Notizie dal Medio Oriente

Pressenza - Monday, June 9, 2025

Sciopero della fame a staffetta contro il genocidio

Oggi, Lunedì 9 giugno, prosegue per la 26a giornata l’azione nonviolenta di sciopero della fame per 24 ore a staffetta. L’azione continuerà nei prossimi giorni con la partecipazione di altri gruppi, fino al cessate il fuoco definitivo. Gli iscritti sono tantissimi e, secondo le disponibilità espresse, costruiremo il calendario con l’elenco dei partecipanti di tantissime città italiane e europee. Per leggere l’elenco aggiornato dei nomi dei digiunatori di oggi: clicca! È un digiuno del cibo e non della sete. Si può liberamente bere.

Se volete partecipare nei prossimi giorni, scrivete un messaggio di posta elettronica con nome, cognome, città di residenza, professione (facoltativa), data prescelta (anche più di una, volendo) e un pensiero che pubblicheremo con l’elenco generale di tutti gli aderenti. Le adesioni vanno inviate esclusivamente a: anbamedaps@gmail.com

Manderemo un email di avviso, il giorno prima, a tutti i digiunatori del turno.

In molte realtà sono stati organizzati dei presidi nelle piazze e di fronte ai palazzi del potere oppure creato momenti di condivisione collettiva del digiuno. Sono iniziative pregevoli che raccomandiamo, chiedendo agli organizzatori di comunicarci in anticipo gli eventi programmati e mandarci eventualmente foto da pubblicare.

Genocidio a Gaza

Il genocidio continua. Dall’alba sono stati assassinati 48 civili, tra i quali 13 durante la distribuzione degli aiuti da parte degli spietati mercenari statunitensi. L’esercito israeliano ha bombardato il luogo senza un motivo di sicurezza plausibile. “Correvamo dietro i camion che non si fermavano. Non c’era nessuna rissa ed a un certo punto sono arrivate le bombe. Una strage”, ha detto una donna con in mano un bambino. “Hanno voluto prima umiliarci, poi ci hanno bombardato. Sono salvo per miracolo”, ha detto un uomo sulla trentina.
Agli ospedali sono arrivati, durante la giornata di ieri e fino a mezzogiorno, 108 corpi e 393 feriti.
Il numero totale dei corpi arrivati negli ospedali di persone uccise, dall’inizio dell’aggressione, è di 54.880 uccisi e 126.227 feriti, ai quali bisogna aggiungere i dispersi sotto le macerie ed i morti per effetti collegati all’aggressione israeliana, come malattie non curate e fame.

Situazione umanitaria a Gaza

I centri di distribuzione degli aiuti statunitensi sono diventati trappole mortali che prendono di mira la popolazione affamata della Striscia di Gaza, con l’obiettivo di porre fine alla missione dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA) e liquidare la causa palestinese.
La società americana GHF sta svolgendo un ruolo sospetto in materia di sicurezza e ha causato la morte di oltre 126 palestinesi e il ferimento di oltre 1110.

Le associazioni palestinesi per i diritti umani hanno ripetutamente denunciato che i centri di distribuzione degli aiuti, sostenuti da Israele e dagli Stati Uniti, sono diventati delle “trappole mortali” in cui i palestinesi vengono deliberatamente presi di mira e uccisi.

I palestinesi che accorrono ai centri affermano che stanno intraprendendo questa strada rischiosa a causa della mancanza di cibo e di una carestia imposta dall’esercito israeliano che minaccia la vita dei loro figli.

Cisgiordania

Demolizioni di case a Tulkarem da parte dell’esercito di occupazione e occupazione di villaggi da parte dei coloni ebrei. Sono i fatti salienti della giornata di ieri, l’ennesima nella quale diventa sempre più esplicito il piano coloniale di deportazione della popolazione palestinese dalla sua terra.
Il villaggio di Laban, a sud di Nablus, è stata chiusa dall’esercito ed invasa dai coloni, con devastazioni, auto distrutte e lancio di pietre contro i vetri delle finestre delle case. Sprigionano odio, violenza e cattiveria, per avere una reazione della popolazione da innescare l’intervento dei soldati contro le vittime palestinesi.

Molti osservatori nostrani argomentano che la politica del governo Netanyahu alimenterebbe l’antisemitismo. No, signori, la politica di Netanyahu e sodali uccide i palestinesi e li deporta. Ed è questo il vero antisemitismo compiuto per mano israeliana contro l’intero popolo palestinese, minacciando la stessa sua esistenza.

