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“GUERRA ALLA GUERRA”, ASSEMBLEA DEI MOVIMENTI: LANCIATA PER L’8 NOVEMBRE UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
E’ iniziata con le parole di Nicoletta Dosio, storica attivista della Val di Susa, l’assemblea nazionale “Guerra alla Guerra”, svoltasi domenica 27 luglio durante il Festival Alta Felicità al presidio di Venaus, Torino. Davanti a una platea di oltre 300 persone, riunitasi sotto il tendone dei dibattiti, si è svolta dunque una lunga assemblea nazionale contro guerra e riarmo, ospitata dal Movimento valsusino e che ha visto la partecipazione di decine tra collettivi, realtà, sindacati di base e partiti. E’ necessario “mettere insieme le ragioni della lotta con le pratiche della lotta“, ha ricordato in primis Nicoletta Dosio, sottolineando come – nella lunga e decennale storia del Movimento Notav – “la pratica della lotta è riuscita a mettere insieme idee diverse, modi diversi di approcciarsi alla realtà, ed è riuscita a farli crescere insieme”. “Guerra alla Guerra” è in realtà il titolo di un libro pubblicato ormai 100 anni fa da un cittadino prussiano, Ernest Friedrich. Reduce dal carcere per essersi rifiutato di partecipare al primo conflitto mondiale, ha dato alle stampe Krieg dem Kriege! (Guerra alla guerra), in cui raccolta con oltre 180 immagini della Prima guerra mondiale tratte da archivi medici e militari tedeschi, cos’erano gli orrori della guerra, cosa era accaduto nelle trincee e nei campi di combattimento. Il nostro tempo ha imposto di recuperare questo slogan (ripreso poi, a vario titolo, nei conflitti del ‘900) e il suo rifiuto nei confronti di un mondo che sta alzando sempre più muri spinati, che sta trasformando le proprie economie, armandosi, arruolando. Da qui l’idea – partendo dall’assemblea di domenica – di costruire (come scritto nel comunicato di indizione) un percorso contro la guerra, il riarmo e il genocidio in Palestina. Durante l’apertura è stata ricordata la solidarietà all’equipaggio della nave Handala della Freedom Flotilla, arrestato la notte precedente dall’esercito israeliano, ed è stata salutata la liberazione di George Ibrahim Abdallah, attivista libanese detenuto in Francia per 40 anni. E’ intervenuto poi Quarticciolo Ribelle, da Roma, che ha sottolineato l’importanza di parlare il più possibile alla società civile e non solo “a noi stessi”, intesi come collettivi, realtà, movimenti. Durante l’assemblea si sono susseguiti numerosi interventi da parte delle realtà organizzate presenti: il movimento No Base di Pisa, contro la realizzazione di una nuova base militare sul territorio; i Giovani palestinesi, l’Intifada studentesca, l’Udap, tra le realtà che hanno dato vita a un ampio movimento per la Palestina in Italia e che hanno ricordato l’appuntamento nazionale del 4 ottobre; i lavoratori portuali di Livorno dei GAP e gli operai del collettivo di fabbrica Gkn da Firenze che ha chiuso l’intervento con la frase emblematica “questo autunno compatti: non sfilacciati ma convergenti”, per riprendere il loro storico slogan. Hanno fatto seguito gli interventi delle realtà transfemministe di Non Una di Meno dei Nodi di Torino e Pisa; il Movimento disoccupati 7 novemebre da Bagnoli; il movimento Notav di Vicenza e i Boschi recentemente liberati dalla città veneta; e poi ancora: Extinction Rebellion, la campagna Stop Riarmo, l’Arci nazionale in un forte e sentito intervento che ha parlato della mobilitazione europea Stop Rearm Europe, i Centri sociali del nord est e la rete No dl sicurezza che ha ricordato l’appuntamento del 21 settembre, Potere al Popolo, Reset di Roma, Zam di Milano, operai della Tubiflex, Brancaleone, Usb, Movimenti di lotta per la casa di Roma, Militant. Una lunga e fitta assemblea che, con le dovute differenze e defezioni, ha fatto emergere che se c’è una profonda e diffusa “ragione di lotta” – come sottolineato da Nicoletta Dosio a inizio assemblea – si può partire da una base comune: in primis “l’importanza di muoversi per sabotare la guerra”. Per questo è stata individuata nell’8 novembre la data di mobilitazione nazionale a Roma. L’intervento di Nicoletta Dosio, del Movimento Notav, a inizio assemblea. Ascolta o scarica. Il report di Giulia della redazione di Radio Onda d’Urto dall’assemblea “Guerra alla Guerra”. Ascolta o scarica.
