Emilia Romagna Regione di Pace che ripudia la guerra

Pressenza - Saturday, November 15, 2025

Documento d’intenti della Rete pace e nonviolenza dell’Emilia Romagna 

Premessa 

L’umanità sta attraversando un passaggio storico epocale, caratterizzato contemporaneamente dalla crisi  sistemica globale – climatica, economica, energetica, idrica, migratoria – dalla ridefinizione bellica degli  assetti di potere mondiali, da una corsa agli armamenti senza precedenti, da un genocidio in mondovisione.  Questi processi generano crescenti conflitti internazionali, che degenerano in guerre, i cui indicatori sono  sempre più preoccupanti: le spese militari – globali e nazionali – non avevano mai raggiunto l’accelerazione in  corso (dati SIPRI: 2719 miliardi di dollari nel 2025; dati Censis per l’Italia: 35,6 miliardi di euro) e i conflitti  armati sono passati da 86 nel 1989 a 185 nel 2024 (dati Uppsala Conflict Data Program). Anche il pericolo di  guerra nucleare – ad ottanta anni da Hiroshima e Nagasaki – non è mai stato così alto (Bollettino scienziati  atomici: 89 secondi alla mezzanotte nucleare). Ma il piano di riarmo europeo da un lato e l’obbedienza alla  Nato dall’altra per portare le spese militari al 5% del PIL nazionale, fondati sulla formula magica della  deterrenza militare, sottraggono e sottrarranno sempre più ingenti risorse agli investimenti civili e sociali degli  Stati, ridefinendo economie di guerra: dal welfare al warfare.  

Dai vertici della Nato ai governi europei, al Censis, non passa giorno che non venga ribadito che dobbiamo  riprogrammare l’immaginario collettivo, passando dall’orizzonte di pace alla “mentalità di guerra” (Mark  Rutte), preparandoci a combattere contro il nuovo “nemico”. È la preparazione di un sistema di guerra che,  come profezia che rischia di autoavverarsi, prepara e legittima questo esito: è il punto di esplosione di una  lunga e articolata filiera di guerra, che parte dal costituirne la legittimazione culturale, passa dal suo  finanziamento e può finire con una nuova guerra mondiale, non più a pezzi.  

Rispetto a questo scenario sempre più inquietante, se i territori locali e regionali non possono fermare  direttamente la violenza delle guerre una volta avviata, possono però contribuire attivamente a decostruirne la  filiera, sui piani culturale, strutturale e normativo, e a costruire le alternative. Per questo le reti pacifiste e  nonviolente territoriali della nostra regione hanno dato vita alla Rete pace e nonviolenza dell’Emilia Romagna. 

Riferimenti 

Le Carte fondative delle Nazioni Unite e dell’UNESCO, la Costituzione italiana, la Dichiarazione Universale  dei Diritti dell’Uomo e anche la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, redatte dopo la fine della  seconda guerra mondiale, indicano concordemente e responsabilmente – seppur con accenti diversi – la strada  del ripudio della guerra e della costruzione della pace con mezzi pacifici, a cominciare dalla mente degli esseri  umani, per continuare con gli strumenti che la rendono possibile, come unica via di futuro per l’umanità 

Il pensiero razionale – laico e religioso, scientifico e filosofico, pedagogico e politico – ha indicato  unanimemente, nei decenni scorsi, nell’impegno per il disarmo la via maestra della costruzione della pace. E  infatti è stato il processo di disarmo che ha salvato l’umanità dal conflitto nucleare tra Est e Ovest, prima che  i popoli abbattessero il Muro di Berlino. 

Nel settantesimo anniversario del Manifesto Einstein-Russell per il Disarmo rimane più valida che mai  l’alternativa cruciale nella quale si trova, qui ed ora, anche la nostra generazione: “Questo, dunque, è il  problema che vi poniamo, un problema grave, terrificante, da cui non si può sfuggire: metteremo fine al genere  umano, o l’umanità saprà rinunciare alla guerra?”.

