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Dopo 181 giorni di detenzione Alberto Trentini chiama a casa
Il 15 novembre 2024, il cooperante veneziano Alberto Trentini, 45 anni, è stato fermato e arrestato dai funzionari del Servizio amministrativo per l’identificazione, la migrazione e l’immigrazione (Saime) in Venezuela, dove era giunto il 17 ottobre per conto della ong Humanity & Inclusion, impegnata nell’assistenza umanitaria alle persone con disabilità. Non sono ancora chiari i motivi dell’arresto, quel che è certo è che Trentini è stato subito affidato alle autorità della Direzione generale del controspionaggio militare (Dgcim), con destinazione finale Caracas. A inizio febbraio una nota “non ufficiale” giunta dal Venezuela ha rassicurato sulle “buone condizioni” di Trentini, che soffre di ipertensione e necessita di farmaci specifici. Da allora sul cooperante è ripiombato il silenzio e neppure l’ambasciata italiana è riuscita a saperne di più. Nel frattempo più di 77.500 italiani, ed anche tanti stranieri, hanno firmato per la sua scarcerazione, inoltre è cominciato un digiuno a staffetta, con adesione online, tra cui ha partecipato anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. Una vicenda in parte simile a quella della giornalista Cecilia Sala, che finalmente sta avendo spazio presso l’opinione pubblica, nella speranza che possa avere lo stesso esito avuto da quella della giornalista, con il rientro in Italia di Alberto Trentini. A tal proposito, mercoledì 12 marzo alle 12:30, presso Palazzo Vecchio a Firenze, si è tenuta una conferenza stampa per presentare la risoluzione che chiede al Governo di intensificare gli sforzi diplomatici per ottenere informazioni ufficiali e la liberazione di Alberto. Un’iniziativa promossa da Caterina Arciprete, consigliera comunale e Capogruppo di AVS/Ecolò, nonché prima proponente di questa importante iniziativa. Trovate l’intervista a questo link https://www.pressenza.com/it/2025/03/alberto-trentini-libero-intervista-a-caterina-arciprete-consigliera-comunale-di-firenze/ Nonostante le varie iniziative, le informazioni su Trentini erano state pochissime, tuttavia a inizio maggio il Venezuela aveva liberato Alfredo Schiavo, un cittadino italo-venezuelano che era detenuto da cinque anni nella capitale Caracas e, in quella circostanza, Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri, aveva detto di sperare che anche Trentini potesse essere liberato presto. Finalmente, venerdì 16 maggio, Trentini ha potuto chiamare la sua famiglia, e nel corso della telefonata avrebbe comunicato di stare bene e di essere in buone condizioni. Infatti: « Prende le pillole che gli sono state prescritte dal medico. Il governo italiano ha espresso “sollievo” per la prima telefonata di Trentini ai suoi familiari “dopo 181 giorni di detenzione nelle carceri venezuelane”. Il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli ha parlato di un “passo in avanti, frutto di un lungo lavoro di mediazione diplomatica”. Cirielli ha quindi ringraziato “nuovamente Nicolas Maduro per l’interessamento”, auspicando che “si possa giungere a una rapida scarcerazione del connazionale”». Durante la telefonata, Alberto Trentini ha dichiarato: “Spero di tornare presto in Italia”. La telefonata oltre che dal ministero degli Esteri, è stata confermata anche da Alessandra Ballerini, avvocata di Alberto. Si tratta sicuramente di una buona notizia, nella speranza che possa essere liberato al più presto.   Fonti: https://www.ilpost.it/2025/05/16/alberto-trentini-telefonata-famiglia/; https://www.fanpage.it/attualita/spero-di-tornare-presto-in-italia-alberto-trentini-chiama-a-casa-dopo-6-mesi-di-prigionia-in-venezuela/; https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2025/05/16/trentini-chiama-casa-dopo-sei-mesi-in-cella-a-caracas_729a7693-21bd-4598-b8bb-08c961e3c397.html .    Andrea Vitello