
Notizie dal mondo arabo
Pressenza - Monday, May 19, 2025Sciopero della fame a staffetta contro il genocidio
Oggi, lunedì 19 maggio, prosegue per il 5° giorno l’azione nonviolenta di sciopero della fame per 24 ore a staffetta.
L’azione continuerà nei prossimi giorni con la partecipazione a staffetta di altri gruppi, fino al cessate il fuoco definitivo.
Gli iscritti sono tantissimi e, secondo le disponibilità espresse, costruiremo il calendario con l’elenco dei partecipanti di tantissime città italiane e europee.
È un digiuno del cibo e non della sete. Si può liberamente bere.
Se volete partecipare nei prossimi giorni, scrivete un messaggio di posta elettronica con nome, cognome, città di residenza, professione (facoltativa), data prescelta (anche più di una) e un pensiero che pubblicheremo con l’elenco generale di tutti gli aderenti.
Le adesioni vanno inviate esclusivamente a: anbamedaps@gmail.com
Manderemo un email di avviso, il giorno prima, a tutti i digiunatori del turno.
In molte realtà sono stati organizzati dei presidi nelle piazze e di fronte ai palazzi del potere oppure creato momenti di condivisione collettiva del digiuno. Sono iniziative pregevoli che raccomandiamo, chiedendo agli organizzatori di comunicarci in anticipo gli eventi programmati e mandarci eventualmente foto da pubblicare.
Gaza
Bombe e fame. Le operazioni militari di terra si stanno svolgendo a pieno regime per la conquista del territorio.
Bombardamenti a tappeto per costringere la popolazione a deportare verso sud.
Per il compimento dell’obiettivo l’esercito ha consigliato il governo di ammettere l’ingresso di aiuti umanitari.
La stampa israeliana scrive che Israele “consentirà l’ingresso di una quantità minima di cibo per la popolazione”.
Solo nel sud della Striscia e temporaneamente affidato a diverse organizzazioni internazionali, tra cui il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite e la World Central Kitchen, fino a quando il nuovo meccanismo, voluto da Israele per attirar la popolazione verso sud, non entrerà in funzione alla fine di questo mese.
Saranno allestiti 4 campi di concentramento circondati da filo spinato e controllati da contractor statunitensi e da sistemi di identificazione biometrica.
Fonti di Tel Aviv informano che la decisione di far entrare gli aiuti è avvenuta su pressioni della Casa Bianca ed è stata presa da Netanyahu senza voto nel governo, a causa dell’opposizione di una maggioranza dei ministri.
Il cibo come merce di guerra e di propaganda.
I bombardamenti non sono cessati. Fino a mezzogiorno di ieri, sono stati 67 gli uccisi i corpi dei quali sono giunti negli ospedali.
361 i feriti. 96 gli uccisi in serata e fonti giornalistiche parlano di almeno 54 persone sono state uccise nei bombardamenti di stamattina, tra i quali 4 giornalisti e operatori dell’informazione.
Per coprire i loro crimini, i generali israeliani parlano del ritrovamento del corpo di Mohammed Sinwar, capo militare di Brigate Qassam. È la terza volta che la notizia della sua uccisione viene usata per coprire le atrocità contro i civili e i bombardamenti contro gli ospedali.
Stamattina l’esercito israeliano ha lanciato le sue bombe sul centro di analisi dell’ospedale Nasser di Khan Younis.
È stato completamente distrutto compreso il deposito dei materiali sanitari.
Un altro grande ospedale di Gaza è stato messo fuori servizi dai bombardamenti mirati israeliani. Dall’ospedale Al-Ahli di Gaza sono stati evacuati in fretta tutti i malati e feriti.
I droni hanno attaccato all’interno dei reparti di terapia intensiva dell’ospedale indonesiano, uccidendo personale sanitario e ricoverati. L’ospedale è fuori servizio e durante il trasferimento dei malati, i caccia di Tel Aviv hanno di nuovo bombardato.
Un terzo ospedale è stato preso di mira: è ospedale Al-Aouda, ultima struttura sanitaria nel nord della Striscia. I droni hanno agito contro malati e personale sanitario con lanci di missili e proiettili. Nell’ospedale europeo di Gaza sono stati presi di mira con 14 missili le linee di rifornimento dell’ossigeno cancellando la possibilità che la struttura torni ad operare. A tutto questo si aggiungono i divieti di ingresso dei carburanti e delle medicine cha hanno bloccato ogni possibilità di svolgere operazioni chirurgiche o prestare cure ai malati terminali.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Nei rastrellamenti di ieri e di stamattina sono stati arrestati 103 giovani militanti e attivisti anticoloniali palestinesi. Le operazioni militari hanno interessato tutti i grandi centri della Cisgiordania ed in particolare i campi profughi. Ieri, i soldati hanno sparato contro una famiglia che stava tornando al campo di Tulkarem per tentare di salvare alcuni effetti personali nella loro casa rasa al suolo. È stata ferita gravemente la madre e due dei figli minori. I cecchini hanno sparato malgrado che il gruppo di famiglia avanzava con le mani alzate.
