
Dmitrij Palagi: “fare rete per un cambio dei rapporti di forza a favore della pace”
Pressenza - Monday, August 4, 2025Recentemente Sinistra Progetto Comune ha presentato un bilancio del suo anno di attività nelle istituzioni. Ne parliamo con Dmitrij Palagi che ne è l’ex candidato a Sindaco e attuale Consigliere Comunale a Firenze.
Sinistra Progetto Comune, dal primo Consiglio Comunale del 16 luglio 2024, ha depositato 574 atti. Di questi 52 testi sono stati approvati dal Consiglio comunale». Così inizia il vostro informativo. Cosa significa secondo te fare il consigliere dell’opposizione di sinistra?
Non dare per scontato il significato della parola sinistra, dopo anni in cui si è scelto di sostituire la discussione pubblica sul potere con il traguardo del governare, senza avere chiaro quali sono gli obiettivi per cui si dovrebbe governare. Non amo chi si intesta la facoltà di dare patenti e giudizi, non ho titoli per dire se noi siamo la “vera sinistra” e non mi interessa.
Penso che sia necessario dare la maggiore utilità possibile al ruolo elettivo confermato nel 2024, mettendolo a disposizione di chi è tagliato fuori da un sistema di relazioni che finisce per contare molto più dei singoli partiti, a livello locale e nazionale. Stare all’opposizione ci permette di stare anche dalla parte del torto, quando è necessario, oltre i calcoli strettamente legati al consenso elettorale e provando a forzare i confini della legalità, denunciando le tante assenze del sistema istituzionale (a partire dal diritto alla casa e da quello della salute, passando per il vuoto di politiche sociali a cui si tenta di rispondere con logiche meramente repressive). La funzione di consigliere comunale garantisce un punto di vista peculiare, fortemente legato anche a un rapporto di prossimità con chi ogni giorno vive la città, a prescindere da cosa ha votato e se ha votato.
Quanto può realizzare del proprio programma un consigliere di opposizione?
Molto, se non agisce in modo isolato. Occorre un equilibrio tra quello che vive nella società, facendo pressione sulle istituzioni, e il rispetto dei rapporti di forza dentro “il Palazzo”. Qualche volta può capitare di dover consegnare il risultato a chi siede in maggioranza, ma è irrilevante. Il valore di un progetto radicato può prescindere da riconoscimenti spesso effimeri. Ci sono poi risultati ai limiti dell’invisibilità: non sempre si può dimostrare che senza la sinistra di opposizione sarebbero state fatti ulteriori errori, o scelte sbagliate. Ribadisco però l’importanza di non dimenticarsi delle dinamiche quotidiane sul territorio: il Consiglio comunale deve evitare in ogni modo di essere un luogo isolato, altrimenti smette di avere una funzione, solo nel migliore dei casi a favore di Sindaca e Giunta, che a loro volta si ritrovano spesso all’interno di logiche dove il pubblico appare molto fragile (basta pensare a quanto abbiamo esternalizzato con gli appalti e alla debolezza dei bilanci degli enti locali, vincolati da trasferimenti e progetti con programmi di gran lunga superiori alla durata di un mandato elettorale).
Grazie alla funzione di proposta di Sinistra Progetto Comune si sono viste iniziative e risoluzioni da parte del Comune di Firenze sui temi caldi della pace nel mondo. Quali sono le cose più significative e cosa c’è ancora da fare.
La scelta del Comune di Firenze di riconoscere lo Stato di Palestina ha aperto la nuova consiliatura e certamente non è un merito specifico di Sinistra Progetto Comune, ma appartiene alla Città, ai movimenti e alle realtà che hanno mantenuto costante la mobilitazione in questi anni. È stata importante anche l’adesione all’appello contro gli euromissili e l’impegno per rimanere nelle reti a sostegno del disarmo nucleare.
Palazzo Vecchio ha una tradizione importante: Firenze è stata dichiarata operatrice di pace e ha un tessuto sociale vivo, plurale, attivo, spesso capace di costruire convergenze. C’è però molto da fare, soprattutto sul tema della cooperazione internazionale e sulle azioni concrete. Abbiamo già ottenuto aperture su questo, si tratta di capire quali sono i margini di azione rispetto al bilancio comunale. A settembre rilanceremo, in vista del bilancio di previsione che arriverà prima della fine del 2025. Ci sono poi nuovi appelli e campagne che dovranno trovare spazio nella Commissione dedicata a queste tematiche.
Abbiamo ottenuto un primo via libera all’interruzione dei rapporti con il Governo di Israele e a una ricerca dei rapporti economici che potremmo avere con aziende che sostengono l’esecutivo Netanyahu: adesso questo testo, passato con il parere favorevole in Commissione, deve essere votato dal Consiglio comunale. Proporremo anche di aderire alla campagna di boicottaggio dei prodotti israeliani all’interno delle farmacie comunali.
In questi giorni si è rilanciata, dal mondo pacifista, l’idea di “Firenze Città di Pace” come vedi questa iniziativa e in che modo pensi di appoggiarla.
Credo sia importante, perché rischia altrimenti di essere un’etichetta senza azioni coerenti da parte dell’Amministrazione. Nel tempo sono state avanzate proposte pratiche e simboliche, che non hanno ancora ricevuto riscontro. Ci confronteremo con gli altri gruppi consiliari che hanno mostrato interesse sulle tematiche in questione, più volte trovando momenti di sintesi, perché si possa definire un testo in cui fissare gli impegni concreti su cui procedere come Comune, nel confronto aperto e partecipato con il mondo pacifista.
Come obiettivo penso sia importante anche l’idea di fare rete, non tanto tra singoli enti, ma tra percorsi che sappiano moltiplicare la partecipazione sui territori e fare in modo che determini un cambio dei rapporti di forza a favore della pace.