
Mozambique LNG: inglesi e olandesi si ritirano, le italiane SACE e CDP invece no
Pressenza - Tuesday, December 2, 2025A seguito della denuncia presentata da ECCHR / European Center for Constitutional and Human Rights *, le agenzie di credito all’export di Gran Bretagna e Paesi Bassi hanno deciso di non finanziare il progetto nella cui realizzazione in Mozambico la società multinazionale Total Energies si è resa complice di crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
«Chiediamo che il governo italiano prenda posizione su questa vicenda così drammatica e obblighi SACE e CDP a ritirarsi finanziariamente da Mozambique LNG – ha dichiarato Simone Ogno di ReCommon – Dopo l’uscita delle agenzie di credito all’export di Regno Unito e Paesi Bassi, sarebbe scandaloso se centinaia di milioni di euro dei contribuenti italiani continuassero a essere destinati per un progetto così rischioso e macchiato da possibili gravi violazioni dei diritti umani».
Con decisioni che hanno pochi precedenti, i governi di Gran Bretagna e Paesi Bassi hanno scelto di interrompere il sostegno finanziario al progetto Mozambique LNG, gestito dalla multinazionale francese TotalEnergies per l’opera che vede un considerevole coinvolgimento italiano, dal momento che l’agenzia di credito all’esportazione SACE / Servizi Assicurativi per il Commercio Estero dovrebbe rilasciare una garanzia di 950 milioni di euro, con cui coprire i prestiti per le operazioni di SIPEM, tra cui quello di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) del valore di 650 milioni di euro.
Lo scorso novembre, l’European Center for Constitutional and Human Rights (ECCHR), una delle più importanti Ong europee per la difesa dei diritti umani, ha presentato in Francia una denuncia penale contro TotalEnergies per complicità in crimini di guerra, tortura e sparizioni forzate.
Come riportato dal quotidiano Politico, lunedì scorso il ministro britannico per gli Affari economici Peter Kyle ha comunicato l’annullamento dell’operazione da oltre 1 miliardo di dollari a sostegno del progetto di gas naturale liquefatto del colosso fossile transalpino, poiché metterebbe a rischio i soldi dei contribuenti alla luce delle gravi vicende riguardanti l’infrastruttura. Nella stessa giornata, il ministro delle Finanze olandese Eelco Heinen ha confermato al Parlamento nazionale che «i Paesi Bassi non saranno più coinvolti nel finanziamento del progetto in Mozambico».
La multinazionale del petrolio e del gas è accusata di aver finanziato direttamente e sostenuto materialmente la Joint Task Force, composta dalle forze armate mozambicane, che tra luglio e settembre 2021 avrebbe arrestato, torturato e ucciso decine di civili sul perimetro del sito estrattivo in quello che è stato definito “il massacro dei container”.
Una vicenda ripresa nel settembre 2024 sempre da Politico in un’inchiesta curata dal giornalista indipendente Alex Perry e, successivamente, da Le Monde e Source Material, e in cui si segnalava, grazie anche a una richiesta di accesso agli atti inoltrata da ReCommon a CDP, come TotalEnergies avesse tutti gli elementi a disposizione per essere a conoscenza degli abusi commessi dai militari mozambicani già prima dell’estate del 2021.
A seguito di un attacco alla città di Palma da parte del gruppo armato Ahl al-Sunnah wa al Jamma’ah nel marzo e nell’aprile 2021, l’esercito mozambicano – compresi i membri della Joint Task Force sostenuta da TotalEnergies – avrebbe arbitrariamente detenuto decine di civili in container metallici situati all’ingresso dello stabilimento tra luglio e settembre 2021. I civili stavano fuggendo dai loro villaggi a causa degli attacchi degli insorti quando sono stati intercettati dall’esercito. Secondo le ricostruzioni, i detenuti sono stati torturati, sottoposti a sparizioni forzate e alcuni di loro sono stati uccisi sommariamente. Nel settembre 2021, gli ultimi 26 detenuti sono stati rilasciati.
La Joint Task Force è stata istituita con un memorandum del 2020 tra la filiale mozambicana di TotalEnergies e il governo mozambicano come unità di sicurezza dedicata alla protezione delle operazioni del progetto Mozambique LNG.
Il sostegno finanziario britannico e olandese, sotto forma di prestiti e garanzie pubblici per gli esportatori e le banche che sostengono il progetto, era stato sospeso dopo che TotalEnergies aveva invocato la forza maggiore – una clausola contrattuale che consente alle aziende di sospendere gli obblighi in caso di calamità – a seguito del deterioramento della situazione della sicurezza nella regione.
SACE ha già supportato finanziariamente un altro progetto in Mozambico, con una garanzia di 700 milioni di euro: si tratta di Coral South FLNG, progetto offshore di ENI, la multinazionale energetica occidentale più attiva in Mozambico insieme proprio a TotalEnergies. Nella penisola di Afungi, dove è in fase di costruzione Mozambique LNG, dovrebbe sorgere anche l’impianto Rovuma LNG di ExxonMobil ed ENI.
* La francese TotalEnergies denunciata per presunti crimini di guerra in Mozambico, in cui è coinvolta l’italiana SACE / PRESSENZA – 18.11.2025