Val di Susa: le foto della due giorni di lotta
Nei suoi scatti, Luca Profenna racchiude le emozioni delle oltre 10mila persone che sabato 26 luglio sono partit3 dal campeggio del Festival “Alta Felicità” per protestare contro il TAV, la grande opera inutile che sta già devastando da tre decenni il territorio della Val di Susa. Fedele al motto “Fermiamo il TAV con ogni mezzo necessario”, il corteo ha praticato diverse azioni durante la giornata di lotta, dalle battiture contro le cancellate all’irruzione in vari punti del cantiere, tra cui anche la nuova sezione nella località Traduerivi, portando anche alla chiusura di un tratto dell’autostrada Torino-Bardonecchia. Dopo la giornata di lotta, il Festival è proseguito domenica 27 luglio con una intera giornata di eventi, assemblee e dibattiti, a cui ha partecipato, tra tante e tanti ospiti, anche l’eurodeputata Ilaria Salis. * * * * * * * * * * * * Tutte le foto sono di Luca Profenna SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS Per sostenere Dinamopress si può donare sul nostro conto bancario, Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i e le redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno L'articolo Val di Susa: le foto della due giorni di lotta proviene da DINAMOpress.
NO TAV: DIECIMILA IN MARCIA IN VALLE DI SUSA. AZIONI DIRETTE CONTRO I CANTIERI DELL’ALTA VELOCITÀ
Diecimila No Tav hanno marciato sabato 26 luglio 2025, in Valle di Susa, contro l’Alta velocità Torino-Lione. Il corteo è partito dal Festival Alta Felicità, organizzato ogni anno, a fine luglio presso lo storico presidio di Venaus, dal movimento che da oltre trent’anni si batte contro la grande opera inutile e dannosa i cui cantieri aumentano di numero, devastando sempre più la Valle e le sue montagne. La marcia, aperta dallo striscione “c’eravamo, ci siamo e ci saremo”, si è divisa in diversi spezzoni raggiungendo i cantieri (attivi o futuri) del Tav a Giaglione, nella frazione Traduerivi di Susa e a San Didero. Diverse le azioni dirette partite dalla marcia, tra cui le battiture, il taglio delle reti, il blocco dell’autostrada Torino-Bardonecchia con barricate in fiamme e l’invasione del nuovo cantiere di Traduerivi, frazione di Susa. Qui è stato aperto uno striscione con la scritta “salviamo insieme la piana di Susa!”. Inoltre, sono stati danneggiati irreversibilmente mezzi e strutture da cantiere. “Si parte e si torna insieme”, dice uno storico motto del movimento No Tav. Così, dopo la marcia, i manifestanti sono rientrati insieme al Festival Alta Felicità che prosegue anche oggi tra musica, dibattiti, assemblee e iniziative di ogni genere: oggi, domenica 27 luglio, è in programma l’assemblea nazionale “Guerra alla guerra”. Da Venaus la corrispondenza di Giulia della redazione di Radio Onda d’Urto. Ascolta o scarica.
Vicenza: sgombero presidio No Tav a Ca’ Alte
A Vicenza, le forze dell’ordine hanno iniziato lo sgombero del bosco di Ca’ Alte, rimuovendo attivisti e attiviste che si erano incatenati davanti ai cancelli d’accesso in difesa di quel prezioso spazio verde. Il bosco, infatti, rischia di essere distrutto per fare posto ai lavori per il Tav. L’Italia continua a essere martoriata dalle grandi […]
VICENZA: SGOMBERO A CA’ ALTE, NON SI FERMA LA LOTTA PER LA DIFESA DEL VERDE E CONTRO IL TAV
L’Italia continua a essere martoriata dalle grandi opere inutili, che devastano il nostro territorio, cementificando senza sosta, nonostante l’evidenza della crisi climatica. A Vicenza, le forze dell’ordine hanno iniziato lo sgombero del bosco di Ca’ Alte, rimuovendo attivisti e attiviste che si erano incatenati davanti ai cancelli d’accesso in difesa di quel prezioso spazio verde. Il bosco, infatti, rischia di essere distrutto per fare posto ai lavori per il Tav. In via Maganza, cresce il numero di persone che partecipano al presidio di solidarietà, una mobilitazione spontanea animata dai residenti e che accoglie anche chi è stato allontanato dal cancello. Nonostante le difficoltà, all’interno del bosco continua la loro lotta per difendere e preservare i boschi liberati come racconta, ai microfoni di Radio Onda d’Urto, Marco del centro sociale Bocciodromo di Vicenza. Ascolta o scarica
