
22 novembre: ‘Giornata nazionale di digiuno per Gaza’
Pressenza - Tuesday, November 18, 2025L’iniziativa inaugura la settimana di mobilitazioni culminante il 29 novembre, 48ª Giornata Mondiale di solidarietà con la Palestina, promulgata dall’ONU nel 1977 con la Risoluzione 32/40B.
Tra i promotori spicca ANBAMED, che ha lanciato l’idea dello Sciopero della fame a staffetta contro il genocidio praticato da sei mesi e tre giorni dai primi gruppi e altri che si sono via via aggregati (elenco aggiornato).
Oggi, rammentando che dopo Stati Uniti e Germania, l’Italia è il terzo paese esportatore di armi in Israele (rapporto ONU) ed è ancora aperta la raccolta firme di Oxfam-Italia per l’appello CHIEDI AL GOVERNO ITALIANO DI NON ESSERE COMPLICE che, ricordando il pronunciamento della Commissione d’inchiesta dell’ONU del 16 settembre 2025 in cui è confermato che nella Striscia di Gaza è stato effettuato un genocidio e che la Convenzione sul Genocidio del 1948 richiede agli Stati firmatari di impiegare ogni misura appropriata per prevenire e reprimere gli atti di genocidio, invoca “L’invio di ogni tipologia di armamenti a Israele viola il diritto internazionale umanitario e deve cessare immediatamente”, ANBAMED informa che…
Risoluzione per Gaza proposta dagli USA – La versione finale della bozza è stata approvata dal Consiglio di sicurezza dell’ONU con 13 voti a favore e 2 astenuti, cioè senza l’approvazione di Russia e Cina. Tenendo in considerazione la fragile situazione a Gaza, con l’astensione la Cina ha voluto evitare il veto al testo che autorizza la formazione di un Board of Peace, un organo di “governance transitoria”, fino al 31 dicembre 2027 presieduto da Trump. L’ambasciatore cinese Fu Cong ha motivato la decisione dichiarando che è un testo “carente sotto molti aspetti” e che negli accordi postbellici in esso delineati non è esplicitamente ribadito un fermo impegno per la soluzione dei due Stati e non viene garantito un ruolo centrale all’Autorità Nazionale Palestinese e all’ONU stessa.
Giornalisti: 3 dispersi a Gaza e 26 imprigionati in Israele – Il Centro palestinese per la protezione dei giornalisti ha invitato le Nazioni Unite, la Federazione internazionale dei giornalisti e le commissioni internazionali di inchiesta ad adottare misure urgenti, per scoprire la sorte dei tre giornalisti palestinesi arrestati da Israele nella Striscia di Gaza, la cui sorte resta sconosciuta da oltre due anni. Israele continua a detenere 26 giornalisti palestinesi, tra cui i tre giornalisti (Nidal Suhail Al-Wahidi, Haitham Jamal Abdel Wahed e Ahmed Essam Al-Agha) che sono stati fatti sparire forzatamente dal momento del loro arresto, avvenuto il 7 ottobre 2023, senza consentire alle loro famiglie o ai loro avvocati di conoscere il luogo della loro detenzione e le condizioni nelle quali vivono, nei campi di concentramento del deserto del Negev.
Cisgiordania: attaccato al-Jab’a, un piccolo villaggio a sud-ovest di Betlemme – L’attacco si è verificato lunedì sera. I coloni ebrei israeliani hanno incendiato case e automobili. L’incursione ad al-Jab’a rientra in una crescente ondata di violenza, intensificata in autunno in concomitanza al raccolto delle olive. L’Ufficio Umanitario delle Nazioni Unite ha riferito che ottobre ha registrato il numero più alto di attacchi da parte di coloni israeliani da quando è iniziato il monitoraggio, con oltre 260 incidenti che hanno causato feriti e danni materiali. Questo dato si aggiunge ai 2.660 attacchi documentati quest’anno fino alla fine di settembre. Da gennaio ad oggi nel 2025 in Cisgiordania sono stati uccisi 690 palestinesi.
GAZA
Risultati degli esami di maturità – Nei giorni scorsi sono stati pubblicati gli esiti. Tra i diplomati è risultata promossa con un voto eccellente (96,7 / 100) la 18enne Dhuha Nazmi Abu Dalal, del campo profughi Nuseirat. Ma lei non lo saprà mai: poco dopo l’annuncio del cessate il fuoco è stata assassinata insieme a 18 persone della sua famiglia, tra cui sua madre e i suoi 6 fratelli.
