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39 eurodeputati hanno firmato un appello per la liberazione di Alberto Trentini
Ormai è da oltre un anno che Alberto Trentini, cooperante italiano, è detenuto a Caracas, Venezuela, senza che nei suoi confronti siano state formalizzate accuse, e avendo avuto a sua disposizione soltanto tre chiamate brevi e una visita consolare, concesse anche ad altri detenuti. Nei giorni scorsi la famiglia di Trentini, in una conferenza stampa, aveva denunciato l’immobilismo del governo italiano, sollecitando di nuovo le autorità a chiamare Caracas per dare impulso a un dialogo e alla trattativa per la liberazione di Alberto. A tal proposito, questo 14 novembre, Antonio Tajani, ministro degli Esteri, aveva ribadito l’impegno del governo per “sollecitare la liberazione” dei connazionali detenuti in Venezuela, facendo però riferimento a “una tensione crescente” che coinvolge Caracas, “anche a livello internazionale”. Al fine di tenere alta l’attenzione e spingere affinché possa avvenire il prima possibile la liberazione di Alberto Trentini, 39 europarlamentari italiani, appartenenti alle forze politiche del PD, M5S, AVS e FDI hanno sottoscritto, questo 26 novembre, un appello per la liberazione del cooperante italiano. L’obbiettivo è che venga aperto ogni canale ogni canale disponibile nel rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale e dell’articolo 11 della costituzione italiana. Questo il testo dell’appello: “Da un anno, dal 15 novembre 2024, il cooperante italiano Alberto Trentini è detenuto in Venezuela. Da allora i contatti con la famiglia sono stati rarissimi, le informazioni sulle sue condizioni frammentarie, la sua vicenda avvolta da un’incertezza che pesa ogni giorno di più sui suoi cari e sulla comunità che conosce il suo impegno nel campo della cooperazione internazionale. Alberto ha speso la propria vita professionale al fianco delle persone più vulnerabili, offrendo competenze e assistenza in contesti difficili, spesso lontano dai riflettori. È un operatore umanitario di grande esperienza, riconosciuto dalle organizzazioni con cui ha collaborato. Oggi, però, è lui a trovarsi in una condizione di fragilità, e per questo le parole della madre, che recentemente ha rinnovato il proprio appello pubblico, richiamano il dovere di tutte e tutti noi a prendere parola. Osserviamo con attenzione la situazione politica e sociale venezuelana e crediamo che la pace e il rispetto dei diritti umani debbano essere baluardi di orientamento politico e morale. Crediamo che la ricerca costante della pace e della distensione, la protezione della vita umana, il rifiuto di ogni escalation, siano un patrimonio condiviso anche dai popoli dell’America Latina e da quello venezuelano. In questo spirito — uno spirito che guarda alla pace come orizzonte comune — rivolgiamo un appello alle autorità della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Con rispetto per la sovranità del Paese, ma con altrettanta fermezza nel richiamare i valori universali dei diritti umani, chiediamo un atto di umanità: la liberazione di Alberto Trentini. Un gesto di clemenza e di apertura, in questo momento segnato da tensioni regionali e da minacce di escalation militare nelle aree vicine alle coste venezuelane, avrebbe un significato profondo. Sarebbe percepito come un segnale di volontà dialogante, un contributo alla costruzione di un clima più sereno e cooperativo, un passo che risponde a un appello di pace con un gesto concreto di pace. Come europarlamentari, esprimiamo inoltre apprezzamento per l’attenzione recentemente mostrata dalle istituzioni europee nei confronti del caso Trentini. Sostenere una soluzione positiva è responsabilità condivisa tra Roma, Bruxelles e tutti coloro che credono nella diplomazia come strumento per superare anche le situazioni più delicate. Rivolgiamo pertanto un appello affinché si apra ogni canale disponibile nel rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale e dell’articolo 11 della costituzione italiana Che possa tornare alla sua famiglia. Che la sua storia trovi un epilogo di giustizia e umanità. Che un gesto di apertura possa diventare un