
Le prime mosse di Mamdani
Jacobin Italia - Thursday, November 6, 2025
Articolo di Elisabetta RaimondiLa sera prima della giornata elettorale di martedì 4 novembre, Zohran Mamdani ha diffuso l’ultimo video della sua campagna elettorale intitolato Until It’s Done. Un video come sempre seducente, pur nella sua sostanziale semplicità, cosa che non implica semplicità nella realizzazione,. Ancora una volta, e in questo caso forse più che mai, la finzione del cinema però è stata funzionale alla verità dei sentimenti e alla realtà del senso di gratitudine per le persone che Zohran omaggia in Until It’s Done nonché al rispetto verso un luogo che, pur apparendo un comune squarcio di incrocio newyorkese, è una collocazione geografica precisa e simbolica.
Mi trovo a pochi passi dall’angolo tra la 116° strada e Lexington. Per Fiorello La Guardia e Vito Marcantonio era semplicemente il ‘lucky corner’. È qui che tenevano i loro comizi finali davanti a migliaia di abitanti di Harlem alla vigilia di ogni elezione. Molti dicono che una visione democratico-socialista del governo di New York è impossibile, che queste idee non sono mai state testate. A costoro rispondo che dobbiamo solo guardare al passato per provare come il socialismo possa modellare il nostro futuro. La maggior parte dei newyorkesi conosce il nome La Guardia. Molti meno conoscono Marcantonio. Ma qui a East Harlem, c’è un angolo che porta il suo nome. Marc, come tutti lo chiamavano, non fu solo un deputato eletto per sette volte e un pupillo di La Guardia. Fu un impenitente socialista, indefesso sostenitore del lavoro organizzato, e campione per coloro che a quei tempi venivano spesso dimenticati: portoricani, ebrei newyorkesi, anziani. Marc si batteva per tutti loro. […] Essere un socialista negli anni 1930 e ‘40 non era più facile di quanto non lo sia oggi. Marc fu incessantemente attaccato dalla destra, minato dall’establishment, bersaglio del risorgente terrore rosso. Eppure non si scusò mai per quello che era o per le cose per cui lottava. Quando fu definito un radicale, Marc rispose: ‘Se è radicalismo credere che le nostre risorse naturali debbano essere usate per il beneficio di tutti e non per lo scopo di arricchire solo pochi, allora mi dichiaro colpevole dell’imputazione’. Amici miei la domanda è chiara. Siamo abbastanza coraggiosi da credere in una città che dia beneficio a tutti noi? Io conosco la mia risposta. Domani il mondo conoscerà la vostra.
E la risposta dei newyorkesi che il giorno dopo tutto il mondo stava aspettando come se, a seconda dei punti di vista, fosse in grado di determinare la rinascita o l’apocalisse, Mamdani e il mondo intero l’hanno avuta a meno di un’ora dalla chiusura dei seggi. E a circa dieci anni dai primi pesanti e irreversibili boicottaggi inflitti a Bernie Sanders più o meno dallo stesso establishment Democratico che avrebbe voluto la stessa sorte per Zohran. È stato quindi naturale che all’interno dell’enorme e stupefacente salone del Brooklyn Paramount Theatre stracolmo di giornalisti, celebrità, politici, amici, staffer e volontari uniti nelle reiterate acclamazioni di Zohran fin da ore prima che arrivasse alla festa, la prima foto apparsa sui megaschermi dopo la conclamazione della vittoria sia stata quella di Bernie e Zohran insieme. E che le prime parole di felicità e felicitazioni fossero quelle che il più anziano discepolo di Fiorello La Guardia, Vito Marcantonio e d Eugene Debt rivolgeva al più giovane discepolo tra i cui miti comuni anche lui era stato aggiunto, in qualità di suo diretto predecessore.
E così, forse anche sull’onda inconscia dell’instancabile lavoro di Bernie, Zohran ha indetto una conferenza stampa per la mattina dopo, per presentare immediatamente lo staff delle quattro donne che co-condurranno la fase di transizione nei 57 giorni che mancano al primo di gennaio 2026, data dell’insediamento della nuova amministrazione al City Hall. Ed è proprio in virtù della scelta di una in particolare di queste quattro donne, tutte professioniste di grande competenza e preparazione in ruoli che a vario titolo riguardano la difesa degli interessi della comunità in generale e/o di particolari comunità più deboli, che Zohran ha voluto mettere in chiaro fin da subito che se il Partito democratico vorrà collaborare con lui, tutti sono accolti a braccia aperte, altrimenti se lotta con l’establishment deve essere, che lotta sia.
