L’Europa è il continente con il riscaldamento più rapido sulla Terra

Pressenza - Saturday, April 26, 2025

A livello globale, il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, dopo il notevole calore del 2023. Gli ultimi 10 anni sono stati i più caldi mai registrati. Anche la temperatura media annua della superficie del mare sopra gli oceani non polari ha raggiunto un livello record. Le concentrazioni atmosferiche dei gas serra, anidride carbonica e metano hanno continuato ad aumentare. A partire dagli anni ’80, l’Europa si sta riscaldando a una velocità doppia rispetto alla media globale, diventando il continente con il riscaldamento più rapido sulla Terra.

Le ondate di calore stanno diventando più frequenti e intense e l’Europa meridionale sta attraversando siccità diffuse. I ghiacciai in tutte le regioni europee continuano a sciogliersi. Sono stati osservati cambiamenti nel modello delle precipitazioni, incluso un aumento dell’intensità degli eventi più estremi. Ciò può portare a un aumento delle inondazioni e probabilmente ha contribuito ad alcuni degli eventi più catastrofici osservati nel 2024. É quanto riportato nel rapporto sullo stato del clima in Europa (ESOTC) del 2024, redatto dal Copernicus Climate Change Service (C3S) e dall’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM).

Per quanto riguarda il caldo e la siccità nell’Europa sudorientale, il rapporto evidenzia come, dopo una primavera più calda della media, si siano verificate sei ondate di calore durante l’estate 2024, tra cui l’ondata di calore più lunga e la seconda più grave mai registrata nella regione. La gravità e la classificazione delle ondate di calore derivano dall’anomalia termica, dalla durata e dall’area interessata. In base a ciò, l’ondata di calore più grave mai registrata per l’Europa sud-orientale si è verificata nel luglio 2007, quando un’ondata di calore di 10 giorni con un’anomalia termica media di 9,7 °C ha interessato il 72% della regione.

Nel 2024, l’ondata di calore più grave è durata 13 giorni con un’anomalia di 9,2 °C, interessando il 55% della regione. Questa è stata una di una serie di ondate di calore durante l’estate e l’inizio dell’autunno, con due a giugno della durata di 5-6 giorni ciascuna e tre ad agosto della durata di 5-8 giorni ciascuna. Nei 97 giorni dal primo giugno al 5 settembre ci sono stati 43 giorni con ondate di calore. Ad agosto, ci sono stati solo tre giorni tra un’ondata di calore e l’altra. La temperatura massima è stata superiore alla media per tutti i giorni, tranne due, dell’estate.

Nell’Europa sud-orientale, l’UTCI per l’estate nel suo complesso è stata di 3,3°C superiore alla media. Ci sono stati 66 giorni di almeno “forte stress da calore” (temperatura percepita di 32°C o superiore), il numero più alto mai registrato e ben al di sopra della media di 29 giorni. Al culmine dello stress da calore, il 13 agosto, il 99% della regione è stato colpito da almeno “forte stress da calore” e il 53% da almeno “fortissimo stress da calore” (temperatura percepita di 38°C o superiore).

Anche sul fronte delle alluvioni il 2024 è stato particolarmente critico: nel 2024 si è verificata l’alluvione più diffusa dal 2013, con il 30% della rete fluviale europea che ha superato la soglia di alluvione “elevata” e il 12% quella di alluvione “grave”. A settembre, a causa della tempesta Boris, le portate hanno raggiunto almeno il doppio del massimo medio annuo lungo 8500 km di fiumi. Per fare un paragone, il Danubio è lungo circa 2850 km.

A ottobre, una grave inondazione ha colpito Valencia, in Spagna. Sono stati battuti i record nazionali di precipitazioni totali in 1,6 e 12 ore, ma non quello delle 24 ore. Per quanto riguarda invece gli incendi boschivi, nel 2024 il rischio di incendi è rimasto nella media o leggermente al di sopra della media in Europa, con i valori più elevati osservati a settembre, a causa delle condizioni in Portogallo e in alcune parti della Spagna.

A settembre, gli incendi in Portogallo hanno contribuito a bruciare in Europa circa 110.000 ettari (1.100 km2) in una sola settimana, circa un quarto della superficie totale annuale. Sebbene le emissioni dovute agli incendi in Europa siano rimaste al di sotto della media per gran parte dell’anno, a settembre sono aumentate significativamente a causa dei vasti incendi in Portogallo.

Nel 2024 i ghiacciai di tutte le regioni europee hanno invece registrato una perdita netta di ghiaccio. I ghiacciai della Scandinavia e delle isole Svalbard hanno registrato i tassi di perdita di massa più elevati mai registrati e hanno registrato la più grande perdita annuale di massa glaciale di qualsiasi altra regione glaciale al mondo.

In gran parte d’Europa si sono registrate meno giornate di neve rispetto alla media, fatta eccezione per l’Europa settentrionale durante l’inverno. “La mancanza di neve durante l’inverno e la primavera, si evidenzia nel rapporto, ha ripercussioni sulle condizioni più avanti nel corso dell’anno. Ad esempio, insieme alle ondate di calore e alle temperature superiori alla media, può contribuire a condizioni di siccità. Lo scioglimento delle nevi in primavera e in estate è un’importante fonte d’acqua per molti fiumi europei. Anomalie positive nel numero di giorni di neve possono essere vantaggiose per l’energia idroelettrica e l’umidità del suolo, ad esempio, ma un rapido scioglimento delle nevi dovuto all’aumento delle temperature può aumentare il rischio di inondazioni e valanghe”.

E anche la temperatura media annua della superficie del mare per la regione europea nel 2024 è stata la più alta mai registrata, leggermente superiore al precedente record stabilito nel 2023. Il Mar Mediterraneo nel suo complesso ha registrato la temperatura superficiale del mare più alta in un anno, superando significativamente il precedente record stabilito nel 2023. Ad agosto, ha anche raggiunto la temperatura superficiale del mare più alta in un giorno, superando il precedente record stabilito nel luglio 2023.

Le temperature superficiali del mare (SST) sono state superiori alla media in gran parte della regione, fatta eccezione per il Mare d’Islanda e il sud-ovest della Groenlandia. SST annuali record sono state osservate nell’Atlantico settentrionale centrale, nel Mediterraneo, nel Mare Nero, nel Mare di Norvegia e nel Mare di Barents.

Qui per approfondire: https://climate.copernicus.eu/esotc/2024.

Giovanni Caprio