
Sempre più distanti le due Italie del welfare
Pressenza - Friday, November 7, 2025In Italia, il welfare assorbe 669,2 miliardi di euro pari al 60,4% del totale della spesa pubblica, con la componente previdenziale che pesa per il 16% del Pil. Tutte le componenti sono in forte crescita nel periodo 2019-2025: politiche sociali (+35,2%), previdenza (+25,3%), sanità (+24,8%) e istruzione (+21,1%). Nel 2024 si è avuto il minimo storico di nascite (370mila) e saldo naturale a -281mila; nello scenario mediano ISTAT, la popolazione scende a 54,8 milioni al 2050, con la quota di over-65 al 34,9%. Intanto, persistono forti disuguaglianze: il 23,1% degli italiani è a rischio povertà o esclusione sociale, con forti eterogeneità territoriali. Sono alcune delle evidenze del Rapporto 2025 del Think Tank “Welfare, Italia”, iniziativa promossa da Unipol in collaborazione con TEHA Group e con il sostegno di un comitato scientifico composto da Veronica De Romanis, Giuseppe Curigliano, Giuseppe Guzzetti e Stefano Scarpetta.
Il Rapporto 2025 dedica il proprio focus alla Strategia italiana per il Capitale Umano, riconoscendo che la sostenibilità del welfare non dipende solo dalle risorse finanziarie, ma dalla capacità di generare e valorizzare competenze, produttività e partecipazione. Il Capitale Umano è al tempo stesso input del sistema economico – attraverso il lavoro, la conoscenza e l’innovazione – e beneficiario finale del welfare, in quanto cittadino, lavoratore, studente o pensionato. Per quanto riguarda “Educazione e competenze”, il Rapporto mette in luce come la spesa per istruzione in Italia sia il 3,9%% del PIL (sotto la media dell’Eurozona pari a 4,6%), con una spesa per studente inferiore a quella dei principali Paesi europei. Non solo, ma persistono dispersione scolastica (9,8% dei 18-24enni, oltre 400mila giovani) e una quota di laureati 25-34 anni ancora bassa (31,6% vs una percentuale europea pari a 44,1%). Il Rapporto, a tal fine, sollecita metodi formativi aggiornati (anche con AI-learning), valutazione esterna della qualità, rifunzionalizzazione delle infrastrutture scolastiche (aperture estese, servizi alla comunità) e un orientamento più efficace nelle transizioni.
In parallelo, promuove life-long learning e certificazione delle competenze per allineare profili e fabbisogni. In merito al tema “Mercato del lavoro e inclusione”, i dati indicano la disoccupazione giovanile al 19,3% e, soprattutto, l’occupazione femminile al 57,4%, sotto la media UE di oltre 13 punti (70,8%). Inoltre, si evidenzia come il Paese registri una fuga di laureati (oltre 49mila nel 2024) con un costo stimato 6,9 miliardi di euro l’anno. “È necessario agire, si sottolinea nel Rapporto, su occupazione giovanile, femminile e senior, riduzione dei divari retributivi, qualità del lavoro e benessere organizzativo, per trasformare istruzione e competenze in partecipazione effettiva e in produttività”. Per quanto riguarda “Attrazione e retention delle competenze”, l’Italia è tra i Paesi UE con minor capacità di attrarre studenti universitari stranieri e presenta quote limitate di lavoratori immigrati ad alta qualifica. Servono incentivi mirati, internazionalizzazione di atenei e ricerca, percorsi di carriera competitivi e condizioni abilitanti per trattenere e attirare Capitale Umano ad alto valore aggiunto: sono le proposte avanzate dal Rapporto 2025 del Think Tank “Welfare, Italia”. In tema di “Prevenzione e invecchiamento attivo”, evidenze internazionali stimano fino a 14 euro di ritorno per ogni euro investito in sanità preventiva. Nonostante ciò, nel 2024 solo il 5,6% della spesa sanitaria pubblica è stato destinato alla prevenzione (7,7 miliardi su 137,4). Il Rapporto invita a potenziare screening, vaccinazioni, accesso tempestivo a terapie innovative, sviluppare percorsi di invecchiamento attivo e favorire modelli organizzativi e tecnologici che supportino la continuità della cura.
Secondo le stime del Think Tank, allineando l’Italia ai benchmark europei su occupazione giovanile, femminile, stranieri, partecipazione 60-69enni, si può attivare un incremento occupazionale di circa 2,8 milioni di unità e una crescita del PIL fino a 226 miliardi di euro, pari a +10,6% rispetto ai livelli attuali. L’obiettivo è un welfare sostenibile, inclusivo ed equo, fondato su Capitale Umano e prevenzione, in grado di unire crescita economica e coesione sociale e di sostenere la competitività di lungo periodo del Paese. Nel 2020 il Think Tank “Welfare, Italia” ha messo a punto uno strumento di monitoraggio, basato su 22 KPI (Key Performance Indicator), che valuta, all’interno di un indicatore sintetico, sia aspetti legati alla spesa in welfare sia aspetti legati ai risultati che questa spesa produce. In questi termini, l’indicatore sintetico, che prende in considerazione gli ambiti di politiche sociali, sanità, previdenza e formazione, consente di identificare a livello regionale i punti di forza e le aree di criticità in cui è necessario intervenire.
Nel Welfare Italia Index 2025, l’amministrazione territoriale con il punteggio più elevato è la P.A. di Trento (83,8 punti), seguono la P.A. di Bolzano (80,4 punti) e la regione Friuli-Venezia Giulia (78,3). Dal lato opposto del ranking, si posizionano la Campania (62,0 punti), la Basilicata (60,7 punti) e la Calabria (60,2 punti). L’edizione 2025, rispetto ai dati 2024, segnala una costante polarizzazione nella capacità di risposta del sistema di welfare delle Regioni italiane. Il divario tra Regione best e worst è infatti pari a 23,6 punti (in aumento di 1,9 punti rispetto all’edizione precedente).
Qui per scaricare il Rapporto: https://www.ambrosetti.eu/think-tank-welfare-italia/.