
Secondo attacco USA nei Caraibi: cacciatorpediniere assalta peschereccio venezuelano
Pressenza - Sunday, September 14, 2025Il comunicato diramato il 13 settembre dall’ufficio stampa del governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela ha reso noto che il giorno precedente, venerdì 12, i marines statunitensi hanno fatto irruzione su un’imbarcazione civile con a bordo 9 pescatori.
Non sono segnalati feriti, ma la vicenda è molto allarmante.
L’agenzia Reuters ha riferito la notizia precisando che la Casa Bianca non ha ancora fornito spiegazioni, “I funzionari statunitensi non hanno risposto immediatamente alla richiesta di commento”, e che mentre “Le tensioni tra Washington e Caracas sono aumentate” perché “La settimana scorsa un attacco militare statunitense nei Caraibi ha ucciso 11 persone e affondato un’imbarcazione venezuelana che, secondo l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti – Donald Trump, trasportava stupefacenti illegali” tuttora, “nonostante le richieste dei membri del Congresso degli Stati Uniti affinché il governo giustifichi l’azione” e sebbene “Il governo venezuelano ha affermato che nessuna delle 11 persone uccise apparteneva alla banda Tren de Aragua, come sostenuto dagli Stati Uniti”, l’amministrazione Trump “ha fornito scarse informazioni sull’attacco della scorsa settimana” [REUTERS / 13 SETTEMBRE 2025].
Cacciatorpediniere missilistico statunitense attacca i pescatori di tonno dei Caraibi
La Repubblica Bolivariana del Venezuela denuncia che, venerdì 12 settembre, la nave venezuelana “Carmen Rosa”, con a bordo nove umili pescatori di tonno, in navigazione a 48 miglia nautiche a nord-est dell’isola di La Blanquilla, in acque appartenenti alla Zona Economica Esclusiva (ZEE) venezuelana, è stata attaccata illegalmente e in maniera ostile da un cacciatorpediniere della Marina degli Stati Uniti, l’USS “Jason Dunham” (DDG-109), equipaggiato con potenti missili da crociera e con un equipaggio composto da marines altamente addestrati.
La nave da guerra ha schierato diciotto militari con armi lunghe che sono saliti a bordo e hanno occupato la piccola e inoffensiva imbarcazione per otto ore, impedendo le comunicazioni e le normali attività dei pescatori impegnati nella pesca autorizzata del tonno. Questa operazione è priva di qualsiasi proporzionalità strategica e costituisce una provocazione diretta attraverso l’uso illegale di mezzi militari eccessivi.
Coloro che hanno ordinato queste provocazioni cercano un incidente per giustificare un’escalation della guerra nei Caraibi, al fine di rafforzare la loro fallimentare politica di cambio di regime, respinta dallo stesso popolo statunitense. Usando i propri soldati e ufficiali come carne da cannone e mettendo in pericolo ancora una volta la loro vita, stanno ripetendo la storia di altri eventi che hanno portato a guerre eterne come quella del Vietnam.
L’incidente riflette la vergognosa condotta di settori politici a Washington, che irresponsabilmente impiegano costose risorse militari e soldati addestrati come strumenti per fabbricare pretesti per avventure belliche, attentando anche al proprio prestigio e onore militare con questa grottesca ed eccessiva manovra.
La Forza Armata Nazionale Bolivariana, fedele al proprio dovere costituzionale, ha monitorato e registrato l’incidente minuto per minuto con le sue risorse aeree, navali e di sorveglianza, accompagnando i pescatori in ogni momento fino al loro rilascio, dimostrando la piena capacità del Venezuela di monitorare, scoraggiare e rispondere a qualsiasi minaccia, senza cadere in provocazioni che ne compromettano l’impegno per la pace.
Il governo venezuelano chiede agli Stati Uniti di cessare immediatamente queste azioni, che mettono a repentaglio la sicurezza e la pace dei Caraibi. Invita inoltre il popolo americano a riconoscere la gravità di queste manovre e a respingere l’uso dei propri soldati come pedine sacrificali per alimentare i desideri di un’élite avida e predatoria.
Il nostro Paese ribadisce il suo impegno per la pace e continuerà a difendere la propria sovranità e la sicurezza delle sue acque da qualsiasi provocazione.
Caracas, 13 settembre 2025