Net@, ovvero: la propaganda militarista-sionista dentro le nostre scuoleLe sorprendenti ‘scoperte’ dell’inchiesta di Assemblea Scuola Torino sul
progetto avviato in Israele nel 2003, importato a Milano nel 2018 e ora in
procinto di espandersi in tutte le scuole italiane.
L’obiettivo del programma didattico è diffondere la rivoluzione digitale “made
in Israel”, come affermato dal CEO di Appleseeds Academy, Dafna Gaber Lifshitz,
dichiarando “Dobbiamo puntare molto sulle scuole e abbiamo insegnanti giovani e
carismatici che dovranno sfidare un sistema scolastico spesso molto tradizionale
portando energia e innovazione”.
Net@ si presenta come un progetto di PCTO (da poco Formazione Scuola-Lavoro),
proposto agli studenti come un’opportunità imperdibile per sviluppare digital
and social skills utili per la propria crescita umana, professionale e
imprenditoriale.
L’immagine che vogliono trasmettere è legata a un approccio innovativo,
interculturale e utile a colmare diseguaglianze digitali soprattutto nelle zone
economicamente e socialmente più svantaggiate.
Lo scopo è diffondere competenze digital high-tech, in inglese, per studenti
delle scuole superiori.
Il progetto di durata pluriennale, spesso si presenta come ‘giovane’ perché, a
differenza delle lezioni curricolari standard, è condotto da universitari che
capiscono gli studenti e, di conseguenza, sono in grado di proporre un
insegnamento molto più efficace rispetto alla scuola tradizionale.
All’interno del programma viene insegnato come creare siti web per sponsorizzare
prodotti, avviare start up, parlare in pubblico, il time management, ecc.
Il programma del terzo e quarto anno in particolare prevede di occuparsi anche
di cyber security.
Tutto questo è gratuito per le famiglie perché sponsorizzato da istituti,
fondazioni, associazioni private e dalle stesse scuole. Quindi un progetto per i
giovani, coinvolgente dove la politica non c’entra assolutamente nulla. O quasi.
Net@ è un progetto nato in Israele nel 2003.
Lì viene pubblicizzato come un merito il fatto che chi esce dopo anni di
formazione con Net@ sia in grado di rappresentare una risorsa preziosa per
il mercato miliardario delle start up della cybersicurezza e delle tecnologie di
guerra, focalizzate sul deep tech, anche per la necessità di dare risposta
ai ‘problemi’ di ‘difesa’ e ‘sicurezza’ del paese (che questo settore
rappresenti già un rischio per la nostra privacy e le nostre democrazie ce
l’hanno rivelato scandali come il software “Pegasus” e lo spyware “Graphite”,
spiando decine di migliaia di cittadini tra capi di stato, giornalisti e
attivisti in tutto il mondo).
Un altro fiore all’occhiello dei promotori di Net@ è che il 56% dei diplomati si
arruola nelle unità tecnologiche d’élite dell’IDF.
Dal 2018 Net@ si è diffuso per la prima volta all’estero con un progetto pilota
a Milano.
A offrire i locali e promuovere a Milano il progetto è la Comunità ebraica, la
stessa che ha recentemente invitato Adi Karni, un militare dell’IDF accusato di
probabili crimini di guerra, a incontrare gli studenti dei licei per raccontare
che a Gaza ha visto “solo odio”, che “stiamo facendo il lavoro sporco per voi” e
spiegando che “l’Islam avanza in Europa”.
La volontà, esplicitamente espressa dagli organizzatori fin da subito, è di
portarlo nel resto del territorio italiano e anche esportarlo in altri paesi.
Net@ è promosso e sostenuto dal Keren Hayesod, fondo nazionale di costruzione
d’Israele e la centrale finanziaria del movimento sionista mondiale, e
dall’Agenzia ebraica per Israele (Jewish Agency for Israel – Sochnut,
organizzazione sionista israeliana che sostiene l’ebraicità di Israele) che dal
1967 si occupa anche delle attività dei coloni israeliani insediatisi in
Cisgiordania, nella Striscia di Gaza e nelle alture del Golan.
Oltre alla Jewish Agency for Israel e al Keren Hayesod, altri partner sono
l’Appleseeds Academy, l’Associazione Educazione Digitale Italia, la Fondazione
Camis De Fonseca e Proedi Media.
In un video pubblicato in rete la CEO di Appleseeds, Dafna Lifshitz, afferma che
i finanziamenti più importanti di Net@ arrivano dalla USAID (Agenzia degli Stati
Uniti per lo Sviluppo Internazionale – agenzia governativa statunitense creata
nel 1961 per contrastare l’influenza dell’Unione Sovietica nel mondo, che aveva
la funzione di sostenere la sicurezza nazionale degli Stati Uniti d’America e
viene indicata come uno dei suoi strumenti di soft power, da alcuni paesi
accusata di essere una copertura della CIA e di essere parte delle politiche di
interventismo degli Stati Uniti nel mondo).