L’UCCELLO ‘NOTAV’ FERMA I CANTIERI: IL GRUCCIONE PROTETTO NIDIFICA NEI CANTIERI E BLOCCA I LAVORI DELLA TRATTA BRESCIA-VERONA
La natura, a volte, si ribella alla devastazione dei territori. È di questi giorni la notizia che presso i cantieri del Tav Brescia-Verona sono stati fermati (momentaneamente) i lavori di realizzazione. A essere interessato dal blocco temporaneo il lotto in fase di realizzazione sul Garda: nel tratto tra Lonato e Desenzano i lavori si sono stati fermati per via della presenza nel cantiere dei nidi del gruccione, l’uccello “più colorato d’Europa” e specie altamente protetta. E’ stato l’ornitologo e fotografo gardesano Guido Parmeggiani a rilevare la presenza del volatile protetto: sono infatti 18 le coppie di gruccione che hanno nidificato nei cantieri. A favorire la presenza del variopinto uccello la movimentazione durante i lavori della terra sabbiosa, terreno perfetto per la creazione di cunicoli lunghi fino a 3-5 metri che i gruccioni scavano per deporre le uova, nel contesto del fragili colline moreniche del Garda. Intanto, il progetto mastodontico della tratta Tav Brescia-Verona, composto da 17 km di gallerie e decine di cantieri, prosegue: dopo aver cantierizzato mezza autostrada A4, vivendo una serie di gravi problemi realizzativi tra cui l’enorme voragine creatasi a seguito del crollo del terreno sopra i lavori di una galleria a Campagna di Lonato (BS), il lotto è ora arrivato a Mazzano. Un aggiornamento su Radio Onda d’Urto con Sergio Salodini, del Tavolo Ambiente Garda. Ascolta o scarica.
Torino: pubblicate le motivazioni della sentenza in primo grado del processo per associazione a delinquere
A marzo scorso il Tribunale di Torino faceva cadere il capo di imputazione per associazione a delinquere nei confronti di Askatasuna, Movimento No Tav e Spazio Popolare Neruda a seguito di un lungo e tortuoso processo. Il teorema di Procura e Questura di Torino nelle motivazioni dei giudici viene spacchettato pezzo per pezzo e vengono […]
VAL DI SUSA (TO) ALLE PRESE CON ALLUVIONI, DISSESTO IDROGEOLOGICO E…PROCLAMI DECENNALI PER LA REALIZZAZIONE DEL TAV
La piemontese Val di Susa è stata colpita in questi giorni da pesanti alluvioni – soprattutto in alta Valle – che hanno provocato il crollo di ponti, l’esondazione di torrenti, la chiusura di statali e la morte di un uomo a Bardonecchia. “La colata detritico-fangosa” avvenuta due giorni fa, con l’esondazione del Frejus, a nemmeno due anni dal gravoso evento del 13 agosto 2023, “ripropone alcuni temi di primaria importanza quali la rilocalizzazione delle aree a maggiore rischio e la gestione delle fasi emergenziali in corso d’evento; la perdita vite umane a seguito di eventi di natura idrogeologica non non può più essere accettata” fa sapere Annalisa Bove, presidente del Consiglio dell’Ordine regionale dei Geologi del Piemonte. L’intervista a Annalisa Bove, presidente del Consiglio dell’Ordine regionale dei Geologi del Piemonte. Ascolta o scarica. A prendere parola anche il Movimento No Tav della Val di Susa: “i terribili fatti a Bardonecchia […], il terrificante incendio del 2017 a Mompantero e Bussoleno, le tante occasioni in cui è mancato un soffio urlano”. E ancora: “è la stessa Valle nella quale si vorrebbero sprecare enormi quantità di denaro pubblico per il Tav Torino-Lione”. Proprio in questo contesto di alluvioni ed emergenze idrogeologiche per la valle torinese, nella giornata di martedì 1 luglio Telt (la società incaricata della realizzazione della Tav Torino e Lione) ha organizzato un comizio-passerella a Susa. Il Movimento No Tav ha realizzato un protesta fuori dal luogo dell’incontro. Ogni anno, come denuncia il movimento valsusino, viene ri-proposta la realizzazione della maxi-opera ferroviaria da parte di Telt. La società francoitaliana è però dal 2001 che ha in mano la costruzione del Tav: in un quarto di secolo non ha posato nemmeno 1 metro di nuovi binari, continuando a speculare e alzare i costi per la realizzazione, arrivando in ultimo a stimare l’opera in 14 miliardi e 7 milioni di euro. L’intervista a Doriana del Comitato No Tav Susa-Mompantero. Ascolta o scarica.