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Compagnie di navigazione nel panico dopo le minacce dello Yemen di intensificare gli attacchi
Londra – Presstv.ir. Un’ondata di panico ha investito le compagnie di navigazione che utilizzano rotte marittime vicino allo Yemen, dopo che il Paese arabo ha minacciato un’intensificazione degli attacchi contro navi legate al regime israeliano, nell’ambito della sua campagna di solidarietà con la Palestina. Un articolo pubblicato martedì da Lloyd’s List, prestigiosa rivista di notizie marittime, ha riferito che gli armatori stanno sempre più evitando le rotte nel Mar Rosso e in altri corridoi marittimi regionali, due giorni dopo l’annuncio yemenita di una nuova fase di attacchi contro navi collegate a Israele nella regione. L’articolo cita dichiarazioni di importanti compagnie di navigazione greche, tra cui Ariston Navigation, Intercargo e Safe Bulkers, che hanno annunciato la decisione di sospendere le spedizioni nella regione. “Nessuno vuole correre rischi per la vita e la proprietà”, ha dichiarato Angeliki Frangou, amministratrice delegata di Navios, aggiungendo che le sue navi “opteranno per rotte prive di rischi”. Frangou ha riferito che la compagnia ha predisposto nuovi contratti con i clienti, che consentono la deviazione delle rotte, aggiungendo che evitare il Mar Rosso è ormai indispensabile, anche a causa degli elevati costi assicurativi legati a quella rotta. Il rapporto segue la dichiarazione del movimento Houthi Ansarullah, al potere nello Yemen, secondo cui prenderà di mira le navi mercantili appartenenti a qualsiasi compagnia che intrattenga rapporti commerciali con porti israeliani, a prescindere dalla nazionalità o destinazione, in una nuova fase della sua campagna di solidarietà con i palestinesi di Gaza nella loro lotta contro il regime israeliano. Lo Yemen prende di mira le navi legate a Israele dal novembre 2023, un mese dopo l’inizio dell’assalto israeliano a Gaza. Il Paese arabo ha dichiarato che porrà fine agli attacchi nella regione solo quando Israele avrà completamente cessato la sua guerra genocida contro i palestinesi. Traduzione per InfoPal di F.L.
Notizie dal mondo arabo
Gaza La carneficina continua. “Trattativa sotto il fuoco”, l’ha chiamata il ricercato per crimini di guerra Netanyahu. L’escalation ha riguardato in particolare i campi di sfollati nel centro della Striscia, dove l’esercito ordina alla popolazione di recarsi per evitare le bombe. Nelle località del nord e del sud, l’esercito di occupazione sta demolendo tutti gli edifici ancora in piedi: scuole, ospedali, moschee e case. L’obiettivo è di impedire il ritorno della popolazione e concentrarla nei campi di profughi nel centro per facilitarne l’uccisione o la deportazione. Il rapporto di ieri del ministero della sanità parlava di 80 uccisi e 304 feriti fino a mezzogiorno di domenica. Dopo il rilascio della statistica giornaliera, l’esercito ha ucciso fino a tarda notte 100 persone, soprattutto nei campi di sfollati a Deir Balah, Breij, Khan Younis. Dall’alba fino all’ora in cui scriviamo sono stati uccisi 16 civili. I generali israeliani hanno utilizzato negli attacchi odierni anche gli elicotteri, con mitragliamento della folla spaventata e in fuga. Trattative Le delegazioni di Hamas e Jihad islamica sono nel Qatar per la trattativa indiretta con quella israeliana. Il clima secondo la stampa di Tel Aviv e Doha è di ottimismo. “Le modifiche introdotte dalla parte palestinese non sono insormontabili”, ha detto una fonte della delegazione israeliana. Sul terreno, l’esercito occupante ha iniziato a ritirarsi da alcune postazioni a est di Rafah. Il ricercato internazionale per crimini di guerra è arrivato negli Usa dove si incontrerà oggi con Trump. La tregua a Gaza barattata