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Al Qaeda entra alla Casa Bianca
Un quarto di secolo dopo l’abbattimento delle Torri Gemelle e l’avvio della “guerra infinita contro il terrorismo” (slogan di George W. Bush), AL Qaeda entra col tappeto rosso alla Casa Bianca. Ieri l’ex “terrorista” Al Jolani, tornato al suo vero nome – Ahmed al-Shara – è stato ricevuto da Dnald […] L'articolo Al Qaeda entra alla Casa Bianca su Contropiano.
“Alumnos del Tío Sam” di Darrin Wood, un libro di controstoria
Recensione al libro di Darrin Wood dedicato a raccontare le nefandezze della Scuola delle Americhe di David Lifodi (*) L’autore, Darrin Wood, direttore della rivista Nuevo Amanecer Press-Europa, insieme all’intellettuale messicano Gilberto López y Rivas, che ha collaborato scrivendo la prefazione, mette in chiaro, fin dalle prime pagine, la sudditanza politica, sociale ed economica del paese a sud del Rio Bravo verso gli Stati Uniti. Una semplice tabella fa capire facilmente il motivo per cui l’intera America latina, storicamente, sia sempre stata oggetto di interesse da parte della Casa Bianca. Solo in Messico, tra il 1981 e il 1990, sono oltre cinquecento i militari addestrati alla famigerata Scuola delle Americhe e impiegati in operazioni di intelligence, addestramento militare e operazioni antidroga. Uno dei principali obiettivi della Scuola delle Americhe era quello di «addestrare l’addestratore». Nel caso del Messico, infatti, i militari tornavano nel proprio paese istruiti e pronti ad applicare le tecniche di contrainsurgencia apprese durante anni di formazione. A questo proposito, Darrin Wood riporta le parole dell’ufficiale statunitense Frank Pedrozo, inviato negli anni Ottanta del secolo scorso in El Salvador all’epoca della guerra civile e della dittatura arenera. Nel corso di un’intervista Pedrozo ammetteva candidamente che l’esercito salvadoregno era cresciuto numericamente e qualitativamente proprio grazie alla partecipazione ai corsi della Scuola delle Americhe da parte dei militari salvadoregni. Wood riporta anche testimonianze più crude, come quella di un militare honduregno ai vertici della Scuola delle Americhe che, nel documentario di Robert Richter “Dentro de la Escuela de Asesinos”, raccontava la brutalità dei metodi di addestramento Usa: «I nordamericani portavano gente povera e senza casa alla Scuola e la istruivano sulle modalità per estorcere informazioni tramite le torture. Fummo addestrati a torturare esseri umani». Nella Scuola delle Americhe venivano addirittura condotti dei medici per poter far lezione sulle parti del corpo umano dove il dolore da infliggere, provocando in certi casi anche la morte, era maggiore. Non è un caso che, alla chiusura della Scuola, il quotidiano panamense La Prensa ribattezzò la Scuola delle Americhe con l’inequivocabile termine “Escuela de Asesinos” e che l’allora presidente di Panama Jorge Illueca la definì come la «più grande base militare di destabilizzazione presente in America latina». Fondata nel 1946 a Panama e trasferitasi negli Usa nel 1984 a Fort Benning (Georgia), la Scuola delle Americhe ha promosso numerose campagne di contrainsurgencia in tutto il continente. Relativamente ai giorni nostri, il lavoro di Darrin Wood si concentra principalmente sulle strategie di repressione adottate contro l’Ezln nel Chiapas. Gilberto López y Rivas collega l’attuale processo di militarizzazione del Messico ai tentativi di «ricolonizzazione territoriale» a vantaggio delle violenze commesse dalle forze di polizia statali insieme alla crescente espansione del fenomeno della criminalità organizzata, denunciando una sempre maggior violenza ai danni di adolescenti, migranti, studenti, lottatori sociali, sindacalisti e donne e indicando come responsabili il paramilitarismo e l’imperialismo Usa, principali promotori delle innumerevoli guerre sporche condotte in America latina. Anche oggi le guerre di bassa intensità continuano a rimanere il principale strumento di destabilizzazione perché servono a tenere sotto controllo le molteplici voci in lotta di un’America latina ribelle. “Alumnos del Tío Sam. Tratado de Libre Contrainsurgencia. “Campus México» de la Escuela de Asesinos” di Darrin Wood è un agile volumetto scaricabile gratuitamente dal sito web https://vocesenlucha.com/ (*) Recensione pubblicata sull’edizione di settembre di Le monde diplomatique/il manifesto La Bottega del Barbieri