Freedom Flotilla

Pirateria navale terroristica da parte dell’esercito israeliano. Assaltata la nave Maddleine. Droni con sostanze irritanti e comunicazioni interrotte, poi l’abbordaggio. La nave era partita da Catania il 1° giugno con aiuti umanitari e 12 attivisti internazionali. Israele ha paura della pace.

Israele arma e finanzia l’ISIS

“Il governo Netanyahu sta gestendo il caos a Gaza da lontano, nel tentativo di colpire il fronte interno palestinese, armando le bande, i clan e i gruppi criminali che ora vagano per Gaza, nel tentativo di stabilire un governo alternativo ad Hamas”. lo scrive Ben Caspit, il più importante analista politico in Israele.
Sorvola però sui trascorsi jihadisti di Yasser Abu Shabab, il capo della milizia armata da Netanyahu.

Le forze di occupazione hanno rinforzato la banda con armi, armature, elmetti e uniformi. Hanno anche adottato abiti speciali per distinguersi dagli altri, al fine di proteggersi dall’esercito israeliano schierato nelle zone orientali della Striscia di Gaza, classificate come pericolose zone di combattimento, “rosse”.
Le immagini trasmesse dai media israeliani mostrano i membri della banda jihadista indossare uniformi con la scritta in ebraico “Madrikh”, che significa “guida” o “boss”, in riferimento al loro ruolo di coordinamento e direzione all’interno dell’apparato di occupazione, rendendoli più facili da identificare per i soldati durante le operazioni sul campo.

Boicottaggio di armi a Israele

Anche i portuali della Sardegna si stanno mobilitando contro lo sbarco della nave israeliana che trasporta tonnellate di armi. Ieri, la m/n “Contship Era” prevista a Salerno è stata accolta da blocchi e scioperi come a Marsiglia e Genova, costringendola a cambiare rotta e scalo dirigendosi verso il porto di Scilla vicino Reggio Calabria. “Bisogna scardinare la logistica marittima al servizio dei traffici di armi; si può fare, ma non è ancora finita”, scrivono i sindacati dei portuali. Un presidio di protesta contro la guerra nella Striscia di Gaza e il genocidio del popolo palestinese è già attivo nel porto di Scilla con la partecipazione di molte associazioni di Reggio e di tutta la regione Calabria e da Messina.

Mobilitazione in Italia contro il genocidio

È in corso in molte piazze italiane l’iniziativa: “La musica contro il silenzio”. Dopo Genova, Torino e Bologna oggi a Cagliari e dopodomani 8 giugno a Roma e Napoli e poi fino al 25 giugno tanti altri appuntamenti. Concerti organizzati dal basso, per dire no al genocidio ed alla deportazione dei palestinesi per mano di Israele. clicca per vedere il calendario e conoscere la genesi del movimento.

Alla manifestazione nazionale del 21 giugno contro il riarmo, la situazione di Gaza e la questione palestinese saranno al centro della mobilitazione.

In tutte le città italiane si allarga la protesta nonviolenta, con lo sciopero della fame, contro il genocidio.

Appello Emergency

Emergency ha lanciato un appello per chiedere al governo italiano di agire. Sono arrivate già 230.451 firme (alle 10:00 di stamattina). Manca la tua? Affrettati, i bambini di Gaza non possono aspettare.

Carovana Somoud

È partita oggi da Tunisi la carovana Somoud (Resilienza) per portarre oltre 2.000 partecipanti fino a Rafah, via Libia e Egitto. Oltre 400 pullman, accompagnati da ambulanze e team sanitari si sono avviati all’alba lungo la via costiera verso il confine libico. Gli organizzatori hanno assicurato che sul cammino li raggiungeranno anche delegazioni libiche ed egiziane. “Il nostro intento è pacifico. Ci congiungeremo a el-Areesh con la Global March to Gaza”.

Global March to Gaza

L’altra azione umanitaria pacifica e nonviolenta per rompere l’assedio mortale che affama la popolazione di Gaza è la Global March to Gaza. È un’azione coordinata con la Carovana Somoud in partenza da Tunisi e con Freedom Flotilla partita all’inizio di giugno da Catania. Gli organizzatori presenti in 35 paesi contano di portare al Cairo il 12 giugno oltre 2000 attivisti, che si trasferiranno in pullman fino ad Al-Areesh e poi a piedi fino al valico Rafah. Sarà realizzato un accampamento di tre giorni per “rompere l’assedio e imporre pacificamente il cessate-il-fuoco”, ha detto il dottore Hicham El Ghaoui, un medico francese di origine marocchina, che aveva lavorato come volontario a Gaza per diversi periodi. “Vogliamo scuotere le coscienze del mondo contro la barbarie”.

ANBAMED