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Licenziamento alla Scala | Quattro domande a Roberto D’Ambrosio, Gianni Giovannelli e Alessandro Villari – di Effimera
Effimera ha rivolto quattro domande al sindacalista della CUB Roberto d'Ambrosio e agli avvocati, Gianni Giovannelli e Alessandro Villari, che hanno rappresentato e difeso la lavoratrice de teatro milanese La Scala licenziata per aver gridato "Palestina libera". Il giudice ha annullato il licenziamento e stabilito che la giovane venga risarcita. Il fatto non ha [...]
[Likewise] #118 S5
pinklo e donasonica amano "likewise" musica diversissima. musica di donne, lesbiche, queer, trans/non binary s'intende! e da queste differenze e similitudini prendono spunto per farvi ascoltare il meglio della produzione in giro per il mondo. Questa settimana abbiamo ascoltato: Dana Salah, Earth to Eve, Roufaida, Zeinab Shaath, The Neighborhood Kids, Nemahsis.  Per la rubrica *anche da sola va bene* ecco un po' di concerti da non perdere ad Ottobre: 15 ottobre  kokoroko @reggio emilia 16 ottobre  the meffs @milano  17 ottobre  La Luz @ bologna  18 ottobre Jehnny Beth @ milano la luz @torino XOXO @centro social bruno di trento 22 ottobre Heartworms @Roma bar italia @milano 23 ottobre Heartworms @ravenna colatura @carpi kokoroko @firenze 24 ottobre kokoroko @milano heartworms @milano 25 ottobre kae tempest @ roma colatura @roma anika @ravenna 26 ottobre  kae tempest @bologna anika @roma 27 ottobre kae tempest @milano  divide & dissolve @bologna anika @collestatte in provincia di terni ex chiesa della trinità 28 October masma dream world @roma 30 formiche tanita tikaram @milano 29 ottobre divide and dissolve @roma liquids @cs bruno trento  venin carmin @lucca 30 ottobre divide and dissolve@milano liquids @parma 31 ottobre dylna volny + camilla sparksss @bologna *** La nostra sigla è di Koumiya - Ayaw La grafica di Likewise è curata da Le   email: likewise@ondarossa.info canale telegram: likewise_trx  
Di Gaza e di Noi – di C.S. Cantiere, Milano
Gaza. Palestina. Mondo.    Sono passati due anni di genocidio dal 7 Ottobre e 77 dall’inizio dell’occupazione della Palestina storica. Un accordo di “pace” è stato firmato. Il popolo palestinese festeggia il cessate il fuoco: la sua resistenza ne ha affermato la vita. Tuttavia, il piano di “pace”  ha condizioni che nessuna persona accetterebbe mai, senza [...]
Dal fiume fino al mare…
Pubblichiamo una release di «Zapruder» e di storieinmovimento.org sulla questione palestinese. Giusto per ricordare che questa storia non è iniziata il 7 ottobre 2023. Buona lettura e buoni strumenti di analisi! L'articolo Dal fiume fino al mare… sembra essere il primo su StorieInMovimento.org.
NUdM Milano: “Rifiutiamo la logica repressiva, giustizialista e punitiva di questo governo!”
