Notizie dal mondo araboSciopero della fame a staffetta contro il genocidio
Oggi, lunedì 19 maggio, prosegue per il 5° giorno l’azione nonviolenta di
sciopero della fame per 24 ore a staffetta.
L’azione continuerà nei prossimi giorni con la partecipazione a staffetta di
altri gruppi, fino al cessate il fuoco definitivo.
Gli iscritti sono tantissimi e, secondo le disponibilità espresse, costruiremo
il calendario con l’elenco dei partecipanti di tantissime città italiane e
europee.
È un digiuno del cibo e non della sete. Si può liberamente bere.
Se volete partecipare nei prossimi giorni, scrivete un messaggio di posta
elettronica con nome, cognome, città di residenza, professione (facoltativa),
data prescelta (anche più di una) e un pensiero che pubblicheremo con l’elenco
generale di tutti gli aderenti.
Le adesioni vanno inviate esclusivamente a: anbamedaps@gmail.com
Manderemo un email di avviso, il giorno prima, a tutti i digiunatori del turno.
In molte realtà sono stati organizzati dei presidi nelle piazze e di fronte ai
palazzi del potere oppure creato momenti di condivisione collettiva del digiuno.
Sono iniziative pregevoli che raccomandiamo, chiedendo agli organizzatori di
comunicarci in anticipo gli eventi programmati e mandarci eventualmente foto da
pubblicare.
Gaza
Bombe e fame. Le operazioni militari di terra si stanno svolgendo a pieno regime
per la conquista del territorio.
Bombardamenti a tappeto per costringere la popolazione a deportare verso sud.
Per il compimento dell’obiettivo l’esercito ha consigliato il governo di
ammettere l’ingresso di aiuti umanitari.
La stampa israeliana scrive che Israele “consentirà l’ingresso di una quantità
minima di cibo per la popolazione”.
Solo nel sud della Striscia e temporaneamente affidato a diverse organizzazioni
internazionali, tra cui il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite e
la World Central Kitchen, fino a quando il nuovo meccanismo, voluto da Israele
per attirar la popolazione verso sud, non entrerà in funzione alla fine di
questo mese.
Saranno allestiti 4 campi di concentramento circondati da filo spinato e
controllati da contractor statunitensi e da sistemi di identificazione
biometrica.
Fonti di Tel Aviv informano che la decisione di far entrare gli aiuti è avvenuta
su pressioni della Casa Bianca ed è stata presa da Netanyahu senza voto nel
governo, a causa dell’opposizione di una maggioranza dei ministri.
Il cibo come merce di guerra e di propaganda.
I bombardamenti non sono cessati. Fino a mezzogiorno di ieri, sono stati 67 gli
uccisi i corpi dei quali sono giunti negli ospedali.
361 i feriti. 96 gli uccisi in serata e fonti giornalistiche parlano di almeno
54 persone sono state uccise nei bombardamenti di stamattina, tra i quali 4
giornalisti e operatori dell’informazione.
Per coprire i loro crimini, i generali israeliani parlano del ritrovamento del
corpo di Mohammed Sinwar, capo militare di Brigate Qassam. È la terza volta che
la notizia della sua uccisione viene usata per coprire le atrocità contro i
civili e i bombardamenti contro gli ospedali.
Stamattina l’esercito israeliano ha lanciato le sue bombe sul centro di analisi
dell’ospedale Nasser di Khan Younis.
È stato completamente distrutto compreso il deposito dei materiali sanitari.
Un altro grande ospedale di Gaza è stato messo fuori servizi dai bombardamenti
mirati israeliani. Dall’ospedale Al-Ahli di Gaza sono stati evacuati in fretta
tutti i malati e feriti.
I droni hanno attaccato all’interno dei reparti di terapia intensiva
dell’ospedale indonesiano, uccidendo personale sanitario e ricoverati.
L’ospedale è fuori servizio e durante il trasferimento dei malati, i caccia di
Tel Aviv hanno di nuovo bombardato.
Un terzo ospedale è stato preso di mira: è ospedale Al-Aouda, ultima struttura
sanitaria nel nord della Striscia. I droni hanno agito contro malati e personale
sanitario con lanci di missili e proiettili. Nell’ospedale europeo di Gaza sono
stati presi di mira con 14 missili le linee di rifornimento dell’ossigeno
cancellando la possibilità che la struttura torni ad operare. A tutto questo si
aggiungono i divieti di ingresso dei carburanti e delle medicine cha hanno
bloccato ogni possibilità di svolgere operazioni chirurgiche o prestare cure ai
malati terminali.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Nei rastrellamenti di ieri e di stamattina sono stati arrestati 103 giovani
militanti e attivisti anticoloniali palestinesi. Le operazioni militari hanno
interessato tutti i grandi centri della Cisgiordania ed in particolare i campi
profughi. Ieri, i soldati hanno sparato contro una famiglia che stava tornando
al campo di Tulkarem per tentare di salvare alcuni effetti personali nella loro
casa rasa al suolo. È stata ferita gravemente la madre e due dei figli minori. I
cecchini hanno sparato malgrado che il gruppo di famiglia avanzava con le mani
alzate.
