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Pordenone Pedala nell’aeroporto militare Pagliano e Gori e nella base USAF di Aviano
Nella posta elettronica dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università (osservatorionomili@gmail.com) è arrivata una segnalazione riguardo alla prossima edizione di Pordenone Pedala che si terrà il 7 settembre. Il percorso previsto per la ciclopasseggiata presenta in effetti una spiacevole anomalia. L’evento ha finalità ricreative e turistiche, unisce giovani e meno giovani, persone con disabilità, mette a disposizione un bus perché tutti possano raggiungere il traguardo, e termina con una pastasciutta offerta a tutti, in allegria. Quale sarebbe l’anomalia? Quella che per la prima volta in 52 anni, il gruppo dei concorrenti dovrà passare per l’aeroporto militare Pagliano e Gori, nella base USAF di Aviano. Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ci chiediamo come possano le autorità civili promuovere un connubio simile tra divertimento cittadino e pericolo bellico. Una domanda retorica, ovviamente, perché sappiamo di trovarci di fronte alla forma peggiore di sinergia sul territorio tra gli organizzatori dell’evento e le autorità militari italiane e statunitensi della base di Aviano. Tutto è concertato ad arte. Invece che contestare le attività della base USAF e dell’aeroporto militare Pagliano e Gori, li si considerano patrimonio del territorio al pari di una valle delle Prealpi, di un castello medioevale, di un palazzo del Rinascimento.  È risaputo che ad Aviano sono depositati almeno 20 ordigni nucleari statunitensi. Sembra che negli ultimi anni siano stati sostituiti, tutti o in parte, con B61-12 di ultima generazione, capaci di sprigionare una forza distruttrice circa 80 volte la bomba di Hiroshima. Ci piacerebbe saperne di più ma sono tutte informazioni riservate.  Aviano, con Ghedi, è stata dichiarata bersaglio militare strategico. Per questo negli ultimi mesi sono state aumentate le pattuglie di controllo di Polizia e Carabinieri Forestali sul perimetro della base militare, e si sono intensificati gli addestramenti.  Non tutta la popolazione civile vive bene questa presenza sul territorio. Proprio davanti alla base USAF di Aviano, il 9 agosto 2025, in memoria delle tragedie di Hiroshima e Nagasaki cancellate 80 anni fa dalle atomiche USA è stata organizzata una iniziativa per la pace. Noi aderenti all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ci siamo dati il compito di documentare la tendenza a militarizzare ogni spazio vivo della vita civile, fin dentro la coscienza individuale perché la troviamo inaccettabile. Contrastiamo con ogni mezzo lecito la paggeria di rappresentanze civili al sistema votato alla guerra. Per questo ringraziamo chi ha segnalato questa notizia al nostro indirizzo mail e invitiamo chi ci legge a fare lo stesso, scrivendo a osservatorionomili@gmail. Aiutateci a essere presenti su tutto il territorio italiano, nelle scuole e nelle università!  Partecipate al nostro incessante lavoro, scriveteci segnalazioni, diventate parte del nostro comitato di scopo. Qui abbiamo scritto come fare. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Fine Vita, Friuli Venezia Giulia al terzo posto in Italia per richieste di informazioni sui diritti del fine vita
Secondo i dati del Numero Bianco dell’Associazione Luca Coscioni, 35 contatti ogni 100.000 abitanti negli ultimi 12 mesi Negli ultimi 12 mesi, il servizio gratuito “Numero Bianco” 06 9931 3409, promosso dall’Associazione Luca Coscioni per fornire informazioni e orientamento sul fine vita, ha ricevuto oltre 16.000 richieste, con un incremento del 14% rispetto all’anno precedente. Il servizio è attivo tutti i giorni e affronta temi come eutanasia e suicidio medicalmente assistito, testamento biologico, interruzione delle terapie e sedazione palliativa profonda. Le richieste hanno riguardato soprattutto eutanasia e suicidio medicalmente assistito (circa 