
39 eurodeputati hanno firmato un appello per la liberazione di Alberto Trentini
Pressenza - Friday, November 28, 2025Ormai è da oltre un anno che Alberto Trentini, cooperante italiano, è detenuto a Caracas, Venezuela, senza che nei suoi confronti siano state formalizzate accuse, e avendo avuto a sua disposizione soltanto tre chiamate brevi e una visita consolare, concesse anche ad altri detenuti. Nei giorni scorsi la famiglia di Trentini, in una conferenza stampa, aveva denunciato l’immobilismo del governo italiano, sollecitando di nuovo le autorità a chiamare Caracas per dare impulso a un dialogo e alla trattativa per la liberazione di Alberto. A tal proposito, questo 14 novembre, Antonio Tajani, ministro degli Esteri, aveva ribadito l’impegno del governo per “sollecitare la liberazione” dei connazionali detenuti in Venezuela, facendo però riferimento a “una tensione crescente” che coinvolge Caracas, “anche a livello internazionale”. Al fine di tenere alta l’attenzione e spingere affinché possa avvenire il prima possibile la liberazione di Alberto Trentini, 39 europarlamentari italiani, appartenenti alle forze politiche del PD, M5S, AVS e FDI hanno sottoscritto, questo 26 novembre, un appello per la liberazione del cooperante italiano. L’obbiettivo è che venga aperto ogni canale ogni canale disponibile nel rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale e dell’articolo 11 della costituzione italiana. Questo il testo dell’appello:
“Da un anno, dal 15 novembre 2024, il cooperante italiano Alberto Trentini è detenuto in Venezuela. Da allora i contatti con la famiglia sono stati rarissimi, le informazioni sulle sue condizioni frammentarie, la sua vicenda avvolta da un’incertezza che pesa ogni giorno di più sui suoi cari e sulla comunità che conosce il suo impegno nel campo della cooperazione internazionale. Alberto ha speso la propria vita professionale al fianco delle persone più vulnerabili, offrendo competenze e assistenza in contesti difficili, spesso lontano dai riflettori. È un operatore umanitario di grande esperienza, riconosciuto dalle organizzazioni con cui ha collaborato. Oggi, però, è lui a trovarsi in una condizione di fragilità, e per questo le parole della madre, che recentemente ha rinnovato il proprio appello pubblico, richiamano il dovere di tutte e tutti noi a prendere parola. Osserviamo con attenzione la situazione politica e sociale venezuelana e crediamo che la pace e il rispetto dei diritti umani debbano essere baluardi di orientamento politico e morale. Crediamo che la ricerca costante della pace e della distensione, la protezione della vita umana, il rifiuto di ogni escalation, siano un patrimonio condiviso anche dai popoli dell’America Latina e da quello venezuelano. In questo spirito — uno spirito che guarda alla pace come orizzonte comune — rivolgiamo un appello alle autorità della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Con rispetto per la sovranità del Paese, ma con altrettanta fermezza nel richiamare i valori universali dei diritti umani, chiediamo un atto di umanità: la liberazione di Alberto Trentini. Un gesto di clemenza e di apertura, in questo momento segnato da tensioni regionali e da minacce di escalation militare nelle aree vicine alle coste venezuelane, avrebbe un significato profondo. Sarebbe percepito come un segnale di volontà dialogante, un contributo alla costruzione di un clima più sereno e cooperativo, un passo che risponde a un appello di pace con un gesto concreto di pace. Come europarlamentari, esprimiamo inoltre apprezzamento per l’attenzione recentemente mostrata dalle istituzioni europee nei confronti del caso Trentini. Sostenere una soluzione positiva è responsabilità condivisa tra Roma, Bruxelles e tutti coloro che credono nella diplomazia come strumento per superare anche le situazioni più delicate. Rivolgiamo pertanto un appello affinché si apra ogni canale disponibile nel rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale e dell’articolo 11 della costituzione italiana Che possa tornare alla sua famiglia. Che la sua storia trovi un epilogo di giustizia e umanità. Che un gesto di apertura possa diventare un ponte di comprensione in un momento in cui il mondo ha bisogno, più che mai, di segnali di pace”.
In quelle stesse ore, della firma dell’appello, i deputati del PD della Commissione Esteri della Camera, hanno presentato un’interrogazione urgente ad Antonio Tajani, al fine di assicurare il «tempestivo rientro in Italia» di Alberto Trentini. L’iniziativa si inserisce in un contesto diplomatico che ha già visto il recente rilascio del 41enne francese Camilo Castro, grazie alla mediazione di Brasile, Colombia e Messico e previa condanna pubblica, da parte del governo francese, dell’escalation militare USA. L’obbiettivo degli europarlamentari italiani è quello di allineare il governo italiano alla posizione esplicitata dell’Ue, esortando quindi alla «stabilità regionale». Tale linea politica riflette inoltre l’opinione di vari paesi comunitari, contrari all’escalation militare al largo del Venezuela, come ad esempio i Paesi Bassi, tuttavia anche il Regno Unito ha messo in discussione la collaborazione di Intelligence con il Pentagono. Grazie anche ad Armanda Colusso, madre di Alberto Trentini, e a Alessandra Ballerini, legale di Alberto, gli europarlamentari, citando l’articolo 11 della Costituzione italiana, hanno ricordato che «l’Italia ripudia la guerra». Speriamo quindi che attraverso la diplomazia si raggiunga sia la liberazione del cooperante italiano sia la fine dell’escalation militare USA al largo del Venezuela.