Pubblichiamo il comunicato di Non Una di Mano di Milano, nel quale si esprime il loro punto di vista politico sulla manifestazione meneghina dello sciopero di lunedì scorso: «Abbiamo bloccato tutto con i nostri corpi / è stato uno sciopero generale dal basso, storico, moltitudinario e determinato / non facciamo un passo indietro! / liber3 tutt3!»_ Il 22 settembre è stata una giornata storica: era da tanti anni che non si vedeva un’adesione così alta ad uno sciopero politico contro la guerra e il genocidio. > Abbiamo bloccato autostrade, porti, stazioni ferroviarie… > > Abbiamo BLOCCATO TUTTO! Ci sono stati cortei numerosissimi in decine di città italiane e le persone hanno scioperato indipendentemente dalla tessera sindacale o nazionalità: lavoratorɜ, studentɜ, pensionatɜ, giovani delle seconde generazioni, famiglie con figlɜ al seguito. Una trasversalità che non si vedeva da tempo, con persone che manifestavano anche per la prima volta. NUDM era presente nelle piazze perchè non ne possiamo più di vivere in diretta il genocidio del popolo palestinese, nel silenzio generale di quegli stessi governi che lo alimentano quotidianamente inviando armi ai sionisti anzichè aiuti alla popolazione palestinese stremata, delegittimando le missioni umanitarie dal basso come la Global Sumud Flotilla e non prendendo posizione netta contro il genocidio. Siamo scesɜ in piazza come soggettività oppresse e alleate, perché la lotta e la resistenza del popolo palestinese è anche la nostra lotta, perché non saremo mai vivɜ e liberɜ se non lo sarà anche la Palestina. Uno sciopero politico dunque, ma anche uno sciopero da chi ci chiede di continuare a lavorare e produrre valore per un sistema complice di un genocidio. A Milano il corteo voleva bloccare la Stazione Centrale ma ha trovato i cancelli chiusi e le forze dell’ordine in assetto antisommossa che hanno iniziato a caricare pesantemente con manganellate e lacrimogeni. La rabbia è esplosa, perchè in un paese civile e democratico, a fronte di una manifestazione di 80 Mila persone, quei cancelli avrebbero dovuto essere aperti come accadeva a Napoli o al porto di Livorno. È andato in onda un pessimo spettacolo da parte delle forze dell’ordine che sono intervenute con idranti, lacrimogeni e manganelli, picchiando chiunque si trovasse in quella piazza. Hanno colpito violentemente e indiscriminatamente giovanɜ e studentɜ e lɜ hanno portatɜ in Questura; hanno arrestato cinque persone e ne hanno trattenute tre, tra cui due minorenni che si trovano ancora nell’Istituto Penitenziario Minorile Beccaria. Rifiutiamo la logica repressiva, giustizialista e punitiva di questo governo! > INSIEME SIAM PARTITE, INSIEME TORNEREMO! > > SIAMO MAREA E FACCIAMO PAURA! Basta con la criminalizzazione delle piazze e dei popoli in rivolta, con la repressione del dissenso: le democrazie non manganellano nè arrestano chi manifesta il proprio dissenso nelle strade. I governi democratici non soffocano ma ascoltano le popolazioni quando esprimono la propria voce. Non saranno le vostre botte a fermarci, non i vostri arresti. C’eravamo tuttɜ, siamo entratɜ tuttɜ, una marea determinata fatta di corpi disarmati a premere su quei cancelli e su quelle porte chiuse contro il genocidio del popolo palestinese! Rivendichiamo tutta la gioia ma anche tutta la rabbia di quella piazza. Risponderemo colpo su colpo alla narrazione tossica dei media italici che puntano vergognosamente il dito su due vetri rotti dimenticandosi totalmente della devastazione che si sta compiendo con la complicità occidentale sul popolo palestinese. Rivendichiamo una intera giornata di lotta che ha avuto risonanza in tutto il mondo, riuscendo ad arrivare fino alle nostre sorelle e fratelli Palestinesi. Media e politici che raccontano di danneggiamenti e violenze quando a Gaza si sta compiendo un genocidio di proporzioni inaudite e quando le barche della Global Sumud Flotilla vengono attaccate in modo vile in acque internazionali. Noi sappiamo da che parte stare, stiamo dalla parte giusta della storia, stiamo con il popolo palestinese, da due anni vittima di genocidio e da settantasette anni vittima di pulizia etnica, apartheid e occupazione delle proprie terre. Stiamo con chi ha deciso di scioperare in modo pacifico, ma anche con chi ha deciso di bloccare e cospirare. Non ci faremo intimidire dalla vostra repressione. Redazione Italia
Terroristi siete voi. Noi stiamo con la Global Sumud Flotilla – Cronache da Genova
Per il ministro Ben Gvir lo scorso 30 agosto a Genova hanno sfilato 50.000 terroristi. La loro colpa? Far parte di quello stupendo movimento che accompagnerà la Global Sumud Flotilla verso Gaza: decine di navi e centinaia tra attiviste e … Leggi tutto L'articolo Terroristi siete voi. Noi stiamo con la Global Sumud Flotilla – Cronache da Genova sembra essere il primo su La Città invisibile | perUnaltracittà | Firenze.