5 al giorno), ma anche interruzione delle terapie e sedazione palliativa profonda (più di una al giorno). Inoltre, 580 persone (51% donne, 49% uomini) hanno ricevuto informazioni pratiche per accedere alla morte volontaria medicalmente assistita, in Italia o in Svizzera. Sulla base della provenienza geografica di chi ha contattato il servizio, è stata elaborata una proiezione regionale ponderata per popolazione. In questa classifica nazionale, la Liguria si colloca al primo posto con 48 richieste ogni 100.000 abitanti, per un totale di 722 contatti in un anno. Seguono Lazio (43 ogni 100.000 abitanti, 2.478 richieste), Friuli Venezia Giulia e Toscana (35), Umbria, Emilia-Romagna e Lombardia (33). Ufficio Stampa Associazione Luca Coscioni Via di San Basilio 64 – 00187 Roma, Italia Redazione Friuli Venezia Giulia
Fine vita: il Friuli Venezia Giulia guida la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare sull’eutanasia dell’Ass.Coscioni
Gallo – Cappato (Ass.Coscioni): “I diritti sotto attacco conquistati nei tribunali diventano proposta di legge” L’Associazione Luca Coscioni ha depositato ieri mattina in Senato le 74.039 firme raccolte sulla proposta di legge di iniziative popolare per legalizzare tutte le scelte di fine vita, inclusa l’eutanasia attiva. 57.000 le firme raccolte online in due settimane e 17.039 quelle raccolte ai tavoli organizzati dagli attivisti dell’ Associazione in tutta Italia. Le dieci regioni più virtuose per numero di firme raccolte in rapporto alla popolazione sono guidate dal Friuli Venezia Giulia, con una firma ogni 500 abitanti. Seguono Emilia-Romagna (una firma ogni 626 abitanti), Lombardia (una ogni 636), Piemonte (una ogni 684), Toscana (una ogni 701), Liguria (una ogni 706), Sardegna (una ogni 715), Lazio (una ogni 784), Veneto (una ogni 788) e Valle d’Aosta (una ogni 790 abitanti). L’obiettivo della proposta di legge dell’Associazione Luca Coscioni è disciplinare le condizioni e le procedure per richiedere assistenza per porre fine volontariamente alla propria vita, anche con l’aiuto attivo del personale sanitario, nel rispetto della dignità umana e dell’autodeterminazione, eliminando l’attuale discriminazione tra persone malate dipendenti e non dipendenti da trattamenti di sostegno vitale: per poter accedere alla morte volontaria assistita si prevede che la persona debba essere pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, affetta da una condizione o patologia irreversibile o da una patologia con una prognosi infausta a breve termine, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili. “Siamo grati alle persone che hanno sottoscritto la proposta di legge “Eutanasia legale” dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato, Segretaria nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni. “Da oggi, i Parlamentari italiani avranno sul tavolo un testo che rafforza ed estende i diritti che abbiamo finora strappato attraverso le disobbedienze civili e i ricorsi giudiziari. E’ una proposta alternativa a quella presentata dal Governo, ed è a disposizione di tutti i Parlamentari, di qualunque partito e schieramento, che vorranno difendere la libertà di scelta delle persone che soffrono”. La legge prevede la presa in carico da parte del Servizio sanitario nazionale, con conclusione delle verifiche entro 30 giorni dalla richiesta e la possibilità per i medici di partecipare su base volontaria. In tutta Italia il diritto al “suicidio assistito” è già legale, a determinate condizioni, grazie alla sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale sul caso “Cappato-Dj Fabo”, ma mancano procedure e tempi certi, e ci sono persone che hanno atteso anche due o tre anni prima di ottenere una risposta. Alcuni pazienti, inoltre, vengono discriminati perché, a causa delle loro patologie, non sono in grado di autosomministrarsi il farmaco letale. Oggi si chiede di estendere il diritto anche all’eutanasia per mano di un medico. In contrasto, la