ponte di comprensione in un momento in cui il mondo ha bisogno, più che mai, di segnali di pace”. In quelle stesse ore, della firma dell’appello, i deputati del PD della Commissione Esteri della Camera, hanno presentato un’interrogazione urgente ad Antonio Tajani, al fine di assicurare il «tempestivo rientro in Italia» di Alberto Trentini. L’iniziativa si inserisce in un contesto diplomatico che ha già visto il recente rilascio del 41enne francese Camilo Castro, grazie alla mediazione di Brasile, Colombia e Messico e previa condanna pubblica, da parte del governo francese, dell’escalation militare USA. L’obbiettivo degli europarlamentari italiani è quello di allineare il governo italiano alla posizione esplicitata dell’Ue, esortando quindi alla «stabilità regionale». Tale linea politica riflette inoltre l’opinione di vari paesi comunitari, contrari all’escalation militare al largo del Venezuela, come ad esempio i Paesi Bassi, tuttavia anche il Regno Unito ha messo in discussione la collaborazione di Intelligence con il Pentagono. Grazie anche ad Armanda Colusso, madre di Alberto Trentini, e a Alessandra Ballerini, legale di Alberto, gli europarlamentari, citando l’articolo 11 della Costituzione italiana, hanno ricordato che «l’Italia ripudia la guerra». Speriamo quindi che attraverso la diplomazia si raggiunga sia la liberazione del cooperante italiano sia la fine dell’escalation militare USA al largo del Venezuela. Andrea Vitello
Caso di Alberto Trentini. Un diplomatico venezuelano accusa: “Il governo Meloni non ha mai chiamato Caracas”
Dopo circa 300 giorni di prigionia, giungono sconcertanti novità sulla situazione di Alberto Trentini, cooperante veneziano arrestato in Venezuela il 15 novembre 2024.   Infatti un funzionario diplomatico venezuelano, pochi giorni fa, ha rilasciato alcune dichiarazioni preoccupanti: “La Repubblica Bolivariana del Venezuela resta aperta al dialogo con l’Italia” per trattare “sui prigionieri e su altri temi di interesse comune”, ma finora Palazzo Chigi “non ha neppure telefonato alle autorità di Caracas”. “Tale atteggiamento è infantile, non appartiene ai rapporti tra Stati, ma passa come distacco e mancata volontà politica”.  La fonte ha chiesto riservatezza, a causa delle recenti tensioni con gli USA che hanno aggravato il clima interno portando ogni informazione filtrata a poter apparire come un tradimento, tuttavia la colpa, spiega la fonte, non sarebbe di Maduro bensì degli statunitensi che provano a corrompere i funzionari venezuelani. Il diplomatico si è poi soffermato, sulle scarcerazioni, di questo 24 agosto, degli italiani Margarita Assenza e Americo De Grazia, per le quali, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, aveva dato il merito al governo italiano guidato da Giorgia Meloni. In merito a questa vicenda, il funzionario venezuelano ha chiarito: “È stata una scelta sovrana, un affare interno che ha coinvolto anche le opposizioni democratiche e qualche mediatore a latere”; “l’Italia non ha neppure toccato palla né indicato alcun nome sull’elenco dei rilasci, ma ne è venuta a conoscenza quando l’accordo era stato fatto”. Tali dichiarazioni trovano conferma dalla delegazione costituita da Henrique Capriles, Stalin Gonzalez e Tomas Guanipa, la controparte di Maduro al tavolo negoziale, che ha affermato: “C’eravamo solo noi davanti alla prigione dell’Helicoide al momento delle scarcerazioni”, aggiungendo “c’è ancora tanta strada da fare, alcuni scarcerati sono comunque sotto processo e divieto di espatrio”.  La situazione e risultati della diplomazia italiana resta molto difficile, specie se paragonata con i risultati di altri Paesi: gli USA infatti hanno ottenuto rilasci negoziando su un binario politico-umanitario; la Svizzera ha visto uscire invece un compagno di cella di Trentini. Lunedì 15 settembre alla mostra internazionale del cinema di Venezia, Armanda Colusso- madre di Alberto Trentini, che a differenza della madre di Cecilia Sala non è stata mai ricevuta a Palazzo Chigi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni- ha dichiarato riguardo suo figlio: “Cosa penserà questo ragazzo del suo Paese che per mesi l’ha abbandonato e non si è attivato abbastanza per liberarlo?”. Giorgia Meloni sta continuando a non nominare pubblicamente Alberto Trentini, evitando deliberatamente di riconoscerne il peso e l’importanza della vicenda. La situazione quindi è sempre più drammatica, la speranza è che i richiami anche dell’opinione pubblica riescano a far smuovere qualcosa.  Andrea Vitello