Secondo attacco USA nei Caraibi: cacciatorpediniere assalta peschereccio venezuelano
Il comunicato diramato il 13 settembre dall’ufficio stampa del governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela ha reso noto che il giorno precedente, venerdì 12, i marines statunitensi hanno fatto irruzione su un’imbarcazione civile con a bordo 9 pescatori.  Non sono segnalati feriti, ma la vicenda è molto allarmante. L’agenzia Reuters ha riferito la notizia precisando che la Casa Bianca non ha ancora fornito spiegazioni, “I funzionari statunitensi non hanno risposto immediatamente alla richiesta di commento”, e che mentre “Le tensioni tra Washington e Caracas sono aumentate” perché “La settimana scorsa un attacco militare statunitense nei Caraibi ha ucciso 11 persone e affondato un’imbarcazione venezuelana che, secondo l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti – Donald Trump, trasportava stupefacenti illegali” tuttora, “nonostante le richieste dei membri del Congresso degli Stati Uniti affinché il governo giustifichi l’azione” e sebbene “Il governo venezuelano ha affermato che nessuna delle 11 persone uccise apparteneva alla banda Tren de Aragua, come sostenuto dagli Stati Uniti”, l’amministrazione Trump “ha fornito scarse informazioni sull’attacco della scorsa settimana” [REUTERS / 13 SETTEMBRE 2025].    CACCIATORPEDINIERE MISSILISTICO STATUNITENSE ATTACCA I PESCATORI DI TONNO DEI CARAIBI La Repubblica Bolivariana del Venezuela denuncia che, venerdì 12 settembre, la nave venezuelana “Carmen Rosa”, con a bordo nove umili pescatori di tonno, in navigazione a 48 miglia nautiche a nord-est dell’isola di La Blanquilla, in acque appartenenti alla Zona Economica Esclusiva (ZEE) venezuelana, è stata attaccata illegalmente e in maniera ostile da un cacciatorpediniere della Marina degli Stati Uniti, l’USS “Jason Dunham” (DDG-109), equipaggiato con potenti missili da crociera e con un equipaggio composto da marines altamente addestrati. La nave da guerra ha schierato diciotto militari con armi lunghe che sono saliti a bordo e hanno occupato la piccola e inoffensiva imbarcazione per otto ore, impedendo le comunicazioni e le normali attività dei pescatori impegnati nella pesca autorizzata del tonno. Questa operazione è priva di qualsiasi proporzionalità strategica e costituisce una provocazione diretta attraverso l’uso illegale di mezzi militari eccessivi. Coloro che hanno ordinato queste provocazioni cercano un incidente per giustificare un’escalation della guerra nei Caraibi, al fine di rafforzare la loro fallimentare politica di cambio di regime, respinta dallo stesso popolo statunitense. Usando i propri soldati e ufficiali come carne da cannone e mettendo in pericolo ancora una volta la loro vita, stanno ripetendo la storia di altri eventi che hanno portato a guerre eterne come quella del Vietnam. L’incidente riflette la vergognosa condotta di settori politici a Washington, che irresponsabilmente impiegano costose risorse militari e soldati addestrati come strumenti per fabbricare pretesti per avventure belliche, attentando anche al proprio prestigio e onore militare con questa grottesca ed eccessiva manovra. La Forza Armata Nazionale Bolivariana, fedele al proprio dovere costituzionale, ha monitorato e registrato l’incidente minuto per minuto con le sue risorse aeree, navali e di sorveglianza, accompagnando i pescatori in ogni momento fino al loro rilascio, dimostrando la piena capacità del Venezuela di monitorare, scoraggiare e rispondere a qualsiasi minaccia, senza cadere in provocazioni che ne compromettano l’impegno per la pace. Il governo venezuelano chiede agli Stati Uniti di cessare immediatamente queste azioni, che mettono a repentaglio la sicurezza e la pace dei Caraibi. Invita inoltre il popolo americano a riconoscere la gravità di queste manovre e a respingere l’uso dei propri soldati come pedine sacrificali per alimentare i desideri di un’élite avida e predatoria. Il nostro Paese ribadisce il suo impegno per la pace e continuerà a difendere la propria sovranità e la sicurezza delle sue acque da qualsiasi provocazione. Caracas, 13 settembre 2025   Redazione Italia