
Diario di bordo dell’“equipaggio di terra e di mare”
Comune-info - Thursday, November 13, 2025
Con buon ritmo prosegue il cammino dell’“equipaggio di terra”, costituitosi a Roma a ESC Atelier, verso l’approdo del 28 Novembre, giornata dello sciopero generale contro la guerra e contro l’economia del genocidio, e del 29, Giornata Internazionale per la Palestina, divenuta “globale” dopo l’impresa della Sumud Flotilla e le estese mobilitazioni del 3 e 4 ottobre. Nella terza assemblea svoltasi mercoledì 12 (qui un racconto della prima e della seconda), ha preso corpo la scansione tematica e temporale in cui proseguono iniziative, vertenze e convergenze necessarie a produrre tempi e spazi nuovi di partecipazione e di confronto adeguati a disarmare la follia planetaria del regime di guerra, la distruzione della terra, il massacro sistematico dei viventi, la rapina di risorse, beni comuni, ambienti e relazioni.
L’assemblea convocata alla “Sapienza” il 15 novembre (link) dalla rete “No King” potrà essere un primo necessario spazio di convergenza proposto dall’ “equipaggio di terra e di mare” e da tutte le realtà che in questi giorni preparano le diverse, importanti, prossime scadenze: il Climate Pride il 15, con maschere, gioia e travestimenti da animali, vegetali e vite non umane, per praticare quella cura della terra e del respiro che contrasti la ferocia degli agenti della distruzione; la giornata transfemminista di “Non una di meno” il 22, che dirà forte e chiaro che ogni violenza è violenza di genere e che autoritarismo, patriarcato e discriminazioni costituiscono il “maschile globale” che va estirpato; lo sciopero generalizzato del 28 che assume l’evidenza dell’impoverimento cosmico dovuto allo stato planetario di warfare in cui è piombato il mondo, mentre qui in Italia l’evidenza ulteriore di una “finanziaria” miserabile richiede la trasformazione urgente e radicale delle condizioni di esistenza di milioni di persone.
Per questo molte voci in assemblea hanno insistito sull’unità delle mobilitazioni e sulle urgenti connessioni delle diverse realtà sindacali, reti, associazioni e spazi per dare un respiro temporale più lungo alle sequenze di protesta. Per questo, è importante creare nuovo immaginario nella comunicazione e nel generare discorso, relazione, cura ed estensione di parola e pratiche orizzontali che arrivino a chi “legge” da fuori le ragioni delle mobilitazioni.
Per questo è cruciale costruire spazi autonomi, fisici e non, in cui far vivere l’approdo del 28 e 29 novembre, ma che oltrepassino le scadenze e divengano luoghi permanenti di ricerca, socialità e interpretazione del mondo. Gli interventi hanno rilevato la necessità di dotarsi di strumenti di continuità d’azione e di elaborazione della pratica del “blocco”, di connessione e replica dell’impresa della Flottilla (ci saranno incontri nella giornata del 29 con Thiago Avila, Greta Thumberg e Francesca Albanese), di pratiche che mostrino la connessione tra crisi climatica, giustizia sociale e produzione di un diritto transnazionale. Sarà anche azionata una delibera di iniziativa popolare per il blocco delle collaborazioni di istituzioni italiane che commerciano armi, cyber sicurezza e quant’altro con aziende israeliane. Indietro non si torna e sarà la corrente a fare marea.
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