
Della creazione e dell’Ai nel tempo della fine dell’umano
Comune-info - Wednesday, May 7, 2025
La nostra società industriale e capitalista, come giustamente si sostiene da alcune parti, è un percorso di abolizione dell’essere umano. È evidente. Del resto ormai ovunque, per strada, sui mezzi pubblici, persino a tu per tu al ristorante, si incontrano zombie, non esseri umani, che sono sempre in connessione con la grande macchina della rete. Poco male la sua scomparsa, qualcuno potrebbe dire. Una specie che ha un expertise straordinaria, nel generare sofferenze d’ogni tipo sia ai suoi simili che a tutto il suo ambiente. Sofferenze anche a sé stessa. Possiamo stare certi che la nostra scomparsa sarà salutata da tutto il nostro pianeta con un grande sospiro di sollievo.
Detto ciò fa abbastanza specie la gozzoviglia di parecchi intorno al nuovo grande feticcio dell’intelligenza artificiale. Quelli da sempre affaccendati intorno al marketting (con due t) delle idee e delle pratiche, sempre pronti a saltare sulla prima novità che faccia audience fanno arte con l’AI (e musica, film ecc.), fanno ovvi libri di “filosofia” con l’AI, o addirittura provano a scrivere romanzi brutti con l’AI. Spero vengano presto assorbiti dalla grande macchina e scompaiono in essa.
Intanto le imprese cominciano a licenziare senza problemi tutti gli addetti a mansioni (per esempio il servizio clienti) che l’AI risolve molto meglio. Lo sappiamo bene, già è stato autorevolmente detto (da Cacciari fra l’altro): il modello di produzione del futuro sarà quello e chi si adatterà bene, gli altri saran fuori. In quasi tutti i campi. Dubito che una specie idiota come la nostra proverà a fare dell’intelligenza artificiale “sovrumana”, come la definisce Cristianini, un supporto per il nostro benessere. Sarà sempre al servizio di qualche sfruttatore e dei suoi profitti. Mettiamoci l’anima in pace.
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Tuttavia conservo qualche dubbio sulla capacità di un’intelligenza, per quanto magari dotata, dopo infiniti apprendimenti, anche di sentimenti e affetti, di poter sostituire la carne sofferente dell’umano nella creazione. La creazione non è una faccenda di spiriti, per quanto senzienti, è una faccenda di carne e sangue, come qualunque grande creatore ha dimostrato (che so, Artaud, Van Gogh, Foster Wallace ecc.).
Resta forse questo spiraglio in cui sperare. Come si è dimostrato, noi non pensiamo solo con il cervello, ma con tutto un intricatissimo sistema reticolare di cellule diffuse nel nostro corpo. Scavate dall’esperienza concreta della realtà. Per quanto si possa produrre della merda filosofica, letteraria e artistica con l’intelligenza più o meno artificiale, occorrerà ancora per molto tempo un corpo scorticato dalla vita per creare, creare sul serio.
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