proposta di legge presentata dal Governo punta a restringere il più possibile, fino a di fatto a cancellare, le possibilità di ottenere l’aiuto alla morte volontaria, riducendo drasticamente la platea potenziale degli aventi diritto (sono infatti escluse le persone dipendenti da farmaci salvavita o trattamenti forniti da caregivers e familiari), prevedendo tempistiche tali da negare di fatto l’aiuto alla morte volontaria di malati terminali, cancellando il ruolo del Servizio sanitario nazionale e affidando le decisioni a un organo di nomina governativa e alla magistratura. Ufficio Stampa Associazione Luca Coscioni Via di San Basilio 64 – 00187 Roma, Italia www.associazionelucacoscioni.it Redazione Friuli Venezia Giulia
Carceri, Friuli-Venezia Giulia nel caos: gravi condizioni igienico-sanitarie e sovraffollamento fuori controllo
Le relazioni ASL rivelano degrado strutturale e mancanza di interventi nei penitenziari di Gorizia e Trieste, mentre il sovraffollamento supera il 134% a livello nazionale L’Associazione Luca Coscioni rende pubbliche le relazioni redatte dalle Aziende Sanitarie Locali (ASL) in merito alle visite effettuate negli istituti penitenziari italiani. I documenti, ottenuti grazie a un accesso civico avviato lo scorso dicembre, costituiscono un primo passo per fare luce sulle condizioni – spesso opache – delle carceri italiane. Ad oggi, solo 66 ASL (tra ASL, ATS, ASP, USL, AULSS e APSS) hanno risposto fornendo documentazione, spesso lacunosa. Nella maggior parte dei casi, mancano indicazioni su eventuali direttive regionali o sulle reazioni istituzionali alle criticità segnalate, aggravando un quadro già drammatico e rendendo difficile una valutazione efficace degli interventi messi in atto. “Nella stragrande maggioranza dei casi – si legge in una nota dell’Associazione – negli istituti di pena italiani non sono stati effettuati neanche interventi di ordinaria amministrazione, una negligenza che, già grave di per sé, si acuisce per il sovraffollamento di oltre il 134%.” Secondo i dati pubblicati dal sito indipendente del giornalista Marco Dalla Stella, al 29 maggio 2025 in Italia si contano 62.722 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 51.280 posti, dei quali 4.488 non disponibili, portando così il tasso di sovraffollamento al 134,29%. L’Associazione Luca Coscioni continuerà le sue azioni legali per denunciare la negligenza dell’Amministrazione penitenziaria e il mancato rispetto delle raccomandazioni sanitarie da parte del Ministero della Giustizia. Si ricorda inoltre che dal 2024 è attiva la piattaforma FreedomLeaks, che consente di segnalare in modo anonimo e sicuro violazioni del diritto alla salute nelle carceri. Focus Friuli-Venezia Giulia In Friuli-Venezia Giulia, l’unica ASL ad aver risposto alla diffida e fornito accesso agli atti è l’Azienda Sanitaria Giuliano Isontina (ASUGI), che opera presso le strutture di Gorizia e Trieste. La situazione nel carcere di Trieste si presenta peggiorata. Dopo un primo sopralluogo positivo, la seconda ispezione ha rilevato gravi criticità: il sovraffollamento impatta pesantemente sulle condizioni igienico-sanitarie e sulla vivibilità delle celle, con un eccesso di letti che limita la mobilità. La sezione ex isolamento, da anni in attesa di ristrutturazione, è ancora utilizzata e versa in condizioni di degrado totale. Inoltre, sono ancora visibili i danni causati da una rivolta dei detenuti avvenuta nel luglio 2024. Nel carcere di Gorizia la visita ispettiva del 2024 ha riscontrato numerose criticità aperte, tra cui pavimentazione sconnessa, infiltrazioni d’acqua e umidità, barriere architettoniche e deterioramento di porte e infissi. La relazione conclude suggerendo l’elaborazione di un cronoprogramma degli interventi manutentivi, attualmente riportati solo verbalmente dal personale carcerario. Ufficio Stampa – Associazione Luca Coscioni Mail: ufficiostampa@associazionelucacoscioni.it Redazione Friuli Venezia Giulia