Dopo 181 giorni di detenzione Alberto Trentini chiama a casa
Il 15 novembre 2024, il cooperante veneziano Alberto Trentini, 45 anni, è stato fermato e arrestato dai funzionari del Servizio amministrativo per l’identificazione, la migrazione e l’immigrazione (Saime) in Venezuela, dove era giunto il 17 ottobre per conto della ong Humanity & Inclusion, impegnata nell’assistenza umanitaria alle persone con disabilità. Non sono ancora chiari i motivi dell’arresto, quel che è certo è che Trentini è stato subito affidato alle autorità della Direzione generale del controspionaggio militare (Dgcim), con destinazione finale Caracas. A inizio febbraio una nota “non ufficiale” giunta dal Venezuela ha rassicurato sulle “buone condizioni” di Trentini, che soffre di ipertensione e necessita di farmaci specifici. Da allora sul cooperante è ripiombato il silenzio e neppure l’ambasciata italiana è riuscita a saperne di più. Nel frattempo più di 77.500 italiani, ed anche tanti stranieri, hanno firmato per la sua scarcerazione, inoltre è cominciato un digiuno a staffetta, con adesione online, tra cui ha partecipato anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. Una vicenda in parte simile a quella della giornalista Cecilia Sala, che finalmente sta avendo spazio presso l’opinione pubblica, nella speranza che possa avere lo stesso esito avuto da quella della giornalista, con il rientro in Italia di Alberto Trentini. A tal proposito, mercoledì 12 marzo alle 12:30, presso Palazzo Vecchio a Firenze, si è tenuta una conferenza stampa per presentare la risoluzione che chiede al Governo di intensificare gli sforzi diplomatici per ottenere informazioni ufficiali e la liberazione di Alberto. Un’iniziativa promossa da Caterina Arciprete, consigliera comunale e Capogruppo di AVS/Ecolò, nonché prima proponente di questa importante iniziativa. Trovate l’intervista a questo link https://www.pressenza.com/it/2025/03/alberto-trentini-libero-intervista-a-caterina-arciprete-consigliera-comunale-di-firenze/ Nonostante le varie iniziative, le informazioni su Trentini erano state pochissime, tuttavia a inizio maggio il Venezuela aveva liberato Alfredo Schiavo, un cittadino italo-venezuelano che era detenuto da cinque anni nella capitale Caracas e, in quella circostanza, Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri, aveva detto di sperare che anche Trentini potesse essere liberato presto. Finalmente, venerdì 16 maggio, Trentini ha potuto chiamare la sua famiglia, e nel corso della telefonata avrebbe comunicato di stare bene e di essere in buone condizioni. Infatti: « Prende le pillole che gli sono state prescritte dal medico. Il governo italiano ha espresso “sollievo” per la prima telefonata di Trentini ai suoi familiari “dopo 181 giorni di detenzione nelle carceri venezuelane”. Il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli ha parlato di un “passo in avanti, frutto di un lungo lavoro di mediazione diplomatica”. Cirielli ha quindi ringraziato “nuovamente Nicolas Maduro per l’interessamento”, auspicando che “si possa giungere a una rapida scarcerazione del connazionale”». Durante la telefonata, Alberto Trentini ha dichiarato: “Spero di tornare presto in Italia”. La telefonata oltre che dal ministero degli Esteri, è stata confermata anche da Alessandra Ballerini, avvocata di Alberto. Si tratta sicuramente di una buona notizia, nella speranza che possa essere liberato al più presto.   Fonti: https://www.ilpost.it/2025/05/16/alberto-trentini-telefonata-famiglia/; https://www.fanpage.it/attualita/spero-di-tornare-presto-in-italia-alberto-trentini-chiama-a-casa-dopo-6-mesi-di-prigionia-in-venezuela/; https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2025/05/16/trentini-chiama-casa-dopo-sei-mesi-in-cella-a-caracas_729a7693-21bd-4598-b8bb-08c961e3c397.html .    Andrea Vitello