Emilia Romagna Regione di Pace che ripudia la guerra
Documento d’intenti della Rete pace e nonviolenza dell’Emilia Romagna
Premessa
L’umanità sta attraversando un passaggio storico epocale, caratterizzato
contemporaneamente dalla crisi sistemica globale – climatica, economica,
energetica, idrica, migratoria – dalla ridefinizione bellica degli assetti di
potere mondiali, da una corsa agli armamenti senza precedenti, da un genocidio
in mondovisione. Questi processi generano crescenti conflitti internazionali,
che degenerano in guerre, i cui indicatori sono sempre più preoccupanti: le
spese militari – globali e nazionali – non avevano mai raggiunto l’accelerazione
in corso (dati SIPRI: 2719 miliardi di dollari nel 2025; dati Censis per
l’Italia: 35,6 miliardi di euro) e i conflitti armati sono passati da 86 nel
1989 a 185 nel 2024 (dati Uppsala Conflict Data Program). Anche il pericolo di
guerra nucleare – ad ottanta anni da Hiroshima e Nagasaki – non è mai stato così
alto (Bollettino scienziati atomici: 89 secondi alla mezzanotte nucleare). Ma
il piano di riarmo europeo da un lato e l’obbedienza alla Nato dall’altra per
portare le spese militari al 5% del PIL nazionale, fondati sulla formula magica
della deterrenza militare, sottraggono e sottrarranno sempre più ingenti
risorse agli investimenti civili e sociali degli Stati, ridefinendo economie di
guerra: dal welfare al warfare.
Dai vertici della Nato ai governi europei, al Censis, non passa giorno che non
venga ribadito che dobbiamo riprogrammare l’immaginario collettivo, passando
dall’orizzonte di pace alla “mentalità di guerra” (Mark Rutte), preparandoci a
combattere contro il nuovo “nemico”. È la preparazione di un sistema di guerra
che, come profezia che rischia di autoavverarsi, prepara e legittima questo
esito: è il punto di esplosione di una lunga e articolata filiera di guerra,
che parte dal costituirne la legittimazione culturale, passa dal suo
finanziamento e può finire con una nuova guerra mondiale, non più a pezzi.
Rispetto a questo scenario sempre più inquietante, se i territori locali e
regionali non possono fermare direttamente la violenza delle guerre una volta
avviata, possono però contribuire attivamente a decostruirne la filiera, sui
piani culturale, strutturale e normativo, e a costruire le alternative. Per
questo le reti pacifiste e nonviolente territoriali della nostra regione hanno
dato vita alla Rete pace e nonviolenza dell’Emilia Romagna.
Riferimenti
Le Carte fondative delle Nazioni Unite e dell’UNESCO, la Costituzione italiana,
la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e anche la Carta dei Diritti
Fondamentali dell’Unione Europea, redatte dopo la fine della seconda guerra
mondiale, indicano concordemente e responsabilmente – seppur con accenti diversi
– la strada del ripudio della guerra e della costruzione della pace con mezzi
pacifici, a cominciare dalla mente degli esseri umani, per continuare con gli
strumenti che la rendono possibile, come unica via di futuro per l’umanità
Il pensiero razionale – laico e religioso, scientifico e filosofico, pedagogico
e politico – ha indicato unanimemente, nei decenni scorsi, nell’impegno per il
disarmo la via maestra della costruzione della pace. E infatti è stato il
processo di disarmo che ha salvato l’umanità dal conflitto nucleare tra Est e
Ovest, prima che i popoli abbattessero il Muro di Berlino.
Nel settantesimo anniversario del Manifesto Einstein-Russell per il Disarmo
rimane più valida che mai l’alternativa cruciale nella quale si trova, qui ed
ora, anche la nostra generazione: “Questo, dunque, è il problema che vi
poniamo, un problema grave, terrificante, da cui non si può sfuggire: metteremo
fine al genere umano, o l’umanità saprà rinunciare alla guerra?”.
Impegni
1. La nostra azione è orientata al progressivo superamento di ogni violenza –
istituzionale, di gruppo, individuale – di ogni guerra e atto di
terrorismo, impegnandoci nell’eliminazione delle cause e degli strumenti,
attraverso l’azione politica capace di adottare la nonviolenza sui diversi
piani, quale metodo di liberazione dalla violenza e risoluzione dei
conflitti.
2. Ci impegniamo nella costruzione e diffusione di una cultura di pace e di
educazione e formazione al disarmo e alla nonviolenza per la costruzione
di relazioni interpersonali, sociali e internazionali fondate sulla
trasformazione nonviolenta dei conflitti, sull’incontro creativo delle
differenze, sul superamento dei miti della violenza, della guerra, del
nemico, della vittoria.
