
Soffia forte il vento propizio alla navigazione
Comune-info - Friday, November 7, 2025
Reggio Emilia, 3 ottobre 2025Giovedì 6 novembre a Roma, ESC Atelier ha ospitato la seconda assemblea aperta di quell’alta marea, imprevista ma cercata, che ha spinto la Sumud Flotilla fino alla costa di Gaza e che ha segnato la nascita di “qualcosa” di bello, importante e generativo nel mondo, in Europa e in Italia contro guerra, genocidio e distruzione della terra. Qualcosa che ha fatto scendere in piazza il 3 e 4 ottobre una popolazione estesa, consapevole della follia criminale in cui è stato gettato il mondo.
Di questa situazione globale, delle proteste transnazionali e delle pratiche da adottare per rendere permanente lo stato di agitazione, per rivendicare giustizia climatica il 15 novembre, lottare contro la violenza suprematista esercitata in varie forme contro i viventi il 22 trasfemminista, e per fermare riarmo ed estrazione di vita, risorse e ricchezze comuni con lo sciopero generale il 28 novembre, l’assemblea si è incaricata costituendo tre gruppi tematici: comunicazione, economia di guerra, navigazione verso la Palestina globale che contrasta il genocidio e la menzogna della finta pace.
Sul piano della comunicazione è stato anzitutto sancito il nome della cosa: “Equipaggi di mare e di terra”, che fa eco al manga “One Piece” ed evoca lo spazio ampio, inclusivo ed esteso che in questi giorni è spazio di cura di singoli e soggettività. La voce “mettersi a disposizione” è stata riconosciuta come il claim interno di un’autonomia sociale e politica da mantenere, il che significa fiducia tra le persone e le reti, non proprietà di questo spazio grande, e adozione di una temporalità flessibile rispetto a scadenze, vertenze e pratiche nel percorso intrapreso in direzione dello sciopero.
La struttura in piccoli gruppi per permettere a tutti e tutte la presa di parola da restituire nell’assemblea plenaria è l’elemento essenziale per garantire un’orizzontalità non sempre scontata. Questa istanza non può non supporre momenti di convivialità, stare insieme, fare comune, per risentire ciò che da tempo è stato sottratto a ogni desiderio: costruire comunità insorgenti.
Sul piano dell’iniziativa transnazionale c’è stato il riconoscimento di una linea di conflitto permanente tra le politiche suprematiste dell’“Israele globale” e le resistenze di una “Palestina globale” che oppone alla distruzione del diritto internazionale la costruzione di uno diritto “locale”, nei diversi territori, dando rilievo alla giornata internazionale per la Palestina del 29 novembre e verso una giornata di mobilitazione internazionale a Bruxelles. Oltre a ciò è stata proposta una carovana in Cisgiordania a cui si aggiungerà in primavera un’altra flottiglia e una raccolta fondi per la ricostruzione, con festival, happening, spettacoli.
Come si riescono a tradurre nello sciopero generale del 28 le mobilitazioni e la partecipazione di questi giorni?
Le concrete realtà in cui si attua il riarmo offrono l’arco tematico che scandisce il percorso verso la generalizzazione dello sciopero: la riconversione di attività manifatturiere in industrie belliche, l’impiego di vettori della logistica (porti, aeroporti) per l’invio e il traffico di armi, la micidiale conversione del welfare in warfare, con tagli ai servizi pubblici e ai salari come è attestato qui in Italia dalla manovra finanziaria e in Europa dai circa 7000 miliardi di euro del cosiddetto piano SAFE.
Si tratta dunque di territorializzare la mobilitazione e continuare a provare connessioni per estendere sempre più la partecipazione. Questo orientamento ha bisogno di tempi più lunghi delle scadenze che continuano ad essere cruciali. Per questo è emersa l’ottima proposta di creare gruppi di studio e spazi di informazione e formazione sull’insieme delle tematiche del diritto, del riarmo e del regime di guerra planetaria, in modo da far soffiare forte il vento propizio alla navigazione.
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