La persona in questione è Lina Kahn, ex capo della Federal Trade Commission (Ftc) nell’amministrazione Biden, dimessasi il 21 gennaio 2025, spina nel fianco di imprenditori e corporation che non vedevano l’ora di liberarsi di lei. Oltre all’enorme contributo di passione e onestà che metterà nel suo lavoro, Kahn sarà anche il simbolo della lotta verso quella parte del Partito democratico ostile a Zohran e che voleva Cuomo sindaco a tutti i costi, per il terrore che il cambiamento dello dello status quo a New York possa allargarsi, arrivando a minare i privilegi esagerati di cui godono da decenni indipendentemente dal colore dell’amministrazione. Per ricordare con precisione chi sia Lina Khan e quale minaccia abbia rappresentato, abbiamo raccolto la testimonianza del giornalista Ryan Grim, che di Khan si è occupato ampiamente:
«Lina Khan, in qualità di capo della Ftc, la commissione che regola le competizioni tra e all’interno delle corporation, era molto influente. Prima del suo arrivo, all’inizio dell’amministrazione Biden che l’aveva messa in quella posizione su pressione in particolare di Elizabeth Warren e con l’appoggio di Bernie Sanders e dell’ala progressista del partito democratico, la Ftc non aveva fatto nulla per decenni. Vigeva il consenso bipartisan dell’approccio ‘giù le mani’, del ‘lasciare che gli affari facciano quello che gli affari fanno’, ossia far finta di nulla senza intromettersi. Ciò aveva portato a un enorme accentramento dell’economia da parte di società di investimenti in capitale privato e corporation gigantesche che avevano creato monopoli od oligopoli praticamente in ogni industria del mondo e soprattutto negli Usa. E così quando Khan arrivò con teorie completamente differenti che non avrebbero più permesso quel tipo di comportamento e anzi con tentativi di fare causa alle compagnie che avessero tentato quel tipo di affari, la sollevazione fu enorme. Si è spesso unita al suo alleato Jonathan Kantor, capo del dipartimento di Giustizia e quindi supervisore della divisione antitrust, per procedere contro diverse corporation e insieme avevano un potere notevole. Inoltre c’era tutta una squadra di persone molto critiche delle corporation nell’ente per la tutela dei consumatori che prendeva di mira le criptovalute e gli scanner bancari. Questa situazione aveva fatto andare su tutte le furie gli imprenditori miliardari che volevano il licenziamento di Lina Kahn, che invece piaceva sia ai progressisti che alla fascia populista del Partito repubblicano come J.D. Vance, che infatti voleva a tutti i costi mantenerla in carica. Tra i Democratici più accaniti contro di lei c’era la celebrità miliardaria Mark Cuban, Democratico, surrogato politico e portavoce di Kamala Harris che andava spesso in televisione a parlare per conto della sua campagnas e che premeva per farle assumere posizioni sempre più neoliberiste. Quanto al silenzio di Kamala Harris su Lina Khan, per il quale è stata criticata moltissimo, rientra in quel tipico comportamento di non prendere posizioni per evitare di inimicarsi l’uno o l’altro, cosa che ha contribuito a farle perdere le elezioni».
Appare chiaro che il segnale arrivato oggi con l’incarico di Lina Khan in una posizione di rilievo come quella conferitale, dimostra che Zohran non ha intenzione di lasciarsi intimidire da nessuno, tanto meno dai ricchi finanziatori del suo partito, anche se dei compromessi dovrà farli. Uno dei provvedimenti su cui porre attenzione nel futuro è per esempio il mantenimento in carica o meno di Jessica Tish, nominata nel 2024 da Eric Adams come commissaria della New York City Police Department (Nypd), che Mamdani ha dichiarato di voler lasciare al suo posto, cosa che però non piace affatto ai Dsa (Democratic Socialist of America) per le posizioni di estrema destra che ha spesso dimostrato di avere.
Ma siamo solo al primo giorno della carica di Zohran di sindaco eletto, e quanto ha fatto oggi è già esemplificativo di quello che tutti i progressisti auspicano.
*Elisabetta Raimondi è stata docente di inglese nella scuola media secondaria pubblica per oltre 40 anni. Attiva in ambito artistico e teatrale, ha cominciato a seguire la Political Revolution di Bernie Sanders nel 2016 per la rivista Vorrei.org. Collabora con Fata Morgana Web e con Libertà e Giustizia.
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