3. Rispetto a ogni conflitto armato e a ogni atto di violenza e terrorismo,
stiamo sempre dalla parte di tutte le vittime e dei disertori della
compattezza bellica, capaci di costruire ponti e abbattere muri – come gli
obiettori di coscienza russi, ucraini, israeliani e gli attivisti
nonviolenti palestinesi – dichiarandoci, a nostra volta, obiettori di
coscienza alla guerra. Operando per il suo boicottaggio.
4. La guerra è, in sé, un crimine contro l’umanità: rifiutiamo la logica della
deterrenza e ci impegniamo per la tutela del diritto delle persone alla
vita, alla dignità, alla libertà, in coerenza con la nostra Costituzione e
con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Esprimiamo, pertanto,
la irriducibile contrarietà a qualsiasi piano di riarmo nazionale,
europeo, Nato e mondiale, indicando – al contrario – nei processi di
disarmo la via maestra per la pace. La sicurezza di cui il mondo e il
nostro paese hanno bisogno è sociale, climatica e democratica.
5. Rifiutiamo e contrastiamo la propaganda bellica di ogni tipo, da quella
pervasiva che si manifesta attraverso i media, a quella attuata attraverso
una sempre più frequente presenza delle forze armate nelle scuole e nelle
università. Ci impegniamo a decostruirne i presupposti e i contenuti, ad
approntarne le alternative culturali e organizzative.
6. Ci opponiamo all’uso del territorio emiliano-romagnolo ai fini
dell’industria bellica e armiera e delle sue manifestazioni espositive.
Contrastiamo la ristrutturazione militare delle industrie civili e ci
impegniamo – al contrario – per la riconversione civile delle industrie
belliche o collegate, direttamente o indirettamente, alle filiere di
guerra. Anche attraverso il necessario confronto con le organizzazioni
sindacali delle lavoratrici e dei lavoratori.
7. Ci impegniamo per il superamento dello strumento militare come unica forma
di difesa del Paese e dell’Europa e operiamo per la costruzione della
Difesa civile, non armata e nonviolenta – in una prospettiva di sempre
maggiore integrazione europea, all’interno di un rinnovato ruolo delle
Nazioni Unite – che prevede anche la costituzione dei Corpi civili di pace
come mezzo di intervento nei conflitti, l’Istituto di ricerca per la Pace
e il Disarmo e il diritto all’opzione fiscale per il suo finanziamento.
8. Ci impegniamo per la liberazione del territorio dell’Emilia Romagna dalle
servitù e basi militari, presenti e future, di qualunque forma e
nazionalità, e promuoviamo la liberazione del nostro Paese dalle armi
nucleari attraverso l’adesione al Trattato internazionale per la
proibizione delle armi nucleari (TPNW).
9. Siamo per politiche di accoglienza e convivenza nel nome della comune
umanità, per la costruzione di una società aperta e inclusiva di tutte le
differenze, sia sul piano interno sia sul piano internazionale. A
cominciare dal dare rifugio, protezione e accoglienza a tutti gli esseri
umani che fuggono da guerre e violenze, repressioni e povertà.
10. Contrastiamo le leggi liberticide che spacciano per “sicurezza” misure
repressive che alimentano la paura e la cultura del nemico, mentre
limitano la libera espressione del dissenso. A questo scopo, siamo pronti –
se necessario – a sostenere e mettere in campo pratiche di disobbedienza
civile, come forma di partecipazione attiva dal basso.
Parma, 5 ottobre 2025
Sottoscrizioni ./.
LE RETI TERRITORIALI FONDATRICI:
Rete Europe for Peace – BOLOGNA
Rete Portico della Pace – BOLOGNA
Rete Cittadini contro la guerra Alto Reno – BOLOGNA APPENNINO
Comitato PacificAzioni – CARPI
Centro Pace Cesena Aps – CESENA
Rete Overall Faenza Multiculturale – FAENZA
Rete per la Pace – FERRARA
Centro per la Pace Forlì intitolato ad Annalena Tonelli Aps – FORLI
Comitato Pace e Diritti del circondario imolese – IMOLA
Rete Tam Tam Tavolo Associazioni Modena di Pace – MODENA
Casa della Pace Parma Aps – PARMA
Rete Europe for Peace – PIACENZA
Rete La Via Maestra Insieme per la Pace – RAVENNA
Rete Europe for Peace Reggio Emilia – REGGIO EMILIA
Rete Pace Rimini – RIMINI
Redazione Romagna