Attivismo e alberi: un amore necessario

Pressenza - Tuesday, December 2, 2025

In occasione della Festa degli Alberi, a Torino è stato proiettato The Felling, an epic tale of people power, un documentario di Jaqui Bellamy e Eve Wood, prodotto nel 2022.

La proiezione è un’iniziativa del Comitato Salviamo gli alberi di corso Belgio, sorto in difesa dei 240 alberi presenti che l’amministrazione comunale decise di tagliare per sostituirli con peri cinesi, piante che anche nella maturità hanno dimensioni più contenute delle piante attualmente presenti. La motivazione del taglio addotta dagli uffici comunali consisteva in questioni di sicurezza pubblica

Gli alberi di corso Belgio

La vicenda, portata in tribunale, ha già ottenuto risposta: un’ordinanza del 2024 ha stabilito che gli alberi potranno esseri sostituiti ma i tagli verranno programmati in un arco di tempo di 5 anni e non i pochi mesi previsti dal progetto comunale. Inoltre, e non meno importante, i “nuovi” alberi non potranno essere troppo piccoli. L’ordinanza ne specifica le dimensioni minime: alte almeno 4 metri e 20 cm di diametro del fusto. Questo perché l’ordinanza ha tenuto conto del beneficio che alberate adulte portano alle zone in cui sono presenti, non solo in termini di maggior ossigenazione ma anche in rifermento alla preziosissima ombra, un bene prezioso nelle nostre città che in estate diventano sempre più roventi. Tagliare quegli alberi tutti insieme avrebbe arrecato danni alla salute degli abitanti della zona, un riconoscimento giuridico importantissimo dell’efficiente lavoro svolto dai colossi verdi.

The Felling: il caso di Sheffield

Una storia simile è quella di Sheffield raccontata nel documentario The Felling. Nella cittadina britannica vennero decisi abbattimenti per quasi 5000 esemplari a causa di un progetto di risistemazione di strade e marciapiedi, includendo nella lista anche esemplari perfettamente sani, alcuni ultracentenari. Il progetto era del 2012, valido per 25 anni e pari a 2,2 miliardi di sterline. La popolazione reagì numerosa, un po’ per volta diventando nel tempo una vera azione di disobbedienza civile e diffusa. All’arrivo egli operai gli attivisti si frapponevano fra alberi e motoseghe bloccando i lavori. Nel 2017 il Comune portò la questione in Tribunale che rispose con un’ingiunzione che vietava agli attivisti di ostacolare i lavori ponendosi nella zona protetta dalle transenne.

Ma cosa si è disposti a fare per salvare un albero? Molto e questa storia lo dimostra. L’ingiunzione rese necessaria qualche cautela in più: bisognava trovare il modo di essere efficienti e bloccare gli operai senza violare l’ingiunzione evitando le sanzioni pecuniarie che avrebbero messo in difficoltà buona parte dei manifestanti. Gli attivisti si mobilitarono organizzando azioni strutturate e ben coordinate. Bloccando gli operai all’uscita dal deposito mezzi ad esempio. Ma qualcuno si chiese: “E se l’ingiunzione la violassimo? Cosa accadrebbe?” Dodici mesi di reclusione condonati e pagamento delle spese processuali, ecco cosa accadde.

Ma la tenacia degli attivisti venne premiata. Nel 2018 gli abbattimenti vennero sospesi e nel 2021 le parti in causa sottoscrissero una nuova strategia di partenariato per la cura di alberi e strade.

Un nuovo accordo anche per Torino?

Una similitudine con la storia torinese che continua anche su questo punto. Il 19 novembre è infatti stata presentata una proposta di deliberazione di iniziativa popolare per chiedere la sostituzione integrale del vigente articolo 45 del Regolamento del Verde pubblico e privato della Città di Torino. La proposta intende eliminare la possibilità di sostituzione di intere alberate senza la valutazione di pericolosità effettuata per ogni singolo albero. Un cambiamento epocale che segnerebbe il riconoscimento alla salvaguardia di ogni singolo amico verde della città e che è necessario.

Sara Panarella

Redazione Torino