Le ‘zecche’ nel mirino dei ‘maranza’, e non solo: AVS, M5S e PD chiedono risposte

Pressenza - Thursday, November 6, 2025

Il ‘clima politico’ italiano si sta surriscaldando. Giovani e studenti che protestano contro il genocidio dei palestinesi, il riarmo europeo e il governo italiano vengono aggrediti dai squadre di neofascisti.

Inoltre, mentre in parlamento si parla di abrogazione degli articoli 613- bis e 613-ter del codice penale concernenti i reati di tortura e istigazione alla tortura e delibera in merito al disegno di legge n° 1627, detto ‘Gasparri’, anziché proteggere le vittime dalle violenze verbali e fisiche dei ‘maranza’ le forze dell’ordine impediscono oppure ostacolano lo svolgimento di manifestazioni dei cittadini pacifisti e non-violenti.

Eppure il 3 ottobre scorso a Milano era accaduto un fatto che tutto il mondo ha ammirato, perché emblematico dello ‘spirito che si aggira…’ nel presente, l’ideale pacifista espresso e messo in pratica nelle proteste dei giovani, e non solo, contro il genocidio dei palestinesi, contro il riarmo, contro la militarizzazione delle scuole,… e contro la repressione delle loro contestazioni

Le forze dell’ordine erano intervenute per disperdere un gruppo di manifestanti che aveva bloccato la tangenziale Est. Contro i giovani, che avevano reagito lanciando sassi e bottiglie, erano stati sparati i fumogeni e, in un momento di ‘quiete dopo la tempesta’, una ragazza si è rivolta agli agenti di polizia schierati in assetto antisommossa dicendo:

Siete esseri umani esattamente come noi. Volete davvero questa cosa? Avete scelto questo lavoro per questo? Per combattere le ‘zecche’? Ci manganellate se noi attacchiamo? Se vogliamo passare?

Sorprendentemente, la squadra di poliziotti ha abbassato gli scudi…

Questa vicenda è stata documentata da FANPAGE nel video-reportage che la mostra insieme all’intervista alla protagonista, da allora soprannominata zecca.

E, con la rapidità in cui accadono nel villaggio globale, immediatamente sono stati appellati zecche tutti i coetani e consimili dell’adolescente milanese, i giovani ribelli della Gen Z – ovvero Generazione Z.

Nel 1997 accadeva che Internet è diventato il www, un sistema di comunicazione e interazione telematiche globale. Prima era un sistema di interconnessione tra computer della NASA elaborato da un pool di ricercatori delle facoltà di informatica delle università americane, che fornirono le proprie ‘scoperte’ alle forze armate della propria nazione senza rinunciare al diritto di fruirne e impiegarlo per usi civili.

Curiosamente … in Italia invece questo fatto tanto emblematico da introdurre un neologismo nel vocabolario italiano è passato inosservato.

Quel che a Milano ha detto, e con le proprie parole fatto, la prima ‘zecca’ dei nati da quando Internet è diventato un sistema di comunicazione e interazione globale, non è stato saputo o capito proprio dagli italiani, persino da molti che in questo periodo così caotico e frenetico sono tanto vigili e reattivi ai fatti che accadono nel proprio paese e nella proprie città e anche in ogni paese e città del mondo.

In quei giorni di settembre e ottobre le cronache italiane ponevano all’attenzione dell’opinione pubblica gli scontri che avvenivano ad alcune, non tutte, anzi a solo poche delle tante, iniziative organizzate e promosse da molteplici associazioni e a cui partecipava una ‘marea’ di persone. Questi tafferugli provocati da pochi facinorosi che, come testimoniato dai presenti, non erano aggregati alle formazioni dei manifestanti facevano tanto scalpore, e così anziché su finalità e dimensioni delle contestazioni contro il genocidio dei palestinesi, contro il riarmo europeo e contro il governo italiano nelle giornate tra il 22 settembre e il 3 ottobre i mass-media e i social-media si sono concentrati su un dettaglio del commento di Giorgia Meloni alle proteste: durante un comizio a Lamezia Terme a sostegno del candidato di Forza Italia alle elezioni regionali, il 30 settembre la leader di Fratelli d’Italia e premier della nazione aveva dichiarato: «Le forze dell’ordine devono perdere tempo con i figli di papà dei centri sociali che stanno creando problemi alla Sapienza dove hanno sostituito la bandiera dell’Europa con quella della Palestina».

Facendo esplicito riferimento alle iniziative degli studenti universitari che occupavano gli atenei chiedendo alle autorità accademiche di intervenire in soccorso degli assediati a Gaza interrompendo le collaborazioni scientifico-culturali con le istituzioni, le forze armate e il governo di Israele, Giorgia Meloni concluse: “E qui a sinistra ci sarà un cortocircuito”.

I fatti hanno smentito tale previsione basata sulla ‘lettura’ della realtà della premier.

Anziché andare in tilt lo schieramento ‘pro-pal’ è successo il contrario: mentre i giovani, e non solo, che contestano gli interventi del governo Meloni-Salvini nelle scuole, e non solo, e che manifestano pacificamente nelle piazze italiane, a infervorasi sono stati i ‘facinorosi’ che gravitano nell’area che si contrappone all’opposizione, cioè allo schieramento nel paese maggiormente evidente e in parlamento invece minoritario.

Lo dimostrano le recenti aggressioni di neo-fascisti agli studenti che volantinano e manifestano davanti alle scuole (al Liceo Einstein di Torino, al Liceo Curie di Pinerolo – anche imbrattato con la scritta “Zecche rosse per voi le fosse”) e nelle scuole occupate (il Liceo Leonardo da Vinci di Genova, a Roma il Liceo Bramante e il Liceo Righi), inoltre le intimidazioni di neo-nazisti al reporter che a Novara documentava un’iniziativa organizzata dai gruppi aderenti al Comitato Remigrazione e Riconquista,… e il licenziamento del giornalista che ha domandato alla portavoce della Commissione Europea di riferire in merito alla ricostruizione di Gaza come dell’Ucraina.

Curiosamente… il 3 gennaio 1925 all’interrogazione parlamentare sul delitto Matteotti, cioè l’assassinio del socialista che stava pubblicando il secondo ‘bilancio’ del primo anno del governo fascista e una decina di giorni prima alla Camera aveva contestato i risultati delle elezioni appena svolte e denunciato illegalità, abusi e violenze commessi dai fascisti, Benito Mussolini proclamò:

dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto… Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho creato con una propaganda che va dall’intervento ad oggi

Memori di questi fatti accaduti cent’anni fa, in questi giorni alcuni deputati hanno posto la questione all’attenzione dei propri colleghi parlamentari e degli attuali governanti con i seguenti interventi:

Grimaldi, AVS : “Giorni a parlare delle vetrine rotte a Milano, non una parola sulle nefandezze fasciste”

Colucci, M5S : “Aggressioni squadriste alle scuole. Episodi gravissimi, Meloni venga in Aula”

 Casu, PD : “Tre giorni di raid fascisti al liceo Righi. Fatti gravi, Meloni condanni chiaramente”

 

Maddalena Brunasti