Palermo, corteo per la Palestina: “Stop accordi Sicilia-Israele””
Palermo, sabato scorso centinaia di manifestanti hanno risposto al corteo indetto dalla Rete di solidarietà alla Palestina (il coordinamento che riunisce la comunità palermitana di palestinese, insieme ad associazioni, comitati, collettivi studenteschi) e che in queste settimane aveva chiesto alla Regione siciliana di interrompere ogni collaborazione con lo Stato di Israele. “In questi mesi la mobilitazione – aveva scritto la Rete nel comunicato per promuovere l’iniziativa contro il genocidio e al fianco della resistenza palestinese – ha suscitato la presa di posizione di enti locali ed interi settori della società civile, ma ancora nessun segnale concreto – sottolineavano con grande rammarico – è arrivato dall’Assemblea regionale siciliana”. Questa la motivazione principale che ha indotto gli organizzatori ha lanciare la manifestazione partita dal Foro Italico alle 17.30 e che ha attraversato le vie del centro, fino a giungere al Palazzo dei Normanni, sede dell’antico parlamento ruggeriano, dove oggi siedono fra gli scranni dell’ARS gli onorevoli deputati siciliani. La Rete di solidarietà alla Palestina aveva sollecitato quest’ultimo consesso e la Giunta-Schifani a pronunciarsi contro il massacro sistematico sionista in quel di Gaza e di schierarsi – contestualmente – affinché si possa fermare l’escalation della  guerra permanente, la quale “che continua ad alimentare profitti miliardari per le industrie belliche”. La Sicilia, esortano dalla Rete “deve dire basta alla complicità con chi bombarda, occupa e reprime”. Abbiamo visto sfilare un corte costituito fondamentalmente da giovani, i quali auspicavano per la nostra terra un futuro in cui si possa realizzare un luogo di convivenza pacifica e di accoglienza. Una sfida alla narrazione di una realtà drammatica che non lascia spazio alla speranza, dove tutto sembra congiurare perché si continui ad essere fermamente schierati dalla parte della strategia geopolitica che minaccia un conflitto mondiale che sembra bussare insistentemente alle porte: “le basi militari di Sigonella, quella americana del Muos a Niscemi, sono solo alcuni dei punti da cui la guerra passa dalla nostra Isola attraverso il Mediterraneo” Nel frattempo “continuano le aggressioni militari di Israele in Palestina e in tutto il Medio Oriente”. Non possiamo restare in silenzio, ripetono come un mantra i giovani che marciano per la pace, avvolti nelle bandiere palestinesi fra le fila di un combattivo serpentone: “scendiamo in piazza per chiedere alla Regione Siciliana di rompere ogni accordo con il governo Netanyahu. Basta cooperazione militare, commerciale e istituzionale. Basta silenzi, basta ipocrisie. Palermo, città mediterranea e solidale, si unisce alla resistenza dei popoli oppressi., cartelli, voce e determinazione. Facciamo rumore per costringere le istituzioni a prendere una posizione chiara e netta. Facciamo sentire che il popolo siciliano è dalla parte della Palestina”. La chiusura della manifestazione sotto il Palazzo Reale è stata animata da una serie di testimonianze e interventi spontanei. Tra questi vogliamo segnalare il racconto commovente di un medico palestinese che da anni vive a Palermo, il quale ci ha illustrato le condizioni disperate in cui versa la popolazione gazawa, iniziando col descriversi la situazione di Khan Yunis, la città palestinese gemellata con Palermo, di cui però in Municipio nessuno sembra accorgersi della non più esistenza della città-gemella rasa al suolo, ridotta ad una montagna di macerie, il triste destino a cui tutta Gaza sembra sprofondare, se continua ancora senza sosta il genocidio perseguito dalle truppe sioniste. Il nostro medico ha disegnato il terribile massacro a cui è sottoposta la popolazione di Gaza, in particolare quello dei bambini, i quali oltre che cadere per il fuoco nemico, adesso rischiano seriamente di morire per i morsi della fame e sete, nonché per la mancanza di cure adeguate: oltre gli ospedali distrutti mancano le medicine necessarie, rendendo impotenti i sanitari nello svolgere il loro compiti deontologici per assicurare la somministrazione di cure adeguate nel tentativo salvare vite umane. Dalla piazza è stato lanciato un nuovo appuntamento assembleare della  Rete di solidarietà alla Palestina  per domani alle ore !9,00 presso l’oratorio salesiano di Santa Chiara Redazione Palermo