Missione di pace a Rafah
Le autorità egiziane non hanno fornito l’assistenza dovuta, malgrado ciò decine
di decine di italiani, tra deputati, cooperanti, attivisti e giornalisti, hanno
tenuto un presidio al valico di Rafah tra Egitto e Gaza a sostegno della
popolazione palestinese sotto i bombardamenti israeliani, per la fine
dell’offensiva militare e per l’ingresso immediato nella Striscia di aiuti
umanitari.
Solidarietà con la Palestina nel mondo
Le manifestazioni più partecipate nel mondo arabo sono state in Yemen e Marocco.
Decine di migliaia nella capitale Sanaa si sono radunati nella piazza centrale e
il corteo ha attraversato tutte le arterie principali della città, facendo sosta
davanti agli edifici bombardati dai caccia statunitensi-britannici.
In tutte le province yemenite sotto il controllo degli Houthi si sono tenute
manifestazioni contro il genocidio in corso a Gaza.
La stampa governativa valuta in un milione di cittadini il totale dei
partecipanti.
In Marocco, migliaia di cittadini sono scesi in piazza per dire no
all’assistenza logistica nei porti per le navi che trasportano armi verso
Israele.
La monarchia ha riconosciuto Israele e il re mantiene tuttora la presidenza del
Comitato interarabo per la difesa di Gerusalemme.
A Londra si è svolta la più grande manifestazione in Europa. 600 mila
manifestanti hanno sfilato davanti alla sede del governo chiedendo di mettere
fine all’esportazione di armi.
A L’Aja la parola d’ordine è stata la rottura delle relazioni diplomatiche con
Israele. “Solo le sanzioni economiche e la riduzione della rappresentanza
diplomatica indurranno il governo Netanyahu a cessare il fuoco”, hanno detto dal
palco.
A Tokio in Giappone e a Jakarta, Indonesia, si sono organizzati raduni per
commemorare il 77 anniversario della Nakba, la cacciata del popolo palestinese
dalla sua terra nel 1948.
In Italia, lo scorso fine settimana ha visto grandi mobilitazioni e soprattutto
sit-in con digiuno, per chiedere la fine dell’assedio di Gaza e un cessate il
fuoco. Tra le città in collegamento con il nostro appello ci sono Torino,
Venezia, Padova, Pisa, Firenze e Modena.
Memoria anticoloniale
Si conclude oggi la visita della delegazione delle organizzazioni della società
civile al cimitero delle vittime libiche del colonialismo italiano ad Ustica.
Nel cimitero è stata affissa una targa, della società civile italiana, in
memoria delle vittime del colonialismo italiano con versi di poesie del poeta
libico Fadhel Al-Shalmani (1912) e di Silvio Campanile, internato antifascista
(1927).
“Tracce coloniali” è il progetto di “Un ponte per” volto a rispolverare la
memoria coloniale e riconoscere un giorno dedicato a ricordare le vittime del
colonialismo italiano.
Cultura
Eurovision della vergogna. I due pesi e due misure dell’ipocrisia dell’Europa
ufficiale tutta, politica, media e cultura.
“La musica non fa politica¸ è amore”, hanno risposto gli organizzatori alle
richieste di cacciare la cantante israeliana.
Non era lo stesso atteggiamento di tre anni fa quando la Russia era stata
esclusa senza batter ciglio.
È da notare che la Russia fa parte del continente europeo, Israele no.
Non solo ma la Tv spagnola è stata minacciata di ritorsioni se avesse continuato
a commentare lo show riportando notizie sul genocidio a Gaza, come il numero dei
bambini uccisi.
Gli spagnoli hanno risposto picche e nella serata fiale non si sono risparmiati
di fornire cifre e descrizioni sulla situazione di Gaza sotto bombardamento e
affamata.
Un giovane che cantava dal pubblico “Free, free Palestine” è stato malmenato
brutalmente dai gorilla della sicurezza.
La tv belga ha oscurato il video durante l’esecuzione della canzone israeliana,
con un cartello che spiega: “è uno sciopero sindacale. Noi condanniamo le
violazioni di Israele dei diritti umani.
Inoltre Israele opprime sistematicamente la libertà di stampa. Perciò siamo
fermi temporaneamente dalle trasmissioni in diretta.
ANBAMED