Notizie dal Medio Oriente
Sciopero della fame a staffetta contro il genocidio
Oggi, Lunedì 9 giugno, prosegue per la 26a giornata l’azione nonviolenta di
sciopero della fame per 24 ore a staffetta. L’azione continuerà nei prossimi
giorni con la partecipazione di altri gruppi, fino al cessate il fuoco
definitivo. Gli iscritti sono tantissimi e, secondo le disponibilità espresse,
costruiremo il calendario con l’elenco dei partecipanti di tantissime città
italiane e europee. Per leggere l’elenco aggiornato dei nomi dei digiunatori di
oggi: clicca! È un digiuno del cibo e non della sete. Si può liberamente bere.
Se volete partecipare nei prossimi giorni, scrivete un messaggio di posta
elettronica con nome, cognome, città di residenza, professione (facoltativa),
data prescelta (anche più di una, volendo) e un pensiero che pubblicheremo con
l’elenco generale di tutti gli aderenti. Le adesioni vanno inviate
esclusivamente a: anbamedaps@gmail.com
Manderemo un email di avviso, il giorno prima, a tutti i digiunatori del turno.
In molte realtà sono stati organizzati dei presidi nelle piazze e di fronte ai
palazzi del potere oppure creato momenti di condivisione collettiva del digiuno.
Sono iniziative pregevoli che raccomandiamo, chiedendo agli organizzatori di
comunicarci in anticipo gli eventi programmati e mandarci eventualmente foto da
pubblicare.
Genocidio a Gaza
Il genocidio continua. Dall’alba sono stati assassinati 48 civili, tra i quali
13 durante la distribuzione degli aiuti da parte degli spietati mercenari
statunitensi. L’esercito israeliano ha bombardato il luogo senza un motivo di
sicurezza plausibile. “Correvamo dietro i camion che non si fermavano. Non c’era
nessuna rissa ed a un certo punto sono arrivate le bombe. Una strage”, ha detto
una donna con in mano un bambino. “Hanno voluto prima umiliarci, poi ci hanno
bombardato. Sono salvo per miracolo”, ha detto un uomo sulla trentina.
Agli ospedali sono arrivati, durante la giornata di ieri e fino a mezzogiorno,
108 corpi e 393 feriti.
Il numero totale dei corpi arrivati negli ospedali di persone uccise,
dall’inizio dell’aggressione, è di 54.880 uccisi e 126.227 feriti, ai quali
bisogna aggiungere i dispersi sotto le macerie ed i morti per effetti collegati
all’aggressione israeliana, come malattie non curate e fame.
Situazione umanitaria a Gaza
I centri di distribuzione degli aiuti statunitensi sono diventati trappole
mortali che prendono di mira la popolazione affamata della Striscia di Gaza, con
l’obiettivo di porre fine alla missione dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il
soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA) e liquidare la causa
palestinese.
La società americana GHF sta svolgendo un ruolo sospetto in materia di sicurezza
e ha causato la morte di oltre 126 palestinesi e il ferimento di oltre 1110.
Le associazioni palestinesi per i diritti umani hanno ripetutamente denunciato
che i centri di distribuzione degli aiuti, sostenuti da Israele e dagli Stati
Uniti, sono diventati delle “trappole mortali” in cui i palestinesi vengono
deliberatamente presi di mira e uccisi.
I palestinesi che accorrono ai centri affermano che stanno intraprendendo questa
strada rischiosa a causa della mancanza di cibo e di una carestia imposta
dall’esercito israeliano che minaccia la vita dei loro figli.
Cisgiordania
Demolizioni di case a Tulkarem da parte dell’esercito di occupazione e
occupazione di villaggi da parte dei coloni ebrei. Sono i fatti salienti della
giornata di ieri, l’ennesima nella quale diventa sempre più esplicito il piano
coloniale di deportazione della popolazione palestinese dalla sua terra.
Il villaggio di Laban, a sud di Nablus, è stata chiusa dall’esercito ed invasa
dai coloni, con devastazioni, auto distrutte e lancio di pietre contro i vetri
delle finestre delle case. Sprigionano odio, violenza e cattiveria, per avere
una reazione della popolazione da innescare l’intervento dei soldati contro le
vittime palestinesi.
Molti osservatori nostrani argomentano che la politica del governo Netanyahu
alimenterebbe l’antisemitismo. No, signori, la politica di Netanyahu e sodali
uccide i palestinesi e li deporta. Ed è questo il vero antisemitismo compiuto
per mano israeliana contro l’intero popolo palestinese, minacciando la stessa
sua esistenza.