Messina si solleva: arte, resistenza e un grido unico per la Palestina
Non un semplice corteo ma un’onda di corpi, voci e colori che ha attraversato la città con la forza di un popolo che riconosce, nelle ferite altrui, le proprie. Il 28 giugno, Messina ha trasformato le sue strade in un palcoscenico di resistenza, unendo arte e attivismo in una manifestazione che è stata più di una protesta: un atto di fratellanza con il popolo palestinese. Dalla piazza all’arte, il dolore che diventa lotta. Il corteo, partito da Piazza del Popolo, ha subito assunto i toni di un coro globale: “From the river to the sea”, “Stop genocide”, “Free Palestine”. Ma a distinguere questa giornata è stata la potenza simbolica dell’arte. In Piazza Cairoli, il Collettivo Sabotattores ha offerto alla città una performance straziante e necessaria: corpi distesi al suolo, immobili sotto il rombo registrato delle bombe. Una simulazione cruda della vulnerabilità umana di fronte alla guerra, ma anche un manifesto di resilienza. Perché quei corpi, poco dopo, si sono rialzati. Con fiori lanciati al cielo e un grido — “Io voglio vivere!” — hanno ribadito che la resistenza è, prima di tutto, un atto di amore per la vita. La marcia ha continuato il suo percorso fino a Piazza Municipio, dove le bandiere palestinesi si sono intrecciate con quelle delle associazioni locali, creando un mosaico di colori e simboli di solidarietà. Qui, in un dibattito acceso e dissonante, la piazza ha trovato una voce comune, un grido di condanna contro i governi complici, il commercio delle armi e l’ipocrisia di chi giustifica l’oppressione con la sicurezza. Messina, in questo giorno, ha scelto di non essere neutrale, abbracciando con fervore la lotta contro l’ingiustizia. Come affermava Desmond Tutu: “Se siete neutrali in situazioni di ingiustizia, avete scelto la parte dell’oppressore”. La massa dei partecipanti ha fatto propria questa verità, trasformando la piazza in un manifesto di resistenza attiva. La Sicilia, d’altra parte, conosce il peso della storia. Terra di conquiste, dominazioni e rinascite, porta nelle sue pietre millenarie le storie di chi ha subito, resistito. Oggi, quel dolore antico vibra all’unisono con quello palestinese, perché l’isola sa cosa significa essere terra contesa, identità meticcia calpestata, popolo in lotta per esistere. La Sicilia non può restare immobile davanti all’ingiustizia. Ecco perché scende in piazza e sceglie di stare dalla parte di chi resiste. Non è solidarietà astratta, ma riconoscimento. Perché quando i siciliani alzano la voce per la Palestina, non stanno solo gridando contro un’oppressione lontana. Stanno ricordando che le storie, alla fine, si scrivono scegliendo da che parte stare. E il Mediterraneo, da sempre, è un mare che unisce più che dividere. La giornata si è conclusa con momenti di arte e poesia che hanno lasciato un segno profondo nei partecipanti. La lettura collettiva del libro “Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza” ha visto adulti e bambini condividere parole e silenzi carichi di significato. Ma sono stati proprio i più piccoli, con la loro spontaneità disarmante, a dare voce a emozioni pure e incontaminate, capaci di arrivare là dove spesso il linguaggio degli adulti si fa opaco. Nelle loro voci, fragili eppure risolute, vibrava l’eco di una resistenza umana che non si spegne. E forse è proprio in quegli sguardi limpidi, simili al mare del nostro