Missione di pace a Rafah
Le autorità egiziane non hanno fornito l’assistenza dovuta, malgrado ciò decine di decine di italiani, tra deputati, cooperanti, attivisti e giornalisti, hanno tenuto un presidio al valico di Rafah tra Egitto e Gaza a sostegno della popolazione palestinese sotto i bombardamenti israeliani, per la fine dell’offensiva militare e per l’ingresso immediato nella Striscia di aiuti umanitari.
Solidarietà con la Palestina nel mondo
Le manifestazioni più partecipate nel mondo arabo sono state in Yemen e Marocco.
Decine di migliaia nella capitale Sanaa si sono radunati nella piazza centrale e il corteo ha attraversato tutte le arterie principali della città, facendo sosta davanti agli edifici bombardati dai caccia statunitensi-britannici.
In tutte le province yemenite sotto il controllo degli Houthi si sono tenute manifestazioni contro il genocidio in corso a Gaza.
La stampa governativa valuta in un milione di cittadini il totale dei partecipanti.
In Marocco, migliaia di cittadini sono scesi in piazza per dire no all’assistenza logistica nei porti per le navi che trasportano armi verso Israele.
La monarchia ha riconosciuto Israele e il re mantiene tuttora la presidenza del Comitato interarabo per la difesa di Gerusalemme.
A Londra si è svolta la più grande manifestazione in Europa. 600 mila manifestanti hanno sfilato davanti alla sede del governo chiedendo di mettere fine all’esportazione di armi.
A L’Aja la parola d’ordine è stata la rottura delle relazioni diplomatiche con Israele. “Solo le sanzioni economiche e la riduzione della rappresentanza diplomatica indurranno il governo Netanyahu a cessare il fuoco”, hanno detto dal palco.
A Tokio in Giappone e a Jakarta, Indonesia, si sono organizzati raduni per commemorare il 77 anniversario della Nakba, la cacciata del popolo palestinese dalla sua terra nel 1948.
In Italia, lo scorso fine settimana ha visto grandi mobilitazioni e soprattutto sit-in con digiuno, per chiedere la fine dell’assedio di Gaza e un cessate il fuoco. Tra le città in collegamento con il nostro appello ci sono Torino, Venezia, Padova, Pisa, Firenze e Modena.
Memoria anticoloniale
Si conclude oggi la visita della delegazione delle organizzazioni della società civile al cimitero delle vittime libiche del colonialismo italiano ad Ustica.
Nel cimitero è stata affissa una targa, della società civile italiana, in memoria delle vittime del colonialismo italiano con versi di poesie del poeta libico Fadhel Al-Shalmani (1912) e di Silvio Campanile, internato antifascista (1927).
“Tracce coloniali” è il progetto di “Un ponte per” volto a rispolverare la memoria coloniale e riconoscere un giorno dedicato a ricordare le vittime del colonialismo italiano.
Cultura
Eurovision della vergogna. I due pesi e due misure dell’ipocrisia dell’Europa ufficiale tutta, politica, media e cultura.
“La musica non fa politica¸ è amore”, hanno risposto gli organizzatori alle richieste di cacciare la cantante israeliana.
Non era lo stesso atteggiamento di tre anni fa quando la Russia era stata esclusa senza batter ciglio.
È da notare che la Russia fa parte del continente europeo, Israele no.
Non solo ma la Tv spagnola è stata minacciata di ritorsioni se avesse continuato a commentare lo show riportando notizie sul genocidio a Gaza, come il numero dei bambini uccisi.
Gli spagnoli hanno risposto picche e nella serata fiale non si sono risparmiati di fornire cifre e descrizioni sulla situazione di Gaza sotto bombardamento e affamata.
Un giovane che cantava dal pubblico “Free, free Palestine” è stato malmenato brutalmente dai gorilla della sicurezza.
La tv belga ha oscurato il video durante l’esecuzione della canzone israeliana, con un cartello che spiega: “è uno sciopero sindacale. Noi condanniamo le violazioni di Israele dei diritti umani.
Inoltre Israele opprime sistematicamente la libertà di stampa. Perciò siamo fermi temporaneamente dalle trasmissioni in diretta.