Il “Pellegrinaggio dei Pionieri” a BelgradoPassato e presente, tradizione culturale (e patrimonio) e innovazione
tecnologica (e digitale) si combinano in maniera efficace e originale nella
mostra ospitata presso il Museo della Jugoslavia a Belgrado, inaugurata il 24
giugno con il titolo “Pellegrinaggio dei Pionieri”, realizzata a cura di Ana
Miljački e in collaborazione con il Critical Broadcasting Lab del Massachusetts
Institute of Technology – MIT.
Qual è il “Pellegrinaggio dei Pionieri” messo in mostra dal Museo? L’esposizione
si basa sulla costruzione delle memorie e la ricostruzione del patrimonio
storico-culturale jugoslavo a partire dalle visite didattiche delle scolaresche
ai Monumenti dedicati alla lotta di liberazione dei popoli della Jugoslavia.
Vale a dire alle sculture monumentali negli spazi aperti (“spomenik”, monumento)
così tipiche e caratteristiche della Jugoslavia socialista, al punto da aver
attirato, specie in anni più recenti, l’attenzione dei curiosi e lo studio dei
ricercatori. La mostra al Museo della Jugoslavia è concepita e realizzata sotto
forma di esposizione in video-arte, con un’installazione video a sei canali,
accompagnata da un paesaggio sonoro documentario.
A partire da risorse dell’intelligenza artificiale, la mostra è in grado di
rappresentare una sorta di “memoria sintetica” delle visite scolastiche su due
registri: il primo, la rappresentazione del patrimonio memoriale jugoslavo, il
secondo, il potenziale didattico dei suoi messaggi simbolici o evocativi,
ideali: la “fratellanza e unità”, la solidarietà e l’amicizia tra i popoli, la
giustizia sociale, la resistenza e la liberazione, l’antifascismo. Si tratta
infatti di monumenti “rivoluzionari”. È ancora attuale oggi la parola, così
carica di senso, «rivoluzione»?
Secondo quanto indicato dai curatori, uno degli spunti della mostra è stato
quello di dare una risposta al vandalismo che nel 2022ha colpito una delle più
straordinarie realizzazioni dell’arte jugoslava, la Necropoli Partigiana di
Mostar. Questo spettacolare complesso monumentale fu realizzato da Bogdan
Bogdanović a Mostar nel 1965 in memoria dei 630 caduti del movimento di
liberazione jugoslavo. Vandalismi, contenuti fascisti, scritte offensive di
carattere politico sono apparse a più riprese nel corso del 2022: all’ingresso
del corpo centrale, apparvero, ad esempio, i simboli della svastica e degli
ustascia, i criminali fascisti croati di Ante Pavelić.
Considerata spesso un vero e proprio “compimento” dell’arte di Bogdan
Bogdanović, nella Necropoli trovano spazio molti degli elementi caratteristici
della sua arte: la sua opera è infatti caratterizzata da un’originale sintesi di
simbolismi e ascendenze, dal romanticismo al surrealismo, dalla metafisica al
simbolismo ebraico e della kabala. Nota è la sua ricerca circa la «dignità
semantica del segno» e straordinari i suoi capolavori, capaci di unire alla
potenza rappresentativa e al fascino suggestivo l’evocazione di rimandi storici
e intellettuali.
La Mostra di Belgrado rappresenta, quali tappe del “Pellegrinaggio dei
Pionieri”, nove monumenti leggendari, iconici. Il “Volo interrotto” nel Parco
Memoriale di Šumarice (Miodrag Živković, 1963), commemora la strage degli
studenti perpetrata dai nazisti il 21 ottobre 1941. Il Monumento alla Battaglia
di Sutjeska (Miodrag Živković, 1972) commemora l’eroismo dei partigiani nella
leggendaria Battaglia di Sutjeska (maggio-giugno 1943). Il bellissimo “Fiore di
Pietra” di Jasenovac (Bogdan Bogdanović, 1966), ricorda le vittime del lager
ustascia di Jasenovac. Il Monumento alla Rivoluzione a Kozara (Dušan Džamonja,
1972) è una celebrazione della rivoluzione dei popoli jugoslavi. La Necropoli di
Mostar è il noto capolavoro di Bogdanović del 1965.
Il Monumento sulla Petrova Gora (Vojin Bakić, 1981) ricorda la sollevazione dei
popoli di Kordun e Banija. Il Monumento alla Rivolta di Ilinden, o “Makedonium”,
a Kruševo (Iskra Grabuloska, Jordan Grabuloski, 1974) è un vero e proprio
simbolo nazionale, celebrando la sollevazione di Ilinden (1903) e la lotta di
liberazione antifascista (1941-1944). Il Monumento a Ilirska Bistrica (Janez
Lenassi, 1965) commemora la lotta di liberazione dei popoli della regione. Il
Monumento ai Caduti a Barutana (Svetlana Kana Radević, 1975-1980) è dedicato ai
caduti delle lotte di liberazione, dalla Prima guerra balcanica alla Seconda
Guerra Mondiale.
Sono questi monumenti un “campione rappresentativo”? Quanto arbitraria può
diventare questa selezione? In definitiva, questi monumenti, opera dei più
grandi artisti jugoslavi (Miodrag Živković, Bogdan Bogdanović, Dušan Džamonja,
Vojin Bakić e Jordan Grabuloski solo per citarne cinque tra i più grandi in
assoluto), sono stati scelti per comporre il percorso della mostra in quanto
maggiormente visitati dalle scuole jugoslave fino al 1991 e maggiormente
esemplificativi dei valori dell’antifascismo e della “fratellanza e unità”.
Il contesto stesso è esemplare. La missione del Museo della Jugoslavia a
Belgrado è quella di essere uno spazio aperto, di scambio di conoscenze e
iniziative sui fenomeni sociali e culturali del XX secolo con tutte le
istituzioni, le organizzazioni e le persone interessate alle questioni del
patrimonio e della storia jugoslava, in relazione allo sviluppo dell’idea
jugoslava, dalla nascita dello Stato jugoslavo come Regno di Jugoslavia,
passando per la fondazione della Jugoslavia Socialista, fino alla sua scomparsa
nel corso degli anni Novanta. Un museo memoriale innovativo, e importantissimo,
per tenere vivi messaggio e memoria di ciò che hanno significato i valori della
liberazione e della fratellanza e unità per i popoli della regione, e non solo.
Gianmarco Pisa