A partire dal 2019 il progetto è arrivato a Torino all’Istituto Germano
Sommeiller e alla scuola ebraica.
I docenti inizialmente sono Shinshinim, ovvero giovani israeliani che hanno
completato la scuola superiore e rimandano di un anno il servizio militare
obbligatorio per prestare servizio nelle comunità ebraiche all’estero. Il loro
nome è un acronimo ebraico per “Shnat Sherut” o “anno di servizio”. Agiscono
come ambasciatori culturali, portando la cultura e lo stile di vita israeliani,
la lingua ebraica e le tradizioni ebraiche alle comunità locali prima di
arruolarsi nell’esercito.
A maggio 2022 il Keren Hayesod decide di non continuare il programma all’estero
per mancanza di risorse.
L’organizzazione e la diffusione presso le scuole sono allora affidate
alla Fondazione Camis de Fonseca che da quel momento le promuove a Torino e
dall’anno 2023/2024 il progetto parte anche al Liceo Monti di Chieri.
La Fondazione Camis De Fonseca (ora anche associazione), con lo scopo di trovare
partner italiani per poter continuare il progetto, finanzia “Grow in tech”
composta generalmente da giovani studenti universitari che, una volta formati in
Israele e alla metodologia, possono entrare nelle classi.
Recentemente sono stati coinvolti nel progetto anche Merende Digitali e ESSE I
Solutions.
Lo scopo è quello di creare un ‘nuovo’ progetto Net@ Italia, ‘ripulito’, ma
sempre funzionale alle organizzazioni e agli obiettivi strategici originari.
Questo è stato detto in modo esplicito e pubblico durante un convegno del 21
maggio 2023 organizzato nella sede della Fondazione Camis De Fonseca in cui, tra
gli altri passaggi significativi, viene data la parola al rappresentante del
Keren Hayesod per l’Italia, Eyal Avneri, il quale dice: “Stiamo lavorando tutti
insieme per continuare il progetto Net@ a Torino con formatori italiani e farò
il possibile, per la parte mia, per aiutarvi a realizzarlo, mettendo i contatti
con Net@ in Israele, almeno a distanza. Sarà, secondo me, una bellissima
collaborazione internazionale. […] Vi auguro un in bocca al lupo e spero di
vedervi tutti a novembre in Israele”.
Durante le attività capita che partecipi la fondatrice della Fondazione De
Fonseca, Laura Camis De Fonseca che, sui social, condivide post dove vengono
attaccati come antisemiti Papa Bergoglio, la Chiesa Cattolica e agenzie
dell’ONU. Si arriva a leggere che “le organizzazioni internazionali sono peggio
di una barzelletta, sono diventati organismi criminali che aiutano i jihadisti”
e che “gli Stati europei e l’Europa quasi tutta, esattamente come la Chiesa, si
riallacciano alle loro vergognose tradizioni antiebraiche”.
La fondazione De Fonseca si occupa di geopolitica e ha una posizione
politica sul conflitto israelo-palestinese. Basta scorrere velocemente il sito
per capire che è una celebrazione del progetto israeliano con una visione
piuttosto parziale.
Durante l’anno scolastico vengono invitati esperti che propongono un’idea di
scuola e di formazione estremamente aziendalistica e imprenditoriale. Altre
attività didattiche hanno avuto anche lo scopo di dare una visione estremamente
positiva di Israele come “una terra nata da sogni e speranze”, tecnologica,
green e inclusiva.
Nel 2022 tra gli studenti che partecipano al progetto viene proposto un concorso
dal titolo “Israele. Storia, tradizione, sostenibilità e innovazione
tecnologica”. I vincitori hanno in premio un viaggio d’istruzione in Israele:
visite al museo della diaspora, al Muro del pianto, alla tomba di Ben Gurion.
In conclusione, Net@ è un cavallo di Troia che promuove un’idea di scuola
aziendale e imprenditoriale al servizio del mercato, valorizza ‘risorse’ per il
mondo delle start up e della cybersicurezza, legato mani e piedi al genocidio di
Gaza, alla pulizia etnica e alla diaspora palestinese. Forma futuri soldati
d’élite nelle unità tecnologiche ed è ideato, organizzato e diffuso da
organizzazioni, Istituti e fondazioni sioniste che, non solo negano o non
condannano quanto sta avvenendo in Palestina da ottant’anni, ma che ne sono,
spesso, direttamente coinvolti.
Forse, ancora peggio, Net@ si presenta come un’organizzazione tecnologica
giovanile che, proponendo parole d’ordine accattivanti come Be your best self,
Be involved, Be open-minded, Be unlimited, Be cool sta consapevolmente formando
un movimento giovanile e una parte della futura leadership economica e politica,
con lo scopo di renderli funzionali ai suoi obiettivi strategici e organici alla
sua ideologia.
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università