Quel che resta delle strade percorse: a margine di Eirenefest Firenze

Pressenza - Wednesday, October 29, 2025

Firenze, 24-25-26 ottobre
Eirenefest: questo anno è stato “Esperienza” dentro le realtà che animano le periferie nascoste. L’edizione fiorentina ha coinvolto, in continuità con l’edizione di anno scorso, la Biblioteca CaNova e le Baracche Verdi, luogo della Comunità dell’Isolotto, luoghi differenti eppure somiglianti rispetto ad una storia, quella di un quartiere, dove è possibile tenere insieme la cultura, che passa attraverso le letture, e la socialità, che intesse relazioni di accoglienza e di cura; ed è stato proprio tra questi due luoghi che tra venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 si sono succeduti momenti di confronto di contenuto socio-educativo, in particolare a partire dalla figura di Danilo Dolci, e proposte laboratoriali, dove sperimentarsi dentro percorsi di educazione alla nonviolenza, fino all’Assemblea della Comunità (domenica mattina) dedicata ad Alex Langer.

L’edizione fiorentina ha coinvolto questo anno anche il Centro Sociale Il Pozzo, luogo della Comunità delle Piagge, dove Elisabetta Salvatori (sabato sera) ci ha portato dentro la narrazione teatrale che permette un respiro più alto e profondo sui valori che attraversano le resistenze; continuando nella giornata di domenica, in crescendo di intensità, coinvolgimento e contenuti, attraverso la proposta di campagna per un Medio Oriente libero da Armi nucleari, si è recuperato infine il senso di questi giorni con la storia e la testimonianza di Alex Langer, con la fatica dell’essere uomini e donne che perseguono l’obiettivo della pace che diviene tale nella costruzione di percorsi di nonviolenza, che fa sentire la solitudine; sì, perché anche quando l’essere insieme nelle piazze oggi sappiamo quanta potenza evocativa solleciti e quanto la dimensione collettiva effettivamente sia di sostegno, in realtà non possiamo dimenticarci che questo percorrere strade scomode chieda coraggio, richieda impegno, richieda fatica; non sono già scritti i percorsi, perché li stiamo costruendo insieme, oggi.

E c’è bisogno soprattutto di dare continuità alle parole, dare corpo all’impegno assunto, per fare delle occasioni di incontro la possibilità di creare movimenti che dal basso sospingano nel realismo dell’Utopia, nella speranza che non deve tramontare, nella costruzione di prassi nonviolente eppure incisive, nonostante la deriva di misure repressive che sembrerebbero tese a fermare questa corrente; la nostra idea comune di sicurezza esce dai confini dentro cui si vorrebbe incardinare, perché ci sentiamo sicure e sicuri quando viviamo l’appartenenza a quella comune umanità che continua a mobilitare le coscienze, ci sentiamo sicure e sicuri quando sappiamo ancora ritrovarci e com-muoverci insieme.
Grazie a chi in questi giorni ha attraversato i luoghi dove abbiamo provato a tenere insieme: luoghi, comunità, cultura e cura di quel Noi e di quell’abitare le strade che vogliamo continuare ostinatamente e coraggiosamente a percorrere, nonostante la fatica e la solitudine.
Emanuela Bavazzano

Redazione Toscana