Freedom Flotilla
Pirateria navale terroristica da parte dell’esercito israeliano. Assaltata la
nave Maddleine. Droni con sostanze irritanti e comunicazioni interrotte, poi
l’abbordaggio. La nave era partita da Catania il 1° giugno con aiuti umanitari e
12 attivisti internazionali. Israele ha paura della pace.
Israele arma e finanzia l’ISIS
“Il governo Netanyahu sta gestendo il caos a Gaza da lontano, nel tentativo di
colpire il fronte interno palestinese, armando le bande, i clan e i gruppi
criminali che ora vagano per Gaza, nel tentativo di stabilire un governo
alternativo ad Hamas”. lo scrive Ben Caspit, il più importante analista politico
in Israele.
Sorvola però sui trascorsi jihadisti di Yasser Abu Shabab, il capo della milizia
armata da Netanyahu.
Le forze di occupazione hanno rinforzato la banda con armi, armature, elmetti e
uniformi. Hanno anche adottato abiti speciali per distinguersi dagli altri, al
fine di proteggersi dall’esercito israeliano schierato nelle zone orientali
della Striscia di Gaza, classificate come pericolose zone di combattimento,
“rosse”.
Le immagini trasmesse dai media israeliani mostrano i membri della banda
jihadista indossare uniformi con la scritta in ebraico “Madrikh”, che significa
“guida” o “boss”, in riferimento al loro ruolo di coordinamento e direzione
all’interno dell’apparato di occupazione, rendendoli più facili da identificare
per i soldati durante le operazioni sul campo.
Boicottaggio di armi a Israele
Anche i portuali della Sardegna si stanno mobilitando contro lo sbarco della
nave israeliana che trasporta tonnellate di armi. Ieri, la m/n “Contship Era”
prevista a Salerno è stata accolta da blocchi e scioperi come a Marsiglia e
Genova, costringendola a cambiare rotta e scalo dirigendosi verso il porto di
Scilla vicino Reggio Calabria. “Bisogna scardinare la logistica marittima al
servizio dei traffici di armi; si può fare, ma non è ancora finita”, scrivono i
sindacati dei portuali. Un presidio di protesta contro la guerra nella Striscia
di Gaza e il genocidio del popolo palestinese è già attivo nel porto di Scilla
con la partecipazione di molte associazioni di Reggio e di tutta la regione
Calabria e da Messina.
Mobilitazione in Italia contro il genocidio
È in corso in molte piazze italiane l’iniziativa: “La musica contro il
silenzio”. Dopo Genova, Torino e Bologna oggi a Cagliari e dopodomani 8 giugno a
Roma e Napoli e poi fino al 25 giugno tanti altri appuntamenti. Concerti
organizzati dal basso, per dire no al genocidio ed alla deportazione dei
palestinesi per mano di Israele. clicca per vedere il calendario e conoscere la
genesi del movimento.
Alla manifestazione nazionale del 21 giugno contro il riarmo, la situazione di
Gaza e la questione palestinese saranno al centro della mobilitazione.
In tutte le città italiane si allarga la protesta nonviolenta, con lo sciopero
della fame, contro il genocidio.
Appello Emergency
Emergency ha lanciato un appello per chiedere al governo italiano di agire. Sono
arrivate già 230.451 firme (alle 10:00 di stamattina). Manca la tua? Affrettati,
i bambini di Gaza non possono aspettare.
Carovana Somoud
È partita oggi da Tunisi la carovana Somoud (Resilienza) per portarre oltre
2.000 partecipanti fino a Rafah, via Libia e Egitto. Oltre 400 pullman,
accompagnati da ambulanze e team sanitari si sono avviati all’alba lungo la via
costiera verso il confine libico. Gli organizzatori hanno assicurato che sul
cammino li raggiungeranno anche delegazioni libiche ed egiziane. “Il nostro
intento è pacifico. Ci congiungeremo a el-Areesh con la Global March to Gaza”.
Global March to Gaza
L’altra azione umanitaria pacifica e nonviolenta per rompere l’assedio mortale
che affama la popolazione di Gaza è la Global March to Gaza. È un’azione
coordinata con la Carovana Somoud in partenza da Tunisi e con Freedom Flotilla
partita all’inizio di giugno da Catania. Gli organizzatori presenti in 35 paesi
contano di portare al Cairo il 12 giugno oltre 2000 attivisti, che si
trasferiranno in pullman fino ad Al-Areesh e poi a piedi fino al valico Rafah.
Sarà realizzato un accampamento di tre giorni per “rompere l’assedio e imporre
pacificamente il cessate-il-fuoco”, ha detto il dottore Hicham El Ghaoui, un
medico francese di origine marocchina, che aveva lavorato come volontario a Gaza
per diversi periodi. “Vogliamo scuotere le coscienze del mondo contro la
barbarie”.
ANBAMED