Stretto, che si nasconde la chiave di un futuro diverso. Un futuro che, come scriveva Elsa Morante ne Il mondo salvato dai ragazzini, può rinascere solo attraverso l’innocenza e il coraggio di chi ancora crede nell’essenziale. Non è stato solo un momento di condivisione, ma un seme piantato nella terra arida dell’indifferenza. Perché la vera politica – quella che cambia le cose – non si misura solo nelle grandi dichiarazioni, ma nei gesti quotidiani, nelle voci che si alzano insieme, nella certezza che un altro mondo non solo è possibile, ma necessario. E forse, quel mondo, inizia proprio da qui: da un libro aperto, da una poesia recitata a voce alta, da occhi di bambini che ancora sanno vedere oltre l’orizzonte.   Redazione Sicilia
Tempio Pausania: manifestazione per chiedere che sia fermato subito lo sterminio insostenibile di Gaza
L’Associazione Nord – Sud Bottega del Mondo organizza a Tempio una manifestazione per chiedere che sia fermato subito lo sterminio insostenibile di Gaza, perpetrato dal Governo Israeliano con la complicità dei Signori della guerra e per sostenere con forza la causa di una Palestina Libera, nel rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale. Si partirà dal Parco delle Rimembranze domenica 1° giugno alle ore 21:00, per procedere in un corteo silenzioso nel centro cittadino, ognuno con una luce in mano, per squarciare il buio che la democrazia sta attraversando. Chi le possiede potrà portare la propria kefiah e la bandiera palestinese. Redazione Sardigna
Gaza: e se continuassimo a battere le pentole? Testimonianze in video
Video Qualche giorno fa, sull’onda del buon diffondersi dell’idea di spegnere le luci ad una certa ora per 5 minuti, > Cinque minuti di buio per Gaza qualcuno si è fatto avanti provando a dire: “Facciamo anche rumore, per rompere il silenzio”. > Rumore ovunque, per Gaza In molti ricordiamo la forza che ebbero i cacerolazos in America Latina, certo inaugurati dagli oppositori al governo Allende, ma ripresi poi dalle opposizioni alle dittature sia in Cile che in Argentina. Si proponeva di battere dalle finestre, con l’idea che forse, così, si poteva avere maggior riscontro rispetto allo spegnere le luci. Come spesso accade, le idee si trasformano, le persone le fanno loro, aggiustandole. Così, nel suo piccolo, questa iniziativa ha avuto questo percorso. Diverse persone, tra le tante che fanno tutto quello che possono per fermare il massacro in Palestina, hanno risposto a questo appello e hanno deciso di non farlo da soli e da sole dalle finestre, ma di unirsi in strada o in uno slargo o in una piazza e fare tutto il rumore possibile, spiegando a chi passava o sentiva dalle finestre che lo si faceva contro il genocidio in corso. Vi proponiamo quindi qualche immagine arrivata da quella sera. Tra l’altro, pochi giorni dopo, lo stesso potente rumore venne replicato in apertura del corteo del sabato a Milano, con grande successo. E se spontaneamente lo facessimo, una sera qualsiasi, da qualsiasi luogo, non sarebbe facile e di effetto? In questo ultimo anno e mezzo moltissime persone sono state male, hanno sofferto, di fronte alle immagini, alle voci, agli scritti che arrivavano dalla Palestina, si è corso per ogni dove, tra presidi, manifestazioni, flash mob, incontri, concerti, digiuni, firme. La stanchezza è tanta, ma è nulla in confronto a quella che stanno vivendo in quella terra devastata. Continuiamo, continuiamo. Battere le pentole in strada, gridare, suonare campane e clacson, può essere un altro modo, a fianco ai tanti altri, per rompere questo maledetto silenzio in cui si cullano, senza alcuna vergogna, mass media e governi. Bene: se vorrete organizzare da voi un’azione di questo tipo sarebbe importante mandare un breve video o qualche foto alla mail: bigoni.gastone@gmail.com In questo modo faremo ulteriori montaggi per far sapere che ci siamo. Milano Milano Milqno Barcellona Andrea De Lotto