Impegni 

  1. La nostra azione è orientata al progressivo superamento di ogni violenza – istituzionale, di gruppo,  individuale – di ogni guerra e atto di terrorismo, impegnandoci nell’eliminazione delle cause e degli strumenti,  attraverso l’azione politica capace di adottare la nonviolenza sui diversi piani, quale metodo di liberazione  dalla violenza e risoluzione dei conflitti.  
  2. Ci impegniamo nella costruzione e diffusione di una cultura di pace e di educazione e formazione al disarmo  e alla nonviolenza per la costruzione di relazioni interpersonali, sociali e internazionali fondate sulla  trasformazione nonviolenta dei conflitti, sull’incontro creativo delle differenze, sul superamento dei miti della  violenza, della guerra, del nemico, della vittoria.  
  3. Rispetto a ogni conflitto armato e a ogni atto di violenza e terrorismo, stiamo sempre dalla parte di tutte le  vittime e dei disertori della compattezza bellica, capaci di costruire ponti e abbattere muri – come gli obiettori  di coscienza russi, ucraini, israeliani e gli attivisti nonviolenti palestinesi – dichiarandoci, a nostra volta,  obiettori di coscienza alla guerra. Operando per il suo boicottaggio.  
  4. La guerra è, in sé, un crimine contro l’umanità: rifiutiamo la logica della deterrenza e ci impegniamo per la  tutela del diritto delle persone alla vita, alla dignità, alla libertà, in coerenza con la nostra Costituzione e con la  Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Esprimiamo, pertanto, la irriducibile contrarietà a qualsiasi piano di  riarmo nazionale, europeo, Nato e mondiale, indicando – al contrario – nei processi di disarmo la via maestra per  la pace. La sicurezza di cui il mondo e il nostro paese hanno bisogno è sociale, climatica e democratica. 
  5. Rifiutiamo e contrastiamo la propaganda bellica di ogni tipo, da quella pervasiva che si manifesta attraverso i  media, a quella attuata attraverso una sempre più frequente presenza delle forze armate nelle scuole e nelle  università. Ci impegniamo a decostruirne i presupposti e i contenuti, ad approntarne le alternative culturali e  organizzative. 
  6. Ci opponiamo all’uso del territorio emiliano-romagnolo ai fini dell’industria bellica e armiera e delle sue  manifestazioni espositive. Contrastiamo la ristrutturazione militare delle industrie civili e ci impegniamo – al  contrario – per la riconversione civile delle industrie belliche o collegate, direttamente o indirettamente, alle filiere  di guerra. Anche attraverso il necessario confronto con le organizzazioni sindacali delle lavoratrici e dei lavoratori.  
  7. Ci impegniamo per il superamento dello strumento militare come unica forma di difesa del Paese e  dell’Europa e operiamo per la costruzione della Difesa civile, non armata e nonviolenta – in una prospettiva di  sempre maggiore integrazione europea, all’interno di un rinnovato ruolo delle Nazioni Unite – che prevede  anche la costituzione dei Corpi civili di pace come mezzo di intervento nei conflitti, l’Istituto di ricerca per la  Pace e il Disarmo e il diritto all’opzione fiscale per il suo finanziamento.  
  8. Ci impegniamo per la liberazione del territorio dell’Emilia Romagna dalle servitù e basi militari, presenti e  future, di qualunque forma e nazionalità, e promuoviamo la liberazione del nostro Paese dalle armi nucleari  attraverso l’adesione al Trattato internazionale per la proibizione delle armi nucleari (TPNW). 
  9. Siamo per politiche di accoglienza e convivenza nel nome della comune umanità, per la costruzione di una  società aperta e inclusiva di tutte le differenze, sia sul piano interno sia sul piano internazionale. A cominciare dal  dare rifugio, protezione e accoglienza a tutti gli esseri umani che fuggono da guerre e violenze, repressioni e povertà. 
  10. Contrastiamo le leggi liberticide che spacciano per “sicurezza” misure repressive che alimentano la paura  e la cultura del nemico, mentre limitano la libera espressione del dissenso. A questo scopo, siamo pronti – se  necessario – a sostenere e mettere in campo pratiche di disobbedienza civile, come forma di partecipazione  attiva dal basso. 

Parma, 5 ottobre 2025

Sottoscrizioni ./.

LE RETI TERRITORIALI FONDATRICI: 

Rete Europe for Peace – BOLOGNA  

Rete Portico della Pace – BOLOGNA 

Rete Cittadini contro la guerra Alto Reno – BOLOGNA APPENNINO 

Comitato PacificAzioni – CARPI  

Centro Pace Cesena Aps – CESENA 

Rete Overall Faenza Multiculturale – FAENZA  

Rete per la Pace – FERRARA  

Centro per la Pace Forlì intitolato ad Annalena Tonelli Aps – FORLI  

Comitato Pace e Diritti del circondario imolese – IMOLA  

Rete Tam Tam Tavolo Associazioni Modena di Pace – MODENA  

Casa della Pace Parma Aps – PARMA  

Rete Europe for Peace – PIACENZA  

Rete La Via Maestra Insieme per la Pace – RAVENNA 

Rete Europe for Peace Reggio Emilia – REGGIO EMILIA  

Rete Pace Rimini – RIMINI

Redazione Romagna