Giorno dopo giorno a Gaza e dintorni
Gaza
Un’altra notte di fuoco sulla testa della popolazione civile a Gaza città e
Jebalia. La stampa israeliana scrive che il 40% della città è sotto il controllo
dell’esercito invasore. Ma la cattura di 4 soldati israeliani da parte di Hamas
ha fatto arretrare le truppe dal quartiere Zeitoun, che ha subìto un intenso
bombardamento, con decine di uccisi e feriti. La notizia è stata censurata
dall’esercito e non è stata confermata da fonti palestinesi.
L’esercito israeliano sta utilizzando armi incendiarie, vietate in aree civili.
Le immagini trasmesse dalla stampa palestinese sono terrificanti: colonne di
fuoco alte anche 50 metri che accompagnano il crollo degli edifici, causando la
morte sicura per i feriti intrappolati sotto le macerie. Non sono mancati i casi
dei doppi lanci di proiettili dell’artiglieria a poca distanza di tempo, per
uccidere i soccorritori e far morire i feriti sotto le macerie. Nella giornata
di ieri sono stati uccisi 66 civili e feriti altri 345.
Negli ospedali sono stati registrati ieri 10 casi di morte per fame, tra di loro
3 bambini al di sotto di 5 anni e altri 4 minori. Il totale delle vittime della
carestia imposta da Netanyahu è di 332 morti (124 i bambini al di sotto di 5
anni).
Afferma Munir Al-Barsh, Direttore Generale del Ministero della Salute di Gaza:
“Stiamo sistemando sei bambini per letto negli ospedali a causa della
distruzione del sistema sanitario. La comunità internazionale deve agire
immediatamente dopo la dichiarazione ufficiale di carestia: la carestia a Gaza è
il risultato dell’occupazione e dell’aggressione in corso.
Dall’inizio dell’aggressione, a Gaza ci sono stati 40.000 bambini feriti;
l’occupazione ha distrutto più di 150 depositi di medicinali; 1.000 pazienti
cardiopatici sono morti per mancanza di cure necessarie. Ma la gente non vuole
lasciare Gaza City, e salutiamo la decisione ferma e coraggiosa di restare della
comunità cristiana palestinese. La nostra risoluzione è chiara: non lasceremo
gli ospedali e non abbandoneremo i pazienti. L’occupazione sta usando enormi
robot esplosivi per distruggere interi quartieri di Jabalia: abbiamo trovato
intere famiglie sotto le macerie, a causa delle esplosioni di questi giganteschi
robot.”
Cisgiordania
Proseguono intanto i rastrellamenti in tutta la Cisgiordania. “Diffondere paura
e imporre sottomissione alla popolazione, che non deve alzare la testa”, ha
detto il comandante della regione centrale dell’esercito israeliano. “I nostri
talloni sui loro colli, per far capire loro di chi è questa terra”. Non è
l’opinione isolata di un militare colonizzatore e fanatico, ma il sentimento
diffuso nella società israeliana.
Il presidente Herzog, ex socialista sionista, ha definito le azioni dei coloni
“un movimento virtuoso”. Secondo il Canale tv 14, Herzog ha commentato, durante
la riunione di governo oggi sull’applicazione della sovranità israeliana in
Cisgiordania: “Considero l’insediamento una grande missione“.
I coloni ebrei israeliani hanno occupato terreni agricoli di famiglie
palestinesi nella Valle del Giordano, con la protezione dei soldati. Hanno
provveduto ad arare circa 5 ettari di terreno, prendendo possesso delle sorgenti
di acqua.
Vicino a el-Khalil, il sindaco della colonia illegale di Kiriat Arba ha messo la
prima pietra di un nuovo avamposto programmato su un terreno agricolo di
famiglie palestinesi, che sono state cacciate con la forza da coloni armati,
protetti dall’esercito.
Yemen
Il bombardamento israeliano su Sanaa di due giorni fa ha causato l’uccisione del
primo ministro del governo degli Houthi, Ahmed Ghalib el-Rahaui e altri
ministri. Il palazzo dove si teneva la riunione del governo è stato centrato da
un missile lanciato da una nave israeliana nel mar Rosso.
La notizia è stata diramata dallo stesso portavoce del movimento Ansaru Allah
che controlla il governo di Sanaa, confermando rivelazioni stampa di Aden, la
capitale provvisoria del governo rivale.
Global Somoud Flotilla
Oggi partono dai porti della Spagna decine di imbarcazione della Global Somoud
Flotilla, la coalizione che raggruppa diversi movimenti di solidarietà con la
Palestina. Il 3 e il 4 settembre si uniranno altre navi dall’Italia e dalla
Tunisia. Un movimento mondiale che unisce attivisti di tutti le nazioni per
portare aiuti alla popolazione stremata dal criminale assedio imposto da
Israele.
Un movimento nonviolento che tenta di forzare l’embargo. Il totale delle
imbarcazioni dovrebbe essere 70 e chiedono al mondo intero di fare pressioni sul
governo israeliano per permettere il loro passaggio, per consegnare le centinaia
di tonnellate di aiuti, cibo e medicine raccolte con le donazioni anche di
singoli cittadini.
ANBAMED