con un forte sostegno politico e militare per il prossimo round di attacchi all’Iran. Cisgiordania Due giovani uccisi a Nablus, arresto di un giornalista palestinese a Betlemme e centinaia di case demolite a Tulkarem. Il genocidio in Cisgiordania si accompagna alla deportazione. Nella cittadina di Salem alle porte di Nablus l’esercito israeliano ha fatto irruzione con diversi veicoli corazzati, sparando all’impazzata con le mitragliatrici pesanti. Qusai Nassar, 23 anni, e Wissam Shtie, 37 anni, sono rimasti a terra. Il primo è arrivato in ospedale già morto, mentre il corpo del secondo è stato preso in ostaggio dai soldati. In un attacco israeliano a Betlemme, i soldati hanno arrestato un giornalista palestinese che stava documentando gli avvenimenti, è stata perquisita la sua casa e sequestrati computer e telefonini. A Tulkarem continua l’opera di demolizione delle abitazioni. Altre 60 famiglie sono state costrette ieri a raccogliere i propri mobili e abbandonare le case che l’esercito intende demolire. Il piano di deportazione prevede altri 400 case da radere al suolo. Il sindaco ha denunciato il piano di deportazione di massa che finora ha toccato oltre 42 mila persone. I coloni ebrei israeliani hanno incendiato auto palestinesi nel villaggio di Beita e invaso, protetti dall’esercito, il centro di el-Khalil (Hebron). Nei villaggi di Ramadeen e Dhahiria, di Massafer Yatta, l’esercito di occupazione ha iniziato a scavare trincee lungo tutta una strada che collega due colonie ebraiche e che passa per il centro delle due cittadine palestinesi. Le trincee lunghe diversi km servono per la costruzione di un muro che separa la strada da tutto il resto del territorio, con il risultato di smembrare le città palestinesi e danneggiarne l’economia. Tutti i negozi che si affacciano sulla strada sono sotto minaccia di demolizione o di chiusura per mancanza di affari. Segregazione razziale. Yemen Una nave commerciale sta affondando dopo che è stata colpita da un drone lanciato dal territorio yemenita. Israele nella notte ha compiuto un raid aereo contro 20 obiettivi sotto il controllo degli Houthi. Sono stati colpiti per l’ennesima volta la raffineria di Hodeida, una centrale elettrica e depositi di carburanti nel porto della città sul mar Rosso. In risposta, gli Houthi hanno lanciato due missili balistici sul territorio israeliano. Marocco/Solidarietà Un presidio di solidarietà con la Palestina si è tenuto ieri a Rabat davanti al teatro Mohammed V dove si teneva un convegno di sociologia, con la partecipazione di professori israeliani. L’iniziativa di boicottaggio organizzata dalla sezione locale di BDS e dal comitato marocchino di solidarietà con la Palestina è stata impedita dalla polizia, che ha assediato i partecipanti e li ha spinti lontano dalla sede del convegno. Sciopero della fame a staffetta contro il genocidio Continueremo la campagna di sciopero a staffetta fino alla fine definitiva della guerra. Vi chiediamo di scattare una vostra foto con un cartello “IO DIGIUNO X GAZA”. Una lunghissima galleria di immagini che trasformeremo in un mosaico di solidarietà. Mandateci le foto a anbamedaps@gmail.com e pubblicatele sui vostri account social. Abbiamo oramai concluso la 7a settimane di digiuno per Gaza. Oggi, lunedì 7 luglio, prosegue per la 53a giornata l’azione nonviolenta di sciopero della fame per 24 ore a staffetta. L’azione continuerà nei prossimi giorni con la partecipazione di altri gruppi, fino al cessate il fuoco definitivo. Gli iscritti sono tantissimi e, secondo le disponibilità espresse, costruiremo il calendario con l’elenco dei partecipanti di tantissime città italiane, europee e arabe. ANBAMED
Lo Yemen avverte che gli aeroporti israeliani sono diventati “pericolosi”