Traffico di esseri umani – In questi giorni il Sud Africa ha aperto un’indagine sul caso che ha coinvolto 153 gazawi che, ingannati con mezzi subdoli dall’agenzia Al-Majd, condotta da un cittadino israeliano-estone legato a un’unità delle IDF specializzata nel trasferimento di palestinesi da Gaza, sono stati trasferiti da Israele a Nairobi e poi nello stato sudafricano.
Situazione umanitaria – L’esercito israeliano vieta l’ingresso di cibo, medicinali, tende e coperte. Anche i macchinari per movimento terra, necessari per far fronte alle alluvioni nei campi di sfollati, sono stati bloccati ai valichi. A Gaza, la situazione umanitaria resta sempre preoccupante dopo le forti piogge di venerdì. Lo ha ricordato il portavoce dell’ONU, Stephane Dujarric. “Si stima – ha detto – che oltre 13 mila famiglie siano state colpite dalle inondazioni”. Dalla firma dell’accordo a Sharm Sheikh, sono state rimosse 100 mila tonnellate di detriti. Tuttavia, “quasi 58 milioni di tonnellate di macerie restano sparse per tutta la Striscia di Gaza”. Uno dei pericoli maggiori è la presenza di bombe inesplose e di trappole esplosive nascoste appositamente dall’esercito israeliano, in scatole di cibo e giocattoli. Sono 59 le persone uccise da simili esplosioni, per lo più bambini dilaniati mentre giocavano.
Alla Giornata nazionale di digiuno per Gaza indetta il 22 novembre, dedicata al ‘Mandela palestinese’ Marwan Barghouti, detenuto in carcere in Israele da 23 anni, e che propone di devolvere il costo di un pasto per contribuire a una raccolta fondi per la Palestina, hanno già aderito numerose associazioni e possono aggregarsi collettivi, coordinamenti e gruppi che vi parteciperanno.
Giornata nazionale di digiuno per Gaza
A Gaza non c’è pace e non è rispettato dall’esercito israeliano neanche il fragile cessate-il-fuoco. Non solo, ma la popolazione palestinese soffre la fame e, adesso, anche il freddo. Israele ha vietato l’ingresso nella Striscia dei camion con coperte e tende.
Quella palestinese non è soltanto una questione umanitaria, ma politica. È necessario un impegno di tutti e tutte per l’affermazione e l’applicazione del diritto e la legalità internazionale. Con il nostro digiuno individuale e collettivo vogliamo aprire un varco per il disarmo, il dialogo e la ricerca di spazi comuni, contro ogni prevaricazione, odio, discriminazione o sopraffazione.
Per tali motivi, gli organizzatori hanno inteso dedicare la giornata del 22 novembre alla figura del Mandela palestinese, Marwan Barghouti, da 23 anni in carcere in Israele.
In tale appuntamento del 22 novembre ci sarà nel pomeriggio, dalle 17:00 alle 20:00, un incontro online, aperto a tutti e tutte, con la partecipazione di esponenti palestinesi della società civile di Ramallah, Gaza e Gerusalemme est (Con traduzione consecutiva).
Si propone ai digiunatori di devolvere il valore di un pasto alla campagna di raccolta fondi a favore di realtà della società civile palestinese, che operano nei settori dell’assistenza sanitaria, contro la fame e povertà e per la difesa nonviolenta delle terre dei contadini palestinesi. È una misura volontaria, ma raccomandabile, per dare concretezza al nostro agire solidale. Seguirà un comunicato specifico, con tutti i dettagli
Le organizzazioni e i comitati territoriali firmatari che convocano la giornata nazionale di digiuno in solidarietà con la popolazione di Gaza e per l’affermazione dei diritti nazionali del popolo di Palestina si impegnano di proseguire, nei giorni e mesi futuri, le mobilitazioni con tutti i metodi di lotta nonviolenta, dal digiuno, al boicottaggio, fino alla realizzazione di una pace giusta e duratura per tutti i popoli della regione.
Invitiamo tutte le realtà impegnate sul tema della Pace, della solidarietà internazionale e per l’educazione alla non violenza di aderire, scrivendo a: anbamedaps@gmaail.com (anche per ottenere il link all’incontro online)
L’incontro online sarà trasmesso in diretta su You Tube.
