Attivismo e alberi: un amore necessario
In occasione della Festa degli Alberi, a Torino è stato proiettato The Felling,
an epic tale of people power, un documentario di Jaqui Bellamy e Eve Wood,
prodotto nel 2022.
La proiezione è un’iniziativa del Comitato Salviamo gli alberi di corso Belgio,
sorto in difesa dei 240 alberi presenti che l’amministrazione comunale decise di
tagliare per sostituirli con peri cinesi, piante che anche nella maturità hanno
dimensioni più contenute delle piante attualmente presenti. La motivazione del
taglio addotta dagli uffici comunali consisteva in questioni di sicurezza
pubblica
GLI ALBERI DI CORSO BELGIO
La vicenda, portata in tribunale, ha già ottenuto risposta: un’ordinanza del
2024 ha stabilito che gli alberi potranno esseri sostituiti ma i tagli verranno
programmati in un arco di tempo di 5 anni e non i pochi mesi previsti dal
progetto comunale. Inoltre, e non meno importante, i “nuovi” alberi non potranno
essere troppo piccoli. L’ordinanza ne specifica le dimensioni minime: alte
almeno 4 metri e 20 cm di diametro del fusto. Questo perché l’ordinanza ha
tenuto conto del beneficio che alberate adulte portano alle zone in cui sono
presenti, non solo in termini di maggior ossigenazione ma anche in rifermento
alla preziosissima ombra, un bene prezioso nelle nostre città che in estate
diventano sempre più roventi. Tagliare quegli alberi tutti insieme avrebbe
arrecato danni alla salute degli abitanti della zona, un riconoscimento
giuridico importantissimo dell’efficiente lavoro svolto dai colossi verdi.
THE FELLING: IL CASO DI SHEFFIELD
Una storia simile è quella di Sheffield raccontata nel documentario The Felling.
Nella cittadina britannica vennero decisi abbattimenti per quasi 5000 esemplari
a causa di un progetto di risistemazione di strade e marciapiedi, includendo
nella lista anche esemplari perfettamente sani, alcuni ultracentenari. Il
progetto era del 2012, valido per 25 anni e pari a 2,2 miliardi di sterline. La
popolazione reagì numerosa, un po’ per volta diventando nel tempo una vera
azione di disobbedienza civile e diffusa. All’arrivo egli operai gli attivisti
si frapponevano fra alberi e motoseghe bloccando i lavori. Nel 2017 il Comune
portò la questione in Tribunale che rispose con un’ingiunzione che vietava agli
attivisti di ostacolare i lavori ponendosi nella zona protetta dalle transenne.
Ma cosa si è disposti a fare per salvare un albero? Molto e questa storia lo
dimostra. L’ingiunzione rese necessaria qualche cautela in più: bisognava
trovare il modo di essere efficienti e bloccare gli operai senza violare
l’ingiunzione evitando le sanzioni pecuniarie che avrebbero messo in difficoltà
buona parte dei manifestanti. Gli attivisti si mobilitarono organizzando azioni
strutturate e ben coordinate. Bloccando gli operai all’uscita dal deposito mezzi
ad esempio. Ma qualcuno si chiese: “E se l’ingiunzione la violassimo? Cosa
accadrebbe?” Dodici mesi di reclusione condonati e pagamento delle spese
processuali, ecco cosa accadde.
Ma la tenacia degli attivisti venne premiata. Nel 2018 gli abbattimenti vennero
sospesi e nel 2021 le parti in causa sottoscrissero una nuova strategia di
partenariato per la cura di alberi e strade.
UN NUOVO ACCORDO ANCHE PER TORINO?
Una similitudine con la storia torinese che continua anche su questo punto. Il
19 novembre è infatti stata presentata una proposta di deliberazione di
iniziativa popolare per chiedere la sostituzione integrale del vigente articolo
45 del Regolamento del Verde pubblico e privato della Città di Torino. La
proposta intende eliminare la possibilità di sostituzione di intere alberate
senza la valutazione di pericolosità effettuata per ogni singolo albero. Un
cambiamento epocale che segnerebbe il riconoscimento alla salvaguardia di ogni
singolo amico verde della città e che è necessario.
Sara Panarella
Redazione Torino