Tel Aviv – Press TV. Il movimento di resistenza yemenita Ansarullah ha dichiarato tutti gli aeroporti nei territori occupati da Israele zone pericolose, intensificando i suoi attacchi missilistici e con droni contro l’aeroporto Ben Gurion in solidarietà con i palestinesi che subiscono una guerra genocida a Gaza. Nasr al-Din Amer, vicepresidente dell’Autorità per i Media di Ansarullah, ha annunciato domenica che “tutti gli aeroporti nella Palestina occupata sono pericolosi”, affermando: “Invitiamo tutte le compagnie aeree a sospendere i loro voli verso gli aeroporti in Palestina per proteggere la sicurezza dei loro passeggeri”. Amer ha anche discusso i piani per imporre una “no-fly zone” sugli aeroporti israeliani, sottolineando che gli attacchi di ritorsione sui territori occupati continueranno fino a quando il regime non cesserà la sua aggressione contro Gaza. “Le nostre operazioni non si fermeranno: si intensificheranno fino alla fine dell’aggressione e alla fine dell’assedio su Gaza”, ha dichiarato il funzionario di Ansarullah. “Imporremo una no-fly zone su tutti gli aeroporti nella Palestina occupata in risposta all’escalation a Gaza”. L’avvertimento è giunto mentre le Forze Armate yemenite hanno lanciato due missili balistici verso i territori occupati, prendendo di mira l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, minacciando di intensificare le operazioni di ritorsione. “La forza missilistica delle Forze Armate yemenite ha condotto un’operazione militare di alto livello contro l’aeroporto di Lod, denominato aeroporto israeliano ‘Ben Gurion’, nella zona occupata di Giaffa, utilizzando due missili balistici, uno dei quali era un missile ipersonico Palestine 2 e l’altro un missile ‘Zulfiqar‘”, ha dichiarato il portavoce militare yemenita, il Generale di Brigata Yahya Saree, in una nota. “L’operazione ha raggiunto con successo il suo obiettivo, grazie ad Allah, e ha costretto milioni di sionisti occupanti a rifugiarsi, bloccando il traffico aereo all’aeroporto per circa un’ora”. Sottolineando che l’operazione anti-israeliana era a sostegno del popolo palestinese oppresso e in segno di rifiuto del crimine di genocidio perpetrato dal regime sionista nella Striscia di Gaza, Saree ha invitato il mondo musulmano a mobilitarsi contro l’entità illegale. “Le Forze Armate yemenite rinnovano il loro appello alla Ummah. La nazione di due miliardi di musulmani non è riuscita a salvare due milioni di musulmani dalla minaccia del genocidio e dalla minaccia della carestia?“, ha chiesto. “Tutto questo fallimento e questa incapacità non faranno che incoraggiare il nemico a persistere nei suoi attacchi contro tutti i popoli e tutti i paesi”. Il portavoce militare yemenita ha promesso che gli attacchi di rappresaglia continueranno “finché l’aggressione contro Gaza non cesserà e l’assedio non sarà revocato”. L’esercito del regime israeliano ha affermato di aver intercettato uno dei due missili balistici lanciati dallo Yemen, mentre il Canale israeliano 12 ha dichiarato che l’aeroporto Ben Gurion ha temporaneamente sospeso tutti gli atterraggi e i decolli. Sabato mattina, le Forze Armate yemenite hanno condotto un’operazione militare contro un importante aeroporto israeliano utilizzando un drone Yaffa. L’esercito yemenita ha fatto di tutto per reagire alla lunga aggressione israeliana a Gaza, esortando la comunità internazionale ad agire in merito all’emergenza umanitaria in corso nel territorio bloccato. La guerra israeliana contro Gaza, in corso dall’ottobre 2023, ha finora causato almeno 53.272 vittime palestinesi documentate e oltre 120.673 feriti. Si teme che migliaia di vittime siano rimaste intrappolate sotto le macerie, inaccessibili alle squadre di emergenza e di protezione civile a causa degli attacchi israeliani. Traduzione per InfoPal di F.L.