Dmitrij Palagi: “fare rete per un cambio dei rapporti di forza a favore della pace”
Recentemente Sinistra Progetto Comune ha presentato un bilancio del suo anno di
attività nelle istituzioni. Ne parliamo con Dmitrij Palagi che ne è l’ex
candidato a Sindaco e attuale Consigliere Comunale a Firenze.
Sinistra Progetto Comune, dal primo Consiglio Comunale del 16 luglio 2024, ha
depositato 574 atti. Di questi 52 testi sono stati approvati dal Consiglio
comunale». Così inizia il vostro informativo. Cosa significa secondo te fare il
consigliere dell’opposizione di sinistra?
Non dare per scontato il significato della parola sinistra, dopo anni in cui si
è scelto di sostituire la discussione pubblica sul potere con il traguardo del
governare, senza avere chiaro quali sono gli obiettivi per cui si dovrebbe
governare. Non amo chi si intesta la facoltà di dare patenti e giudizi, non ho
titoli per dire se noi siamo la “vera sinistra” e non mi interessa.
Penso che sia necessario dare la maggiore utilità possibile al ruolo elettivo
confermato nel 2024, mettendolo a disposizione di chi è tagliato fuori da un
sistema di relazioni che finisce per contare molto più dei singoli partiti, a
livello locale e nazionale. Stare all’opposizione ci permette di stare anche
dalla parte del torto, quando è necessario, oltre i calcoli strettamente legati
al consenso elettorale e provando a forzare i confini della legalità,
denunciando le tante assenze del sistema istituzionale (a partire dal diritto
alla casa e da quello della salute, passando per il vuoto di politiche sociali a
cui si tenta di rispondere con logiche meramente repressive). La funzione di
consigliere comunale garantisce un punto di vista peculiare, fortemente legato
anche a un rapporto di prossimità con chi ogni giorno vive la città, a
prescindere da cosa ha votato e se ha votato.
Quanto può realizzare del proprio programma un consigliere di opposizione?
Molto, se non agisce in modo isolato. Occorre un equilibrio tra quello che vive
nella società, facendo pressione sulle istituzioni, e il rispetto dei rapporti
di forza dentro “il Palazzo”. Qualche volta può capitare di dover consegnare il
risultato a chi siede in maggioranza, ma è irrilevante. Il valore di un progetto
radicato può prescindere da riconoscimenti spesso effimeri. Ci sono poi
risultati ai limiti dell’invisibilità: non sempre si può dimostrare che senza la
sinistra di opposizione sarebbero state fatti ulteriori errori, o scelte
sbagliate. Ribadisco però l’importanza di non dimenticarsi delle dinamiche
quotidiane sul territorio: il Consiglio comunale deve evitare in ogni modo di
essere un luogo isolato, altrimenti smette di avere una funzione, solo nel
migliore dei casi a favore di Sindaca e Giunta, che a loro volta si ritrovano
spesso all’interno di logiche dove il pubblico appare molto fragile (basta
pensare a quanto abbiamo esternalizzato con gli appalti e alla debolezza dei
bilanci degli enti locali, vincolati da trasferimenti e progetti con programmi
di gran lunga superiori alla durata di un mandato elettorale).
Grazie alla funzione di proposta di Sinistra Progetto Comune si sono viste
iniziative e risoluzioni da parte del Comune di Firenze sui temi caldi della
pace nel mondo. Quali sono le cose più significative e cosa c’è ancora da fare.
La scelta del Comune di Firenze di riconoscere lo Stato di Palestina ha aperto
la nuova consiliatura e certamente non è un merito specifico di Sinistra
Progetto Comune, ma appartiene alla Città, ai movimenti e alle realtà che hanno
mantenuto costante la mobilitazione in questi anni. È stata importante anche
l’adesione all’appello contro gli euromissili e l’impegno per rimanere nelle
reti a sostegno del disarmo nucleare.
Palazzo Vecchio ha una tradizione importante: Firenze è stata dichiarata
operatrice di pace e ha un tessuto sociale vivo, plurale, attivo, spesso capace
di costruire convergenze. C’è però molto da fare, soprattutto sul tema della
cooperazione internazionale e sulle azioni concrete. Abbiamo già ottenuto
aperture su questo, si tratta di capire quali sono i margini di azione rispetto
al bilancio comunale. A settembre rilanceremo, in vista del bilancio di
previsione che arriverà prima della fine del 2025. Ci sono poi nuovi appelli e
campagne che dovranno trovare spazio nella Commissione dedicata a queste
tematiche.
Abbiamo ottenuto un primo via libera all’interruzione dei rapporti con il
Governo di Israele e a una ricerca dei rapporti economici che potremmo avere con
aziende che sostengono l’esecutivo Netanyahu: adesso questo testo, passato con
il parere favorevole in Commissione, deve essere votato dal Consiglio comunale.
Proporremo anche di aderire alla campagna di boicottaggio dei prodotti
israeliani all’interno delle farmacie comunali.
In questi giorni si è rilanciata, dal mondo pacifista, l’idea di “Firenze Città
di Pace” come vedi questa iniziativa e in che modo pensi di appoggiarla.
Credo sia importante, perché rischia altrimenti di essere un’etichetta senza
azioni coerenti da parte dell’Amministrazione. Nel tempo sono state avanzate
proposte pratiche e simboliche, che non hanno ancora ricevuto riscontro. Ci
confronteremo con gli altri gruppi consiliari che hanno mostrato interesse sulle
tematiche in questione, più volte trovando momenti di sintesi, perché si possa
definire un testo in cui fissare gli impegni concreti su cui procedere come
Comune, nel confronto aperto e partecipato con il mondo pacifista.
Come obiettivo penso sia importante anche l’idea di fare rete, non tanto tra
singoli enti, ma tra percorsi che sappiano moltiplicare la partecipazione sui
territori e fare in modo che determini un cambio dei rapporti di forza a favore
della pace.
Redazione Toscana