 630 caduti del movimento di liberazione jugoslavo. Vandalismi, contenuti fascisti, scritte offensive di carattere politico sono apparse a più riprese nel corso del 2022: all’ingresso del corpo centrale, apparvero, ad esempio, i simboli della svastica e degli ustascia, i criminali fascisti croati di Ante Pavelić.
Considerata spesso un vero e proprio “compimento” dell’arte di Bogdan Bogdanović, nella Necropoli trovano spazio molti degli elementi caratteristici della sua arte: la sua opera è infatti caratterizzata da un’originale sintesi di simbolismi e ascendenze, dal romanticismo al surrealismo, dalla metafisica al simbolismo ebraico e della kabala. Nota è la sua ricerca circa la «dignità semantica del segno» e straordinari i suoi capolavori, capaci di unire alla potenza rappresentativa e al fascino suggestivo l’evocazione di rimandi storici e intellettuali.
La Mostra di Belgrado rappresenta, quali tappe del “Pellegrinaggio dei Pionieri”, nove monumenti leggendari, iconici. Il “Volo interrotto” nel Parco Memoriale di Šumarice (Miodrag Živković, 1963), commemora la strage degli studenti perpetrata dai nazisti il 21 ottobre 1941. Il Monumento alla Battaglia di Sutjeska (Miodrag Živković, 1972) commemora l’eroismo dei partigiani nella leggendaria Battaglia di Sutjeska (maggio-giugno 1943). Il bellissimo “Fiore di Pietra” di Jasenovac (Bogdan Bogdanović, 1966), ricorda le vittime del lager ustascia di Jasenovac. Il Monumento alla Rivoluzione a Kozara (Dušan Džamonja, 1972) è una celebrazione della rivoluzione dei popoli jugoslavi. La Necropoli di Mostar è il noto capolavoro di Bogdanović del 1965.
Il Monumento sulla Petrova Gora (Vojin Bakić, 1981) ricorda la sollevazione dei popoli di Kordun e Banija. Il Monumento alla Rivolta di Ilinden, o “Makedonium”, a Kruševo (Iskra Grabuloska, Jordan Grabuloski, 1974) è un vero e proprio simbolo nazionale, celebrando la sollevazione di Ilinden (1903) e la lotta di liberazione antifascista (1941-1944). Il Monumento a Ilirska Bistrica (Janez Lenassi, 1965) commemora la lotta di liberazione dei popoli della regione. Il Monumento ai Caduti a Barutana (Svetlana Kana Radević, 1975-1980) è dedicato ai caduti delle lotte di liberazione, dalla Prima guerra balcanica alla Seconda Guerra Mondiale.
Sono questi monumenti un “campione rappresentativo”? Quanto arbitraria può diventare questa selezione? In definitiva, questi monumenti, opera dei più grandi artisti jugoslavi (Miodrag Živković, Bogdan Bogdanović, Dušan Džamonja, Vojin Bakić e Jordan Grabuloski solo per citarne cinque tra i più grandi in assoluto), sono stati scelti per comporre il percorso della mostra in quanto maggiormente visitati dalle scuole jugoslave fino al 1991 e maggiormente esemplificativi dei valori dell’antifascismo e della “fratellanza e unità”.
Il contesto stesso è esemplare. La missione del Museo della Jugoslavia a Belgrado è quella di essere uno spazio aperto, di scambio di conoscenze e iniziative sui fenomeni sociali e culturali del XX secolo con tutte le istituzioni, le organizzazioni e le persone interessate alle questioni del patrimonio e della storia jugoslava, in relazione allo sviluppo dell’idea jugoslava, dalla nascita dello Stato jugoslavo come Regno di Jugoslavia, passando per la fondazione della Jugoslavia Socialista, fino alla sua scomparsa nel corso degli anni Novanta. Un museo memoriale innovativo, e importantissimo, per tenere vivi messaggio e memoria di ciò che hanno significato i valori della liberazione e della fratellanza e unità per i popoli della regione, e non solo.